Una settimana da cani

MoggiUna settimana pazzesca, di fuoco, per stomaci forti. Le file di juventini, negli studi di gastroenterologia, si sono ingrossate.
Iniziamo seguendo l'ordine cronologico degli eventi.

Domenica 15 giugno.
Un forumista trova sul sito di repubblica.it una intercettazione e la porta all'attenzione di diversi forum bianconeri. In questa intercettazione si sente un Mauro, che potrebbe essere Sandreani, dire a Zavaglia che ha saputo, da un intimo amico di Baldini, che Baldini andrà a lavorare alla Juve perchè Montezemolo caccerà Moggi e Giraudo. Era dicembre 2004, l'ultimo baluardo juventino, Umberto Agnelli, ci aveva lasciato appena 5 mesi prima e già correva voce di un Montezemolo intenzionato a fare piazza pulita. Lo stesso Montezemolo che durante i giorni di calciopoli diceva "Non mi occupo di Juve". Blatter ci ha detto il contrario. Questa intercettazione ci dice il contrario. Anche un'altra intercettazione, nella quale Alessandro Moggi dice al padre che ha saputo dell'intenzione di Montezemolo di sostituirlo, ci aveva già detto il contrario. L'intercettazione potete ascoltarla e trarre le vostre conclusioni:

Per molti, sul web, è solo un pezzo del puzzle già messo al suo posto che trova conferma.


Martedì 17 giugno.
Su Libero viene pubblicato un articolo di Moggi che punta il dito contro Carraro elencando alcuni fatti poco noti ed altri già conosciuti dall'estate 2006. L'articolo termina con un invito a Giraudo ad abbandonare il ritiro inglese e lottare al suo fianco. I termini usati sono forti: "Il medesimo ha depositato qualche giorno fa una seconda memoria per dire che lui si interessava di altre cose. Ponzio Pilato era un dilettante al suo cospetto". L'impressione è che Moggi si senta come l'unico a cui è rimasto il cerino in mano.


La stessa mattina Luciano Moggi ha rilasciato dichiarazioni spontanee al tribunale di Roma dove si sta svolgendo il processo Gea. Moggi ha parlato per oltre mezz'ora accusando l'ex dg della Roma, Franco Baldini, e poi il maggiore del carabinieri Attilio Auricchio (che con Arcangioli ha svolto le indagini per il processo Gea a Roma e per Calciopoli a Napoli). «La vicenda appare come una cosa macchinata e predisposta. Sono molto sconcertato: non ci sono prove ma solo chiacchiere contro di me». «Il maggiore Auricchio e Baldini si conoscevano benissimo», ha detto Moggi. «Per più di un mese i due si sono visti, facevano riunioni segrete, Auricchio gli disse di fare una denuncia contro di me». Poi, lamentandosi di alcune archiviazioni disposte dal gip su richiesta della procura di Roma nell'inchiesta Calciopoli, l'ex dg della Juventus ha aggiunto: «Ora mi ritrovo in questa aula e scopro che la Geronzi si è dileguata, De Mita si è dileguato. Ma come è possibile? La Geronzi era parte integrante della Gea, era la socia fondatrice. Siamo rimasti noi con il cerino in mano, e non va bene».
Ci si aspetta, per contrastare le accuse di Moggi, una dichiarazione che annunci querela, da parte di Baldini ed Auricchio, ma nel pomeriggio Baldini si limita ad una dichiarazione: «Per quanto mi sforzi di seguire il consiglio di Moggi, proprio non riesco a vergognarmi», ha risposto Baldini. «Non mi sorprende che parli di macchinazioni e complotti, ognuno usa il linguaggio che gli è proprio. A furia di raccontarsela ha finito per credere davvero a quello che dice».

Nel pomeriggio dello stesso 17 giugno un altro forumista attento mette in risalto una news, che non verrà evidenziata da nessun giornale. La news, ripresa da Dominiobianconero in un articolo, era la seguente:
(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Milano, 17 giugno - ''Il tema 'low cost' non coincide con il marchio Fiat, il cui posizionamento è medio-alto ''. Cosi' il responsabile marketing di Fiat, Luca De Meo, al convegno 'World Marketing & Sales Forum'. ''Fiat ha oggi un posizionamento che non ha mai avuto nella sua storia e perderlo sarebbe un peccato dopo il lavoro degli ultimi anni'', ha spiegato De Meo. Rispondendo alla domanda se Lapo Elkann sia stato un fattore importante per la ritrovata simpatia del marchio Fiat, De Meo ha detto ''si', ha aiutato, assieme alle sconfitte della Juventus''.
Sconcertante, come scrive il forumista Esprit de Zizou: "La dichiarazione di De Meo di per sé non rappresenta né una prova né una "confessione". Può essere benissimo una considerazione a posteriori. Per la serie: le cose sono andate così, e da questo la Fiat ne ha tratto giovamento. Ma la cosa inaccettabile per me è un'altra. Qui siamo di fronte al dirigente di un'azienda che non spende nemmeno una parola in difesa di un'altra azienda dello stesso gruppo da lui stesso tirata in ballo. Nessuno chiede a De Meo di parlare bene della Juve, ma visto che ne parla almeno dovrebbe farlo con prudenza, proprio perché la proprietà è la stessa della sua azienda. A questo punto però è giustificato l'atteggiamento di chi dice: a De Meo, sai che c'è? Io sono un tifoso juventino che deve cambiare macchina. Stavo dando un'occhiata ai siti della Croma e delle Lancia, ma a sto punto prenoto una prova con la 308 Ciel. Senza rancore, eh?"

A proposito di questa notizia il giornalista juventino CHRISTIAN ROCCA, sul suo blog, scrive:
Devo aggiungere altro?/2
Alla Fiat sono molto contenti della retrocessione della Juventus e spiegano che le sconfitte bianconere hanno aiutato il gruppo a risollevarsi.

Mercoledì 18 giugno.
La Juve patteggia davanti alla Commissione Disciplinare per l'accusa sulle sim svizzere che Moggi avrebbe dato agli arbitri, secondo Palazzi e la procura di Napoli. L'avvocato delle Juve Franzo Grande Stevens, già presidente al momento del fatto contestato, dopo il patteggiamento dice: "Non è un'ammissione di colpa. Diciamo che è un atto di generosità verso il settore giovanile e scolastico della Figc".
Un'altra sottomissione. Al momento del deferimento Cobolli aveva detto: "Qualcuno sta pensando nuovamente di portare la Juve in ambienti non di calcio: la vostra preoccupazione, è la mia. Però, abbiamo già espiato e non è più il momento di pagare, ma sarebbe ora di concentrarci sullo sport. Siamo convinti di aver già pagato un prezzo molto salato. Quando gli avvocati avranno letto tutta la documentazione, armeremo le forze per far valere le nostre ragioni". Ricordiamo che si era discusso di "ne bis in idem" e si era detto, da più parti, che la Juventus aveva messo una pietra tombale su quella stagione all'Arbitrato del Coni, dove il pool di avvocati della Juve, capitanato proprio da Grande Stevens, aveva chiuso una volta per tutte le questioni processuali. Evidentemente non era così.
Molti forumisti hanno interpretato le parole di Grande Stevens come "un pagamento per non avere problemi", paragonando la scelta a quella di molti commercianti che "pagano per non avere problemi".

Giovedì 19 giugno.
Al processo GEA Franco Baldini accusa Moggi di averlo minacciato: «Mi ha detto 'buongiorno pezzo di merda' e poi con il dito puntato a pochi centimetri da naso ha aggiunto: 'Guarda che così finisci male'».
L'udienza è stata movimentata tanto da richiedere l'intervento del presidente, che ha poi sospeso i lavori, ed è stata caratterizzata anche dalla notizia di una denuncia presentata dai legali di Moggi, alla procura della Repubblica e alla procura federale, nei confronti di Stefano Antonelli amministratore delegato del Torino calcio e costituitosi parte civile nel processo Gea, per l'ipotesi di reato di istigazione a delinquere. La querela, all'attenzione del pm Simona Maisto, riguarderebbe una presunta pressione ed invito fatto da Antonelli a Mario Auriemma, un dirigente sportivo, a denunciare lo stesso Moggi a Roma e a Napoli in cambio di favori e facilitazioni nei rapporti di lavoro. Parte dell'esposto è stato riferito in aula oggi ma il presidente del Tribunale non ha accolto la richiesta degli avvocati degli imputati, tra cui Maurilio Prioreschi difensore di Alessandro Moggi, di allegarla agli atti del processo. Il pm Palamara si era opposto.
Moltissimi forumisti si sono chiesti come mai, se è vero, l'Auriemma viene invitato a fare denuncia contro Moggi proprio a Roma e a Napoli, le solite due città e procure che stringono a tenaglia i Moggi. Solitamente una denuncia si fa senza cercare la città in cui è già in corso un'indagine a carico del denunciato.

Nella stessa giornata un'altra notizia "non buona", che creerà rabbia ed amarezza:
Juve: compravendite nel mirino
Procura ipotizza false comunicazioni sociali tra 2001 e 2006
(ANSA) - TORINO, 19 GIU - Compravendite sospette di giocatori tra il 2001 e il 2006 nell'inchiesta sul 'doping amministrativo' nei conti della Juve. La procura ipotizza false comunicazioni sociali e l'ostacolo alle autorita' di vigilanza. Sotto osservazione le operazioni relative a Cingolani, Bachini, Brighi, Pederzoli, Volpe, Criscito, Beretta, Mutu, Dovelech, Maresca e Miccoli. Regolare invece la cessione di Zidane al Real Madrid, con la mediazione di Licio D'Onofrio.

La procura di Torino ha concluso l'inchiesta sul "doping amministrativo" legato alla Juventus. Il fascicolo si riferisce alla vecchia gestione della società bianconera, e gli indagati sono l'ex ad Antonio Giraudo, l'ex direttore generale Luciano Moggi e l'ex vicepresidente Roberto Bettega, ai quali è stato notificato il rituale avviso di chiusura indagini. Secondo quanto si è appreso, dal procedimento è stata stralciata la posizione del presidente onorario Franzo Grande Stevens e di tre avvocati, per i quali erano state ipotizzate irregolarità nell'ambito della vendita della società "Campi di Vinovo".

Venerdì 20 giugno.
L'unico sorriso per i tifosi juventini, in questa settimana di fuoco, arriva dalle parole di Zidane che riconosce la grandezza della società Juve. In un'intervista al quotidiano Le Figaro, Zinedine ha sottolineato l'importanza degli anni passati in bianconero: "La mentalità vincente l'ho imparata alla Juve. Soltanto lì ho capito che vincere era un obbligo, fare parte di uno dei più grandi club del mondo ti pone l'imperativo del risultato. Quando perdevamo, era un dramma. Il calcio è semplice: quando lo si pratica ad alto livello, ogni tre giorni c'è una nuova partita. E questo ti fa scendere in fretta con i piedi per terra dopo una vittoria. E quando perdi, sei obbligato a lavorare più duramente".

Domenica 22 giugno.
L'Italia lascia l'Europeo. Torna a casa l'Italia di Petrucci che ha nominato Guido Rossi, l'Italia di Guido Rossi che ha nominato dirigente un Albertini per chissà quali meriti o attitudini dirigenziali, l'Italia di Albertini che ha scelto il suo amico Donadoni, l'Italia di Donadoni che ha schierato suoi amici spenti come Ambrosini o pupilli che lo han tradito come Di Natale. Torna a casa l'Italia di Abete che si lamenta degli arbitri in Europa e che davanti agli orrori di tanti arbitri che hanno cambiato la classsifica in Italia ha sempre detto che era tutto regolare. Torna a casa una piccola Italia, brutta nel gioco, con un centravanti arrancante e all'asciutto, battuto di testa anche dal puffo Puyol. Contro la Spagna è stata un'Italia che si è difesa per 120 minuti come neppure ai tempi di Rocco ... altro che allievo di Sacchi; del maestro condivide solo la sconfitta ai rigori, quasi cercati con un assurdo atteggiamento tattico.
Italia, andò vai se il blocco Juve nun ce l'hai!