Abete: Per far dimenticare lo scudetto di cartone ci vuole tempo...

News, 5 gennaio 2013.

Abete: Quando finirà il tormentone sullo scudetto di cartone? Ci vuole tempo, nel calcio la memoria è resistente. Vertice di mercato a Vinovo tra Agnelli, Conte, Marotta e Paratici. Conte ha messo a punto con la squadra la tattica anti-Sampdoria. Juventus Stadium già tutto esaurito sia contro la Samp che contro il Milan. Simone Pepe tornerà in campo tra due mesi. E' Casillas a guidare la classifica 2012 dei portieri davanti a Buffon. Calcioscommesse: la Procura federale riparte da Cremona e da Bari. Svaniti nel nulla i cinesi, Moratti ora per il nuovo stadio ci prova con gli albanesi.


Abete: Perché finisca il tormentone dello scudetto di cartone ci vuole solo tempo - Anche se la lotta per la presidenza della Figc è ristretta a (Mi chiamo)Giancarlo e Abete, il presidente federale uscente e rientrante sta svolgendo una campagna elettorale in piena regola, con interviste a frequenza quasi quotidiana, che tuttavia nulla aggiungono a ciò che già si sapeva del personaggio. Si inizia quasi sempre con un bilancio della sua gestione nella quale, in un'intervista a Perrelli per 'L'Espresso', dice di rilevare luci ed ombre. E comincia con l'elenco delle luci, nelle quali peraltro la sua mano pare essere tutt'altro che determinante: "Dal punto di vista tecnico la soddisfazione maggiore è stata quella di promuovere la risalita della Nazionale dal sedicesimo al quarto posto del ranking dopo il fiasco del 2010 ai Mondiali del Sudafrica. Grazie anche a una politica di valorizzazione dei giovani che ha fatto fiorire nuovi campioni e che, complice la crisi, è una strada oggi perseguita con intelligenza dalle principali società. Un buon viatico per i Mondiali in Brasile del 2014. Ma sono orgoglioso pure dell'attività sociale, resa più concreta dalla capacità nel trasmettere valori di un ct sensibile come Cesare Prandelli. Mi riferisco alla testimonianza contro la mafia e la 'ndrangheta sollecitata da don Luigi Ciotti. Al sostegno alle zone terremotate. Alla campagna contro la violenza nei confronti delle donne". Però, giunto alle ombre, scopre di non avere nulla di cui pentirsi: "Il mio rammarico è legato solo agli eventi. Il flop in Sudafrica, per esempio, dovuto alla fine di un ciclo. Ma il risultato sportivo, si sa, è sempre aleatorio. Più allarmante è l'insidia, dal giugno 2011, delle scommesse illegali. Un fenomeno vasto, con ramificazioni internazionali, che ci obbligherà ad adeguare la giustizia sportiva. La giurisprudenza in materia è purtroppo ancora in itinere. Dovremo muoverci in un'ottica sistemica, in raccordo con il Coni, la Fifa e l'Uefa". E mentre i vari medici (Figc, Coni, Fifa e Uefa) studiano, l'ammalato (il calcio italiano) muore.
Ma per Abete nemmeno quello che da anni è uno dei bubboni del calcio, rappresentato dalle disfunzioni della giustizia sportiva, richiede interventi radicali. "La giustizia sportiva non ha lo stesso passo di quella penale. Può apparire a volte più severa perché, basandosi sul principio di lealtà, sanziona per esempio un'omessa denuncia che non sempre ha rilevanza in un'aula di tribunale normale. In più non dispone degli strumenti investigativi della magistratura ordinaria. E ha infine tempi diversi. E obbligata in alcuni casi ad accelerare per garantire la partenza dei campionati. In altri, per procedere, deve aspettare che la magistratura renda pubblici gli atti della sua inchiesta. Oggi è del tutto evidente che urge una riforma delle procedure. Va trovato innanzitutto un equilibrio fra il principio della responsabilità oggettiva, uno dei capisaldi delle norme Uefa, e l'esigenza che le società non paghino prezzi esagerati per colpe non proprie. Ritengo sia giunto il tempo di assegnare maggiori garanzie ai diritti della difesa". Non una parola sul punto cruciale, la terzietà di una giustizia che sembra destinata a rimanere più domestica che mai, con le sue misteriosamente doppie e triple velocità (i tempi diversi di Abete).
Sollecitato a fare una previsioni sulla fine del tormentone dello scudetto di cartone, sceglie di nuovo l'incompetenza; il tormentone dovrà morire di morte naturale, anche se lascia intendere che sarà un'agonia destinata a durare decenni: "Ci vuole tempo. Nel calcio la memoria è resistente. Nei discorsi dei tifosi tornano tutt'oggi i fantasmi del gol annullato al romanista Turone contro la Juve. Un episodio che risale a oltre trent' anni fa". Già, seguito dal contrasto Iuliano-Ronaldo e dal goal di Muntari: o forse questo no, l'orologio di Abete si è fermato al 2006.
Incompetenza che fatalisticamente ribadisce quando gli viene ricordato che la Juve ha chiesto alla Figc un risarcimento iperbolico per i danni causati dall'inerzia della Federazione e della sua giustizia domestica, fino al sopraggiungere di una salvifica prescrizione per l'Inter: "E' perfino superfluo specificare che la Federcalcio non ha nulla contro la Juventus. Anzi le è grata per il grosso contributo che dà e ha sempre dato alla Nazionale. Noi ci siamo semplicemente attenuti ai principi della giustizia sportiva ai quali nessuno può sottrarsi".
In realtà è la Juventus ad avere 444 milioni di motivi di rivalsa nei confronti della Figc (e Agnelli ha detto chiaro e tondo che non vi rinuncia, l'iter va avanti), ma forse proprio quest'ultima risposta di Abete spiega perché sarebbe imprescindibile non solo rifondare questa giustizia sportiva, ma anche arrivare ad un ricambio totale di chi occupa le poltrone dei Palazzi. Senza aspettare decenni. Che non serviranno certo a farci mai dimenticare Calciopoli.

A Vinovo vertice di mercato prima dell'allenamento - Al quartier generale Vinovo l'allenamento (una sola seduta) ieri mattina era fissato per le ore 11.30, ma alle 10 tutto lo stato maggiore bianconero, con Andrea Agnelli, Beppe Marotta, Fabio Paratici e Antonio Conte era già lì, per un summit durato un'ora e mezza, evidentemente dedicato alle strategie di mercato, per valutare necessità e costi di eventuali operazioni.
Risolta l'urgenza difensiva con l'arrivo di Peluso, è ora il caso di pensare all'attacco: Conte ha perso Bendtner, e anche Vucinic, dopo il duro scontro con Samuel a novembre, ha accusato frequenti problemi al tendine d'Achille, un fastidio che anche l'altroieri gli ha impedito di prendere parte alla sgambata contro il Chieri. La sua presenza è in dubbio anche contro la Sampdoria. Visto che per Llorente è pressoché indispensabile aspettare il mercato estivo (non solo perché la Juve non intende investire molto denaro su un giocatore che a luglio arriverà a costo zero, ma anche perché il presidente dell'Athletic Bilbao, Urrutia, con irremovibile fierezza basca, non intende indietreggiare di un millimetro dalla sua rigida posizione), occorre dunque trovare una soluzione che tappi questa falla in avanti fino a giugno. Una soluzione potrebbe essere quella di riportare a casa Gabbiadini dal Bologna, dove il centravanti viene utilizzato come attaccante esterno, cosa che non soddisfa le aspettative per cui la Juve lo aveva mandato in prestito ai felsinei (prima che questi acquistassero Gilardino, diventato prima punta titolare.
Nei prossimi giorni vedremo quali saranno le strade di mercato che prenderà la Juve.

Conte prova la tattica anti-Sampdoria - Dopo il vertice di mercato, Conte, sotto l'occhio dei tre dirigenti, ha guidato l'allenamento della squadra, una seduta basata sulla tattica, nel corso della quale sono stati provati e riprovati i movimenti da replicare in campo domenica.
Quanto alla formazione, Caceres dovrebbe prendere il posto di Chiellini, mentre sulle fasce potrebbero giostrare Padoin e De Ceglie, ma anche Giaccherini e Isla sono soluzioni possibili, mentre Peluso dovrebbe partire dalla panchina. In attacco, se Vucinic non sentirà più fastidio al tendine, sarà lui a far coppia con Giovinco; in caso contrario potrebbe essere Matri a giocare da prima punta.

Sold out più sold out per lo Juventus Stadium - Inizia alla grande il 2013 per lo Juventus Stadium con due sold out nel giro di pochi giorni: ci sarà infatti il tutto esaurito sia per la gara di campionato contro la Sampdoria (domani ore 15) sia per la gara dei quarti di finale di Coppa Italia in programma per mercoledì 9 gennaio alle ore 20.45.

Pepe: tra due mesi in campo - "Sto un po' meglio e spero di rientrare il prima possibile", così ha twittato ieri Simone Pepe. Ci ha poi pensato il suo procuratore Giovanni Branchini, ospite degli studi di Sky Sport 24, a quantificare questo prima possibile e anche a chiarire un po' la situazione del suo assistito: "E'successo che purtroppo ha avuto una lesione muscolare in un muscolo non particolarmente importante e quindi non particolarmente presente nei movimenti, lui stesso ha forse un po' sottovalutato questa lesione, pensando che fosse meno grave e meno condizionante, c'è stata probabilmente un po' di sfortuna e alla fine ci siamo trovati purtroppo che quando siamo andati a verificare in profondità la lesione era molto importante e adesso ci vuole qualche mese. Sta andando tutto molto bene e quindi c'è da augurarsi che si possa risolvere in tempi relativamente brevi. Peccato però perché è stato estremamente sfortunato se si pensa che lui non avrebbe giocato la Supercoppa in Cina ma per l'ansia di rientrare in un allenamento quasi da solo perché la squadra si stava preparando per la partita della sera, ha avuto una ricaduta sul primo infortunio che aveva avuto nella Tim Cup a Bari e da lì è iniziato purtroppo questo piccolo calvario. Forse stiamo cominciando a vedere la luce, è questione di avere un po' di pazienza ancora. Penso che oltre al dispiacere di Pepe, che chiaramente soffre questa situazione nel rimanere fermo ai box, anche la Juventus sia dispiaciuta perché comunque è un giocatore che dà un contributo importante quando viene chiamato in causa. L'anno scorso aveva fatto molto bene, era molto contento, purtroppo questo fa parte delle carriere degli sportivi e questi problemi vanno affrontati con serenità. Lui ha la fortuna di avere una bellissima famiglia, è papà da poco tempo, riesce a superarlo e io penso che tra un paio di mesi sarà pronto per giocare; non credo che sia né facile né consigliabile a questo punto avere fretta".

E' Casillas il miglior portiere del 2012 davanti a Buffon - Nella classifica stilata dall'IFFHS è stato il madridista Iker Casillas il miglior portiere del 2012, con 224 punti; al secondo posto Gigi Buffon (128), sul terzo gradino del podio Cech (92) del Chelsea; poi Neuer (Bayern), Hart (Manchester City), Valdés (Barça), Cassio Ramos (Corinthians), Handanovic (Inter) e Lloris (Tottenham).
Per Pirlo invece una soddisfazione particolare quella che gli viene dalla formazione ideale del 2012 secondo il quotidiano spagnolo El País che, in una top 11 fatta tutta di giocatori della Liga, inserisce un unico 'intruso, proprio Andrea Pirlo: Casillas; Alves, Ramos, Piqué, Alba; Xavi, Pirlo, Iniesta; Messi, Falcao, Ronaldo.

Calcioscommesse: riprende l'attività della Procura Federale - Per il filone cremonese legato alla Lazio, quello che portò anche all'ordine di custodia cautelare per Stefano Mauri, a quanto riferisce SkySport24, il processo sportivo potrebbe essere fissato per la fine di gennaio o i primi di febbraio, comunque entro questo campionato.
Intanto il Gip di Cremona Salvini ha rifiutato l'istanza di scarcerazione per Almir Gegic, lo slavo che si è consegnato dopo oltre un anno di latitanza, in quanto le deposizioni dello stesso Gegic non hanno convinto appieno i magistrati.
Inoltre a Roma, alla Federcalcio, sono in arrivo anche le carte dell'inchiesta di Bari, relative a Treviso-Bari e Salernitana-Bari.

Dove son finiti i cinesi? - Oltre allo scudetto di cartone, anche lo stadio cinese dell'Inter sembra si sia rivelato tale. Erano i primi di agosto quando Moratti si era detto orgoglioso per l'accordo con i cinesi ("Gli investitori orientali sono molto contenti e orgogliosi, tanto quanto lo sono io, perché è un'operazione che, al di là del fatto sportivo, ha un significato economico-finanziario per il Paese. La decisione di investire in Italia, da parte di un Paese com'è la Cina, è molto importante. È significativo e spero che possa essere seguito. Quindi sono contento anch'io che questo sia successo e che sia successo in termini molto positivi per la Società"); si era scritto che la China Railway Construction Corporation, assieme a un gruppo di investitori, si sarebbe occupata della costruzione dello stadio e avrebbe acquistato un 15% di quote dell'Inter (circa 55 milioni di euro), cosa questa peraltro che veniva smentita dai cinesi, che chiarivano che CRCC aveva avuto colloqui con l'Inter solo per la costruzione di un nuovo stadio a San Donato. E ora a cinque mesi di distanza i cinesi si sono dileguati: svaniti nel nulla. Adesso Moratti ci prova con gli albanesi e a Lugano, il 9 novembre, ha incontrato i rappresentanti del Gruppo Mabetex, una società di costruzioni civili e industriali dei fratelli Pacolli: Afrim, Selim e Behgjet, vice premier della Repubblica del Kosovo. Selim Pacolli ha spiegato (fonte FcInterNews.it): "Massimo Moratti è stato da noi, per verificare lo stato di salute e le funzioni della nostra azienda e per fare una prima valutazione della nostra disponibilità a creare il progetto stadio. Sono comunque colloqui preliminari, nessun progetto è ancora in attuazione. Il costo sarebbe da 550 milioni secondo quanto hanno discusso le parti. Per lo stadio, 66mila posti a sedere".


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