Llorente e Tevez stendono il Malmö

La Juventus non stecca ed esce vincente dal confronto con i campioni di Svezia. Una vittoria importantissima che le permette ora di poter anche sognare il primo posto, nel caso riuscisse nell'impresa di battere i vice campioni d'Europa con almeno due gol di scarto. Ma andiamo con ordine.
Prima di tutto va evidenziata la prestazione: la Juventus è scesa in campo compatta e decisamente votata all'attacco, ma si è dovuta scontrare col muro difensivo avversario per tutto il primo tempo, complice anche un campo  che in molti avrà rievocato i fantasmi di Istanbul. Nella ripresa però le energie spese dal Malmö si sono fatte sentire, e non è un caso che il gol di Llorente sia arrivato proprio a inizio secondo tempo, con i padroni di casa che cercavano di addormentare la partita, gestire le energie e magari cercare un rocambolesco gol in contropiede o su calcio d'angolo. Il resto del match è stato caratterizzato da un'affannosa ricerca del raddoppio, siglato poi da Tevez, con la Juventus che non ha quasi mai subito la pressione del Malmö, molto arcigno in difesa, generoso nelle ripartenze ma scarsamente dotato nel reparto tecnico.
Sebbene sia improvvido fare paragoni con la partita dell'anno scorso col Galatasaray, qualche considerazione va fatta, premettendo che quella volta per me non fu assolutamente colpa di Conte, ma una furbata della peggior specie perpetrata dai turchi. Lì il campo era peggiore di quello trovato ieri, o meglio scientificamente peggiore nella parte dove avrebbe attaccato la Juventus nel secondo tempo; ma va anche detto che il nuovo modulo ha decisamente portato una ventata di cambiamento. In Turchia spesso le folate offensive erano lasciate o alle galoppate di Lichtsteiner o al dialogo tra le punte. La solidità difensiva del modulo a 3 quindi non dava molta varietà di soluzioni al fronte d'attacco, cosa che invece si è vista ieri: molti gli inserimenti dei centrocampisti e decisamente molti i contropiedi. Quanto alla difesa, finora, dal cambio di modulo, il tabellino recita 15 reti fatte e 2 subite. Non male, sapendo di avere fuori due certezze come Barzagli e Caceres.
Ma, analizzando più a fondo, sembra che col passaggio alla difesa a 4 Allegri abbia voluto insegnare un calcio più offensivo e votato alla ricerca del gol piuttosto che al non subirlo. Un tipo di gioco che non si vedeva dal primo anno di Conte, quando una Juventus in ricostruzione strapazzava per 2-0 il Milan campione d'Italia, concedendo ai rossoneri il lusso di una sola rocambolesca palla gol. Per farla breve, si sta tornando a una mentalità meno timorosa, almeno in Europa: i giocatori cercano il gol con insistenza e commettono meno errori per paura. Ricordiamo tutti l'anno scorso, quando Conte urlava a Caceres di passare il pallone indietro e Caceres, impaurito, regalava palla a Cristiano Ronaldo. Ok, il Real è una squadrona, ma se ragionassimo così potremmo anche evitare di scendere in campo. Come insegna la storia, non sempre in Champions vince il più forte, anzi...
Certo, la storia insegna anche che la Dea Bendata quando ci siamo di mezzo noi è anche sorda, ma perché non provarci nemmeno? Spero che quindi Allegri riesca a trasmettere questi principi: finora ha gestito benissimo il passaggio da 3 a 4 dietro, insegnando da subito ai giocatori anzitutto la sua mentalità di gioco; ora non resta che il passo successivo, i risultati.
Perché tutto questo non vorrà dire nulla se non si acciufferà la qualificazione agli ottavi. E come Juventus abbiamo il diritto di provare ad arrivare almeno primi.
Questo l'allenatore lo sa, perché anche l'anno scorso ci bastava un pareggio, e sappiamo tutti come sia andata a finire...
 
 
P.s.: Il destino sembra farsi beffe di Sportmediaset ormai...
P.s.2: Tornando un attimo al Galatasaray, il karma fa spesso un giro molto lungo, ma prima o poi arriva. E sta presentando ai turchi il conto per le furbate fatte col Cluj e con noi. Ovviamente, non auguro loro nessun male, ci mancherebbe. Ma se dovessero sprofondare, me ne farò una ragione, magari sorseggiando una birra con gli amici.