Visti dalla Est - Orobica vittoria

La scorsa partita avevamo richiesto di raccontarci una favola. Stavolta partiamo dalla fine, il più classico di questi anni "e vi(n)sero tutti Allegri e contenti...".
Come non guardare gli ultimi minuti e vedere la Juve del futuro, mediana Pereyra-Pogba-Marchisio e davanti Coman e Morata, una banda di ragazzini terribili (a parte il buon Claudio che, dall'alto delle sue 28 primavere, è il vecio della compagnia) che ha comunque mandato un messaggio bellicoso a chi osservava e un poco gufava il presente.
Il presente parla di una squadra che ha affrontato l'impegno con la giusta concentrazione e determinazione, un'attenzione che l'Atalanta meritava per come era messa in campo e per le individualità che possiede, oltre ad un'organizzazione in grado di essere un ottimo banco di prova per la nostra difesa inviolata e il nostro possesso palla stordente.
Esterni veloci, un centrocampo con un buon mix di palleggio e interdizione, due esterni alti ficcanti e davanti una coppia ben assortita come Denis e il "nostro" Boakye. Tutte ottime doti, in uno stadio che è sempre bollente quando scendono le big del campionato.
La prima ventina di minuti ha confermato le previsioni, con bergamaschi indemoniati e pronti a sfruttare le palle vaganti che, dopo il nostro possesso palla reiterato, passavano dai loro piedi.
Noi bene in campo, possiamo dire al solito, con le giuste distanze tra i reparti, anche se fisicamente nei singoli ancora un poco indietro, soprattutto Vidal e la nostra corsia sinistra, dove Chiellini è stato spesso svagato e Evra, seppur in grado di fornire idee interessanti in fase offensiva, è apparso ancora in difficoltà ad assicurare la giusta copertura su tutta la fascia. Controbilanciati però da una fascia destra dove ai canonici ardore e corsa di Stephan si è affiancato un sempre più convincente e sorprendente Ogbonna, una delle note più liete e inaspettate di questo inizio di stagione.
Davanti il duo Tevez-Llorente, che ormai non hanno più bisogno di aggettivi.
Carlitos devastante in fase realizzativa con la sua doppietta e il suo moto nella posizione di regista offensivo, ruolo che un anno fa l'argentino non avrebbe nemmeno preso in considerazione (viste le sue interviste in merito), ma che oggi pare cucito addosso alla sua persona e alla sua caratura di giocatore di livello superiore.
Su Nando, ancora a secco in questo inizio di stagione, vale fare un discorso più ampio, ovvero la capacità di essere una punta comunque decisiva anche in assenza di goal. All'interno del gioco attuale della squadra, al ragazzo di Pamplona è deputato a un compito ingrato, ovvero fare salire la squadra, prendere a spallate gli avversari diretti e fungere da pivot, liberando gli spazi per gli inserimenti degli interni e di Tevez dalla tre quarti. Un lavoro che riesce a svolgere lui, dotato sì di un fisico eccezionale, ma anche di buona tecnica individuale che gli permette di difendere il pallone in molte occasioni. Era fondamentale l'anno scorso, lo è ancora di più in questo contesto dove molte volte si cerca di sfondare palla a terra al limite dell'area avversaria, con gli opponenti che si accalcano schiacciando le linee come non mai.
Il racconto della favola non può prescindere dal momento topico del rigore, concesso in maniera generosa dal direttore di gara, ma frutto comunque della scarsa decisione con cui il Chiello ha affrontato la situazione di campo.
E qui, come un deus ex machina, il buon Gigi, spesso non un gatto nei tiri dagli undici metri, ha conservato la propria imbattibilità stagionale, prolungando il record a 540 minuti e liberando il contropiede che ha generato il raddoppio e la virtuale chiusura della serata.
La squadra quindi prosegue il suo cammino, dimostrando la solita coesione di gruppo ma anche grandi progressi e soprattutto margini di miglioramento, in un meccanismo che sembrava non migliorabile.
Un cammino che entra nel mese decisivo di ottobre, con i primi verdetti e con quelle sensazioni che sembrano trasformarsi in qualcosa di più tangibile. Sia in campionato, con il big match di domenica prossima contro gli ottimi antagonisti romani, sia soprattutto in Champions, con i due turni fuori casa, appuntamenti da non sbagliare assolutamente per dare il giusto indirizzo a tutta l'annata, come due mesi fa lo stesso mister Allegri, sempre più a suo agio nel ruolo e resistente alla propria sfortuna genetica, aveva stabilito essere il primo step importante della stagione.
E speriamo che la diffidenza di una parte della tifoseria lasci spazio alla voglia (e anche alla necessità) dell'ambiente di tifare e spingere i ragazzi verso i traguardi possibili... per ora, tre palle in buca e segniamo sempre tre punti!