Marotta è la scelta più logica possibile

marottaBeppe Marotta è sempre più vicino alla Juventus.
Anzi, fonti attendibili garantiscono che il manager varesino avrebbe raggiunto l'accordo con la società di Corso Galileo Ferraris nella giornata di lunedì 3 maggio.
Seppur ancora giovane (classe 1957), è un manager di lungo corso, avendo iniziato poco più che ventenne ad occuparsi del settore giovanile della squadra della sua città, il Varese, alle dipendenze del presidente Guido Borghi, erede del leggendario ingegner Giovanni, commendatore dell'elettrodomestico artefice degli anni belli del Varese di Liedholm, Anastasi e Bettega, ma soprattutto deus ex machina della grande Pallacanestro Varese sponsorizzata Ignis, quella di Ossola, Meneghin e Raga per ben 5 volte campione d'Europa.
Marotta, promosso praticamente subito direttore generale, "lavora in casa" fino a metà anni Ottanta, anche dopo il disimpegno della famiglia Borghi, finché, nell'87, lascia il sodalizio prealpino dopo la retrocessione in C1 e approda a Monza.
Sono gli anni in cui in Brianza vengono lanciati giovani dal grande futuro (Casiraghi, Antonioli) e ne escono valorizzati altri che torneranno alla base per affermarsi (Costacurta).
Ma sono anche gli anni dell'inaugurazione del Brianteo, il nuovo impianto cittadino che nell'intendimento del club dovrebbe spingere il Monza all'assalto dell'agognata serie A; ma purtroppo l'ambizione si scontra con la dura realtà: nel 1990 i brianzoli retrocedono nuovamente in C1 e Marotta si trasferisce al Como, nella stessa categoria.
I lariani del presidente Gattei sfiorano per due volte la promozione in serie B, lanciando un giovane terzino dal destino tanto promettente quanto carogna, assolutamente in contrasto con il cognome che portava. Quel terzino era il compianto Andrea Fortunato.
Un biennio a Ravenna con una retrocessione in C1 per il club giallorosso e poi il manager varesino si trasferisce nemmeno 150 km più a Nord, alla corte del Venezia di Zamparini.
E' la svolta della carriera di Marotta, che nel 1995 entra nel Consiglio Direttivo dell'Associazione Direttori Sportivi e finalmente nel 1998 assapora la serie A con Novellino, un tecnico col quale si ritroverà con reciproca soddisfazione qualche anno dopo a Genova e, grazie all'unica annata di livello di Recoba (e ai gol di Maniero), gli arancioneroverdi ottengono un'insperata salvezza.
Due stagioni di A, la seconda conclusa con una retrocessione in cadetteria, e l'allora 43enne membro della commissione marketing della Lega Nazionale Professionisti accetta le offerte dell'Atalanta di Ivan Ruggeri.
Due stagioni positive (i bergamaschi terminano fra le prime 10 in entrambe le stagioni stabilendo il record di punti in serie A) e la soddisfazione di vedere il capitano della Dea Cristiano Doni ai Mondiali di Corea e Giappone.
Da quel momento è solo Sampdoria, società che il presidente Garrone rileva e affida alle cure di Marotta, il quale sceglie la vecchia conoscenza Novellino per ricostruire una squadra che naviga in serie B da un triennio.
Promozione centrata al primo colpo e inizio di un quadriennio di soddisfazioni che porterà al manager la nomina (nel 2004) ad Amministratore Delegato doriano, mentre alla squadra riuscirà di ottenere un piazzamento UEFA.
Da un Walter all'altro, nel 2007 Marotta ingaggia Mazzarri al posto di Novellino, il cui ciclo quinquennale si era esaurito: il cambio porta la Samp alla conquista di un nuovo piazzamento UEFA, dovuto anche e soprattutto all'intuizione/scommessa di provare a rigenerare Antonio Cassano, preso in prestito con diritto di riscatto dal Real Madrid, un riscatto da esercitare solo in caso di cessione del calciatore negli anni successivi con un importo a decrescere. In sostanza, il cartellino di Cassano alla Samp non è costato nulla.
Altra felice trovata è l'affare Pazzini, ai tempi di Firenze relegato ai margini da Prandelli e acquistato da Marotta a gennaio 2009. 11 gol in un girone di ritorno per il "Pazzo", una finale di Coppa Italia (la prima per la Samp dal 1994) raggiunta anche per merito del bomber di Pescia, che quest'anno sta confermando grande continuità di rendimento anche con un nuovo allenatore.
E' Gigi Del Neri l'uomo scelto dalla società blucerchiata per una stagione che, a due giornate dal termine, vedrebbe il presidente Garrone ripercorrere le orme del suo predecessore e amico Paolo Mantovani, ovvero riportare la Sampdoria nel salotto buono d'Europa.
Un'altra scelta oculata frutto del lavoro di Beppe Marotta, un uomo serio, un manager preparato e furbo il giusto, bravo a far quadrare i conti e specializzatosi nel puntare su atleti da ricostruire.
Una persona educata ma in grado di agire con fermezza, basti pensare a come in questa stagione ha saputo gestire le frizioni fra due caratteri diametralmente opposti quali Cassano e mister Del Neri, che in passato a Roma avevano fatto naufragare una stagione al club e perdere la panchina al tecnico.
A Genova, da separati in casa, i due hanno unito i propri rispettivi talenti in funzione del bene comune.
Quello che ci vuole per la Juve dallo spogliatoio "frizzante".