BATTIBECK! Coppi, Bartali e Facchetti

battibeckINCHIESTA SULL'INCHIESTA.
Dottore buonasera,
ti prometto che quando diventerai direttore non ti chiamerò più. Ma ora, mi faccia sentire il suo calore in questo momento, perché...perché ho una bella grigliata da mettere sulla brace, Battitore. E' la terza giornata - addirittura anche l'Inter poteva ancora vincere il campionato - e Meani si consulta con Pairetto, esattamente come Moggi con Bergamo. E' un vero peccato, e mortale, che questa intercettazione sia stata dimenticata. Un peccato ché al processo sportivo questa intercettazione avrebbe fatto la sua porchetta figura, non fatico a immaginarlo.
Come se non ti conoscessi, "Tutte e due in B, l'ho sempre detto io!". Chi si ricorda la storia di quel campionato sa per certo che, griglie o meno, Juventus e Milan erano chilometri davanti a tutte e si sono giocate il campionato in una lotta tanto cruenta quanto solitaria: sole, solissime, dall'inizio alla fine. L'ultima frode sportiva contestata alla Juve ancora in piedi a Napoli si colloca a 11 giornate dalla fine. Un'eternità. Il momento clou della stagione, in cui Meani discuteva con Bergamo arbitri, guardalinee e forse anche il pallone del big match. Ora, la Juve ha vinto NONOSTANTE questo. Altro che il potere della cupola, il calore della copula.
No, non sono reo confesso: niente tale Milan tale Juve nel male. So che vuoi arrivare lì. Esisteva un codice di giustizia sportiva, questo è stato applicato, e la sentenza sandulliana ha individuato, e correttamente, la telefonata delle griglie come violazione ex articolo 1. Nella stessa sentenza però la convinzione che quel genere di rapporto fosse unico e privilegiato è stato un tassello determinante per costruire quell'illecito ambientale, che nel codice non esisteva, ma è stato applicato, ex articolo 6. Ora sappiamo che non è così, e quella sentenza va, per forza di cose, rivista.
Scopro inoltre che anche la squadra arrivata terza, a circa quindici chilometri da Coppi e Bartali, telefonava. Credimi: mi sento tanto solidale nei loro confronti. Il fango gettato su due scudetti a cui ero tanto affezionato, ora macchia la più grande vittoria nerazzurra del decennio: l'epica rimonta della pazza Inter sulla galactica Sampdoria. Una partita simbolo per il popolo di Moratti. Poveretti, li posso capire. Tengono duro, infatti, e dicono: non è la telefonata in sè, ma il verbo che scorre nel filo, quello che conta. E infatti oggi strizzatine d'occhi e di capezzoli si interpretano nella maniera più innocente, le cene sono frugali - altro che tartufi, sarà già tanto se hanno consumato, e in fretta, una minestrina -, le sfide si vincono insieme, pregando insieme il Padreterno. Il tutto nel privilegio di non avere la propria utenza telefonica sotto controllo, e nel privilegio di essere difesi direttamente dal Pm che, nella requisitoria che ha poi portato alla condanna di Giraudo, sbertucciava le difese: telefonate di Moratti non ce ne sono.
Non sono uno che accusa con leggerezza, però ti domando: per dipingere il quadro, non sarebbero state utili queste telefonate?
Non sono uno che accusa con leggerezza, lasciamo da parte Facchetti e Galliani, e concentriamoci su Auricchio e Narducci: non è una vergogna che certe telefonate siano state scartate, giudicate "non pertinenti", e ora si scoprono così impertinenti?
E' bastata una cena per condannare Moggi e Giraudo: da una cena e nient'altro hanno costruito accuse di frode sportiva. E allora lo dovevano scrivere che Facchetti andava a cena con Bergamo, che Meani discuteva in questo modo arbitri e guardalinee con Bergamo e Pairetto. E' stata negligenza? Negligenza grave, allora, gravissima, che si somma alle troppe stranezze di quest'inchiesta. Non scherziamo, altro che "ci sono telefonate e telefonate", ci sono corrieri e corrieri e gazzette e gazzette nell'interpretarle.

DA ATTILIO A MAURILIO
Carissimo,
il problema non è il nuovo filone (o faldone? non ricordo mai il termine esatto) di telefonate. Il problema è la morale del Briatore Libero. Non ne posso più. Ripeto: non ne posso più. «Telefonavano tutti»: ecco l’abracadabra del Flavio miracolato, che è poi l’apriti Sesamo del popolo juventino. Telefonavano tutti un cavolo. Telefonavano molti. E purtroppo, dal tono di voce, Moggi sembrava il designatore, mentre Moratti sembra Moratti.
Coraggio. Finalmente ti sei convinto o arreso: Juventus e Milan meritavano la serie B. Meglio tardi che mai. Quanto all’Inter, tocca a Maurilio (Prioreschi) portarla in B: lunga è la strada. Il convoglio ha appena ritirato il biglietto al casello. Buon viaggio. Leonardo Da Fingi Meani ne ha combinate più di Carlo in Francia e di Luciano in Italia. Articolo 6 netto, schietto. Come la celeberrima grigliata fra Moggi e Bergamo, nel corso della quale giocano a chi ha studiato di più. Che San Dulli l’abbia declassata ad articolo 1, non me ne può fregar di meno. In base al tuo ragionamento, il risultato di Reggina-Juventus 2-1 non può essere confutato anche se il buon Paparesta ci negò un colossale rigore. Per me la bracciata di Balestri era rigore (articolo 6), non un tocco involontario o, peggio ancora, una mano non colta (articolo 1). Per te?
Amico mio, vogliamo dare alla Telecom quello che è della Telecom? Non ha cucito o scucito nessun nastro, nessuna bobina. Erano tutte là, le intercettazioni: bastava chinarsi e prenderle. Immagino che il dottor Narducci e il colonnello Auricchio avessero, all’epoca, la schiena a pezzi. Quando si dice il destino. Proprio in quel periodo, proprio di fronte a quella pila di «prontosignorbergamo?sonoiomoratti». Dai, non essere geloso. In fin dei conti, abbiamo avuto tanto: anche l’attenzione del Ministro dell’Interno; anche l’onore di eleggere Adriano Galliani alla presidenza della Lega; anche l’esclusività confidenziale dell’ex vice presidente Innocenzo Mazzini. Mica il solito circolo vizioso bergamoapairetto, sai che barba. Grandi, sul serio. Grandissimi. Pirla.
Bisogna tenere duro, e sperare che la Juventus, in B, non ci torni sul campo, come accadrebbe se ci fossero ancora una quindicina di partite e non le sei offerte dal calendario. Era dal 1962 che non mi imbattevo in un disastro del genere. Mamma mia! Temo che il ritorno di Calciopoli abbia distratto lo spogliatoio. L’uscita del capitano sugli scudetti confiscati mi è parsa in linea con i chili di enfasi che zavoranno i siti di voi Rancorosi. Come sempre, non mi limito alla diagnosi, ma vado oltre. John Elkann, La prego: trovi un Prioreschi anche per la Juventus-squadra. Da quando ci ha evitato la C, Zaccone si è imborghesito e sta difendendo, pensa te, il Gabetti e il Franzo. Tu chiamale, se vuoi, emozioni. Io no. Io applaudo il prode Maurilio, con il quale non nego che stia nascendo un idillio. Dovrà sudare, però, per scalzare dal mio cuore le arringhe di Zaccone. Non crederà mica, il Maurilio, che mi bastino un pissi pissi di Moratti e una sviolinatina di Giacinto a poche ore dalla partita. Voglio di più, molto di più. E so che, se vuole, Prioreschi può darmelo. Voglio, come minimo, un arbitro ricusato, un ministro blandito, un Papa citato, un sequestro millantato.
Viva Maurilio, abbasso Attilio (Auricchio). In caso contrario, mollerò l’inchiesta per dedicarmi a Iniesta.
Il Battitore Libero

PUNTATE PRECEDENTI:
Il lodo Elkann (con un inedito moggiano)
Tutti pazzi per Mogginho
Paolilli e Paolucci
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Baciamo le manette!
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Sei Giacinto o Massimo?
Lapopoli
Attenti al Milan!
Il peggior nemico di Luciano Moggi