La Cobolliade (tomo quarto)

cobolliadeIL MOTO PERPETUO COBOLLIANO: IL MIGLIORE DI TUTTI I TEMPI... THE PRESIDENT-ONE

- 4 gennaio 2009 
Giorno del suo compleanno. 64 candeline.
“Farò una cosa semplice, per pochi intimi. Visto il freddo che fa in questi giorni a Torino non vorrei ammalarmi...”.
“Io spero che il regalo la squadra me lo faccia a giugno. Sarebbe un dono non solo per me ma per tutti i tifosi bianconeri".
“La Juve è una squadra in grado di vincere contro chiunque. Siamo forti, compatti e tecnicamente validi”.

- 8 gennaio 2009
“Vorrei anch'io la finale di Roma: la voglio fortemente e la vogliono i giocatori. Il 25 febbraio abbiamo il traguardo estremamente complicato con il Chelsea ma i grandi campioni si stimolano di fronte alle imprese. Io i tifosi li porterei a Roma tutti sulle spalle, ma dipende dalla squadra e anche un po’ dalla fortuna”.
“In questo momento provo simpatia per il Cagliari e per il suo presidente. E anche in prospettiva del prossimo incontro (Inter-Cagliari, ndr) dico ‘Forza Cagliari’”.

"Se gli imputati saranno assolti, sarà difficile tornare indietro e farci ridare quello che ci è stato tolto, ma lo diremo ad alta voce. La giustizia sportiva ha deciso quando c'era una campagna negativa nei confronti della Juve".
"La giustizia sportiva è una cosa, quella penale un'altra. Il passato però è passato, deve servirci solo per fare meglio nel futuro".
(Dichiarazione rilasciata dopo la caduta dell'accusa di associazione a delinquere nei confronti di Moggi)

- 16 gennaio 2009
"Nella lotta scudetto c'è almeno anche il Milan... l'Inter ha un gruppo di giocatori poderoso e infatti l'ho sempre definita una portaerei. Però, senza voler fare paragoni, la Juventus ha dimostrato di essere squadra: è determinata, ha un buon tocco di classe, un grandissimo spogliatoio e ottimi tecnici".

- 24 gennaio 2009
Intervista al Corriere della Sera.
Il giornalista dice che per la giustizia sportiva gli scudetti sono 27 e Cobolli replica:
"Noi abbiamo accettato questo verdetto. L'abbiamo accettato dopo un arbitrato che è una pietra tombale sulla questione. Però, come Galileo Galilei, mi sento in diritto di pensare 'eppur si muove' ".
È passato alla storia come il primo presidente della Juve in serie B.
”Preferisco pensare che sono stato il primo presidente della Juve a conquistare una promozione dalla B alla A”.
E se dalla giustizia ordinaria uscissero sentenze di assoluzione?
”Non cambierebbe nulla. Vorrei che sia chiaro. La Juve ha accettato di far parte di un club e ne rispetta le regole. Anche se il club deve prendere decisioni ‘‘affrettate'', e non lo dico in senso negativo ma solo temporale, per garantire la propria sopravvivenza”
Ricorda la frase «Vogliamo essere vincenti, simpatici, trasparenti»?
”Certo, l'ho pronunciata io. E l'aggettivo ‘‘simpatici'' ci è costato molto, quando lo risento mi viene un po' di prurigine”.
Motivo?
”I tifosi pensarono: chi se ne frega di essere simpatici, noi vogliamo essere vincenti. Avevano ragione”.
Quindi, ripensandoci, non vorreste più essere simpatici...
”Ci basta essere stati accettati. Anzi, omologati”.

- 27 gennaio 2009
Cinque anni per tornare a vincere lo scudetto. Non vuole rivedere il pronostico fatto al momento del ritorno in A della Juve.
''Preferisco sbagliare per eccesso di prudenza piuttosto che fare promesse difficili da mantenere”.

- 3 febbraio 2009
"Lo scudetto lo può perdere qualcuno, non lo possiamo vincere noi".
”Il tecnico ha tre anni di contratto, la società li rispetterà”.

- 15 febbraio 2009
“Se quelle davanti non rallentano non riusciremo ad arrivare nei primissimi posti”.
(La Juve era seconda in classifica)

- 16 febbraio 2009
"L'Inter è la portaerei del campionato, ma la stagione non è ancora finita. Penso che l'Inter abbia fatto un grande passo avanti, ma nulla è chiuso. E' molto strutturata, ha tanti pezzi di pregio, ma la prova della verità comincia quando si giocherà ogni tre giorni: da lì grandi conferme o anche delusioni... Può succedere ancora tutto. La storia dimostra che sono possibili anche grandi recuperi".

- 17 febbraio 2009
A proposito della vittoria del derby di Milano, conquistata dall’Inter anche grazie ad un discutibilissimo gol di Adriano, il presidente della Juventus ha commentato:
“Certo il braccio ha dato indubbiamente un aiuto, anche se non sono in grado di giudicare”.
“Gli arbitri vanno lasciati in pace. Noi ci prendiamo i vantaggi che ogni tanto ci danno e sorvoliamo sugli errori che ci penalizzano”.

"Nei nostri programmi il piano giovani deve continuare, abbiamo sfruttato l'opportunità della B per lanciarli e stanno diventando un corpo importante all'interno della squadra. Sono destinati a sostituire alcuni campioni della squadra".

- 21 febbraio 2009
Si avvicinava Chelsea-Juventus.
"Siamo tranquilli e motivati. Sono ottimista dopo Palermo, abbiamo speso molto. Ho visto una squadra volitiva e cattiva nei momenti migliori della stagione".

- 2 marzo 2009
Commenta i fischi ricevuti nella partita col Napoli:
"Io me li aspettavo. Già a Stamford Bridge, mentre attraversavo il campo a fine partita, i tifosi hanno sfogato su me e Blanc la delusione dopo 90 minuti di grande pathos. Ma ne sono onorato, perché se mi fischiano significa che i tifosi mi considerano degno rappresentante della società".

- 6 marzo 2009
Sulle polemiche con l'Inter:
"Condivido quello che ha detto Buffon, che è un nostro grande campione. Comunque bisogna stare attenti perché così si aizzano i tifosi ed è molto pericoloso. Non parlerei di stile. La Juve ha il suo modo di fare e io sono soddisfatto di quello che facciamo. Non ho tempo di vedere altre situazioni. Il calcio si gioca sul campo e non fuori".
In Lega per l'Assemblea sul possibile incontro con Moratti:
"Non avrei nulla da dirgli, anche se ci vedessimo. Non penso che un grande uomo di calcio come lui possa essere né in difficoltà né in imbarazzo per una situazione come questa. Comunque, per quanto riguarda il tecnico dei nerazzurri, io preferisco scrivere, mentre lui è bravo a parlare. Il nostro comunicato è stata la risposta a tutte le polemiche".
”Noi siamo soddisfatti di quello che abbiamo detto, dopodiché l'Inter è una grande squadra e fa quello che vuole".

- 13 marzo 2009
"Un altro 5 maggio? Per me il 5 maggio è solo quello di Manzoni".
Sulla rottura tra Ranieri e Trezeguet:
"La società è matura, se ci sono dei problemi li dovrà affrontare e li risolverà".

- 20 marzo 2009
"Ranieri non si tocca. Così come Amauri e Trezeguet.
Sta lavorando benissimo e ha in mano tecnicamente e tatticamente la Juve. Abbiamo dieci partite da giocare e il nostro obiettivo, complicato e presuntuoso, è di vincerle tutte. Solo così si può sperare in un passo falso dell'Inter, che tra l'altro affronteremo nello scontro diretto".
Il campionato:
"Ci crediamo, ma non spero troppo in un tracollo dell’Inter".

- 26 marzo 2009
Su Antonio Cassano, tra i possibili obiettivi di mercato dei bianconeri:
“Cassano? Nulla è impossibile, nulla è possibile”.
Sulla crisi economica e il bilancio:
“Tutte le società devono guardare all'equilibrio tra ricavi e costi. Faccio un piccolo esempio: mi avete mai visto venire con un autista? Io guido la macchina per i fatti miei. È solo un segnale dello stile che vogliamo tenere”.

- 27 marzo 2009
Alba
"Vi assicuro che evitare la serie B era impossibile".
"Lo juventino non pianga il passato, ma guardi con fierezza al futuro, per rispetto della storia della Juve, perchè è lo stile Juve che lo impone. Bisogna guardare avanti".
"Abbiamo il 30% di possibilità di riprendere l'Inter".
In quella occasione un dirigente scolastico, sig. Rovera, ha chiesto a Cobolli il massimo impegno per poter rinnovare almeno una volta, prima dell'imminente pensione, il rito di appendere la sciarpa bianconera alla finestra del suo ufficio per festeggiare la vittoria dello scudetto.
Risposta:
"Rovera, io non so se lei riuscirà a festeggiare lo scudetto dal suo balcone da preside o da qualche altro balcone".

- 30 marzo 2009
"Senza nulla togliere alla doppia sfida con la Lazio, io sto pensando di più alla gara con l'Inter che può essere l'ultima nostra occasione per la conquista dello scudetto.
Le due sfide contro Lazio e Inter hanno due pesi differenti perché la partita con la Lazio ci può dare l'opportunità di raggiungere la finale di Coppa Italia e la conquista della decima Coppa Italia che sarebbe un altro bel record. Oltre alla possibilità di poter andare a giocare all'estero, in Cina, la sfida di Supercoppa che sarebbe una bella vetrina sia per il calcio italiano che per il marchio Juventus, visti i tanti tifosi che abbiamo in Asia".

"E’ da tempo che mi porto dietro il progetto del nostro stadio".

Del Piero, commentando il possibile arrivo di Cassano ha detto di non temere la sua concorrenza, e ha poi aggiunto che hanno ruoli diversi e dunque potrebbero coesistere senza problemi.
Cobolli:
"Le decisioni sugli acquisti le prende la società".

- 31 marzo 2009
“Buffon andrà via? Per ora lo ammiro fare quelle che fra noi chiamiamo i suoi 'zic', le sue parate incredibili”.

- 16 aprile 2009
“Scudetto? E' una chimera”.
Sul big match dell’imminente sabato sera:
''La Juventus ha il dovere di battere l'Inter per una questione d'onore. Per noi il secondo posto ha una grande importanza. Lo vogliamo noi più del Milan”.
"Ci giochiamo la faccia"
”Del Piero? Mai nessuno si è mai sognato di metterlo in discussione. Anche contro il Genoa è stato il migliore o uno dei migliori. Tra lui e Ranieri uno è di troppo? Non credo sia possibile. Se avevano qualcosa da dirsi l'avranno chiarito".

Tronchetti Provera invece:
”Juve, avversaria con la A maiuscola”.
”Sono i bianconeri i veri rivali dell'Inter”.

Cobolli in merito ad una possibile riserva scritta dopo l'errore dell'arbitro Rocchi:
“Le partite dobbiamo vincerle sul campo. L'errore è stato evidente. Ma fare una riserva scritta non avrebbe portato a nulla. Non serve urlare e dire parolacce per farsi capire. Serve parlare in maniera normale per avere autorevolezza”.
(Per la cronaca, è finita 1-1)

- 21 aprile 2009
Dopo la squalifica del campo per i fischi a Balotelli:
"Abbiamo chiesto scusa a tutti: all'Italia e al giocatore Balotelli. Ma abbiamo anche deciso di fare ricorso. Perché il ricorso è un diritto delle società. Le sentenze sono un dovere ma fare ricorso è un diritto. I ricorsi possono essere accolti o meno ma, in ogni tipo di giustizia, vanno fatti. La società deve tutelare i propri interessi sempre... e chi non fa ricorso sbaglia”.

- 22 aprile 2009
Sulla vicenda Balotelli.
“A me danno fastidio i cori razzisti, perché creano dei problemi alla società”.

- 22 aprile 2009
“Ranieri è con noi, insieme alla società.
Il nostro amministratore delegato gli ha confermato la fiducia pochi giorni fa.
Non c’è nessun motivo di non confermargli la fiducia.”
“Io sono convinto che non ci siano motivi, in questo momento, per pensare a qualsiasi soluzione diversa da quella di Ranieri”.

- 22 aprile 2009
Dopo il disastro totale di un’altra stagione da buttare via, nel dopo partita Juventus-Lazio 1-2 di Coppa Italia, dice ai microfoni dei giornalisti delle tv:
“Io spero di non mandare in vacca niente”.

- 27 aprile 2009
In risposta a Ranieri, che aveva detto che avrebbe parlato alla fine della stagione: “Quanto alle parole di Ranieri, alla sua volontà di parlare alla fine, può essere letta positivamente o negativamente. Io ne do un’interpretazione positiva, comunque vedremo cosa ha da dire. Penso soprattutto che questa squadra abbia ancora cose da dire, alla fine faremo i conti.
Certo non nascondiamo di aver mancato alcuni obiettivi che ci eravamo posti, ma la stagione non è ancora finita".

- 28 aprile 2009
"Confermo quanto detto ieri dopo la partita, la volontà è quella di concentrarci su queste ultime cinque partite. Dobbiamo recuperare gli scivoloni dell’ultimo periodo e conquistare il secondo posto. Un piazzamento che per noi è un fatto di prestigio e che ci giocheremo con il Milan, subito dopo la gara con il Lecce. Un presidente deve lanciare dei messaggi e cercare i lati positivi e per me ce ne sono anche in questa situazione anche se so che c’è una parte di tifosi che non è soddisfatta di quello che stiamo facendo ultimamente".

- 14 maggio 2009
“La posizione del tecnico? Nell'ultima riunione c'è stato un sostanziale apprezzamento per il suo lavoro".

- 17 maggio 2009
"Sicuro che nelle ultime settimane è mancato qualcosa, non sono giustificabili tutti questi pareggi e tutti questi punti persi. Poi, francamente, non è neanche giustificabile, contro una squadra come l'Atalanta a cui va tutto il mio rispetto, non scendere in campo dal primo minuto con la fortissima determinazione di vincere avendo saputo che il Milan aveva perso ieri sera".
Sono in programma provvedimenti?
"Non credo, però su questo si potrà discutere, però non credo, non fa parte dello stile della Juventus".
(Poi, poco tempo dopo, ovviamente, l'allenatore è stato esonerato.)

- 1 giugno 2009
Sulla scelta del nuovo allenatore:
"Blanc sta preparando tutta una serie di schede, ma tra la fine di questa settimana e l'inizio della prossima penso che chiuderemo".
"Laurent Blanc allenatore? Ma no, quando l'ho letto su un giornale ho detto a Blanc l'amministratore: 'Jean-Claude, cosa vuoi fare, Blanc sur Blanc?' "

- 11 giugno 2009
“Io apprezzo il giocatore Ibrahimovic e lo trovo simpatico anche come uomo, per la sua voglia di libertà, certo che quest'anno ha fatto il 55% di quanto ha fatto la sua squadra, quindi l'Inter dovrebbe sostituirlo in maniera molto degna”.

- 25 giugno 2009
”Qualora l'attaccante francese dovesse partire, credo che resteremmo così come siamo”

- 25 giugno 2009
“Secco aveva bisogno di avere il mio parere su alcune cose”.

- 25 giugno 2009
“Abbiamo dei giovani come De Ceglie e Eraudo(?) che l'anno prossimo dovrebbero poter fornire delle ottime prestazioni nella difesa della Juve”.
(Intendeva Ariaudo.)

- 29 giugno 2009
“Ledesma? No, cerchiamo altri”.
(28 giugno: A.Secco: “Ledesma non è un'alternativa ma un obiettivo vero".)

- 29 giugno 2009
Alla domanda di qualche giornalista sul suo futuro:
“Perché volete mandarmi via? Sto così bene qua!”.

- 3 Luglio 2009
"Avrei piacere a essere confermato come presidente.
Ho avuto grandi soddisfazioni in questi tre anni.
Credo che questi tre anni mi abbiano insegnato delle cose che potrei anche mettere a buon frutto nei prossimi tre anni”.

- 11 luglio 2009
“Adoro il Brasile e il samba. Mi auguro di veder ballare i miei campioni in campo”.
"Io voglio continuare in questa avventura. In tre anni siamo passati dalla B alla Champions e ho passato delle stagioni davvero stimolanti. Posso solo dire che mi trovo bene con la Juve, con i tifosi e con gli azionisti della società. Poi vedremo quali saranno le loro decisioni".

- 14 luglio 2009
Dal Guerin sportivo:
Presidente Cobolli: il suo mandato sta per scadere.
Possiamo parlare di Lei al futuro o dobbiamo già usare il passato?
"E il presente dove lo mettiamo? Di sicuro rimarrò in carica fino alla terza settimana di ottobre, quando l'assemblea degli azionisti dovrà ratificare il bilancio ed eleggere il nuovo cda. Poi si vedrà".
Rispetto a Chiusano e Grande Stevens, che erano semplici garanti, lei è stato - ed è - un presidente molto più esposto.
"Vero, ma non sono stato io a deciderlo. Lo prevedono le nuove regole di corporate governance della Juventus che dal 2006-2007 attribuiscono poteri gestionali anche al presidente a garanzia di trasparenza e collegialità".
Due requisiti che sembrano marcare un confine fra un prima e un dopo.
"Diciamo che siamo passati da una gestione oligarchica a una gestione molto più democratica".
Su Zaccone.
"Zaccone è un caro amico. Quando abbiamo appreso della sentenza (Serie B con 30 punti di penalizzazione, n.d.r.) è stata un'amara sorpresa per entrambi, ma d'altra parte si erano prospettati scenari anche più bui. Risalire da quell'abisso è stato impegnativo sotto molti punti di vista. Emotivo, intellettuale, persino fisico".
“Blanc e io abbiamo finito quell'estate sull'orlo della depressione. Per fortuna è cominciato il campionato e abbiamo subito avuto altro a cui pensare".
La serie B: un'esperienza estrema.
"Estrema ma anche formativa. Non voglio fare retorica, ma si impara anche soffrendo. Anche perché peggio di così non potrà più capitarci".
Tre anni dopo, forse, si può dire soprattutto nel bene.
"Sa cos'è che mi dà più soddisfazione? Essere fermato per strada da un ragazzo che mi dà una pacca sulla spalla e mi dice "Bravo Cobolli, adesso abbiamo una faccia diversa: continua così". Poi naturalmente ci sono anche i cori di insulti allo stadio. Che fanno male, inutile negarlo, ma che vanno anche accettati".
Rivede spesso le partite della squadra?
"No, ma dicevo a Blanc che ci farebbe bene farlo più spesso: servirebbe a tirarci su di morale".
Il Real dell'anno scorso era abbordabile, il prossimo sembra davvero fuori concorso.
"Quando abbiamo affrontato il Bate Borisov, il loro presidente mi ha raccontato che hanno un budget annuale di cinque milioni di euro e che il loro fuoriclasse prende 105 mila euro di stipendio. Dal punto di vista economico sono dei microbi, ma in campo ci hanno fatto sputare sangue".
Con tutto il rispetto, come lo spiega ai tifosi juventini che bisogna ispirasi al Bate e non al Real?
"Io sono il primo a voler vincere la Champions League. Quando vedo sfilare le coppe del Real durante la presentazione di Kakà o vado a trovare Galliani a Milanello e passo davanti alla bacheca dei trofei internazionali, rimango abbacinato da tutto quel luccichio e provo una sana invidia per qualcosa che, per storia e tradizione, meriteremmo anche noi. Prima però dobbiamo riprenderci gli scudetti che ci sono stati tolti".
Rivolete proprio quelli o pensate di vincerne di nuovi?
"Vorremmo ricominciare a vincere sul campo. Quello che ci è stato tolto rimane nel cuore ma non negli albi d'oro. Nel nostro bilancio c'è una voce in cui si dice che gli scudetti conquistati sono ventinove, con un asterisco che ricorda i due sottratti dalla giustizia sportiva. Giustizia che noi rispettiamo".
Ciro Ferarra: decisione meditata, scelta trendy o ripiego frettoloso?
"Io preferisco definirla scelta pragmatica. Blanc aveva preparato una tabella con una serie di nomi e i pro e contro di ciascuno. Alla fine è uscito Ciro anche per i galloni che si è guadagnato con il bel finale di campionato".
Una parte dei tifosi non ha ancora digerito il ritorno di Cannavaro.
"In parte li capisco. Un anno fa mi chiesero cosa ne pensassi di una possibile rentrèe, e ricordo benissimo di aver detto che avevo molta stima per lui ma che giudicavo inopportuno un suo ritorno".
Qual è la domanda che le hanno spesso in questi anni?
"Che cosa si prova ad essere il presidente della Juventus".
"Io venivo da una vita professionale soddisfacente. Ero un dirigente affermato, facevo conferenze stampa, nel mio ambiente avevo una certa notorietà. Però potevo andare in giro tranquillamente senza il rischio che qualcuno mi riconoscesse. Adesso la mia faccia passa mille colte alla settimana e quando sono in strada devo stare attento a come mi muovo perché c'è sempre qualcuno che potrebbe dire ad alta voce "Aho' anvedi Cobolli Gigli". Tutto ciò inorgoglisce ma nello stesso tempo soffoca. E' come essere prigionieri in una tonnara. Io ho imparato a evitare certi luoghi e certe persone: è l'unico modo per sopravvivere, anche se questo fa sentire più soli e isolati".

- 9 agosto 2009
Sul suo mandato in scadenza:
"E' prematuro parlarne ora, adesso godiamoci i risultati di questi tre anni".

- 3 settembre 2009
Sui compensi:"La Juventus è riuscita a contenerli e a non farli crescere. Il club ha molta attenzione per il monte salari, con l'inserimento di giovani, tende ad attenuarlo ed è rimasto in linea con quello dell'anno scorso. Comunque io conosco il mio stipendio e posso dire che non è cresciuto”.
Sull’allenatore dell’Inter:
"Guardo i risultati, Mourinho ha dimostrato di essere un grande allenatore".

- 10 Settembre 2009
“Giuseppe Rossi può essere da Juventus, prima però fatemi digerire gli ultimi acquisti”.
"L'Inter è un avversaria da temere, rispetto soprattutto il presidente Massimo Moratti, ma noi vogliamo vincere lo scudetto".
Sulla querelle Mutu:
"Non vale la pena replicare, non credo che la Juventus sia coinvolta".

- Settembre 2009
Sulla morte di Mike Bongiorno ha detto:
“Mike è una di quelle persone… immortali”.

- 27 ottobre 2009
(Assemblea degli azionisti)
Un piccolo azionista (Dominiobianconero) chiede:
"Adesso dite di voler difendere la Juve? E perché non l'avete fatto nel 2006?".
Cobolli non risponde.
Il piccolo azionista insiste:
"Perché al processo Telecom non vi siete costituiti parte civile?".
Cobolli, dopo alcuni secondi di silenzio, dice che non ha nulla da rispondere.
Altro piccolo azionista (Mago di Ios) replica, evidenziando che non ha avuto risposta su nessuna delle domande poste nel suo precedente intervento.
Prende atto che Cobolli non ritiene di difendere gli azionisti costituendosi parte civile nel processo Telecom.
Cobolli, evidentemente, non risponde neanche questa volta.
Alla fine si congeda salutando tutti.
"Sono stati 3 anni intensi. Mi preme ringraziare i giocatori, in particolare i “fedeli” (Del Piero, Buffon, Trezeguet, Camoranesi). Poi ricordo i tifosi, ricordo il giorno d’estate in cui li ho incontrati per la prima volta, ricordo i dipendenti, quelli della sede e quelli di Vinovo, ricordo voi azionisti, in particolare quelli che hanno contribuito alla sottoscrizione dell’aumento di capitale. Ricordo i consiglieri del CdA, ma in particolare i consiglieri indipendenti, che hanno dato garanzia di gestione trasparente, ricordo con commozione le famiglie Neri e Ferramosca e le ricorderò sempre, come i loro figli. Ringrazio i media, con i quali è sempre così difficile comunicare, condivido un pensiero di John Elkann “bisogna guardare sempre al futuro e mettere la massima carica e determinazione”. Rimarrò tifoso della Juventus, tifoso di Blanc e vi assicuro che otterrete risultati brillanti".

LA MORALE DELLA FAVOLA

Per concludere questa lunga cavalcata attraverso i ricordi degli ultimi tre anni, vorrei ricordarvi solo un altro paio di cosette…
Giusto per essere sicuri che ci siamo capiti.

La prima.
Il 18 dicembre 2006 c’è stata la consegna della Coppa dello scudetto 2005/2006 al presidente dell’Inter Massimo Moratti.
Scudetto vinto dalla Juventus ma poi assegnato, ingiustamente, all’Inter.
Il giorno dopo, il 19 dicembre 2006, La Stampa, giornale di Torino la cui proprietà coincide con quella della Juventus, ha scritto:
"Chi era in sala giura che al momento della premiazione il presidente bianconero non ha lesinato applausi al collega interista".

La seconda.
Tuttosport recentemente ha rivelato un retroscena molto interessante.
Appena saputo della fine della carriera bianconera del President-ONE, "Massimo Moratti ha chiamato Cobolli, avendo parole molto carine e arrivando a dirgli: 'Se lei non avesse lavorato per la Juventus, l'avrei voluta all'Inter per lo stile e la correttezza con la quale si comporta nelle sedi istituzionali e non'. Un riconoscimento che Cobolli ha particolarmente apprezzato. Cobolli, da 'presidente-tifoso' non è mai stato tenero con l'Inter e, ultimamente, erano stati protagonisti delle cronache i suoi duetti con Mourinho, ma Moratti ha sempre apprezzato i modi e i toni. Per Moratti sarebbe stato un ottimo dirigente nerazzurro, insomma".
Tuttosport lo ha capito con tre anni di ritardo.

La prima + la seconda in questo caso fanno la terza.
Un bel giorno, quando arrivò il momento di realizzare “il piano B”, qualcuno dalle parti di Torino forse cominciò a scrivere un elenco di persone che avrebbero potuto essere adatte per svolgere il delicatissimo compito.
Tra i tanti papabili uno è sembrato più adatto degli altri.
Serviva un manager che sapesse obbedire agli ordini in qualunque situazione, anche quando le cose sarebbero state parecchio difficili.
Un uomo che avrebbe svolto il suo lavoro senza remore di natura alcuna.
Un cavallo che non avrebbe smesso di correre neanche di fronte al fuoco, come desiderava il fantino dei piani alti della Torino bene.
Non so perché, ma Cobolli Gigli mi ricorda il personaggio di una vecchia barzelletta.

C’è un Tizio che parla con un amico e gli dice:
- “Ieri, alle corse, mi è successo un fatto incredibile.
Mi stavo allacciando una scarpa ed ero chinato, quando ad un certo punto un fantino molto miope mi ha gettato addosso una sella”.
- “Davvero?!?!
Oh Dio! E tu cosa hai fatto?”
- “Cosa vuoi che facessi senza allenamento?!?!
Sono arrivato ultimo!”


Spero che vi sia tutto chiaro.
Ok.
Pazientate ancora un attimo, ho quasi finito.
Il 17 ottobre 2009, allo stadio Olimpico di Torino, durante Juventus–Fiorentina, sugli spalti qualcuno ha deciso di salutare il President-ONE: infatti c’era uno striscione bellissimo:

“GRAZIE ALL'AMICO COBOLLI PER IL BUON LAVORO SVOLTO
BON TRAVAIL CHER PRESIDENT”


Qual è la notizia?
Semplice: ora sappiamo che il 17 ottobre 2009, a Torino, Tronchetti, Moratti, Buora, Rossi, J.Elkann, L.Elkann, Montezemolo, Gabetti e Grande Stevens erano allo stadio a vedere la Juventus.
O forse, la Fiorentina.

THE END: GOBBI CUCU', COBOLLI NON C'E' PIU'!

Se siete arrivati a leggere fino a qui siete dei lettori instancabili.
Se siete arrivati a leggere fino a qui senza vomitare, siete dei lettori con uno stomaco di ferro.
Ho pensato a lungo per riuscire a trovare un modo adatto per concludere questo lungo momento passato insieme.
Ci sono riuscito.
Il 27 marzo 2009, ad Alba, Cobolli ha raccontato un aneddoto relativo al Napoli-Juventus di Coppa Italia dell'estate 2006, quella della serie B.

"Entrai nello stadio "San Paolo", uno stadio pieno con 65.000 persone che, appena raggiunsi il centro del campo, si misero ad urlare "Cobbooo', vaffancuuuuù! Cobbooo’, vaffancuuuuù!", perché ero il presidente della Juventus!".

Ovviamente i Napoletani sbagliavano, Cobolli non è mai stato il presidente della Juventus.
Cobolli Gigli è sempre stato un'altra cosa.
Detto questo: Addio Cobolli.
Ciao guagliò!
Pe' nuje ca ce chiagnimmo 'o cielo 'e Napule,
comm'è amaro stu ppane!


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Tomo terzo