'Picchiamo Marchisio': è l'app della vergogna!

News, 16 gennaio 2013.

E' sbarcata su Google Play un'indecente applicazione che rappresenta i giocatori e il tecnico del Napoli nell'atto di menare Marchisio a bastonate e constatare i danni arrecati. I bianconeri sono tornati al lavoro. Vicino il recupero di Marchisio, quello di Chiellini è a metà strada. Il problema di Vucinic: una fastidiosa tendinopatia da gestire con molta pazienza. Langue il calciomercato bianconero: si attende qualche occasione. Iaquinta dice no alle offerte: a giugno sarà svincolato. Pirlo al quarto posto nella classifica IFFHS dei playmakers. Deferimenti in vista per Mauri e la Lazio? Lotito non ci sta.

E' nata l'app "Picchiamo Marchisio" - Non c'è un limite alla vergogna, all'idiozia, al becerume: no, anzi, all'oscenità e all'indecenza assoluta. Credo che nessun termine sia troppo forte per definire quello che è accaduto. Quella che era una polemica già di per sé pretestuosa, sponsorizzata dalla stessa società del Napoli con un comunicato ufficiale sul sito che travisava le parole di Marchisio trasportandole dal piano sportivo ad un sentire generale verso un intero ambiente ed un'intera città, ma che sembrava ormai spenta dalle parole anche dei due allenatori nelle conferenze stampa del weekend, è improvvisamente risorta nella sua forma più dissennata. Una mente perversa ha infatti ideato e distribuito su Google Play una folle applicazione dal titolo "Picchiamo Marchisio": un'App scaricabile su telefonino in cui il Principino viene rincorso e assalito dai giocatori e dal tecnico del Napoli armati di bastoni con i quali dovranno picchiarlo per poi verificare i danni fisici arrecatigli. Questa la descrizione dell'applicazione riportata dal suo programmatore: "Diciamo che il nome dell'applicazione dice tutto............ Il noto calciatore della Juventus ha dichiarato pubblicamente che il Napoli e i suoi tifosi gli sono antipatici, ed è per questo che nasce PICCHIAMO MARCHISIO, un modo divertente di mostrare il nostro affetto al grande giocatore". Inutile dire che non c'è niente di divertente in tutto ciò, e ancor meno potrebbe doversi divertire il suo ideatore se Marchisio e/o la Juve decideranno di adire le vie legali nei suoi confronti. Un qualcosa che comunque non avrebbe mai dovuto vedere la luce.

Bianconeri al lavoro - Ieri pomeriggio, dopo il giorno di riposo concesso da Conte, i bianconeri sono tornati al lavoro allo Juventus Center. Conte ha dapprima riunito i suoi in palestra dove il tecnico ha parlato alla squadra e ha poi diretto la prima parte dell'allenamento; in seguito i bianconeri sono scesi sul campo per la parte tecnica e la partitella.

Le condizioni fisiche dei bianconeri - Continua il recupero di Marchisio, che ormai ha smaltito quasi completamente la forte contusione al ginocchio; in settimana tornerà in gruppo e potrebbe essere disponibile per sabato; poi deciderà Conte se schierarlo o aspettare il turno di Coppa Italia di mercoledì, visto che a Parma il suo sostituto, Paul Pogba, è stato tra le note positive. Chiellini intanto lavora intensamente per rientrare il più presto possibile; la sua è stata una perdita sanguinosa (proprio la sua assenza ha fatto vedere quanto la sua presenza lì fosse determinante); lo stesso Chiellini ne è consapevole e lui che è anche un leader dello spogliatoio è il primo a rincuorare i compagni (da Peluso a Caceres) che hanno il compito di non farlo rimpiangere; la riabiltazione, a base di terapie e palestra, è circa a metà strada; settimana scorsa è stato visitato da Wohlfahrt-Muller, il luminare che segue anche Klose e tutto il Bayern, un nuovo consulto è in programma fra una settimana. Spera di rientrare per l'incontro di ritorno degli ottavi di Champions a Torino contro il Celtic (comunque non avrebbe giocato comunque l'andata per squalifica). Più lungo e problematico il recupero di Pepe, perché la cicatrizzazione della vecchia lesione, dopo la ricaduta, richiede tempo. Per non parlare di Bendtner che, come ammesso anche da Conte, è praticamente perso per l'intera stagione.

Il problema Vucinic - Detto sopra dei giocatori 'fermi ai box, in casa Juve nel frattempo bisogna continuare a monitorare attentamente la caviglia di Vucinic: il problema al tendine, come ammesso da Conte stesso, è delicato e non si possono commettere imprudenze, pena il rischio di perdere il geniale montenegrino per un lungo periodo. Tuttosport ha chiesto lumi in merito a questo problema al professor Piero Volpi, consulente per le problematiche mediche dell’Associazione Italiana Calciatori e istruttore di materie mediche presso la Fifa. Volpi ha spiegato che "l’infiammazione del tendine d’Achille implica un problema di grande fastidio per un atleta perché ogni spinta implica una sollecitazione, è impossibile non coinvolgere quella struttura. Una infiammazione, anche leggerissima, crea molto fastidio, molto dolore". Le vie da seguire possono essere due: fermare il giocatore o gestire il problema. La Juve e Vucinic hanno scelto di comune accordo la seconda. Così dice Volpi: "O fermi il giocatore per un certo periodo, oppure lo gestisci con attenzione, evitandogli determinate sollecitazioni che possano complicare la situazione. Il giocatore deve condividere un trattamento di gestione. La soglia di sopportazione è una cosa soggettiva: c’è chi tollera un po’ di fastidio, chi invece no. Dunque bisogna mettere insieme tutti gli aspetti, le considerazioni. Serve condivisione e collaborazione tra giocatore e allenatore, nella modulazione del programma di lavoro entra invece lo staff medico. Tutti sono attori, nessuno si può tirare indietro". Però quella che non deve mancare è la pazienza, perché, come sa anche Conte che ne ha avuto esperienza diretta, "i fastidi ai tendini sono molto rognosi: è un tessuto particolare, poco vascolarizzato, dunque occorre un po’ di pazienza".

Calciomercato: tutto fermo in casa Juve per il momento - Marotta lo ha detto spesso: se ci sarà un'occasione la prenderemo ma non faremo grandi spese. perché non si può, come ha ammesso anche Conte, cui un top player farebbe comodo, ma deve e dovrà arrabattarsi con quello che ha. E l'attaccante importante non arriverà: Drogba ha costi insostenibili, Llorente arriverà ma a giugno a parametro zero; e anche il ritorno anticipato di qualche giovane fuori in prestito è problematico. Il più pronto sarebbe Gabbiadini, che anche ieri sera contro l'Inter ha disputato una gara a tutto campo, segnando e rendendosi pericoloso; ma il Bologna è fermo nel suo no. Neppure la pista Immobile è facile, anche perché il Genoa naviga in cattive acque; e poi Preziosi vorrebbe in cambio Marrone, incedibile per Conte, anche se forse si 'accontenterebbe' di Padoin, altro elemento di cui il tecnico non intende privarsi. Intanto la Juve si interessa del giovane Berardi, del Sassuolo (dove resterebbe sino a giugno), ma c'è la robusta concorrenza di Napoli e Inter.

Iaquinta ha deciso: resta sino a giugno - Le voci di calciomercato, nei giorni scorsi, raccontavano di un'offerta del West Ham per Vincenzo Iaquinta, ma alla fine l'attaccante ha deciso per il no. E il suo procuratore, Andrea D'Amico, ha così spiegato su Sportitalia: "Iaquinta ha deciso di rimanere in bianconero fino alla fine della stagione quando sarà svincolato, quindi deciderà lui dove andare".

Pirlo al quarto posto tra i playmakers - L'IFFHS ha pubblicato la classifica dei migliori playmakers dell'anno. Si è imposto Andrés Iniesta (146 punti) del Barça, davanti ai compagni di squadra Xavi (128) e Messi (98). Il primo non bluagrana è Andrea Pirlo (87), l'unico italiano in classifica, davanti a Özil (43, Real), Cristiano Ronaldo (34, Real), David Silva, Yaya Touré (9, Manchester City) e Neymar (9, Santos), poi Ibrahimovic, Xabi Alonso, Lampard, Mata e Falcao.

Mauri e la Lazio verso il deferimento? E Lotito si arrabbia - Sembra, a quanto scriveva ieri qualche quotidiano, che Palazzi intenda rompere gli indugi anche per il caso che riguarda Mauri e la Lazio. Due le partite sotto la lente: Lazio-Genoa (4-2) del 14 maggio 2011 e di Lecce-Lazio (2-4) del 22 maggio 2011. Ma Lotito non ci sta e ripete il refrain già sentito da De Laurentiis: così si falsa il campionato. E si dice sorpreso che i giornali siano al corrente del provvedimento prima che arrivi; ma forse negli scorsi mesi era distratto, questa è stata una costante di Scommessopoli, anche le sentenze sfuggivano regolarmente in anteprima. Nell'intervista rilasciata a Giovanni Capuano su Panorama.it è arrabbiato Lotito: "Non si capisce perché in questa fase qualcuno si assume la responsabilità di fare una scelta che comporta danni gravi e irreparabili. Se la stessa Procura ha chiesto un proroga di sei mesi significa che non ci sono certezze". Ma si dice anche sereno: "E' chiaro che qualsiasi azione venga messa in campo ne prenderemo atto e ci regoleremo di conseguenza", ma "la Lazio non c'entra nulla in tutta questa vicenda. Sto parlando per una questione di rispetto. Siamo completamente fuori". E' fortemente critico sulle tempistiche della giustizia sportiva: "La giustizia sportiva deve avere tempistiche certe e che prima del deferimento ci fosse l'opportunità per un confronto con le istituzioni. Il problema è che dalla fase inquirente si passa direttamente a quella dibattimentale senza un filtro. Va tutto alla Disciplinare e intanto uno viene criminalizzato perché è stato rinviato a giudizio, poi si vedrà... E' sbagliato e si potrebbero evitare intasamenti con un filtro in fase istruttoria" e più oltre: "La giustizia sportiva deve avere una scadenza temporale in modo da mettere tutti in condizione di difendersi e non deve essere legata solo a ipotesi ma a fatti concreti ed accertati. Poi è chiaro che in una competizione chiusa come il campionato italiano se lei toglie due punti oggi e due punti domani anche dal punto di vista psicologico... Questo è il sistema per far scoppiare casino". Ma è fiducioso che la sua Lazio ne uscirà bene: "Io non ho paura di nulla perché non ho fatto nulla. I nostri legali hanno preso informazioni e sono tranquilli. Siamo fuori da tutto. Rimarremmo allibiti se succedesse qualcosa che riteniamo non giustificato, non corretto e non giusto. Se la stessa giustizia penale ha ritenuto di dover prorogare i termini di sei mesi... Avesse avuto le prove avrebbe chiuso le indagini e chiesto il rinvio a giudizio".


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