Sentimento popolare (2012 edition). Testimonianze, domande e possibili soluzioni

vomitevole

Giovedì 31 maggio 2012, ore tredici appena passate.
Trovo una trattoria in un paesino della bassa pavese, al confine fra lodigiano e piacentino.
Nel salone c’è un televisore sintonizzato su Italia 1 Sport: volume basso ma filmati inequivocabili: protagonisti Conte, Bonucci, Criscito e la new entry Buffon.
Al tavolo a fianco tre ragazzi, presumibilmente colleghi, stavano discutendo di altro finché sullo schermo non è apparso il faccione di Antonio Conte. Parte il primo, milanista, e subito sentenzia: “Eccolo lì… faceva tanta scena quando andava a farsi intervistare senza voce… ma adesso che va in galera (testuale)… perché ieri l’hanno beccato eh!... adesso la voce gli è tornata, visto?”.
Il secondo, lui pure non juventino, rincarava la dose: “Sì, davvero… e ha pure avuto il coraggio di frignare perché non lo hanno avvisato della perquisizione. Cosa voleva? Voleva che gli dicessero: “Ci scusi signor Conte, quando e a che ora possiamo venire a disturbarLa a casa sua?”. In galera devi andare!”.
Ma poi - aggiungeva il milanista - a me non piace… non mi è mai piaciuto, ha quel modo di fare, Conte, che mi è sempre stato sul cazzo! ”. Infine entra in scena il terzo commensale, probabilmente juventino, che ha biascicato qualcosa tipo: “Ma quest’anno la Juve ha meritato”, replica subito rintuzzata dal tifoso dei meravigliosi: ”Ma dai! Quest’anno la Juve doveva stravincere e alla fine ha vinto per culo! Il Milan ha perso solo perché giocava le coppe e per gli infortuni, altrimenti non ci sarebbe stata storia!”.
Che dire, argomentazioni che avrebbero fatto la felicità di Galliani, Suma, Allegri ecc.ecc. con una sola pecca: non aver menzionato il gol di Muntari. O forse l’ha fatto mentre mi lasciavo distrarre dalle tagliatelle al ragù…

Sabato 2 giugno, circa le 11 del mattino.
Esco da una pasticceria di Vigevano e mi dirigo verso l’auto.
Incamminandomi incrocio una coppia di mezza età con un bellissimo cucciolo di labrador al seguito: l’uomo sta parlando con un ragazzo molto più giovane e quando mi avvicino sento questo distinto signore pronunciare parole pacate “… quest’anno non è andata molto bene…”.
Ignorando il contesto, me ne vado tranquillamente senza badare a quella frase.
Ci ha pensato il giovanotto a riportarmi nel “giusto” clima: “Eh, ma stia tranquillo che adesso glielo tolgono quello scudetto, sono dentro tutti: Conte, Buffon, Bonucci, Pepe… E’ una certezza: quando ci sono scandali nel calcio c’è sempre di mezzo la Juve!”.
Ho pensato: ecco un altro coglione rosicone. A quando il prossimo?
Morale della favola?
Il sentimento popolare antijuventino è tornato, se mai si fosse sopito, e fra la gente comune opportunamente indottrinata è più vivo che mai.
A questo proposito vorrei porre qualche domandina al presidente della Fiat e di Exor, John Elkann.
Perché Exor è pronta a difendere a tutti i costi l’azienda di riferimento del Gruppo mentre è assolutamente inesistente quando si tratta di difendere “l’asset” (cit. Elkann) più popolare?
Non è assurdo permettere attacchi così mirati e gratuiti contro un “asset” appena ricapitalizzato e al quale si è affidato (a suon di milioni) il rilancio di un marchio strategico del Gruppo?
E perché il marchio Fiat Group sponsorizza dal 30 maggio 2011 la Nazionale di calcio della FIGC, organismo verso il quale il solito asset "figlio di nessuno" aveva intentato un esposto il 10 maggio 2010 e in seguito una causa da 444 milioni di euro?
Le butto lì, solo per curiosità, anche se non mi aspetto chissà quali risposte.

Quanto ad Andrea Agnelli, consiglierei di iniziare a sondare strade alternative e non considero assurda (per quanto allo stato attuale tecnicamente poco praticabile) l’ipotesi di chiedere una deroga all’UEFA per questioni di tipo “ambientale”, e provare ad iscrivere la Juve a qualche federazione straniera, a costo – è una battuta ma mica tanto...- di dover ripartire da una serie inferiore.
Lasciamoli alle prese col loro giochino privato nel quale le regole (per modo di dire…) devono essere rispettate solo quando tocca agli altri farlo; lasciamo che i vari Abete, Zeman, Allegri, Galliani, Moratti, Baldini, Cellino, Preziosi, De Laurentiis ecc.ecc. se la cantino e se la suonino fra di loro.
Lasciamo che si scannino sui diritti tv che, senza la Juve – il vero volano di tutto il movimento - varranno la metà.
E allora si che ci divertiremmo da pazzi: immaginate le reazioni dei soggetti di cui sopra, ad esempio, senza più la valvola di sfogo della Grande Ladra verso la quale indirizzare le peggiori frustrazioni.
Che vita di merda li aspetterebbe, che soddisfazioni ci toglieremmo.