Caro Beretta, ti scrivo: C'è un Preziosi fuori posto... firmato: Abete.

News, 23 febbraio 2013.

La Corte di Giustizia Federale risponde a un quesito di Abete: Preziosi era ineleggibile alla carica di consigliere federale. I bianconeri verso la partita col Siena: fuori causa Vidal e Caceres. Pellè: In Italia c'erano molte storie sulle partite che la Juventus aveva comprato per essere campione. Cellino resta in carcere; Cagliari-Torino a Is Arenas a porte chiuse; Cagliari-Roma all'Alta Corte del Coni e al Consiglio di Stato.

Preziosi non può essere consigliere di Lega
- Preziosi è uno dei consiglieri di Lega usciti col voto del ribaltone che ha portato fuori dal Consiglio di Lega Juve, Inter e Roma; ma pare proprio che quello non possa essere il suo posto. Il dubbio dev'essere venuto ad Abete, che ha chiesto lumi alla Sezione Consultiva della Corte di Giustizia Federale la quale, nella sua risposta, è stata molto chiara e netta. Per poter ricoprire la carica di Consigliere di Lega A occorre essere in possesso dei requisiti previsti dall'art 29, comma 1, dello Statuto Federale, e le norme sono "sufficientemente chiare ed esaurienti nella loro portata applicativa, in ossequio anche del principio “in claris non fit interpretatio” (il latinista Lotito qui potrà supportare Beretta nell'interpretazione). "In particolare, il richiamato art. 29, comma 1, dello Statuto federale non lascia dubbi interpretativi sin dal suo dettato testuale, laddove prevede che 'possono essere eletti o nominati alle cariche previste dal presente Statuto e dalle norme da questo richiamate i cittadini italiani che non siano stati colpiti negli ultimi dieci anni, salva riabilitazione, da provvedimenti disciplinari sportivi definitivi per inibizione o squalifica complessivamente superiore ad un anno..'. Soprattutto il richiamo delle cariche previste dallo Statuto stesso e 'dalle norme da questo richiamate' rende la norma una vera e propria lex generalis in tema di requisiti di nomina ed eleggibilità. E’ agevole, dunque, ricordare che tra le norme richiamate dallo Statuto federale vi sono anche gli Statuti ed i Regolamenti delle Leghe, che a loro volta tra le cariche prevedono quella di Consigliere di Lega. A ciò può efficacemente aggiungersi, dal punto di vista eminentemente soggettivo, che le Norme Organizzative Interne Federali equiparano ad ogni effetto i dirigenti delle Leghe (tra cui vanno ricompresi i Consiglieri di Lega) ai dirigenti federali. Alla stregua del combinato disposto delle norme applicabili alla fattispecie considerata nella richiesta di parere del Presidente federale, si può pertanto dedurre, con sufficiente grado di certezza, che per poter ricoprire la carica di Consigliere di Lega A si debba essere in possesso dei requisiti previsti dall’art. 29, comma 1, dello Statuto federale e soggiacere a tutte le incompatibilità ivi stabilite".
Quindi il dubbio di Abete, che vi fosse incompatibilità tra la carica cui Preziosi era stato eletto e la sua fedina sportiva, era fondato: chi ha subito condanne sportive definitive superiori ad un anno non è eleggibile alle cariche richiamate nello Statuto, nello specifico a quella di Consigliere di Lega.
Sembra già un guazzabuglio questo nuovo consiglio di Lega: un altro consigliere, Massimo Cellino, presidente del Cagliari, è attualmente in carcere per tentato peculato e falso ideologico nell'ambito dell'inchiesta sulla realizzazione dello stadio Is Arenas; e le fonti si stampa hanno riportato il testo di intercettazioni in cui Cellino parlerebbe addirittura con Lotito, consigliere di Lega, su come sia possibile costruire uno stadio a tempo di record aggirando le normative. Ma a quei livelli evidentemente l'omessa denuncia non vale.
E meno male che Beretta, all'atto della sua rielezione, aveva detto che i risultati di quelle votazioni scaturivano dalla necessità di 'arrivare ad una soluzione che fosse, come dire, perfetta dal punto di vista statutario'... Ma lo Statuto federale era rimasto chiuso in un cassetto...

Verso Juve-Siena - L'allenamento di ieri, svoltosi sotto una fitta nevicata (le stesse condizioni peraltro che, stando alle previsioni meteo, la Juve dovrebbe ritrovare domenica, era destinato a mettere a punto la tattica anti-Siena. E i bianconeri hanno lavorato a pieno regime, anche perché le serpentine riscaldanti di cui sono muniti i campi di Vinovo, hanno consentito di bypassare l'impatto negativo della neve: dunque, dopo il riscaldamento, sono stati provati e riprovati gli schemi da mettere in pratica contro i toscani.
Le cattive notizie arrivano da Caceres, che accusa una contrattura della regione lombare, e da Vidal, vittima di un trauma contusivo-distorsivo alla caviglia destra: i due non hanno preso parte alla seduta di allenamento e domenica non saranno della partita.
Quindi c'è qualche problema in più per Conte che, appena ritrovati più o meno tutti gli organici (tranne De Ceglie oltre, ovviamente, a Bendtner e Pepe), perde due pezzi; e forse vorrà preservare qualche diffidato in vista della sfida col Napoli. In difesa c'è da trovare il terzo, accanto a Bonucci e Peluso; e allora Barzagli dovrebbe sfidare il rischio giallo. A centrocampo accanto a Marchisio, sarà Pogba a prendere il posto di Vidal, mentre Pirlo potrebbe anch'egli sfidare il rischio giallo. In attacco dovrebbe rientrare Giovinco, per dare un po' di riposo a Vucinic, non molto brillante a Roma e con il problema tendineo sempre da monitorare; accanto a lui se la giocano il diffidato Matri, Quagliarella e anche Anelka che nei minuti giocati a Roma ha lasciato una discreta impressione e che anche in allenamento si dice appaia molto voglioso e in costante progresso di condizione fisica. Chiellini, al rientro dopo due mesi di assenza per una lesione al polpaccio, sarà in panchina (tra l'altro, rientra anch'egli nel nutrito elenco di diffidati).
L'allenamento odierno è programmato allo Juventus Stadium, visto che Conte intende provare il terreno recentemente sottoposto ad una rizollatura del manto erboso. Alle 10 conferenza stampa, sempre dallo Stadium, e alle 10.30 allenamento di rifinitura, al termine del quale Conte diramerà l'elenco dei convocati.

Pellè: In Italia c'erano molte storie sulle partite che la Juventus aveva comprato per essere campione - Graziano Pellè, ventottenne attaccante che, dopo aver militato in varie squadre di serie A e B (Lecce, Catania, Crotone, Cesena, Sampdoria e Parma), gioca ora in Eredivisie, la massima serie olandese, con la maglia del Feyenoord, ha rilasciato ieri un'intervista al sito Spitsnieuws.nl, in cui spiega perché si trovi così bene in Olanda: "In Italia ero infelice. Mi piace l'onestà e in serie A difficilmente c'era. Ci sono molte storie su quel che succede fuori dal campo e sulle partite che la Juventus aveva comprato per essere campione. Questo non è il mondo del calcio che avevo sognato. Se giochi male il giorno dopo sono disposti a distruggerti la macchina. Alcuni trovano pure normale prendersi uno schiaffo da questi. Durante gli allenamenti puoi fischiare o insultare chi vuoi, ma fuori dal campo devi rispettarmi. Se vado in pizzeria e la pizza non è buona, dopo devo picchiare il pizzaiolo e non pagarlo? Per fortuna io non ho mai avuto problemi con i tifosi, ma conosco molte persone che ne sono rimasti vittime. Inoltre, in Italia gli stadi sono vecchi e vuoti e un certo numero di club è in ritardo nei pagamenti dei salari. Se i giocatori non si preoccupano di una partita persa è perché ci hanno scommesso su un gioco".
Più tardi, evidentemente informato delle reazioni suscitate dalla sua intervista, tramite l'Ansa, Pellè faceva pervenire una specie di smentita: "Non ho mai voluto attaccare il calcio italiano, i suoi club, le sue tifoserie, mi dispiace se sono stato frainteso". Per uno che non voleva attaccare c'era andato comunque pesantuccio, e non ci sono fraintendimenti perché l'intervista è lì da leggere, col suo virgolettato. Ma se c'è qualcosa che, senza il minimo dubbio, ha attaccato, ed esplicitamente, facendone il nome e precisando l'accusa, è proprio la Juve, accusata di aver comprato partite; cosa cui nemmeno i truci inquirenti calciopolari avevano osato giungere, tanto che, in mancanza di valigette e quant'altro, per giustificare come Moggi e la Juve avessero alterato il campionato senza spendere un euro (troppo anche per chi era abituato a far le nozze coi fichi secchi), avevano dovuto inventarsi l'illecito strutturale; perché questo non solo non era accaduto, ma nemmeno si era potuto favoleggiare: in Calciopoli non era girato un euro; se fosse accaduto, mai sarebbe sfuggito a chi, con una scientifica attività di intelligence, intercettava e controllava conti bancari altrui e quant'altro.
Ora, al di là del personaggio in questione, che rimanga pure a saltabeccare tra i tulipani per essere felice, non ci manca davvero, è veramente cosa fastidiosa che, impunemente, per far parlare di sé o dare smalto ai propri prodotti titillando il sentimento popolare (come, ed è solo uno degli esempi, nel caso del video Rai) si getti sempre fango sulla Juve raccontando balle tanto colossali quanto infamanti. al punto che ormai, anche fuori dai confini nazionali (cfr. Times) è diventata quasi un'abitudine. Su chi spariamo oggi? Sulla Juve. Poi arrivano, raramente peraltro, le scuse: o, più spesso, i pretesi fraintendimenti. Ma è un trend che deve finire.

Cellino resta in carcere - Il presidente del Cagliari Massimo Cellino, il sindaco di Quartu Sant'Elena Mauro Contini e l'assessore ai Lavori Pubblici Stefano Lilliu, arrestati tutti il 14 febbraio nell'ambito dell'inchiesta sulla realizzazione dello stadio Is Arenas, restano nel carcere di Buoncammino. Il giudice delle indagini preliminari, Giampaolo Casula, ha infatti respinto le istanze degli avvocati difensori che ne sollecitavano la scarcerazione; il pericolo, stando alle indiscrezioni, sarebbe quello di inquinamento probatorio in quanto la Procura non avrebbe ancora ultimato l'acquisizione degli atti.. Contro il provvedimento è stato presentato ricorso da parte dei legali di Lilliu e di Contini, sembra scontato lo facciano anche gli avvocati Ballero e Cocco, difensori di Cellino.
Intanto Cagliari-Torino si giocherà a Is Arenas, ma a porte chiuse; dopo il via libera del Comune per una tale soluzione, è arrivato anche il parere positivo del Comitato di sicurezza della Prefettura che è stato subito seguito dall'annuncio ufficiale della Lega di serie A. Il Cagliari, attraverso il suo sito internet, ha esortato i tifosi a non recarsi ad Is Arenas nemmeno per sostenere la squadra fuori dallo stadio: "E' estremamente importante - si legge - evitare assembramenti nei pressi dello stadio. Seguite la partita in televisione. Com'è facile capire, il Cagliari sta vivendo un momento delicatissimo e perciò vi chiediamo collaborazione, comprensione e senso di responsabilità".
Nel frattempo, per quanto riguarda la contestatissima mai disputata Cagliari-Roma, si terrà il 18 marzo l'udienza dell'Alta Corte del Coni che dovrà esaminare il ricorso del Cagliari contro la sentenza della Corte di Giustizia Federale che aveva deciso lo 0-3 a tavolino per la partita non giocata contro la Roma il 23 settembre; lo ha disposto un'ordinanza del presidente dell'Alta Corte di Giustizia Sportiva, Riccardo Chieppa, che chiede precisazioni documentate sullo stato di agibilità di Is Arenas alla data immediatamente precedente alla gara del 23/9/2012 e allo stato attuale.
Ma Cagliari-Roma finisce anche al Consiglio di Stato: la Prefettura di Cagliari, infatti, ha deciso di impugnare la decisione del Tar che giovedì scorso ha annullato il rinvio a data da destinarsi della gara, deciso dall'allora prefetto di Cagliari Giovanni Balsamo. La giustizia sportiva, nel frattempo, aveva assegnato il 3-0 alla Roma e il Cagliari, che aveva perso anche in appello, si era rivolto al terzo grado di giudizio. Adesso si è aggiunto questo ricorso della Prefettura al Consiglio di Stato.
Come si vede la vicenda del Cagliari e del suo stadio è diventata un pasticcio che sembra inestricabile e senza fine, con un presidente e un sindaco in galera e i tifosi, abbonati inclusi, che non possono sostenere la loro squadra. Tutto nato da un peccato originale, una mancanza da parte della Lega che ha accettato l'iscrizione al campionato di una società che non indicava uno stadio fisso e con tutti i crismi dell'agibilità per le partite interne.