Alessandro Matri - Il calciatore

Campionario - Carico e scarico di calciatori che malgrado tutto non dimenticheremo mai

Il mio centravanti ideale non va in vacanza a Formentera. Il mio centravanti si ferma a Ibiza, è uno che si sporca. Il mio centravanti non è un bellimbusto, non cura il suo six-pack, non va al solarium. Ha il busto incassato, un accenno di gobba, verso i trent'anni mette su pure un po' di panza. Ha la faccia segnata da una coltellata, la polio, la varicella o anche solo l'acne. I suoi capelli fanno schifo, sembrano polvere. E lo vedi come si asciuga il naso?

Il mio centravanti ideale non pratica l'esultanza seriale, quando segna non gli viene in mente proprio niente, precipita in una scomposta ipercinesia come un ottenne bombato di zuccheri. Sì, lo concedo, il mio centravanti ideale può fidanzarsi con una velina: niente da obiettare. Uno come lui, d'altronde, non può che essere tradito. Perché il mio centravanti ideale ha le corna, non posso immaginarlo senza. Quando dici un rapinatore d'area, io penso invece solo a un rapinatore. Cattivo sotto porta? Cattivo e basta. Cattivo in senso buono? Cattivo, ho detto. E che cazzo.

Il mio centravanti ideale, ora cominciate a distinguerne i tratti somatici, assomiglia parecchio a Mario Mandzukic, il bandito schiavone del Bayern. E' di più, però. E' ideale, d'altra parte, per quanto così incivile. Ha un po' di Dario Hubner, un po' di Cristiano Lucarelli, parecchio di Hristo Stoichkov. L'umano più vicino a questa condizione mai passato dalla Juve è stato sicuramente Michele Padovano (e mica per quello che ha fatto o non ha fatto al di fuori del campo di calcio, capiamoci). E' il Jack Nicholson di Codice d'Onore, se fosse brutto. Il Jack Bauer di una repubblica della montagna nel Caucaso. Il Mike Ehrmantraut di Breaking Bad. E chissà quant'altro cinema.

E' una questione estetica, infatti, mica di produttività. Non sto dicendo che l'ideotipo sopra descritto sia per forza di cose un formidabile cannoniere, né che la sua nemesi non sappia badare al sodo. Gilardino è uno dei venti attaccanti più prolifici di sempre in Serie A, Michael Owen, in tutto e per tutto l'equivalente calcistico del suo omonimo dei Take That, ha segnato 2-2-2 goal e chissà quanti altri che ora non ricordo: semplicemente perché mi apparivano così calciatori, come è avvocato un avvocato o muratore un muratore, ne hanno messi a centinaia. Non sono qui a fare i conti, entrino pure i ragionieri, se servono a qualcosa.

° Una volta Wikipedia non c'era e le discussioni erano molto più divertenti, soprattutto non terminavano con uno che pretendeva pure di avere ragione numeri alla mano. Tutto ciò sebbene una nuova generazione di impavidi spaccatori di capello si stia imponendo, impiegando strumenti sofisticati come la scomposizione del dato in minuti giocati o trucchi neoclassici come citare il paradosso di Zenone per dimostrarti che effettivamente Messi pié veloce non ha mai segnato un goal.°

E' solo estetica. L'estetica di "Ma io ti strappo gli occhi dalle orbite e poi nel tuo cranio ci piscio dentro! Hai scelto il marine sbagliato!" o "Io non ho né il tempo né la voglia di venire qui a spiegare me stesso a un uomo che passa la sua vita a dormire sotto la coperta di quella libertà che io gli fornisco e poi contesta il modo in cui gliela fornisco."
Capito, no?
E' un tipo che non ha mai paura, ma soprattutto quello che toglie la paura a te, quando temi che l'Inter questa volta possa avere la meglio.

(-+-)

Queste erano le cose che pensavo - e senza pudore talvolta dicevo - qualche tempo prima di scoprire lo yoga, il movimento anti-sarcastico e Mirko Vucinic, il centravanti hippie, prima insomma di coltivare l'ambizione, più volte frustrata, di diventare un buono che tifa per i buoni. Ho cominciato, allora, a guardare il calcio, con lo scopo di trarne bellezza.
Della conversione, ho già scritto, del perché Matri invece tuttora non lo voglia vedere soprattutto in fotografia, spiego ora.
Non avete fatto fatica a riconoscerlo nel negativo del centravanti ideale. Il culto del corpo, i colpi di sole, l'esultanza coccodè, che ora vi mando in loop così vediamo se non vi parte un inarrestabile mioclono palpebrale:



Se il mio vecchio centravanti immaginario, poi, non ha paura di niente, Matri - racconta Pirlo nella sua biografia - è addirittura ipocondriaco. Come me, in pratica.
Ora, sono guarito dal cattivismo, e il fatto che Matri sia un bravo ragazzo, bravo e fragile, non mi disturba. Il fatto che sia un calciatore, decisamente sì.
Ad esempio:

"Finalmente dopo dieci anni torno a casa. Ho saputo che c'erano altre squadre che mi volevano ma ho forzato la mano per tornare qui. Trovo un allenatore che conosco e una maglia, la numero nove che sognavo da bambino quando la vedevo sulle spalle di Van Basten, Weah e poi su quelle di Inzaghi".

Non mi disturba affatto il suo immediato attaccamento alla maglia rossonera.
° E chiariamo, a scanso di equivoci, che sì invece Ibra tifava Inter sin da piccolo, e la dovete piantare con le solite cazzate. La prova è in questo video

Questo affetto puberale per i poster in cameretta, all'età di 30 anni, però, mi ricorda quei ragazzoni mai cresciuti che, oggi ingrigiti, ancora cantano e fanno le mossette davanti allo specchio con una spazzola in mano e la racchetta da tennis a tracolla. Qualcosa tipo:



Sa il nostro amico boscaiolo che le possibilità effettive di raggiungere la fama di Angus Young sono poche? Sa il nostro amico calciatore che per mettersi in pari con Inzaghi gli mancano circa 200 goal? (non conosco la media per minuto giocato, lo ammetto)
L'amico segaiolo sta evidentemente facendo una squisita parodia del rimbamboccimento che minaccia ognuno di noi. L'amico calciatore mi è sempre sembrato un po' più convinto che fare il calciatore consista nell'essere un calciatore (o apparire come tale). Trovarsi un'esultanza riconoscibile, dire le cose che i calciatori dicono, mettere su quell'espressione noncurante-divertita di quando il deejay ti riconosce e ti indica a tutta la discoteca e camminare come se la vita fosse uno struscio perenne. Finire insomma con l'essere assai meno vero del mio centravanti immaginario. Uno di quei calciatori che non fanno del calcio quel formidabile romanzo che tanto mi piace ma un insapore reality show, quella speciale narrazione per cui la realtà diventa meno vera della finzione, perché è il linguaggio che utilizza ad essere finto e incapace di spiegare alcunché. Coccodè.

Non è il fascino per i cattivi, dunque, ma per gli esistenzialisti, per i giocatori che fanno emergere la propria storia. Gli uomini che non si riconoscono nella propria professione, che cercano di migliorare, che scelgono di non abbandonarsi all'immaturità che trova i suoi simboli al di fuori di sé, ma di coltivare la propria.
E allora, ecco sì, che l'ultima spiaggia, l'ultima prima di approdare all'Isola dei Famosi, è quella giusta: il Milan, dove i tentativi di fare romanzo di qualsiasi piccolezza vengono espressi col linguaggio della soap, dove si cerca di riempire i vuoti di calcio alzando il volume dei videoclip, quel posto dove sono usciti i Maldini, i Pirlo e i Gattuso e sono entrati i calciatori. Il Milan che è diventato parodia di Milan, di quei grandi Milan in cui hanno giocato Van Basten, Weah e Inzaghi, a cui non assomiglia per niente, pur cercandone disperatamente le pose.
E allora se vuoi essere un calciatore, niente meglio di questo Milan, no?

Puntate precedenti:
1 - Mirko Vucinic, simbolo di pace
2 - Paul Pogba e il romanzo di formazione
3 - Simone Padoin, il giocatore di fatica nell'epoca della sua riproducibilità tecnica
4 - Stephan Lichtsteiner, la parabola dell'uomo quadrato
5 - Fabio Quagliarella will have his revenge on Youtube - Elogio del lavoro estemporaneo
6 - Andrea Pirlo - Non è un artista
7 - Arturo Vidal - Week-end warrior
8- Claudio Marchisio - Normale è il nuovo speciale
9 - BarzagliBonucciChiellini - Finché Conte non vi separi (1/2)
10 - BarzagliBonucciChiellini - Finché Conte non vi separi (2/2)
11- Sebastian Giovinco - Ritratto del fantasista da giovane
12 - Nicklas Bendtner - Ragazzo fortunato
13 - Gianluigi Buffon - La solitudine dei numeri uno 1/2
14 - Gianluigi Buffon - La solitudine dei numeri uno 2/2
15 - Giaccherini - Mio piccolo amico

Twitter: @elborchoke