Blanc, il trino

blancSiamo tutti juventiniveri, ma quando si parla di calcio giocato, anche tra di noi si scatena il Bar Sport, nella sua accezione più positiva. Ci affrontiamo quotidianamente, noi juventiniveri, nella nostra redazione virtuale. Chi ama Melo, chi odia Melo. I cultori delle diagonali difensive e quelli che il calcio è bello perchè è imprevedibile. Quelli che se tutto va bene arriviamo secondi, e quelli che vinciamo tutto. Qualche luogo comune ma anche dotte discettazioni. Uniti contro le ingiustizie di Calciopoli, divisi dalla visione del gioco. Raccontare la juventinità, abbiamo pensato, è forse anche questo. E perché non condividerlo con i nostri lettori? Perchè Ju29ro, dalle sue origini, è sempre stato questo: un luogo di confronto, che costruisce le inchieste e gli articoli in maniera corale e con il contributo di tutti. Quando il dibattito avvampa, perciò, quando nella redazione si schiereranno guelfi e ghibellini, ecco che gireremo la patata bollente a voi. Chi ha ragione? Lo decreterete voi, leggendoci.

Tema caldissimo, in questi giorni, è la triplice carica conferita a Jean Claude Blanc, l'uomo che, forse più di tutti, divide la tifoseria bianconera. C'è chi lo ritiene un miracolato di Calciopoli, abile opportunista e sfruttatore del lavoro altrui (leggasi precedente gestione), e chi, invece, ne apprezza il curriculum di tutto rispetto e le competenze manageriali fino ad ora mostrate. Dove sta la verità?

Può un uomo solo, Blanc, ricoprire efficacemente tre cariche come quelle di presidente, AD e Direttore Generale? Cosa non convince nella struttura societaria?

Dominiobianconero - Una tale sovrapposizione di cariche è a mio parere molto pericolosa. Le cose migliori, a livello societario, sono state fatte, fino al 2006, quando c'è stata una ben precisa delimitazione di cariche e poteri. Blanc assume contemporaneamente ruoli chiave sia dal punto di vista amministrativo che sportivo. Il rischio è che per fare troppe cose non ne faccia bene nessuna. Dal punto di vista contabile gestionale in questi primi tre anni si è limitato a fare il compitino, aiutato cospicuamente da aumenti di capitale, plusvalenze e poste straordinarie per complessivi 200 milioni di euro. Dal punto di vista sportivo, invece, peggio che andar di notte. L'elenco di bidoni comprati e strapagati è imbarazzante. Ma la colpa peggiore è stata quella di avallare il nuovo metodo di ripartizione dei diritti TV. In definitiva la mia opinione è che solo i rapporti ottimi con John Elkann e un’ottima stampa gli permettano di sopravvivere al comando della Juventus.

Furino1945 - Un aspetto positivo c'è e riguarda il fatto che non bisognerà più convocare quattro volte il comitato sportivo per decidere di non comprare Xabi Alonso; adesso Blanc, rispondendo sia della parte amministrativa che di quella tecnica, sull'acquisto di un altro Xabi Alonso potrebbe decidere da solo, magari pensandoci su due volte. Battute a parte, a me sembra chiaro che è una misura provvisoria in attesa di altre nomine, sicuramente necessarie. Piuttosto, visto che la Juve è sostenitrice ad oltranza del bilancio sostenibile e della riduzione delle spese gestionali rispetto ai ricavi, spero che Blanc, a mo' di esempio, per i mesi in cui assommerà le tre cariche, faccia fare alla società un bel risparmio accontentandosi, si fa per dire, dei due milioni e passa di compensi annuali ottenuti finora.

Clodoveo - All'inizio dei tempi era la Triade. Da una sua costola venne alla luce il piccolo Secco e niente altro. Padre putativo della Giovin Signora divenne Giovanni dei Cobolli Gigli e alla sua destra sedette Gianclaudio dalle Erre Mosce. Giovanni se ne andò, non prematuramente, e Gianclaudio rimase sostanzialmente solo col suo palmo di naso, ma non proprio con un palmo di naso. E a lungo predicò, spargendo intorno la sua novella, dall'attraversamento del deserto fino alla costruzione del Nuovo Tempio che sorgerà. E parlò come padre della nuova Juventus, come suo figlio prediletto e al tempo stesso come incarnatore del suo spirito immortale. I seguaci, a disagio col suo complicato nome, lo chiamarono Trinità.

Mario Incandenza - Un uomo solo può ricoprire più cariche, se necessario. Quella di presidente, poi, è puramente simbolica e, si presume, di breve interim. Se si cala il discorso nella realtà Juventus, però, è lampante l'assenza di un uomo di calcio sul ponte di comando. Perché? Quanto tempo ci vorrà ancora prima che la Juve torni ad essere una società di calcio? E quanto tempo ancora dovremo aspettare prima che uno juventino DOC assuma una carica simbolica, presidente (come Boniperti) o vice (come Bettega)? Chi è questo signore francese che da tre anni emette discorsi nasali su finanza, marketing e bilanci? Che c'entra con la JUVENTUS? Pare piaccia a quel ragazzo riccioluto dall'accento strano che 3 anni fa scaricò la Triade e si presenta, di tanto in tanto, quando proprio non ha niente di meglio da fare, alle partite per rilasciare interviste. Okay, ma perché questi due hanno così paura di assumere un esperto di futbol, uno che sappia condurre trattative di mercato, gestire e comunicare con lo spogliatoio e abbia fiuto per il talento e l'affidabilità di un calciatore? Sono loro che non hanno la passione per il futbol o siamo noi che non abbiamo capito che lo sport che conoscevamo si è trasformato in qualcosa di profondamente diverso?

Inunmondoche - Se c'è una cosa che mi perplime di Jean Claude Blanc sono le sue origini piuttosto che il suo futuro, che immagino glorioso. L'idillio a cena, come quello che si racconta essere scoppiato tra lui e John Elkann, mi sembra roba da rotocalco rosa piuttosto che da cronaca finanziaria. Mi riserbo di non crederci. Piuttosto credo che il ruolo del mentore di JCB, JCK - Jean Claude Killy, all'interno del CIO, ossia di "controllore" del Toroc, il comitato olimpico per Torino 2006, ad alta concentrazione di "familiari", sia stato galeotto. Eh già: io credo che Blanc sia un uomo di famiglia, e quindi non della Juventus. E' un manager intelligente, un buon comunicatore, un gran conoscitore delle meccaniche commerciali applicate allo sport: adatto perciò a un paio di ruoli, se non quei tre che ora ricopre. In famiglia, oramai, la Juventus è un asset. Sacrificabile, come in Calciopoli. In stretta relazione con l'immagine dell'azienda, come sosteneva De Meo. Ma anche gli juventini comprano FIAT, si sono accorti, e le cose, da quest'anno, sembrano cambiate. La Juventus è un asset da far fruttare, e forse anche da far vincere. Sempre un asset, ci mancherebbe. Dentro Diego, fuori Cobolli. L'azienda - parlo della Juve questa volta - e la sua rappresentanza in mano a una persona capace. Secondo me, Blanc è bene in grado di sviluppare il business e l'immagine del brand (che si alimenta anche di risultati sportivi) di questo asset della FIAT. E scusate se parlo come Lapo. Quanto alla Juventus, beh oggi è quella roba lì.

Il Mago di Ios - Nell'estate del 2006, ci hanno spiegato che, per evitare il riproporsi di vicende riprovevoli e per evitare di dover nuovamente chiedere scusa al calcio italiano, nessuno alla Nuova Juventus avrebbe avuto i poteri in passato attribuiti a quella banda di truffatori (ai cui valori è meglio non ispirarsi, essendo preferibile fare riferimento a quelli di Facchetti). John Elkann disse: "Mai più tanto potere ad un gruppo di lavoro". Per questi motivi, i poteri della nuova biade presidenziale (i gemelli Giò&Van, ora in partenza dal binario 27, direzione Morattopoli) e del nuovo amministratore delegato nonché direttore generale (per gli amici, Monsieur Gaudérique Blòn) sono stati fortemente limitati, con la conseguente necessità di dover convocare il CDA per tutte le decisioni più importanti, ivi comprese quelle relative al calciomercato. In questi ultimi giorni dell'estate 2009, invece, ci stanno spiegando che, in un'ottica di "progression", è meglio che a gestire tutta la baracca sia una persona sola. Poteri che noi diamo sappiamo quelli che diamo. E quella è quella cosa importante. La gestione collegiale della società è stata una delle (tante) palle al piede della Nuova Juventus 2006. Quindi, ben venga a mio avviso un modello di gestione più snello ed efficiente. Resta tuttavia un problema di fondo. Come i tacchini non sono adatti a salire in cima agli alberi, così Gaudérique non è adatto a gestire una società di calcio come la Juventus.

Drago di Cheb - John Elkann ha lanciato la sfida. Gli scettici, come me, devono accettarla. In parole povere dal giorno della nomina di Jean C. Blanc inizierà l'era della Juventus di John Elkann. Riflettiamoci su un attimo, sostituire il Presidente Cobolli e buona parte del CdA è come ammettere che qualcosa in questi tre anni non ha funzionato. La scusante di Elkann è ovvia: gli uomini furono scelti in piena emergenza. Da parte mia valuterò la Juventus di John laicamente, mettendo da parte la rabbia per le scelte che ci portarono in B. Criterio fondamentale di valutazione sarà la capacità di Jean C. Blanc di inventare un modello di business alternativo a quello indicato da Giraudo e che lo stesso Blanc ha sinora implementato (in sedicesimi). Già da ora possiamo dire però che la Juventus "monolite", con Blanc uno e trino, ha un punto di debolezza rispetto alla Juventus della Triade: manca un uomo con la sapienza tecnica di Moggi che eviti acquisti scellerati come quello di Andrade. Vedremo come sarà risolto questo problema fondamentale. Umile opinione personale: il modello proposto da Giraudo, fondato principalmente sul RE, era buono per la sua epoca, ma inidoneo per i nostri tempi. Se Blanc capirà questo e sarà capace di progettare qualcosa di nuovo, ci attenderanno grandi soddisfazioni. In caso contrario non ci resta che accodarci all'allegra brigata del calcio italiano che è già in fila, con il cappello in mano, davanti al portone dei palazzi della politica. Buon lavoro, Monsieur! E mi raccomando, non faccia il furbo: l'eventuale produzione di un film o di una fiction (magari prodotta dalla società di Bernabei) è un vecchio progetto di Giraudo. Dunque non ce lo venda come una sua idea geniale! Da lei ci aspettiamo molto, caro Presidente!

Trillo - La triplice carica di Presidente, amministratore delegato e direttore generale conferita a un solo uomo, Jean-Claude Blanc, è, oltre che un'anomalia unica nel suo genere, una vera e propria calamità dal punto di vista della gestione della squadra. Perché, se è vero che il core business della Juventus F.C. rimane il calcio giocato sul campo (o no?), allora è lì che bisogna lavorare nel migliore dei modi, per mettere tutti gli ingranaggi della "macchina" in condizione di funzionare al meglio. Quando Antonio Giraudo, parlandone da vivo e da manager, venne chiamato dal dottor Umberto Agnelli per curare i conti della Juventus gonfi di metastasi, per prima cosa - parole sue - cercò un uomo di provata esperienza e competenza - "il migliore", secondo Giraudo - per delegargli la parte puramente sportiva del lavoro. L'uovo di Colombo, in pratica. Pensare che oggi l'unico addetto ai rapporti con lo spogliatoio e il mercato della Juventus sia il giovane e inesperto (eufemismo) Alessio Secco, che del vecchio direttore generale è stato nulla più di un garzone, è agghiacciante. La serie di turbo-vaffanculo che potrebbe incassare uno così dai vari Del Piero, Camoranesi, Trezeguet, Cannavaro, Buffon, Zebina e compagnia bella in un ipotetico periodo di crisi, modello autunno-primavera scorse, non nell'Oceano. Ooops... scusi principino John.

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