Conte: Con Tevez il feeling fu immediato!

News, 19 aprile 2013.
 
Sono 22 i convocati di Conte: dentro Barzagli e Pepe, fuori Bonucci e Lichtsteiner. Conte: Da allenatore le responsabilità sono molto maggiori di quelle da giocatore, ma anche le soddisfazioni lo sono;  con Carlos il feeling è stato immediato. Conte su Barzagli, Pepe e Giovinco. Abete dice no alle squadre B. Abete contestato ad Arezzo. 
 
I convocati - Sono 22 i convocati di Antonio Conte per la gara interna contro il Bologna: tornano Barzagli e Pepe, che hanno recuperato dai rispettivi infortuni, fuori gli squalificati Bonucci e Lichtsteiner.
Questo l'elenco: Buffon, Chiellini, Caceres, Ogbonna, Pogba, Pepe, Marchisio, Vucinic, Tevez, Giovinco, Peluso, Llorente, Barzagli, Osvaldo, Padoin, Pirlo, Asamoah, Vidal, Quagliarella, Storari, Isla, Rubinho.
 
Conte: Da allenatore più responsabilità ma anche più soddisfazione; Carlos? Feeling immediato -  Il tormentone da qui a fine campionato è tornato ad essere il "Conte va/Conte resta"; ma in conferenza stampa il mister bianconero ha tagliato presto corto sulla questione ("Io e Marotta siamo in piena sintonia di vedute sul da farsi. E ribadisco che è un momento talmente importante che pensare a questioni personali, soprattutto io poi che ho sempre professato di pensare al noi e non all'io, secondo me sarebbe una grandissima mancanza di rispetto nei confronti dei miei calciatori, della società, nei confronti soprattutto dei nostri tifosi, i quali si aspettano quest'anno grandi cose da parte nostra") e ha portato il discorso sulle questioni di calcio, facendo il punto sulla stagione: "Se la storia dice che la Juventus, oltre quel quinquennio, non ha mai vinto tre Scudetti storici, significherebbe aver fatto veramente qualcosa di straordinario e di incredibile. E' il mio terzo anno questo, abbiamo già gli stessi punti che abbiamo fatto l'anno scorso e l'anno scorso avevamo fatto più punti del primo anno, quindi penso che bastino i numeri per certificare che sarebbe una stagione incredibile e straordinaria da questo punto di vista. Per noi questo deve essere comunque un periodo esaltante, perché siamo in corsa su due fronti e sarebbe bellissimo riuscire a coronarli tutti e due. Però come dico sempre ragioniamo di partita in partita, anche perché potrebbe essere un periodo e un momento esaltante se portassimo a conclusione il nostro percorso, ma potrebbe anche essere un momento di grande delusione se non lo portassimo a compimento, perché bisogna fare grande attenzione in questi momenti: concentrarsi di partita in partita. Domani arriva il Bologna e per noi è veramente la partita della vita, perché vincere in casa domani contro il Bologna significherebbe mettere una grandissima ipoteca sulla conquista dello Scudetto. Siamo favoriti adesso, però domani secondo me metteremmo una grandissima ipoteca e sicuramente le mie percentuali salirebbero. Poi ci concentreremo sull'Europa League sapendo che affrontiamo una squadra che sta facendo cose importanti. Hanno vinto la Coppa del Portogallo in questa settimana, stanno vincendo lo Scudetto, sono in Semifinale di Europa League, l'anno scorso erano di nuovo finalisti di Europa League, quindi affrontiamo sicuramente una grande squadra come il Benfica".E ha poi fatto un confronto tra la sua esperienza di giocatore e  quella attuale come allenatore: "Vivi tutto in maniera diversa quando sei allenatore, anche perché le responsabilità sono talmente tante e aumentano a dismisura; quando comunque sei calciatore le vivi sempre in maniera intensa, in maniera bella però da allenatore devi preparare un po' il tutto, devi pensare un po' a tutti e come dico sempre le responsabilità sono tante e le preoccupazioni sono maggiori, lo stress è maggiore, la pressione è maggiore, però dico anche che le soddisfazioni sono maggiori rispetto a quando ero a calciatore, quando vinci".
La conclusione su Carlitos Tevez e le belle parole che l'argentino ha speso sul suo mister: "Quello che ha detto Carlos, sicuramente mi fa molto molto piacere. Sono paragoni importanti nei confronti di allenatori che hanno fatto la storia, mi riferisco a Ferguson. Lo ringrazio, ringrazio sempre i miei calciatori, dico sempre che un allenatore può avere centomila idee, può avere una gestione particolare e tutto, però hai bisogno di grandi calciatori e di grandi uomini. Io ho avuto la fortuna in questi tre anni di aver avuto questo. E di questo non finirà mai di ringraziare i miei calciatori e comunque la società che mi ha messo a disposizione questo. Con Carlos è stato sicuramente un feeling immediato, fin dalla prima volta quando ci siamo incontrati per cercare di convincerlo a sposare la nostra causa, a venire da noi. L'ho visto molto determinato, è un calciatore di grande personalità, più l'aria si fa calda e più lui c'è. Ne avevo sentite tante, anche sul comportamento di Carlos, durante gli allenamenti, che si impegnava poco, invece è sempre stato un grande esempio e questo sicuramente mi fa molto molto piacere, perché riuscire a provare a migliorare dei campioni già affermati come Tevez è un motivo sicuramente di orgoglio e soddisfazione".
 
Conte sulla situazione degli acciaccati e su Giovinco - A Conte, nel corso della conferenza stampa, sono stati chiesti lumi sulle condizioni degli acciaccati: "Carlos e Arturo - ha spiegato Conte - vengono da alcuni problemini e quindi sono stati preservati nella partita contro l'Udinese, si stanno curando e stiamo cercando di portarli nella miglior condizione perché avrei piacere che si sentissero anche bene per poter dare il 110% come fanno sempre. Per quanto riguarda Barzagli, non è più acciaccato, Barzagli è stato più di un mese fuori, è disponibile. E' inevitabile che adesso deve ritrovare il campo, il ritmo partita e quindi non lo so se domani lo farò giocare dall'inizio o a partita in corso. Però Barzagli è abile e arruolato, quindi sono due situazioni diverse".
E un po' di attenzione l'ha riservata anche a Sebastian Giovinco: "La partita contro l'Udinese è stata una partita dura, ostica e il fatto che in quella partita lui abbia fatto qualcosa di decisivo, sicuramente gli deve dare fiducia, lo deve responsabilizzare, ma ribadisco, per me Giovinco è un giocatore che ha delle qualità incredibili. Se si convince di diventare decisivo anche in una squadra come la Juventus lo può fare, sia a partita in corso, ma anche entrando a partita in corso, come è successo a Lione. Però, per me Giovinco è un giocatore che ha grandissime qualità e le deve mettere in atto sempre".
 
Abete: No alle squadre B, imitate Lotito! - Giancarlo Abete l'altro ieri era a Lignano in occasione del Gran Galà del premio 'Le ali della vittoria', organizzato dal presidente della Lega Dilettanti Tavecchio. Premiati Gianpaolo e Gino Pozzo, rispettivamente patron e consigliere dell'Udinese. E da lì Abete ha risposto a chi, proprio come Gino Pozzo (e sulla stessa linea è Giuseppe Marotta), sostiene la necessità di avere anche in Italia la possibilità di schierare le squadre B ("Dateci le squadre B per far giocare i giovani, soprattutto gli italiani").
Ma Abete non è d'accordo: "Ci sono due aspetti di questa questione che vanno chiariti distintamente. Il primo è normativo: per una svolta del genere c’è la necessità di una convergenza da parte di tutte le componenti del nostro calcio e la Lega Pro, per esempio, attraverso la posizione del presidente Mario Macalli, si è sempre dichiarata contraria a una simile commistione: la vecchia serie C è sempre stata un campionato sentito perché in campo c’erano campanilismo e rivalità, cosa che potrebbe venire a mancare con l’introduzione delle seconde squadre". Nel Paese delle  molte leghe parlare di sistema calcio è evidentemente ancora qualcosa di avveniristico.
E propone una soluzione all'italiana, meglio 'alla lotitiana': "C’è una via italiana. Voglio dire, piuttosto, che chi vuole utilizzare questo modo sinergico di fare calcio può farlo: la Lazio, per esempio, ha preso la Salernitana quando era nei dilettanti e adesso nulla, nessuna norma, costringe il presidente Lotito a rinunciare, neppure in caso di un’ulteriore promozione. Basta non avere due squadre nella stessa serie. Ecco i grandi club potrebbero allevare i propri talenti nelle società semiprofessionistiche della attuale D".
 
Abete contestato ad Arezzo - Ieri invece Abete era ad Arezzo, a ricevere, come miglior dirigente dell'anno, il premio intitolato ad Azelio Rachini. Sul fatto che fosse il miglior dirigente, e non solo dell'anno, non erano evidentemente d'accordo i componenti di quel gruppo di tifosi dell'Arezzo che lo ha atteso al suo arrivo, mentre si accingeva a parcheggiare l'auto allo Stadio Comunale aretino. Contro Abete sono partiti insulti e sputi e solo l'intervento di alcuni dirigenti dell'Arezzo ha impedito agli 'assalitori' di avvicinarsi all'auto del presidente federale e di aprirne lo sportello.
La causa del malumore di questi tifosi è da far risalire ancora ai fatti di Calciopoli, allorché l'Arezzo (per la partita Arezzo-Salernitana 1-0) fu penalizzato di sei punti, con la conseguente retrocessione in serie C1, che fu solo l'inizio del precipizio per il club, che oggi vegeta nella quinta categoria nazionale.


 


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