Conte in Procura Figc: 'Chiarito tutto'. Nedved: Nessuno tocchi quei due scudetti!

News, 12 marzo 2013.

E' stato il giorno dell'audizione di Conte in Procura federale: "Ho chiarito tutto", le sue parole all'uscita. Ascoltati dagli 007 federali anche Bonomi e Andrea Masiello; Kutuzov rimandato al 14. Nedved: Nessuno metta in dubbio quei due scudetti, li abbiamo stravinti, perché non c'era partita già in partenza, eravamo troppo forti. Ammenda di 4.000 euro alla Juventus per i cori contro Balotelli. Juve senza squalificati per la gara di sabato a Bologna. Calcioscommesse: ridotta da 42 mesi a 80 giorni la squalifica di Drascek; in realtà 'era già finita' quattro mesi fa.

Antonio Conte ascoltato in Procura Federale - Antonio Conte è stato ascoltato ieri dagli 007 della Procura federale, che gli hanno chiesto lumi in merito alle presunte combine di Bari-Treviso (0-1) dell'11 maggio 2008 e Salernitana-Bari (3-2) del 23 maggio 2009, nel periodo cioè in cui Conte allenava il Bari, e facenti parte del filone Bari bis. Conte è giunto in Procura intorno alle 15, accompagnato dagli avvocati Luigi Chiappero, Antonio De Renzis e Maria Turco e da Claudio Albanese, direttore della comunicazione della Juventus. Mentre all'entrata non aveva rilasciato nessuna dichiarazione ai cronisti in agguato, all'uscita, tre ore più tardi, Conte si è brevemente concesso ai microfoni che lo attendevano
Il tecnico bianconero è apparso sereno e non preoccupato di un eventuale deferimento.
Queste le sue dichiarazioni:
"Com'è andata? Bene.. siamo stati un poco abbiam fatto una pausa con caffé, thè con biscotti... quindi.. niente..."
(se avesse qualcosa da dire sulle parole di Kutuzov): "Io penso di aver chiarito tutto, tutto quello che c'era da chiarire, e quindi...assolutamente".
(se teme un nuovo deferimento): "No no assolutamente... parliamo di calcio che è meglio sennò... no, no, assolutamente, no".
(se hanno fatto tante domande) "Mah, erano due partite, quindi, da tecnico, ti fanno delle domande, però ripeto abbiamo fatto una lunga pausa con thè, caffè con biscotti e comunque c'è stato un clima molto cordiale... nonostante i precedenti..".
"C'è sempre amarezza quando purtroppo ti accorgi che dietro ci sono state delle cose che sicuramente non sono belle, questa è la profonda amarezza, ecco".
(sullo scudetto e il Milan): "Non dimentichiamo che Allegri ha detto al 99, quindi Allegri si dà l'1% di probabilità di vittoria, questo è giusto perché è giusto che sia così. Io di cuore sicuramente mi auguro veramente che il Milan passi perché è una squadra italiana e spero anche di non incontrarla nei quarti perché vorremmo andare avanti tutte e due"
(Imbarazzo dopo quello che aveva detto dopo la squalifica?): No, quando si dicono le cose col cuore non c'è mai imbarazzo".

Le altre audizioni - In mattinata era stato sentito Simone Bonomi, ora al Sorrento ma nel 2008-2009 al Bari; secondo Gazzetta.it, al termine della sua audizione lo staff di Palazzi si sarebbe lasciato sfuggire un "non ci aspettavamo di verbalizzare così tanto e, sempre secondo la rosea, avrebbe fatto la parte della voce fuori dal coro rispetto a coloro che dicono che Conte non sapesse nulla della possibilità che il Bari concedesse la vittoria alla Salernitana. Ma le successive parole di Conte al termine della sua audizione sembrano fugare qualsiasi sospetto in merito.
Prima di Conte era stato sentito anche il pentito Andrea Masiello, mentre l'audizione di Vitali Kutuzov è stata rinviata a giovedì 14.

Nedved: Nessuno può mettere in dubbio quei due scudetti: Pavel Nedved, intervistato a 'Undici', un programma di Pierluigi Pardo su Italia 2, ha raccontato di sé e della Juve, del presente e del passato. E un momento importante del passato di Nedved è stato Calciopoli, che pretende di togliere a quella Juve, e quindi anche a lui che ne era tanta parte, quei due scudetti. Ma Pavel non ci sta: "Nessuno può metter in dubbio quei due scudetti, con quei giocatori che scendevano in campo. Abbiamo strameritato quei due scudetti, li abbiamo stravinti, perché non c'era partita già in partenza, perché eravamo troppo forti". Già, troppo forti, era quello il problema, ma purtroppo solo sul campo, e Calciopoli si giocò invece nei palazzi del potere e sui media.
Quando gli mostrano una foto che lo ritrae mentre gioca in serie B con la Juve 2006-2007 il suo sguardo si fa serio e assorto: "Guardando indietro devo dire che quella di rimanere alla Juve in serie B è stata la scelta giusta. Vedendo oggi la Juventus, devo dire che abbiamo contribuito con cose importanti. Se fossimo andati tutti via, forse il ritorno in A non sarebbe stato così facile e la Juve di oggi non poteva giocare di nuovo in Champions League giocandosi i quarti di finale. Perciò è stata una scelta giustissima e devo dire che sono molto fiero e orgoglioso di quanti siamo rimasti a vivere quelle emozioni anche in serie B perché il calcio è sempre uguale: a me bastava un campo verde, un pallone e i miei compagni, A o B faceva poca differenza".
E alla Juve lui è rimasto anche adesso, fedele, dopo aver declinato, nel 2009, l'offerta di chiudere la carriera all'Inter, quando la gestione Blanc decise che alla Juve non serviva più: "L'interessamento c'è stato, la cosa era abbastanza chiara, stava a me decidere, ma io non me la sentivo e l'ho comunicato sia a Mino, sia a Mourinho, che allenava l'Inter. Non me la sentivo proprio io".
Ma quando Andrea Agnelli l'ha chiamato se l'è sentita, eccome: "Volevo prendermi qualche anno sabbatico, ma non potevo rifiutare l'offerta del presidente. E lo devo ringraziare perché ho rivissuto delle emozioni, l'altro giorno allo stadio, che, devo dire, sono stata molto forti".
Anche perché questa Juve sembra fatta su misura per lui: "Questa Juventus mi assomiglia: ha spirito, concretezza e voglia di vincere fino al 90'. Contro il Catania si è visto il Dna della squadra di Antonio Conte".
Già, Antonio Conte, che troppe sirene vorrebbero, se non quest'anno, in un molto prossimo futuro, lontano da Torino; ma Nedved lo incatena a sé: "Noi siamo assolutamente tranquilli. Finché ci sono io non lo lascio andar via. Antonio Conte rimarrà con noi finché vuole, perché è il nostro valore aggiunto, lo sappiamo. Già da calciatore mi gridava quando stava giocando dietro di me, mi dava consigli a centrocampo, quando uscire e quando no, è stato già molto importante per noi in campo. Ma vedendolo come allenatore mi ha sorpreso in positivo in una maniera incredibile perché, potendolo seguire quasi tutti i giorni negli allenamenti, è veramente un allenatore che farà una grandissima strada".
Gli vengono fatti due nomi: Ibrahimovic e Cavani. "Gli piacerebbero per questa Juve? "Chi non vorrebbe un giocatore come Ibrahimovic? - osserva - Non nascondo che un giorno mi piacerebbe farlo tornare. Lo considero al pari di fenomeni come Messi o Cristiano Ronaldo, è uno di quei giocatori che ti fa cambiare la squadra, la migliora. Anche Cavani mi piace tantissimo: è un attaccante che non si limita a fare goal, ma aiuta sempre la squadra. In più è un ragazzo d'oro, credente e con la testa a posto, sarebbe un giocatore ideale per la Juventus. Però gioca nel Napoli..."
E Pogba? "Io sono molto in contatto con Mino Raiola che, lo sapete, mi rappresentava, ci confrontiamo spesso. Però devo dire che la società è stata molto brava a prendere questo ragazzo. Dalla prima volta che l'ho visto già sapevo che sarebbe potuto diventare un giocatore molto forte. La maglia della Juve pesa, come quella delle altre grandi squadre, e un ragazzo di 19 anni con questa personalità.... poter giocare nel centrocampo della Juve, lì, oggi... se ne vedono pochissimi, credo sia forse anche unico".
Vede un Milan in grado di superare il turno di Champions contro il Barça e non gli dispiacerebbe poi trovarselo sulla strada della Juve, anche ai quarti: "Sarebbe la rivincita dieci anni dopo Manchester". Già, Manchester, quella finale che non poté giocare per un'ammonizione un po' fiscale comminatagli dallo svizzero Meier (anche se lo stesso Nedved ammette che ci poteva stare), un fatto che rese lui tanto triste e che forse in parte segnò le sorti di quella Champions. Un trofeo che Nedved desidera tantissimo, tanto che sarebbe pronto a scambiarlo col suo Pallone d'oro, dice, perché il calcio è uno sport di squadra.

Juve multata di 4.000 euro - La Juventus è stata multata di 4.000 euro "per avere suoi sostenitori, al 4' del primo tempo, indirizzato un coro ingiurioso nei confronti di un calciatore di altra società". (il riferimento è ai cori su Balotelli).
Le altre ammende: € 30.000 al Genoa "per avere suoi sostenitori: 1) rivolto, al 25' del primo tempo, ad un calciatore della squadra avversaria cori costituenti espressione di discriminazione razziale; 2) indirizzato, nel corso del secondo tempo, fasci di luce-laser sui calciatori della squadra avversaria; 3) lanciato, al 30° del secondo tempo, alcune monete ed accendini verso un Arbitro addizionale ed il portiere della squadra avversaria; 4) rivolto reiteratamente, nel corso della gara, cori insultanti agli Ufficiali di gara"; € 10.000 alla Lazio per avere suoi sostenitori, all'inizio della gara e per qualche minuto, esposto quattro striscioni dal contenuto insultante nei confronti del Presidente dell'U.E.F.A. (nella foto); € 4.000 al Palermo "per avere suoi sostenitori, al 45' del secondo tempo, lanciato sul terreno di giuoco una bottiglia".

Nessun giocatore squalificato in casa Juve - Nessun bianconero è stato squalificato dal giudice sportivo; l'unica sanzione, ammonizione e ammenda di € 2.000, riguarda Emanuele Giaccherini, sanzionato, al pari di Bonaventura, Flamini, Gomez e Torosidis, per simulazione.
Due giornate di squalifica a Spolli (Catania), "per avere, al termine della gara, al rientro negli spogliatoi, assumendo un atteggiamento intimidatorio, rivolto ripetutamente all'Arbitro un'espressione insultante; infrazione rilevata anche da un collaboratore della Procura federale". Un turno di squalifica ai tre espulsi di giornata: Constant (Milan), Heurteaux (Udinese) e Rossettini (Cagliari). Un turno anche ad altri cinque giocatori, già in diffida e nuovamente ammoniti: Juan Jesus (Inter), Maicosuel e Domizzi (Udinese), Hernanes (Lazio) e De Luca (Atalanta). Ammonizione con diffida e ammenda di 5.000 euro a Rolando Maran, allenatore del Catania, allontanato al 35' del primo tempo per avere, nonostante un precedente richiamo, contestato platealmente una decisione arbitrale; infrazione rilevata dal Quarto Ufficiale. Ammoniti con diffida l'allenatore dell'Atalanta Stefano Colantuono, espulso per essere, al 50' del secondo tempo, uscito dall'area tecnica. Ammonito anche il vice di Colantuono, Mariano Coccia, per avere, al 43' del secondo tempo, indirizzato ad un calciatore avversario un gesto di dissenso; ammonito con diffida, infine, l'allenatore dei portieri della Sampdoria Andrea Sardini per avere, al 40' del primo tempo, contestato platealmente l'operato arbitrale.

Calcioscommesse: Il Tnas riduce la squalifica, già scontata per eccesso, di Drascek - "Il TNAS, in relazione alla controversia D.Draschek/FIGC, comunica che il Collegio arbitrale (Avv. Enrico De Giovanni, Presidente; Prof. Guido Calvi e Avv. Aurelio Vessichelli), in parziale riforma del provvedimento impugnato da Davide Drascek, visto l'articolo 1 del Codice di Giustizia Sportiva, ha applicato a quest'ultimo la squalifica fino al 30 ottobre 2012. Sono state compensante tra le parti le spese di lite. L'istanza aveva come oggetto la decisione con cui la Corte di Giustizia Federale, respingendo il ricorso avverso la sanzione di primo grado, aveva confermato la squalifica per tre anni e sei mesi per la violazione dell'art. 7, comma 7, del CGS in relazione alla gara Novara-Siena del 1° maggio 2011". Questo il dispositivo della sentenza con la quale il Tnas ha smontato un altro mattoncino della costruzione di Palazzi. Una beffa per Davide Drascek, visto che la sentenza è stata praticamente emessa quattro mesi dopo quella che ora è stata stabilita come conclusione della condanna, facendogli scontare cinque mesi più del dovuto. Questo perché i 42 mesi, frutto di una condanna per illecito, sono stati ridotti a 80 giorni, per un art.1, quella slealtà sportiva, che è diventata un contenitore in cui viene gettato tutto ciò che si intende punire, pur in assenza di prove, le grandi assenti di molte condanne di Scommessopoli. Perché anche la condanna di Drascek ha alla base solo le dichiarazioni di 'Pippo' Carobbio che improvvisamente, il 19 gennaio 2012, davanti al Pm Di Cremona, estrae dalla sua memoria Novara-Siena, parlando di un contatto tra il suo compagno del Siena Vitiello e Drascek del Novara, proprio nell'albergo che ospitava i toscani, affermazione ribadita il 29 febbraio 2012 alla Procura Federale; Drascek non smentisce il colloquio, perché lui e Vitiello si conoscono per una comune passata militanza nel Vicenza, ma non c'è niente da fare, una mera presunzione di colpevolezza suffragata solo dalle peraltro vaghe parole di un pentito porta alla dura condanna. Ora ecco questo sconto che, giunto in ritardo, rappresenta una beffa, e lascia a Drascek comunque una condanna che, come tutte le altre che stanno piovendo, ha tanto il sapore di un'assoluzione mascherata. Perché la costruzione di Palazzi va ormai perdendo quasi tutti i suoi pezzi; rimangono i rei confessi, certo, ma si sono pentiti e sono pronti a rientrare (qualcuno, come Micolucci, c'è già riuscito) nel mondo del calcio.


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