BATTIBECK! Baciamo le manette

battibeckCHE FINE HA FATTO LA SERIE A?
Caro Battitore,
questo campionato sembra quel film con Bill Murray dove una giornata si ripete sempre uguale, ancora ed ancora. Già sai cosa dirà Mourinho, cosa dirà Moratti, cosa dirà Abete, cosa non dirà Blanc. Over and over again. Che noia.
Riassumerò le mie due opinioni salienti sull'ennesimo giorno della marmotta. La prima è che andavano espulsi anche Stankovic e Milito. La seconda è che, se Moratti telefona ad Abete, come testimonia un tuo autorevole collega, c'è decisamente qualcosa che non va. Ma come? Uno chiama per lamentarsi quando l'arbitro, a detta di tutti, ha azzeccato le decisioni? E che cosa va cercando? Affannati pure a cercare nella tua memoria: a tanta protervia nessuno della Juve era mai arrivato, nemmeno nella più fantasiosa delle favole (quali si sono dimostrate in tribunale) sul Granillo.
Ricordo invece, stagione 2007/2008, il primo Juventus-Inter del dopo Calciopoli. Un guardalinee annullò un goal a Cambiasso, in evidente posizione di fuorigioco (era un calcio da fermo!). Ricordi Moratti? "Il guardalinee è stato troppo bravo". Minchia.
Per gli italiani, gli arbitri sono una vera ossessione. Quando è uscita Farsopoli, tutti dicevano che "solo in Italia", nazione di santi, corrotti e corruttori.
Alla prima occasione, però, sospettiamo di tutto e di tutti: c'è del marcio in Danimarca, in Svezia, in Norvegia. Tutti corrotti quando sbagliano contro di noi. Non era la prima volta per Ovrebo, non lo era nemmeno per Hansson. Quindi? Complottone, come hanno scritto autorevoli colleghi (sempre tuoi): la Germania briga per fregarci un posto in Champions League.
Mi è venuto in mente Bobby Bettega, la mia BB non di serie B, ai tempi della finale persa contro il Borussia Dortmund, con arbitraggio discutibile dell'ungherese Puhl. Sì, lo disse anche lui: "La loro federazione è più forte della nostra". La storia racconta che l'Avvocato lo cazziò terribilmente: ci teneva davvero, mica solo quando vinceva, a fare il Signore.
Bettega diceva quello che oggi dice Della Valle, è vero. Con una differenza, però: la Juve della Triade portò in dote a tutta l'Italia, grazie ai suoi risultati, i quattro posti in Champions League, a discapito della Germania. La nouvelle vague di Abete e dell'Inter Campione d'Italia, sta restituendo il favore ai tedeschi, grazie ai pessimi risultati, altro che Ovrebo. E questo vuol dire tanto, tantissimo. I tuoi colleghi più scemi dicevano che la Juve in Europa andava male perché non aveva gli arbitri della serie A. Cinque finali europee, cialtroni. Quante volte ha superato l'Inter gli ottavi nel dopo Calciopoli, in cui ha stradominato in Italia?
In Italia, continuiamo a raccontarcela, ecco cos'è.
Ieri a Bologna la solita gazzarra indegna contro di noi. Ma chi gliel'ha detto, a questi, che noi li abbiamo mandati in B? Che si sappia: cupola o non cupola, nelle ultime tre giornate nessuno degli "arbitri svizzeri", eccetto De Santis (che, se aveva qualche potere, fece perdere la UEFA al Messina e pareggiare il Parma), arbitrò uno scontro salvezza, a testimoniare di come la cupola tutto, niente, decidesse. Arbitri del Bologna: Farina, Collina, Paparesta. Agli spareggi arbitrarono all'andata Farina e al ritorno Collina. Va bene tutto, ma si mettano il cuore in pace, in B non ce li abbiamo mandati noi.
E se in dodici anni di Triade, l'Inter non è arrivata una sola volta davanti alla Juve in Champions League, qualcosa vorrà pur dire. La stessa cosa. Perciò.
Raccogliete i frutti di Calciopoli, ma almeno lasciateci stare con Ovrebo, please.
Dopo la panolada di San Siro, vi abbiamo scoperto: altro che Marmotta, questo è puro Truman Show.

MAROTTA, NON MARMOTTA
Carissimo,
come al solito, invece della luna guardi il dito. O meglio, il dito «ammanettato» di Mourinho. Come si dice in questi giorni di neve olimpica, che vada a «Fancouver». Dal momento che il lupo - e tu, sotto sotto, un po’ lo sei - perde il pelo ma non il vizio, ecco buttarti ai piedi, sbavante e diffidente, della telefonata di Moratti ad Abete.
Cosa vuoi mai che si siano detti, il presidente e il suo vice?
L’inferiore avrà garantito al superiore che d’ora in poi Collina curerà con più scrupolo le designazioni, mentre gli addetti alla «campistica» (ah, amatissimo Trap, quanto mi manchi!) provvederanno ad allargare l’area dell’Inter (che attacca) fino a 25 metri, gli stessi«incentivi» concessi alla Juventus rottamata.
Il problema non è la serie di luoghi comuni che elenchi: il fuorigioco di Cambiasso, la picconatina di Bettega, le allusioni a Ovrebo, il ricordo, commosso, delle cinque finali europee disputate dalla Juventus della Triade. Il problema, il nodo, il confine, il tutto è come Paolo Tagliavento ha diretto la prima in classifica nella sua tana. Avrei pagato, e pagherei, perché la nostra Juventus fosse diretta sempre dai Tagliavento di sabato. Bada bene: anche e soprattutto la Juventus cannibale d’antan, non la Signorina vegetariana di questo scorcio (e, fino a un mesetto fa, sconcio). Sì, un arbitro con gli attributi e la scimitarra che, nel dubbio, comincia a tagliare la testa al re e poi passa ai cortigiani; ai campioni e, quindi, agli sfidanti. Arbitraggi così fanno crescere la squadra. Né scorte né escort, come ai tempi che ti fanno godere: direttori di gara con la frusta che ti preparano alle battaglie della Champions League rigandoti la schiena e facendoti smoccolare, fuori uno, fuori due, e cavoli tuoi.
Se non sbaglio, Tagliavento ci capitò a Cagliari, appena tornati in A. Ci diede contro tre rigori: i primi due c’erano, il terzo no e l’assistente riuscì a fargli cambiare idea. Si macchiò di un unico, smaccato, favore: l’espulsione di Zebina. Un palese vantaggio, visto il nulla prodotto.
Paolo il caldo per una notte, sabato notte, sembrava Pierluigi il calvo. Marziale, apocalittico, eversivo. Sono questi gli arbitri che avrei voluto, sempre e comunque. Magari avremmo vinto uno scudetto in meno o uno scudetto con meno punti di margine, ma saremmo rimasti in serie A, e l’Inter avrebbe continuato a essere la solita, incasinata cabina telefonica di pre-Calciopoli.
Antonio, Luciano: perché? A Cagliari, dimenticavo, si vinse comunque e Gigi Buffon corse verso i tifosi a mostrar le palle chiare (e di cemento). Sono quelli gli arbitri che non ti inducono in tentazione, che ti fanno sputare l’anima e ti offrono il rispetto dei tifosi avversari. L’Inter non ha vinto, ma ha rischiato di farlo. E osi parlarmi sempre di De Santis, e insisti a esplorare ancora i paesi bassi del campionato 2004-2005? Scusa, ma chi doveva salvarsi? La Fiorentina. Chi si salvò? La Fiorentina. Lascia perdere il metodo, giudica il merito.
Dammi sempre il Tagliavento della panolada interista (da che pulpito, mamma mia!) e tieniti pure il Tagliavento che stava sbocciando prima dello scandalo. Vai a nanna con De Santis, se vuoi: non sono geloso. Sia chiaro: Tagliavento non è un eroe né un santo. Sbaglierà, verrà deriso: l’importante è che tenga la schiena dritta. Con gli Ovrebo, sta bene la classifica. Con i Tagliavento post Calciopoli, sta bene la coscienza.
Quanto alla Marmotta da te evocata nel finale, scusa ma preferisco Marotta. Convive con Antonio Cassano e non ha ancora chiesto il divorzio. Secondo me, riuscirebbe a convivere anche con l’ex pibe di Chambéry vecchia.
Bacio le manette.
Il Battitore Libero


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