Cannavaro: maglia numero 27!

cannavaroEcco, ormai è fatta.
Cannavaro ritorna alla Juve.
Visite e formalità varie, ma ormai è dei nostri.
Aspettavo questo momento da un po’, prima di esporre le mie riflessioni ho preferito essere sicuro che l'operazione non saltasse per qualche ragione o per qualche imprevisto.
Ne ha parlato già il mio fantastico collega Clau71, di questo nuovo arrivo.
Nuovo… per modo di dire.
E il mio collega ha espresso idee condivisibili.
Però vorrei dire la mia anch’io.
Scusatemi se ci saranno delle ripetizioni di fatti già esposti in precedenza, ma è per farvi capire quello che penso con un ragionamento costruito per bene.
Voglio precisare che non affronterò il tema dell’età del giocatore e del suo rendimento al Real Madrid, e non affronterò neanche il tema dell’opportunità di questa operazione di mercato.
Comunque… “Dateci anche Cabrini! Dateci anche Cabrini!”
Va bene, scherzi a parte…
Vorrei essere chiaro innanzitutto sugli aspetti che mi hanno sempre reso simpatico Cannavaro, prima di passare alle riflessioni amare.

- E’ stato vittima di un attacco mediatico quando le tv fecero vedere quel famoso filmato amatoriale della flebo, realizzato ai tempi in cui giocava nel Parma.
Attacco mediatico arrivato quando è approdato alla Juve.
Ma guarda un po’ che casualità!
Flebo inutile, ovvio.
Farmaco come tanti altri.
Ma è l’immagine che conta…
Attaccare Cannavaro per attaccare la Juve…
La tv spesso è una fogna a cielo aperto.
Non serve aggiungere molto altro.
Mi limito solo a dire che essere vittima dei media può essere devastante.
Le vittime mi restano sempre simpatiche.
Punto.

- Al ritiro premondiale 2006, esplosa Calciopoli, i tifosi dell'Italia gli gridavano in coro:
”Cannavaro pezzo di merda!”
Pur di sputare sulla Juventus certa gente è capace di qualunque cosa...
Poi questi geniali tifosi italiani hanno festeggiato il mondiale...
No comment.
Non commento la minchionaggine.

- Dal ritiro della nazionale in Germania, sempre estate 2006, ha difeso Moggi e gli scudetti della Juve.
Dichiarazioni offerte alla stampa, la quale non vedeva l’ora di scorticarlo vivo… qualche ebete forse aveva persino proposto di buttarlo fuori dalla nazionale all’istante…
Ricordo ancora adesso un tifoso al bar con cui io ebbi una discussione abbastanza accesa.
E fu così che partì dall’Italia, tutto trafelato, il prof. Guido Rossi, ex cda Inter, consulente IFIL, commissario straordinario FIGC, (molto commissario, per niente straordinario), per fare in modo che certe dichiarazioni potessero ritornare nella gola di chi le aveva espresse.
Ricordate?
La libertà di pensiero mi è sempre piaciuta.
La democrazia anche.
No comment.

- Quei due scudetti revocati sono stati vinti anche grazie alle grandi prestazioni di Cannavaro.

- Ogni volta che gli sono state fatte domande su Calciopoli, lui ha sempre difeso gli scudetti vinti dalla Juventus (anche in Spagna).
Non è cosa da poco.
Basta vedere il comportamento tenuto, post 2006, da Thuram, Zambrotta, ed altri ex.

- Ha giocato un mondiale 2006 straordinario, senza sbagliare neanche un intervento (rendimento stellare).
Va bene, questo non conta con le nostre cose, si tratta solo di gioco, però anche il rendimento me lo ha reso simpatico.
Io poi sono molto prevenuto, prima dell’arrivo alla Juve mi piaceva già moltissimo.
Il pallone d’oro è strameritato perché anche Buffon, per esempio, è stato fantastico nel 2006, ma sui rigori non è bravo come fra i pali, (grazie Trezeguet!), quindi ho sempre creduto che fosse meritato più per Fabio che per Gigi.

- Mi hanno fatto molto piacere anche i ringraziamenti per i nostri due anni che gli hanno fatto alzare il pallone d'oro.
Ha riconosciuto i meriti della Juventus per l’influenza positiva sui suoi risultati sportivi personali.
Anche questa è una grande cosa.

Bene.
Grossomodo le cose positive le ho dette.
Tralascio il suo comportamento nel caso Pessotto, le vicende umane e di amicizia sono su un altro piano…
Ora passiamo alle cose più interessanti e piccanti.
Le prime dichiarazioni, scoppiata calciopoli, furono straordinarie, perché Fabio fece capire che sarebbe rimasto anche in B.
Questa in effetti è la prima grossa macchia, visto il seguito.
Però va detto che Cannavaro non è un tifoso della Juve, ed ha ricevuto un’offertona da uno dei club più titolati del mondo.
Mercenario? No, professionista.
Professionista cui un consulente del proprietario del club ove egli all’epoca giocava ha pensato bene di togliere il diritto d’opinione e il diritto di libera espressione del proprio pensiero.
Forse forse forse me ne sarei andato anch'io al posto suo.
Se capisci chi è che ti sta facendo le scarpe, forse potresti anche prendere una decisione che in altre condizioni non prenderesti mai.
Detto questo, so benissimo che magari lui ha fatto le sue scelte tenendo conto di altri parametri… carriera, soldi, ecc, ma cambia poco o niente.
Una decisione è stata presa, ed è sta presa liberamente.
Perfetto.
Però, quando una decisione è presa, è presa, non si può sperare che la gente comune si faccia una propria idea senza qualche preconcetto.
La coerenza è la maglia più difficile da indossare, ma è quella con cui puoi replicare a qualunque fischio, contestazione o critica.
Scudetti anche in Spagna, pallone d’oro… tutto regolare.
Tutto meritato.
La stima della gente, però, bisogna conquistarsela anche con altre cose.
Il pallone non è tutto.
La mia stima Fabio Cannavaro l’ha persa in questa stagione 2008-2009, quando la Juventus doveva incontrare il Real Madrid nel torneo della Champions League.
Poco prima del suo ritorno allo stadio di Torino per il match, Cannavaro ha rilasciato un’intervista alla Gazzetta dello Sport dove si è espresso in questi termini:

“Sono arrivato qui due anni fa, ma mi dispiacque andarmene così da Torino: dopo il mondiale dissi al club che in A sarei rimasto anche a -50, con la retrocessione in B se fosse arrivata un'offerta dall'estero avrei preferito andar via. E così è stato. Se i tifosi mi fischieranno in Champions all'Olimpico è nel loro diritto, ma sappiano che è stata una decisione presa molto a malincuore...”

La paura dei fischi a Torino ha giocato un ruolo importante.
I fischi sono arrivati ugualmente, i cori ostili riservati dalla curva Scirea al capitano della Nazionale nel confronto interno contro il Real erano scontati.
Il popolo bianconero non ha mai digerito la partenza di Cannavaro, considerandola alla stregua di un vero e proprio tradimento, ma la cosa grave è che colui che ha paura delle contestazioni ha cambiato le carte in tavola.
Ancora di recente vi sono stati cori contrari al suo ritorno alla Juve.
La dirigenza bianconera di queste cose non si occupa ovviamente, ormai li conosciamo bene quelli là.
Tralasciando però la questione incompetenza della dirigenza bianconera, mettiamo a fuoco il problema etico.
Se un giocatore se ne vuole andare ok, ci sarebbe stato sempre qualche gentleman che avrebbe fischiato alla prima occasione utile, la sportività non è di questo mondo.
Ma se prima si dice che si vuole restare anche in B, e due anni dopo si dice che si sarebbe rimasti solo in A anche con -50… è offensivo.
E molto!
Questa nuova versione è una giustificazione del menga.
Le opinioni sono un discorso, le prese per i fondelli sono un altro discorso.
Questa dichiarazione ha cambiato anche un mio ricordo.
In realtà, per essere più precisi, sono cambiate le emozioni legate a quel ricordo…
Piccolo aneddoto personale, se me lo permettete.

Quando la Juventus ha vinto lo scudetto numero 28, io aspettavo il pullman dei giocatori fuori dallo Stadio delle Alpi.
Sapevo più o meno quale era l’uscita dove avrei dovuto aspettarli, e sapevo che era previsto un percorso che era indirizzato verso il centro della città per i festeggiamenti.
Mi piazzai in un punto strategico, Stadio angolo C.so Grosseto, in direzione palazzetto dello sport.
Il pullman uscì, con il tetto scoperto e i giocatori festanti sopra.
Arrivato all’angolo per svoltare, mi è passato vicino e ha rallentato al punto da fare una cinquantina di metri a passo d’uomo.
In quel momento, preso dall’euforia "scudo fantastico", mi sono avvicinato ad uno dei due lati lunghi del mezzo, e guardando due persone affacciate dal mio lato ho gridato:
“Vaiiiiii Fabioooo! Evvvaaaaaaaaaiiiiiiiii!”
Stringevo anche il pugno verso il cielo...
Ricordo le due facce perplesse che mi guardavano dall’alto.
Uno era Cannavaro, se non ricordo male a cavalcioni del parapetto del pullmann, e l’altro era l’allenatore Capello, come al solito molto più misurato nell’esporre la sua felicità al grande pubblico.
Entrambi si chiedevano a chi fosse rivolto il mio grido di gioia.
Del resto si chiamano entrambi Fabio e dunque avere qualche dubbio in quel caso era più che legittimo.
Inoltre io avevo volontariamente guardato entrambi negli occhi…
Tanto per confonderli un po’…
E, ovviamente, non avevo nessuna intenzione di chiarire a chi dei due facevo riferimento.
Infatti il mio cuore, che pulsava a mille per la gioia, letta la loro perplessità nello sguardo, si faceva sentire:
“A tutti e due! A tutti e due!”
Ma la bocca non ci pensava nemmeno ad aprirsi.
Quello è il mio più bel ricordo di quello scudetto.
Con quelle dichiarazioni di Cannavaro, pre incontro di Champions a Torino, quel mio bel ricordo è diventato privo di significato.
E’ strano sentire dentro se stessi che un bel ricordo non ha più il valore che fino a poco prima gli avevi sempre dato.
Capita nella vita, a volte, capita.
In amore, nelle amicizie, nel lavoro…
Maledettamente, capita.

E’ così che è nata la mia indifferenza in tutta questa vicenda del ritorno di Cannavaro alla Juventus.
Del resto i campionati virtuali post 2006 per me non hanno nessun valore.
Il calcio italiano è interamente da ricostruire...
Il mercato per me va messo in secondo piano rispetto alle problematiche vere del calcio.
Cannavaro sì, Cannavaro no, serve, non serve, mercenario, professionista, tanto in C.so Galileo Ferraris 32 di queste cose se ne fregano abbastanza.
Così hanno deciso, l’udienza è tolta.
Ma a voi altri, popolo di lettori, popolo bianconero, un’ultima istanza vorrei presentarla.
Visto che ormai il gioco è fatto, non sarà il caso che almeno per un anno il signor Cannavaro, a titolo di espiazione delle sue colpe, indossi la maglia n. 27?
Esigetelo, chiedetelo, gridatelo, cantatelo, fate striscioni…
Ditelo al bar, nel vostro club, allo stadio, agli amici…
“Fabio Cannavaro: maglia numero 27!”
Sarebbe il suo personalissimo anno di serie B.
Potrebbe persino chiederlo lui stesso… se avesse le palle quadrate.
Se lo facesse, se avesse un coraggio così grande, io lo perdonerei e tornerei a stimarlo.
E così, d’ora in poi, magari, forse, prima di parlare ci penserebbe...
27 volte.