CAMPI MINATI - Chiuso per ferie

campi minati"Gli'è tutto sbagliato, gli'è tutto da rifare" GINO BARTALI.

Maggio, mese importante per il calcio. Un tempo. Adesso si va tutti in vacanza, in attesa che il campionato di calcio dei giornali inizi.
Purtroppo questo è un sito di calcio, quindi per una settimana, quella di un Milan - Juventus tanto poco interessante quanto questo torneo, chi scrive va in vacanza.


In assenza del calcio, non ha senso parlare del giro d'Italia, tanto per passare il tempo o riempire uno spazio.

Si sarebbe potuto scrivere tanto, delle emozioni che questo sport ha dato a tanti di noi, dei campioni del passato, da Indurain a Moser, Coppi, Bartali, e tanti altri.

Si potrebbe parlare dei perdenti del passato, eterni secondi, come Chiappucci e Bayrou, che pur non vincendo mai regalavano emozioni indimenticabili ogni volta che li vedevamo scattare, anche quando era impossibile vincere.

Si dovrebbe dire che l'insegnamento più grande del ciclismo è che si deve lottare fino all'ultimo, anche quando la vittoria non è più un'opzione, che questa è in fondo una regola universale dello sport e della vita.


Sul ciclismo ci sarebbero pagine e pagine di storia epica da ricordare, ma purtroppo sono in vacanza. In vacanza non si può pensare al lavoro, e questo comunque resta un sito di calcio, per cui di ciclismo non ha senso scrivere.

Si sarebbe potuto scrivere delle emozioni che questo sport ha dato a tutti noi, quando lo scorso anno il campione si chiamava Contador, che con poche settimane di preparazione arrivava e stravinceva, da campione moderno.

Si potrebbe parlare dei perdenti dello scorso anno, i secondi come Riccò e Sella, capaci comunque di regalare grosse emozioni quando sulle Alpi diedero spettacolo e vinsero tappe memorabili. Secondi moderni.

Si dovrebbe raccontare dei controlli antidoping dello scorso anno, e di quelli fatti al Tour de France, del CERA o del fatto che Contador al Tour de France nemmeno lo fanno iscrivere.


Sul ciclismo dello scorso anno ci sarebbero pagine e pagine da scrivere e da ricordare, ma purtroppo siamo in vacanza, e questo resta comunque un sito di calcio.

Si sarebbe potuto scrivere delle emozioni che questo sport regalerà a tutti noi quest'anno, con un campione chiamato Lance Armstrong che torna per vincere l'ennesimo trofeo. Passato e moderno che si fondono.

Si potrebbe parlare dei perdenti di quest'anno, ovvero di tutti coloro che non avranno fatto "l'allenamento" giusto. Moderno e basta.

Si dovrebbe dedicare una pagina a chi non ci sarà. Passato che non si dimentica.


Ma questo resta un sito di calcio.

Si sarebbe potuto scrivere del campione di quest'anno, Filippo Simeoni, ciclista di 37 anni, ormai a carriera finita, campione d'Italia lo scorso anno.

Si potrebbe parlare del perdente di quest'anno, Filippo Simeoni, ciclista di 37 anni, che denunciò apertamente il doping del dottor Michele Ferrari, subendo le vendette trasversali di un certo Lance Armstrong che da Ferrari si faceva curare. "Sono ricco, ho tempo e denaro, ti distruggo, ti faccio smettere di correre".

Si dovrebbe parlare della maglia di campione d'Italia restituita alla federciclismo, all'indomani dell'esclusione di Filippo Simeoni, ciclista di 37 anni, dal giro d'Italia per non precisati motivi. E anche del fatto che Armstrong al Tour non lo vogliono.


Ma io parlo solo di calcio.

E allora non parliamo del giro d'Italia, dei criteri di selezione che privilegiano l'aspetto commerciale e non quello sportivo, dell'eticità di certe situazioni, di un sistema, sempre lo stesso, che alla fine ti fa dire che è meglio rinunciare ai titoli vinti, se queste sono le regole del gioco.
L'ho visto accadere anche nel calcio
, quando qualcuno ha preferito piegarsi, piuttosto che "spezzarsi", o dovrei dire "spezzare" finalmente questo sistema morboso fondato su quanto con lo sport non ha nulla a che fare, ma che a chi campa sullo sport tutto da'.
Rapporti commerciali, giochi di potere, doping, fisico o finanziario poco cambia. Queste sono le regole del sistema.


Tutto sotto una rosea benedizione, figlia di un candore che di Candido aveva solo il nome.


Meglio andare in vacanza, e dimenticare
.


Altrimenti si sarebbe potuto scrivere del passato di una squadra campione e delle emozioni che a tutti noi aveva regalato, uccisa in nome di qualcosa che i travestiti intellettuali mascheravano col nome di giustizia.

Si potrebbe parlare del passato di uno che eterno secondo non è mai stato, Marco Pantani. Dell'attimo in cui ti alzavi in piedi a gridare nel salotto di casa, con in mano un ghiacciolo alla menta, davanti al televisore mentre lui scattava e lasciava indietro i suoi compagni di avventura, compagni nel bene e nel male, compagni che fortunatamente non hanno dovuto subire il suo stesso destino. Tutti lo facevano, solo lui ha pagato.
Dell'attimo in cui sprofondavi nel silenzio in quella notte di San Valentino quando sempre in televisione scoprivi che la sua corsa era finita, spezzata da chi il ciclismo e lo sport intero ha soltanto infangato con bugie, illazioni e menzogne.

Si dovrebbe parlare di tutto questo, e scrivere a chiare lettere che ormai non interessa più, che Inter o Armstrong per me pari sono, e che preferisco giocare mille volte a calcetto con Giuseppe "il capitano", Pedote, Mirco e tutti gli altri del lunedì sera, o pedalare per conto mio in una pista ciclabile in mezzo ai boschi, che assistere in silenzio a tutto questo schifo.


Ma questo è un sito di calcio, ed io sono già in vacanza. Buon giro d'Italia e buon campionato a tutti.