La lezione di Allegri

Apro quest'articolo porgendo le mie scuse ad Allegri: ero convinto, da come aveva impostato la squadra, che Allegri avesse inculcato nella testa dei giocatori il pensiero fisso della Champions, potendo concedersi il lusso in campionato di tirare un poco il freno e risparmiare energie. Pensavo, in quest'ottica, che la Coppa Italia fosse percepita come un fastidio, un inutile spreco di energie mentali e fisiche.
E invece l'allenatore toscano ha dato un bel calcio nel didietro ai suoi detrattori, a chi lo accusava di aver sbagliato la preparazione (ben sapendo che aveva preso una squadra a ritiro già iniziato) e a chi lo vedeva meno "coinvolto" di Conte nelle gare (non certo il sottoscritto), a dimostrazione che non è necessario essere "focosi" per essere  allenatori bravi e attenti alle vicende del campo.
Certo, l'infortunio di Tevez deve essere stata una bella tegola nel prepartita, un colpo che era stato subito accolto bene dai media, gli stessi che non più di qualche giorno fa, per cercare di lenire l'acidità di stomaco, tuonavano che la Juventus era Tevez-dipendente, che senza Tevez i bianconeri avrebbero 10-12 punti in meno.
Immaginate quindi la sorpresa dei giornalisti RAI e della squadra di Montella quando hanno visto scendere in campo un avversario infarcito di riserve ma agguerrito come non mai: mentre Sturaro e Vidal scorrazzano per il campo, pressando ed effettuando non di rado qualche buon inserimento, Padoin, che con molta fiducia i telecronisti avevano individuato come l'anello debole che Alonso e Salah avrebbero sfruttato alla grande, regge invece benissimo la pressione.
Matri al posto di Tevez? Beh, indubbiamente "la Juve ne esce indebolita"... pronti e via, il primo gol è suo.
"Montella invita i suoi tifosi alla calma", dicono da bordocampo. "C'è ancora tempo, con questo punteggio la Fiorentina passa ancora, si è solo bruciata un po' del vantaggio accumulato all'andata; e poi c'è Salah...". Nemmeno il tempo di rincuorarsi a vicenda che Pereyra costringe ancora una volta i gufi a trangugiare Maalox.
Beh, 2-0, con un gol riaccendiamo la speranza. Il secondo tempo inizia bene, la Fiorentina attacca a pieno organico: "Montella ha chiesto di alzare il baricentro".
"Eh... si vede, è un'altra Fiorentina, sta mettendo in difficoltà i campioni d'Italia!".
Niente da fare, arriva il terzo gol firmato da Bonucci e l'entusiasmo lascia spazio alla paura. Mi è quasi dispiaciuto (quasi, eh) vedere Bonucci stroncare le velleità avversarie.
Perché è questo il destino di tali squadre. Celebrano nello store una vittoria "storica" come il 4-2 di un anno fa con una tazza da colazione "special edition" (non scherzate, per loro lo è... mica hanno chissà che trofei da sfoggiare nella bacheca, capiamoli), ignorando che, da quella partita in poi, la Juventus quell'anno smise di giochicchiare e infilò una serie di vittorie, compresa quelle con la Roma, che le valsero il record di punti.
D'altronde, a Firenze lo ripetono da decenni che il loro campionato risiede nelle sfide con i bianconeri. E purtroppo per loro si sono scelti un nemico molto ostico.
Purtroppo un pegno lo si paga sempre al Franchi: l'ammonizione di Marchisio e l'espulsione di Morata ne sono la prova. Soprattutto quest'ultima, una vera e propria invenzione di Massa, spinto probabilmente dal riottoso pubblico di casa, che, come al solito, non si è risparmiato e ha rispolverato i sempreverdi cori sull'Heysel, su Scirea e Pessotto. In RAi, dopo un'iniziale reticenza, hanno quantomeno stigmatizzato questi comportamenti... ma sentire Sconcerti difendere il pubblico viola dal saluto irrisorio di Morata... no, questo è troppo.
Signor Sconcerti, da Lei mi aspetterei ben altro spessore, e gradirei che di fronte a cori così beceri si togliesse la casacca viola. Perché altrimenti la patina di giornalista super partes con cui si ricopre ogni volta è sporca, molto sporca. E mi fermo qui per decenza.
Prima di chiudere vorrei spezzare una lancia a favore di Alvaro: il suo intervento non era affatto da rosso, e non va assolutamente criticato per una partita dove invece ha dato tutto se stesso. E vi dirò di più: vederlo uscire così, irridendo il pubblico fiorentino, mi ha fatto tornare alla mente un altro campione: Paolo Montero, dopo l'espulsione col Celta Vigo. Certo, lì se l'era meritato il rosso, ma se riuscisse a ripercorrere la striscia di trofei dell'uruguaiano... non mi dispiacerebbe più di tanto.