Il più grande spettacolo dopo Zidane siamo noi /3

belenIl romanzo erroneo delle nostre vite

Ogni riferimento a fatti realmente accaduti e/o a persone realmente esistenti è da ritenersi puramente casuale.

E' una vigilia tranquilla, nel bar poi non così distante da Torino: niente totoformazione, poca tattica, qualche isolato scongiuro. La partita inizierà, c'è tempo. E finché c'è tempo, si parla della notizia della settimana. Il sextape di Belen Rodriguez. Exit poll: il 98% gradisce e esalta le doti della showgirl argentina, il 99% si dichiara più virile e dotato dell'accompagnatore: Tobias Blanco, uno che "ha il nome da attaccante scarso dell'Inter, e infatti delude". Poi l'anatema: "Guardate che la Belen è milanista". L'orrore negli occhi degli juventini. Qui, nel bar poi non così distante da Torino, tutto si misura con il pallone, anche la gnocca. Anders Bleivik? Un tifoso del Rosenborg. Berlusconi? Un milanista. Saviano? Tiene al Napoli. Obama? Oba Oba Obama. Se non son gobbi, non va bene. E se non si sa, allora probabilmente son gobbi. Gobbo Gandhi, gobba la figlia, gobba la figlia della sorella. Tutto si misura con il pallone.
Al Rozzangelo, invece, gli hanno misurato tutto con il palloncino, e questa volta non è potuto venire, anche se è poi non così distante dal bar poi non così distante da Torino. Da quando è morto Pantani, però, non prende più la bicicletta. Ma non era rossonero Pantani?
Gino l'Incazzoso, oramai, fa coppia fissa con Epifanio, uno che, ultimamente, sta sulle balle un po' a tutti perché è di Lecce. Come il mistercapitano Conte. Tutti vorrebbero essere di Lecce, o averci almeno uno zio lì, adesso come adesso. Compresi baresi e leghisti. E solo a lui è capitata la fortuna, lo stronzo. Gino l'Incazzoso, invece, ha visto crescere Giovinco al campetto sotto casa e, puttana eva, non vuole essere da meno. E così dalla giovenca si torna alla giovinca, la discussione calcistica ininterrotta più lunga del mondo. Cronaca degli ultimi sviluppi. Nazionale! La Nazionale fa schifo. Capocannoniere! Togli i rigori. Se Seba l'avesse allenato Conte, oggi giocherebbe a Barcellona. Coi mangiafuoco sulle ramblas. L'ha detto uno che ne capisce. Non capisce un cazzo.
Così è la vita: nei 9990 inutilissimi minuti che stanno intorno alla partita, tutti vorrebbero sentirsi un po' più juventini degli altri.

Ma Grygera?
La partita è la livella. Tutti juventini uguali per un'ora e mezzo più recupero, e nessuno è più uguale degli altri. Nella buona e nella cattiva sorte.
Cattiva. Il primo tempo è noia, silenzio e patatine dal pacchetto. Peppe Il Sardo è in fase brezneviana - imbalsamato - e neanche si accorge che nel Chievo gioca un americano. Non si adira per i consueti insulti a Krasic, espressi per la verità senza furore agonistico dagli altrettanto spenti "liberali", e palesa curiosità accese dalla noia: "Dove gioca Grygera adesso?" Al Fulham. Bercia qualcosa contro i riccastri del quartiere riccastro, ma è sopraffatto dallo spleen. E' un Peppe decadente, che anche nell'intervallo dice cose prudenti e speranzose, mentre c'è già chi, forse solo per il gusto di non darla vinta all'Epifanio, comincia a buttar lì senza impegno, fingendo uno sbadiglio, che, forse ma forse, il mistercapitano non capisce un cazzo.
Categorico il Presidente, attempato e distinto signorotto brianzolo: "Senza Quagliarella, non andiamo da nessuna parte". El Borchoké, che ha già sposato il dogma dell'infallibilità del mister, oppone che "se lo fa sedere come si fa con il vecchietto sul tram, un motivo c'è". Il Presidente prende la battuta sul personale e se ne torna a casa. Già due in meno oggi: lo spogliatoio è spaccato.

Ora sì
Secondo tempo. Fischia l'arbitro ed è un gran scoreggiare di sedie che si posizionano, che bisogna sedersi bene per tifare bene. Perché adesso si cambia, vai col secondo tempo da leoni. Joseph, leader indiscusso degli apotropaici, una figura a metà tra il motivatore aziendale e il Mago Gabriel, approfitta del silenzio per lanciare un disperato grido di aiuto: "Ci sono troppe negatività, aiutatemi, concentratevi anche voi", implora, sfregando forsennatamente un micidiale quarzo "portafortuna". Sguardi perplessi e sfregamenti di coglioni, e si comincia a tifare con un po' più di cattiveria. La Juve però non tira in porta e Vucinic "sembra che in settimana si sia impegnato più di noi con il video di Belen". Tutto appare e suona ovattato e postcoitale oggi, nel bar non così distante da Torino, pure la skyvoce del Barone Causio. Gli entusiasmi si spengono rapidamente, le facce sono quelle di chi già sta pensando a un tragico lunedì. Giaccherini si prende solo metà degli insulti riservati a Krasic, insulti che sembrano arrivare un tanto al centimetro. Un timido bababam sui tavoli al palo di Del Piero, è il sussulto finale. Non ce n'è, zero a zero, zero di zero.

Lost Highway
La stragrande maggioranza dei presenti, di questa partita, non ci ha capito un cazzo. Il fischio finale sgomenta il pubblico come i titoli di coda di un film di David Lynch. E mo cosa gli dico agli altri, che non ci ho capito un cazzo, che figura ci faccio? Seguono sguardi di intesa fintamente consapevoli, per mostrare che hai capito quello che presumi quell'altro abbia capito. Si traccheggia per buoni cinque minuti, tra ambigui inarcamenti di sopracciglia e aggrottamenti di fronte esistenzialisti. Poi irrompe lo Schizzato che, evidentemente, è uno di quei due o tre al mondo che i film di Lynch li capisce.
Lui sì che ha le idee chiarissime: "Siamo grami, lo ribadisco. Non puoi avere il predominio del campo per 85 minuti e fare 0-0, rischiando pure di perdere. Esattamente come contro il Milan, che abbiamo asfaltato più o meno quanto il Chievo oggi, sul piano del possesso palla e della supremazia territoriale, con la semplice differenza che uno o due gollonzi di culo non ti capitano tutte le domeniche."
Il popolo degli indecisi finalmente ha una voce (e un'opinione) e annuisce invasato. Non è finita, però: "Caro Bobby (El Borchokè, ndr), non parlarmi più di Krasic. Da quando seguo il calcio, solo a Del Piero è stato concesso di giocare per tanto tempo da titolare pur versando in condizioni penose. Ringraziamo il DG con lo sguardo in 3D per avercelo portato nientemeno che al posto di Dzeko. Grandissimo."
El Borchoké viene contestato dalla folla come neanche Pannella. Senza stigmatizzare gli sputi simulati, lo Schizzato continua ad agitare la folla: "Può darsi che il gioco di Conte sia troppo difficile da digerire e che quindi, all'interno della nostra rosa piuttosto abbondante, stia avvenendo una sorta di auto-selezione di tipo darwiniano a prescindere dai valori assoluti dei singoli, non lo so. Ma secondo me, se è vero che con la punta unica abbiamo un equilibrio invidiabile in mezzo al campo e in difesa e un'aggressività costante, è altrettanto vero che, se l'unica punta fa la sponda e i destinatari delle sponde sono dei dementi che non segnano manco con le mani, vincere le partite sarà sempre un problema. Senza contare che, verosimilmente, ci saranno anche i periodi in cui la brillantezza di oggi nel comandare il gioco con la forza e l'ignoranza alla Arnold Schwarzenegger magari verrà meno." Finita. Lo Schizzato inforca la porta di uscita con la faccia di chi non parlerà alla moglie fino a domenica prossima.

Chi segna?
E' un leader oggi pomeriggio, e il suo popolo lo segue fuori da questo bar poi non così distante da Torino. Indugiano solo gli immarcescibili del dibattito: l'Ingegnere, lo Svizzero e l'Epifanio che, anche se è molto meno figo di prima, non ha ancora spostato i suoi natali a Brindisi: "Il problema non è la punta unica, ma la bassissima qualità che abbiamo sulle fasce. Così diventa uno sterilissimo 4-5-1, che non ci porta da nessuna parte." L'Ingegnere assente, ma sposta la mira: "A me piuttosto fa pensare il fatto che Conte preferisca ancora oggi Adipì a Matri e Quaglia, e Pepe si riveli il migliore esterno in rosa dopo che ne abbiamo presi una decina." Lo Svizzero è bravo con i conti, ma stavolta non tornano: "Siamo una squadra solida senza la qualità necessaria per aprire le scatole. E' bastato mettere l'uomo fisso su Pirlo per rompere il nostro gioco. Io non ce lo vedo Marchisio fare 20 goal da centrocampista e nemmeno Vidal. Se Vucinic deve giocare sempre così più di dieci non ne fa. Pepe e Krasic? Dieci in due è grasso che cola. Del Piero è rigori e poco più, anche se le sue occasioni se le crea. Chissà, magari si sveglia Matri o Quaglia, altrimenti c'è qualcosa che non mi torna."
Chiacchiere. Arriva l'sms del Rozzangelo che spiega tutto: "Non ho visto la partita ma so che De Marco ci ha danneggiato."
Scusa, ma che stavi facendo invece?
Maledetta Belen, Mata Hari rossonera.

6^ Giornata - Domenica, 16 ottobre 2011, Ore 15.00
CHIEVO-JUVENTUS 0-0
CHIEVO (4-4-2): Sorrentino; Sardo (20’ N. Frey), Morero (69’ Mandelli), Cesar, Jokic; Rigoni, Bradley, Hetemaj, Sammarco (60’ Cruzado); Pellissier, Thereau. A disp.: Puggioni, Vacek, Moscardelli, Paloschi. All.: Di Carlo,
JUVENTUS (4-1-4-1): Buffon; Lichtsteiner, Barzagli, Bonucci, Chiellini; Pirlo; Marchisio (70’ Del Piero); Vidal, Krasic (56’ Giaccherini (80’ Estigarribia)), Pepe; Vucinic. A disp.: Storari, Pazienza, De Ceglie, Matri. All.: Conte
Arbitro: De Marco
Ammoniti: Thereau (C), Morero (C ), Sammarco (C ), Bradley (C ), Mandelli (C ), Pepe (J), Chiellini (J), Sorrentino (C )