Desecretati i verbali di Bari. Conte: Quando esco di qua, forse meglio che smetto...

News, 12 gennaio 2013.



Desecretati i verbali della Procura di Bari: dalla deposizione di Conte emerge solo il suo dispiacere e la sua frustrazione per quanto combinato alle sue spalle dai giocatori; e le testimonianze dei calciatori lo 'assolvono', da Stellini a Lanzafame, allo stesso Kutuzov, additato come accusatore. Niente presidente per la Lega di A: cadono entrambi i candidati; il prossimo appuntamento fra una settimana. Luciano Moggi candidato alla Camera per i 'Riformisti italiani' di Stefania Craxi. Giovinco: In campionato veniamo da una sconfitta e vogliamo rifarci contro il Parma. Barzagli: In Europa singolarmente penso ci siano difensori più forti di noi, però come organizzazione vedo poche squadre all'altezza della Juve. La Juve continua a risalire la classifica IFFHS: adesso è ottava. Marrone, Beltrame, Rugani, Schiavone, Padovan: quanto bianconero nelle Nazionali giovanili!


Dai verbali baresi di Conte trapela soprattutto l'amarezza -
Dalla lettura dei verbali degli interrogatori di Bari, pubblicati oggi dal sito gazzetta.it, emerge netta l'immagine di un Antonio Conte che, messo davanti alle deposizioni dei suoi ex giocatori del Bari che svelavano di quali traffici di denaro fossero lorde partite come Bari-Treviso e Salernitana-Bari, passava dallo stupore allo sgomento al dolore, il dolore di chi ama il calcio (il profumo di quell'erba che tanto gli è mancato nei quattro mesi in piccionaia) e di chi si sente tradito da un gruppo che ha cercato di gestire anche nel rispetto degli equilibri interni. Aveva cercato di fare il suo lavoro nel rispetto dei ruoli (allenatore e non amico), considerava quello di Bari un suo periodo particolarmente felice ed ora si ritrova a chiedere a Laudati: "Ma quante partite ci sono state così?". E a un certo punto si sente inerme di fronte ad un ambiente così malato dentro, tanto da dire, provato, "Quando esco di qua forse meglio che smetto", detto dall'allenatore campione d'Italia, su cui metterebbe volentieri le mani anche più d'un club estero. L'ultima cosa che si possa legittimamente pensare è dunque quella di qualcuno che abbia omesso di denunciare qualcosa, anche se le istigazioni a Palazzi perché abbia a sospettare già girano per l'aria inquinata dei media; Conte si era reso sì conto dei rischi insiti in quelle partite di fine campionato nelle quali, a obiettivo raggiunto, subentra il rilassamento, con le complicazioni collegate alla presenza di numerosi ex (per Bari-Treviso) e al gemellaggio tra le tifoserie (per Salernitana-Bari), ma più che incitare i suoi giocatori non poteva davvero fare. E il procuratore Laudati, che ha condotto la sua inchiesta con molta discrezione e scrupolo ("Noi ci siamo attenuti a regole rigidissime per quanto riguarda la prova, per cui semplici dichiarazioni, chiamate in correità da noi non sono state ritenute sufficienti per esercitare l'azione penale", ha detto ieri a Sky Sport), senza esporla all'accecante attenzione mediatica e alle ribalte televisive, lo ha sentito, come emerge chiaramente dal verbale stesso ("Lei, come teste, ci deve aiutare a capire questo fenomeno, noi stiamo cercando di approfondire.... qui c'è un meccanismo che evidentemente, secondo la nostra preoccupazione è il frutto di un problema più grosso dal punto di vista sportivo"), per avere un'idea chiara di come si muovevano i personaggi in quell'ambiente.
Poi c' il verbale di Kutuzov, quello che mediaticamente viene ora spacciato per il grande accusatore di Conte, anche se quel che emerge dalle sue parole, peraltro in un italiano approssimativo, è che Conte fosse al corrente della demotivazione dell'ambiente (l'unica soluzione, ha detto lo stesso Conte a Laudati è non vincere il campionato con 4-5 giornate di anticipo), non certo della combine. E infatti, alla domanda diretta, chiara, del ten. col,. Rizzo: "Ma (Conte) era al corrente che c'era un accordo con la Salernitana?", la risposta è altrettanto chiara e secca: "No". E del resto, in collegamento telefonico ad Antenna 3, Kutuzov aveva precisato il senso delle sue parole, a suo dire fraintese, aveva ribadito l'incitamento a vincere da parte di Conte, sino all'ultimo, e avrà tutta l'opportunità di spiegarsi a dovere anche quando sarà sentito da Palazzi, qualora a costui balenasse un qualsiasi sospetto.
Dalle deposizioni di Masiello in Federcalcio e in Procura (quello di cui Palazzi si era servito per accusare Bonucci) non compare alcun elemento che coinvolga in alcun modo Conte). E Cristian Stellini, sentito il 7 agosto, afferma chiaramente che l'allenatore non era a conoscenza del marcio dello spogliatoio. Gillet poi, nel corso del suo interrogatorio del 3 agosto, fa trasparire come Conte, conscio che la squadra, a promozione ottenuta, rischiasse un approccio morbido alla gara, "ci fece capire di volere sempre il massimo da noi". Infine Davide Lanzafame, in Procura federale, ha testualmente deposto, in relazione a Bari-Treviso: "Il giorno della gara il mister Antonio Conte ci parlò ad uno ad uno per ammonirci a comportarci onestamente".

Fumata nerissima in Lega - Dove essere il giorno del presidente della Lega si serie A, con duello Abodi-Simonelli; invece non solo non è stato eletto il presidente, ma la situazione di è ulteriormente ingarbugliata e complicata, tanto che i due contendenti hanno visto scendere entrambi le rispettive preferenze: il limite era 14, ma Abodi da 11 è sceso 8, Simonelli da 6 a 3; due sono andati Lotito, uno a Beretta, 4 schede nulle, 2 schede bianche: a testimonianza che il caos regna sovrano. E l'immobilismo paventato da Marotta invece pure.
Sensazione espressa al termine della votazione anche da Abodi ai microfoni Sky: "Prendo atto. Ho pensato che il Palazzo potesse avere un sussulto di dignità, ma non votando me, votando un Presidente. Ho sperato, ho sognato (e continuerò a farlo) che questo Palazzo potesse diventare un esempio da portare anche fuori, invece di certificare ancora una volta la distanza che ci separa dagli altri Paesi. Invece questa evidentemente non è una priorità. Finché non c'è chiarezza sul modo di stare insieme è inutile parlare di programmi. Bisogna pensare a mettere un po' d'ordine. Non c'è orgoglio d'appartenenza per il momento, prevale il senso delle divisioni. Per ora proseguo la mia vita serena, non è certo la serie A che mi da qualcosa. Io sono rimasto un appassionato di calcio e, finché potrò, continuerò ad esserlo, perché credo sia l'unico modo per gestire le istituzioni calcistiche. Siamo amministratori di passione, dobbiamo rispettare la passione della gente poi, attraverso la passione, si generano i fatturati economici; ma per me è molto più importante il fatturato sociale. Io rimango me stesso e difendo quel patrimonio che è la mia dignità e la mia idea di calcio, quella di chi lo ama. Quando questo Palazzo rientrerà in sintonia con le persone forse il calcio farà un salto di qualità in Italia. Si respirava un'atmosfera tesa, l'assemblea è iniziata con due ore e mezzo di ritardo e questo già fa capire che non si rispettano le regole. La Lega Serie B? Quella è una lega, ho tanto rispetto per i 22 presidenti di B, quella è una Lega straordinaria, qui si ha la sensazione che non abbiano voglia di cambiare".
Cairo così ha spiegato la sconfitta di Abodi: "Abodi ha qualità, ma ha posto male la sua candidatura. Se oggi non e' il presidente della Lega di Serie A è per questo motivo". Così l'ha invece spiegata Galliani: "Un famoso vecchio presidente del Coni, io ero ragazzo, facendo una battuta diceva di stare attenti, perché l'urna è mignotta".
In ogni caso, a sentire le voci dei presidenti raccolte all'uscita dai microfoni di Sky Sport, emerge che il 18 dovrebbero esserci anche nuovi candidati, la cui identità per ora rimane nell'ombra.
E la voglia di non cambiare percepita da Abodi potrebbe portare ad un'ennesima prorogatio per Beretta che all'uscita ha commentato così la giornata: "Oggi si è deciso di riconvocare l'assemblea venerdì prossimo, fra sette giorni, il 18; nel frattempo però si è fatto del lavoro e la Lega di A mi ha dato il mandato di incontrare il presidente della Federcalcio Abete per le quali le società hanno espresso un'idea di sostegno legata all'accoglimento nel programma di una serie di punti che noi riteniamo utili in generale e che riguardano la riforma della giustizia sportiva, una riforma di alcune regole dei campionati che consentano il superamento di alcuni attuali divieti prevedano o il campionato per le seconde squadre o superino strutturalmente il divieto di proprietà incrociate, evidentemente su campionati non collegati (istanza cara all'amico Lotito, che deve risolvere il problema della doppia presidenza Lazio-Salernitana, ndr). Avrò quindi domani questo incontro con il presidente federale su indicazione dell'Assemblea, perché l'Assemblea ha espresso questo orientamento favorevole alla candidatura del presidente Abete con questi collegati ad un programma che, credo, possa essere agevolmente condiviso, prevedendo anche un maggior coinvolgimento della Lega di A nelle scelte che riguardano la Nazionale".

Moggi si candida alla Camera - Tempo di elezioni non solo nel calcio; si corre anche per le elezioni politiche e Luciano Moggi ha deciso di correre. Lo farà nella lista dei 'Riformisti Italiani', guidati da Stefania Craxi, e sarà capolista nella circoscrizione di Piemonte 1 (comprendente la provincia di Torino). L'annuncio è stato dato dalla stessa Stefania Craxi, che così ha spiegato la decisione di candidare l'ex direttore generale della Juventus: "Stiamo parlando del più grande sportivo italiano. Moggi non è solo candidato per i Riformisti italiani, è una bandiera contro questo circo mediatico giudiziario che dura da 20 anni; che rovina famiglie, carriere e onore delle persone; contro questo Paese ipocrita e alla ricerca di un capro espiatorio; e contro chi non poteva non conoscere il sistema del calcio italiano e ha fatto finta di cadere dalla luna". Di fronte alla contestazione che Moggi sia un personaggio controverso, la cui candidatura potrebbe suscitare non poche polemiche, riferisce 'La Stampa', Stefania Craxi ha ribattuto: "Le persone fino al terzo grado di giudizio sono innocenti. Anzi, vista la vostra curiosità, lo candiderò non solo in Piemonte perché merita di essere eletto".

Giovinco: Un Parma da battere - La trasferta di Parma per Sebastian Giovinco potrebbe avere un sapore particolare, visto che è la piazza che ha creduto in lui, lo ha rilanciato e lo ha fatto definitivamente crescere, fino a fargli meritare il ritorno in quella Juve che lo aveva visto nascere come calciatore. Ma questi ricordi non valgono a distrarre Giovinco dal suo attuale suo pensiero dominante, vincere con la Juve: "Quella di Parma sarà una partita importante - ha detto ai microfoni di Sky Sport 24 - perché comunque veniamo da una sconfitta in campionato e vogliamo sicuramente rifarci contro il Parma. Sappiamo che sarà una partita difficile, ma faremo di tutto per vincerla". Può non pensare più a Parma, perché ora anche nella Juve, vinta qualche diffidenza iniziale, sta imparando a diventare decisivo; ma Sebastian non si esalta, come non si era depresso per le critiche: "Sono contento di quello che sto facendo mi sento importante, ma non fondamentale. Siamo un squadra, tutti i giocatori sono importanti perché in una stagione così c'è bisogno di tutti. Le critiche? Fanno parte del gioco".

Barzagli: Il segreto della nostra difesa è l'organizzazione - Ai microfoni di Sky Sport 24 ha parlato anche Andrea Barzagli, che ha iniziato tirando un sospiro di sollievo per l'immediato riscatto, in Coppa Italia, dopo il passo falso contro la Sampdoria: "E' stato importante. Soprattutto ci voleva una grande prestazione, sapevamo che contro la Sampdoria avevamo fatto male, avevamo giocato una partita non all'altezza della Juve, quindi ci volevamo riscattare e siamo stati bravi". Adesso la Juve è attesa da un gennaio di fuoco, tra campionato e Coppa Italia, in attesa di rituffarsi, a febbraio, in Champions League: "Sappiamo che per vincere il campionato sarà un cammino difficile, lungo, manca tutto il girone di ritorno, è normale che dobbiamo stare attenti, soprattutto dobbiamo tornare a giocare a quei ritmi cui noi siamo abituati. Sarà un mese importante perché abbiamo l'andata e il ritorno di Coppa Italia e le partite di campionato; sicuramente sarà un mese impegnativo, dovremo sicuramente cercare di passarlo, e bene". Ma la partita più importante, come sempre, è quella alle porte, la sfida di Parma dove ad attendere la Juve c'è un ex, Amauri: "Amauri è un giocatore importante per il Parma, ma non hanno solo lui, hanno anche altri attaccanti che stanno facendo bene, come Belfodil. E' una squadra che soprattutto in casa sta facendo grandi cose e quindi sarà difficilissimo". A contrastare Amauri e Belfodil ci sarà il muro bianconero, uno dei punti di forza della squadra: "La nostra difesa è una delle più organizzate - dice Barzagli - lo dimostra il fatto che siamo stati la miglior difesa l'anno scorso e tuttora lo siamo, quindi sicuramente siamo molto organizzati e stiamo facendo bene. In Europa singolarmente penso ci siano difensori più forti, però come organizzazione vedo poche squadre alla nostra altezza; certo, a volte si vince solo per i singoli, anche senza un minimo di organizzazione, però avere una base aiuta molto".

La Juventus prende l'ascensore - Rapida risalita della Juventus nella graduatoria IFFHS: solo nell'ultimo mese è risalita dal 14° all'8° posto (l'anno scorso di questi tempi era 126esima), in un graduatoria capeggiata con decisione dal solito Barça (307 punti), seguito da Chelsea (279), dagli argentini del Boca Juniors e dall'Atletico Madrid (appaiati a 278), dal Corinthians (272), dal Bayern (270), dal Real (259) e appunto dalla Juventus (231), seguita a sua volta dal Borussia Dortmund (226) e dall'Oympique Lyonnais (224). L'Inter è sul 15° gradino (210), il Napoli al 21° (202), il Milan al 23° (201), la Lazio è trentunesima (190) e l'Udinese 69sima (146).
Per quanto riguarda la classifica degli allenatori del XXI secolo sir Alex Ferguson è riuscito a superare José Mourinho e ad installarsi alla testa di questa particolare graduatoria; al terzo posto Arséne Wenger, seguito da Capello, Del Bosque, Bielsa, Hiddink, Ancelotti, Scolari, Benitez, Löw e Lippi.

Tanti ragazzi bianconeri nell'orbita delle Nazionali giovanili - Oltre che alla Nazionale maggiore, la Juventus offre il suo contributo anche alle Nazionali giovanili. Infatti i tecnici dell'Under 21, dell'Under 20 e dell'Under 19, rispettivamente Mangia, Di Biagio ed Evani, nelle loro convocazioni per uno stage che si terrà a Coverciano lunedì e martedì, per concludersi mercoledì con un triangolare tra le tre selezioni azzurre, hanno abbondantemente attinto a ragazzi provenienti dal vivaio bianconero. Per l'Under 21 è stato convocato Luca Marrone; ma con lui ci sono Nicola Leali, il portiere in prestito al Lanciano, Ciro Immobile, ora al Genoa, e Fausto Rossi, che sta 'crescendo' a Brescia. Nell'Under 20 di sono i due 'Primavera' Stefano Beltrame e Andrea Schiavone, oltre a Matteo Liviero, in prestito a Perugia. Infine nell'Under 19 sono stati chiamati due 'Primavera', il difensore Daniele Rugani e l'attaccante Stefano Padovan.