Abete polemico: Agnelli critica le istituzioni, ma dov'è la capacità di cambiare?

News, 28 dicembre 2012.

Abete attacca Agnelli: "Oltre alla critica deve esserci la capacità di cambiare". Abete ribadisce che la giustizia sportiva non può fare a meno di due cardini come la responsabilità oggettiva e l'omessa denuncia. La Juve torna al lavoro: Conte e i giocatori a Vinovo, Marotta e Paratici sul fronte del calciomercato a caccia di un difensore. I numeri dichiarano quali siano i punti di forza della Juve: la manovra, orchestrata da Pirlo, e la difesa. I numeri di Gigi Buffon. Marroccu: Il Cagliari vive un momento di grande difficoltà e ci sono problemi a pagare gli stipendi.

Abete contro Agnelli: "Oltre alla critica deve esserci la capacità di cambiare" - "Il Presidente Agnelli esprime dei giudizi, io ho il dovere di rispettare questi giudizi perché quando si hanno responsabilità di sintesi bisogna tener conto delle tante posizioni che emergono. Penso che il presidente Agnelli abbia cognizione della difficoltà addirittura di fare sintesi all'interno della Confindustria del calcio, cioe della Lega di A e io ricordo una sua intervista di alcuni mesi or sono che esplicitava che a luglio ci sarebbe stata la nuova governance della Lega, nuove regole, nuove modalità di stare insieme e questo avrebbe poi determinato una capacità propositiva importante della Lega di A nei confronti della Federazione. Non do la colpa a nessuno, ma naturalmente questa governance non solo non c'è, ma si è rinunciato ad averla, non parlo dell'elezione del Presidente, parlo delle regole dello stare insieme e questo testimonia quanto è difficile stare all'interno della Confindustria del calcio, figuriamoci a livello di istituzione. Oltre alla critica deve esserci la capacità di cambiare. Le regole si cambiano assieme e non presentando le proprie istanze". Così Abete, in riferimento al j'accuse di Andrea Agnelli che, sulle cose che non vanno nel calcio di casa nostra, nel corso di un'intervista alla Gazzetta si era chiesto: "E chi è deputato a queste cose? Moratti, Galliani, Agnelli, o chi governa il calcio? Chi non ha operato, le società o le istituzioni?", non sottraendosi peraltro alle responsabilità all'interno della Lega, per la governance della quale, con buona pace del presidente federale, va lavorando da mesi e della quale dichiaratamente vuol continuare ad occuparsi. Dove dipendeva solo da lui, e cioè alla Juve, Andrea ha cambiato eccome; e il 'presidente Agnelli' delle difficoltà di cambiare regole e persone è perfettamente cosciente, così come è consapevole di quali siano le cose da cambiare, che elenca ogniqualvolta ne ha l'occasione. Non per le proprie istanze e i propri interessi di bottega, ma per il calcio italiano, del quale è parte e dal quale non intende essere trascinato in un baratro senza fondo. Infine, su quello che per Abete rappresenta l'autentico fiore all'occhiello dell'anno e su cui si culla ("Il 2012 è stato estremamente positivo per tutte le squadre azzurre. La Nazionale di Prandelli ha chiuso al secondo posto gli Europei ed è quarta nel ranking Fifa; l'Under 21, con Ferrara e Mangia, si è qualificata alla fase finale dei Campionati Europei che si disputeranno in Israele; la nazionale femminile ha raggiunto la fase finale dell'Europeo in Svezia e bene hanno fatto tutte le selezioni giovanili grazie al lavoro di Albertini, Sacchi e Viscidi") ha detto esplicitamente la sua: "La Nazionale che va in finale all’Europeo non vuol dire che il calcio sta bene e la federazione funziona. Se gareggiamo per ottenere gli Europei e veniamo bocciati, quello è un fallimento". Anche perché la Nazionale in finale agli Europei ci è andata in buona parte grazie ai calciatori presi in prestito dalla Juventus ricostruita da Agnelli.

Abete: Responsabilità oggettiva e omessa denuncia? Tutto OK - All'ineffabile Abete lo scempio di Scommessopoli sembra non aver insegnato nulla. In sintesi: basta un poco di zucchero e la pillola va giù. Così sulla responsabilità oggettiva: "Su questo argomento dobbiamo condividere la nostra posizione con il Coni e con altri enti. La responsabilità oggettiva è un istituto presente in tutti i codici di giustizia internazionali. E' fondamentale che ci sia da parte del Parlamento un rafforzamento della legge del 1989 contro la frode sportiva e quindi su questo bisogna lavorare molto sulle esimenti e sulle attenuanti in modo tale che ci sia un riconoscimento dell'attività positiva che viene svolta da parte delle società dal momento che hanno svolto ogni attività funzionale ad evitare che accada quello che è accaduto".
Così sull'omessa denuncia: "Per quanto riguarda l'omessa denuncia io comprendo come il mondo del calcio sia un po' parolaio e l'omessa denuncia trova difficoltà a essere riconosciuta, ma il codice prevede comportamenti di rettitudine. Ma io mi domando che cosa accadrebbe nel momento in cui noi legittimiamo una situazione per cui qualsiasi giocatore o qualsiasi soggetto tesserato dovesse chiedere a tutto quanto il campionato di serie A, di serie B e di Lega Pro di dare luogo ad una situazione o ad un comportamento illecito e tutti quelli che ne sono a conoscenza non avessero il dovere di denunciare questa situazione. Legittimeremmo il fatto che si può provare ad esercitare un'attività di corruzione a 360° senza che questo determini nessun effetto per coloro i quali hanno provato a fare questa operazione e per coloro i quali ne sono stati destinatari. Ne comprendo tutte le complessità, ma mi risulta difficile legittimare una situazione in cui il fatto di provare a creare situazioni illecite determini semplicemente il fatto di dire 'No, io non sono disponibile' e magari la persona che ci prova, ci prova a giro con tutti e quanti gli altri". Parole a zonzo, se oltretutto si tiene conto come sia stato applicato il concetto di omessa denuncia, per esempio nel caso Conte, condannato per non aver denunciato qualcosa che in realtà nessuno ha mai detto nemmeno di avergli rivelato, e che qualcuno però, a naso, ha ritenuto plausibile lui sapesse, mentre, in paragone, ne sono usciti senza troppe ammaccature quanti per anni hanno venduto partite e campionati in combutta con organizzazioni criminali internazionali. Naturalmente non un fiato è uscito dalla bocca di Abete sulla terzietà della giustizia sportiva, la questione davvero cruciale.
Ha ovviamente ribadito la sua candidatura a succedere a se stesso e ha respinto l'idea di una serie A a 18 squadre: "Non può essere questo lo spartiacque per dare più competitività al nostro calcio, visto che è a 20 in nazioni come l’Inghilterra. Non ci sarebbe una maggioranza per arrivare a ciò e comunque una diminuzione delle squadre non è nell’agenda delle società. È però più importante la questione degli stadi rispetto al numero delle società”. E allora: “I primi mesi della nuova legislatura dovranno sciogliere il nodo di una legge che sembrava arrivasse e non è mai arrivata, creando così più danni che opportunità. Una legge che è a costo zero per la comunità e che renderebbe più celeri le procedure, nel rispetto della tutela ambientale". Eppure Agnelli gli aveva chiarito pure questo: "Se gli stadi continuano a non esserci, quello è un fallimento. E chi è deputato a questo cose? Moratti, Galliani, Agnelli, o chi governa il calcio? Chi non ha operato, le società o le istituzioni?"

La Juventus torna al lavoro - La settimana di vacanza concessa da Conte ai suoi è spirata e da oggi i bianconeri tornano al lavoro; Conte ha programmato una doppia seduta, per preparare al meglio la prima gara del 2013, Juve-Sampdoria, del 6 gennaio. Che la Juve affronterà senza i suoi lungodegenti: Bendtner, Chiellini e Pepe. Dei tre il primo a rientrare potrebbe essere proprio Pepe che al momento è a riposo totale per un'infiammazione nella zona della cicatrice dell'infortunio precedente: da gennaio lo aspettano terapie e lavoro differenziato per almeno un mese, poi si valuterà. Chiellini per il suo rientro ha messo nel mirino la gara di ritorno degli ottavi di finale di Champions League contro il Celtic (6 marzo allo Juventus Stadium), per l'operato Bendtner i tempi si allungano almeno a fine marzo.
E inoltre per un mese mancherà a Conte anche Asamoah che sarà impegnato in Coppa D'Africa: qualora il suo Ghana dovesse raggiungere la finale di questa competizione (programmata per il 19 febbraio), Asamoah salterebbe anche l'andata degli ottavi di finale di Champions, cioè la trasferta di Glasgow del 12 febbraio.
Ecco perché non solo Conte, i giocatori e lo staff tecnico torneranno al lavoro: la stessa sorte toccherà a Marotta e Paratici, che avranno il compito di trovare, a tambur battente, un surrogato di Chiellini: l'indiziato numero uno è l'atalantino Federico Peluso ed oggi dovrebbe esserci un primo incontro con Marino per definire le condizioni; la Juve offrirebbe 1,5 mln per il prestito e 3,5 mln per il riscatto a giugno, i bergamaschi punterebbero ad ottenere un milione in più. E' passato in seconda linea, al momento, il problema dell'attaccante, pronto ad essere ripreso in mano appena dovesse presentarsi un'occasione favorevole.
Marotta dovrà anche occuparsi delle richieste che provengono per alcuni giocatori bianconeri: richiestissimo il solito Marrone, ma non sarà facile convincere Conte a privarsene; e si dice anche che il Paris Saint-Germain non abbia mai mollato la presa su Lichtsteiner, che però la Juve sembra decisissima a non lasciar partire (se non forse in caso di un'offerta irrinunciabile).

I numeri confermano: è Pirlo a guidare la Juve verso la vetta - Dai numeri forniti dall'Osservatorio Calcio Italiano emerge come anche i numeri confortino ciò che l'occhio ci diceva: la Juve svetta sulle altre per lo sviluppo della manovra, primeggiano in ben tre parametri su quattro: palloni giocati (640), passaggi riusciti (71,9%) e supremazia territoriale; solo nel possesso palla il Milan riesce a precedere di poco i bianconeri (28'57" contro 28'54"). E il trascinatore di questa Juventus è Andrea Pirlo con ben 1106 passaggi riusciti e 46 assist; nel numero di passaggi riusciti rivali non ne ha proprio, se si pensa che il secondo, il catanese Lodi, arranca a quota 864, quanto ad assist gli tiene invece validamente testa un altro 'vecchietto', il giallorosso Totti (anch'egli a quota 46); il romanista, alla pari col bolognese Diamanti, è però primo per numero di conclusioni a rete (59), con Di Natale sotto di due unità (57).
Il miglior attacco è quello della Roma, con 42 reti, 25 delle quali (pari al 59,5%) firmato dal suo pericoloso tridente: Lamela (10), Osvaldo (9) e Totti (6). Secondo a 23 reti il tridente del Napoli: Cavani (13), Hamsik (7) e Insigne (3); ma complessivamente il Napoli è solo al 5° posto per numero di reti segnate (33), perché a rincorrere la Roma c'è la Juventus con 39 reti (ben distribuite tra tutta la sua rosa) , poi Fiorentina (36) e Milan (34).
La miglior difesa è senza confronti quella della Juventus, con solo 11 reti al passivo, 5 in casa e 6 in trasferta; ben distanziate il Napoli a 17 e la Lazio a 18. I bianconeri non subiscono reti nel primo quarto d'ora, mentre appaiono vulnerabili nelle fasi centrali (dal 16' al 30') di entrambi i tempi, con 3 reti subite in ambedue i casi.

I numeri di Gigi - Gigi Buffon ha pubblicato sulla sua pagina Facebook i suoi dati di questa prima parte di campionato:
"11 gol subiti in 16 presenze, in media 0,69 a partita; 7 partite senza subire reti in questo campionato; 100% di parate su tiri da fuori area (16 su 16), un record tra i portieri della Serie A con almeno 5 presenze".

Marroccu: Non c'è più un euro - Cellino sta adesso nella sua diletta Miami, ma i problemi sono rimasti a Cagliari. E ieri è toccato al direttore generale Francesco Marroccu lanciare un allarmato SOS: "E' una situazione di grande difficoltà, ci ritroviamo dopo tanti anni di sacrifici ad aver investito quasi tutte le risorse del Cagliari nella costruzione dello stadio di Is Arenas (8 milioni e non ci possiamo ancora giocare), nell'acquisizione dei terreni per lo stadio di Elmas (10 milioni), abbiamo subìto un pignoramento da parte del Comune di Cagliari, di circa 2 milioni e mezzo, pignoramento effettuato in Lega per presunti debiti non saldati, relativi agli anni ottanta e novanta; a questo si deve aggiungere che nel mercato estivo, tra acquisti e riscatti, abbiamo chiuso con un saldo negativo di 10 milioni di euro. Questi sono conti da grande club ma noi non siamo un grande club. E in questo momento viviamo per la prima volta un momento di grande difficoltà. Noi siamo sponsorizzati dalla regione Sardegna e portiamo in giro per l'Italia il marchio 'Sardegna', ma a fronte di questo è da due stagioni sportive che non riceviamo il contributo. Ci sentiamo abbandonati e ci dobbiamo difendere soprattutto da chi, invece, dovrebbe sostenerci. Con la Juve abbiamo ricevuto lo schiaffo più grande. Ci siamo ritrovati a giocare la partita più importante, dal punto di vista degli incassi e dal punto di vista tecnico, in casa del nemico. E in questo momento viviamo per la prima volta un momento di grande difficoltà. La società continua a non aver debito, ma per la prima volta è in difficoltà per il pagamento degli stipendi. Sarà un grandissimo successo riuscire a trattenere i nostri big che più di una società ci ha richiesto. Sarà un mercato di grandissima difficoltà: per Astori ci sono richieste dall'estero e dall'Italia, poi Rossettini e tanti altri sono i giocatori che ci sono stati richiesti. In questo momento dobbiamo cercare di trovare le soluzioni per non fare una campagna di smobilitazione. Da giorni ricevo tante chiamate, ma non rispondo... Abbiamo un posto libero per tesserare un extracomunitario, vedremo se ci sarà un'occasione. Ma al momento, puntiamo a non perdere i migliori. Quest'estate il presidente Cellino ha stracciato un accordo già raggiunto per cedere Astori ai russi per 15 milioni e ha convinto Nainggolan a prolungare il contratto. Ma adesso sarà dura”.
Se esiste quel dio del calcio e dello sport invocato da Cellino perché facesse giustizia sulla Juve, ora è il momento che si faccia vivo.


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