Altro che Alba. Notte fonda

cobolli gigliLa sensazione più forte che mi ha lasciato la serata di venerdì 27 alla presentazione del libro "Er gò de' Turone" di Massimo Zampini, ad Alba, in compagnia di alcuni colleghi di Team, è riassunta in una frase che ho sussurrato all'amico Trillo dopo l'ennesima puttanata uscita dalla bocca di Cobolli: "Questo qui non ce lo leviamo più dai coglioni".
Zampini ha illustrato il suo lavoro senza offendere nessuno, stando attento a non rischiare querele sia per quel che riguarda i contenuti del libro, sia per quel che concerne la presentazione al pubblico. Le parole introduttive di Zampini, assolutamente concilianti e improntate sull'orgoglio di essere juventini, riportavano l'esperienza di un tifoso bianconero cresciuto in un luogo come Roma, sullo stile che differenzia il popolo bianconero dal resto dei sostenitori ("noi non fermiamo treni e non bruciamo cassonetti"). Ci si poteva aspettare qualcosa di diverso, di più incisivo e "rancoroso"? No, era la presentazione di un libro, e la nostra presenza era dovuta a pura curiosità, tanto per capire una volta di più quanto certi personaggi "ci siano o ci facciano". Ebbene, l'impressione ricavata dal vivo durante l'assemblea dello scorso 28 ottobre, la prima volta in cui vidi il "presidente dell'espiazione" live, ieri sera ha trovato una seconda, deprimente conferma.
Questo signore è molto peggio dal vivo che in video.
Cobolli non si è certo dimostrato un professionista e in più con metodi non proprio raffinati.
Indiscrezioni davano la sua presenza in forse fino alla giornata di giovedì, a quanto pare per via di un risentimento dovuto ad alcuni passi contenuti nel libro che l'ex amministratore delegato della "Rinascente" ai tempi della dismissione dell'azienda avrebbe ritenuto offensivi.
Invece Cobolli si presenta con una copia del libro sottolineato ed evidenziato nelle parti "incriminate" da chissà chi (Miaaaaaoooooo????) e con un discorso preparato (preventivamente) assolutamente non in linea con le esternazioni di Zampini, il quale assisteva tra il divertito e il sorpreso per l'attacco arrogante portato nei suoi confronti dal presidente binario. Davvero disgustoso Cobolli, con quel suo battere energicamente i pugni sul tavolo e nel rivolgersi con stizza e maleducazione all'autore del libro, trattandolo come un bamboccio di 35 anni accecato "dal rancore e dall'odio" e sollevando dubbi sulla sua attività sessuale, tanto che, secondo il presidente binario, potrebbe addirittura "essere ancora vergine". "Fate la figura dei co...bolli", ripetuta due volte, è la frase utilizzata dal presidente della New Holland per manifestare il proprio stato d'animo al cospetto dei contestatori, accusati di tenere atteggiamenti poco rispettosi ed educati nei confronti di chi ha azzerato il passato prendendo in mano le sorti della Juve nel momento più drammatico della sua storia ("vi assicuro che evitare la serie B era impossibile"), invitando tutti a "guardare avanti", al prossimo futuro: "abbiamo il 30% di possibilità di riprendere l'Inter, ma siamo concentrati anche sul miglioramento della squadra per l'anno prossimo, compreremo un grande campione di livello internazionale per sostituire Nedved che lascia (sensazione: a Cobolli e soci l'eventuale ripensamento del ceko non sarebbe gradito) e chi ha fatto bene quest'anno l'anno prossimo farà sicuramente meglio".
Il tutto senza possibilità di replica. In sequenza sono poi intervenuti Gianni Rivera (di un'ovvietà disarmante il suo interminabile e soporifero intervento), Gianluca Pessotto (applaudito dai presenti per i suoi trascorsi e per la sua educata timidezza) e altre autorità come il dirigente scolastico Rovera.
Il signor Rovera ha chiesto a Cobolli il massimo impegno per poter rinnovare almeno una volta, prima dell'imminente pensione, il rito di appendere la sciarpa bianconera alla finestra del suo ufficio per festeggiare la vittoria dello scudetto. La risposta del presidente dal doppio cognome e dai mutevoli pensieri è degna di chi gestisce la Juventus come fosse Zelig o Colorado Cafè: "Rovera, io non so se lei riuscirà a festeggiare lo scudetto dal suo "balcone" da preside o da qualche altro "balcone"....". Surreale: cosa avrà voluto dire? Di quali "balconi" parla? Noi, per la cronaca, riportiamo che la frase era accompagnata dai pugni sui fianchi... al lettore ogni altra considerazione. Per finire, prima dei saluti finali e lo sfollare dei presenti (Cobolli se ne va regalando l'uovo di Pasqua a lui destinato, ma tenendosi ben stretta la bottiglia di prezioso vino offertogli...), l'acuto finale: un aneddoto relativo al Napoli-Juventus di Coppa Italia dell'estate 2006, quella della serie B. Leggete: "Entrai nello stadio "San Paolo", uno stadio pieno con 65.000 persone che, appena raggiunsi il centro del campo, si misero ad urlare "Cobbo', vaffanculo! Cobbò vaffanculo!", perché ero il presidente della Juventus!". Neppure questa l'abbiamo capita, o forse si: sicuri che ad urlare quell'insulto fossero tutti tifosi della squadra partenopea?