Settore giovanile: le parole e i fatti

stemma JuveFino dai giorni di Sant'Albano, che per conto di IFIL reggeva la Juve nei giorni più caldi di calciopoli, in attesa di nominare il nuovo ed attuale CDA, abbiamo sentito dire che l'orientamento della proprietà era la riduzione dei costi ed il conseguente sviluppo del settore giovanile. Il riferimento che veniva fatto era all'Arsenal e all'Ajax, che i loro campioni se li costruiscono in casa grazie anche ad un ottimo lavoro di scouting.
Più tardi il principio veniva rilanciato dai nuovi dirigenti, con Cobolli in testa: ci hanno detto che "Non compreremo mai giocatori come Ronaldinho", che i nostri campioni li avremmo costruiti in casa grazie al lavoro di scouting, che "Il settore giovanile è stato recuperato grazie ad Alessio Secco" (questa ultima affermazione è stata molto temeraria visti gli ottimi risultati raggiunti dalla precedente gestione).

Quindi grande attenzione dialettica al tema del "settore giovanile", ma un settore come questo non è basato solo sui giovani atleti, sui loro allenatori e dirigenti: serve anche un budget e delle strutture adeguate.
Vediamo come stanno le cose, sotto questo aspetto, grazie al contributo della nostra amica Paola, che è anche moderatrice del forum di giulemanidallajuve.com: ha raccolto per noi le informazioni di utenti del forum che, in un'ampia discussione dedicata al tema del settore giovanile, hanno riportato situazioni rilevate di persona.

La Primavera e la Berretti giocano in campi di proprietà di altre società sportive: Chisola e Nizza.
Il campo del Nizza non ha la tribuna agibile e la gente è costretta a seguire le partite spiaccicata alla rete di recinzione.
Allievi e Giovanissimi giocano allo Juventus Center di Vinovo, purtroppo tristemente noto alle cronache, il cui ingresso è vietato: gli unici autorizzati sono i genitori dei giovani calciatori, sia degli juventini che degli ospiti. La gente prende posto su un terrapieno alto poco più della rete di recinzione ed è esposta alle intemperie. Davanti hanno il campo in erba sintetica, alle spalle la strada statale; i più accorti di loro, tra i quali G. Paolo Boniperti (figlio di Giampiero) e signora, si portano da casa una sedia da pic nic per evitare di stare due ore in piedi.
La Juventus soccer school gioca a Grugliasco.

Il problema è nato dopo la tragedia di Alessio e Riccardo. Da allora il centro è solo parzialmente agibile.
Sono stati richiesti lavori di adeguamento per la riapertura totale che la dirigenza, è evidente, continua a rimandare. Lavori non ciclopici ma che, da quanto risulta, si dovrebbero limitare alla protezione del camminamento attorno al laghetto e qualche altra messa a norma ordinaria che preveda la compartimentazione dei vari settori. L'unico settore agibile è il campo di allenamento della prima squadra.

Facciamo un po' di cronistoria.
Prima Boniperti e poi la Triade hanno prima iniziato e poi fortemente puntato sulla formazione di un settore giovanile all'avanguardia.
Boniperti nel suo ultimo anno ha acquistato giovani come Del Piero, Sartor (all'epoca fece scalpore perchè fu pagato 1 miliardo delle vecchie lire a 16 anni), Tacchinardi, ed altri.

Al primo anno di gestione della Triade, pur non potendo contare su una grande organizzazione ma su un materiale umano importante, la "primavera" vinse scudetto e Torneo di Viareggio.
Qualche anno più tardi inizia la costruzione di uno dei capolavori della Triade, una struttura per il settore giovanile all'avanguardia nel mondo, culminato nel 2006 con la quarta finale consecutiva al Viareggio, lo scudetto della "primavera" e quattro squadre giovanili nelle finali dei rispettivi tornei, con 2 titoli conquistati e una miriade di giocatori di qualità lanciati, oltre alla creazione di un centro sportivo, quello di Vinovo, nuovo di zecca.
La gestione del settore giovanile da parte della Triade negli ultimi 5 anni era stata una perla di Moggi e del suo staff: una rete creata con le società dilettantistiche locali, talmente capillare da avere un "controllo" quasi totale del territorio, investimenti sui tecnici e sugli istruttori.
Si era creata una squadra sinergica e collaudata e ogni anno veniva inserita qualche perla pescata qua e là per l'Italia o per il mondo (Palladino, Volpato, Criscito, etc.)

Segue l’entrata in scena di John Elkann, Cobolli e Blanc e delle loro promesse: "Punteremo su giocatori giovani ed italiani. Puntiamo al modello Arsenal". La prima mossa però smantella, di fatto, il settore osservatori: via Ceravolo ed i suoi, forse perchè ritenuti troppo legati a Moggi; arriva Pasquale Sensibile prima e Renzo Castagnini quest'anno.
Non ci sono più stati inserimenti mirati di giocatori; più che altro qualche ingaggio dalla Cisco Roma, misteriosamente unica nuova partner dei nostri.
Fino a metà 2005 tutte le giovanili della Juventus, dai pulcini alla primavera, giocavano al "Combi" impianto attiguo al Vecchio Comunale, ora Olimpico, il cui campo principale aveva una capienza di 2500 posti sotto tribuna laterale coperta e, almeno nelle partite in casa, tutte le formazioni giovanili potevano essere supportate dal tifo e dall'affetto dei propri sostenitori. Oggi, pur avendo un nuovissimo centro sportivo, se va bene giochiamo in campo neutro ed i genitori sono gli unici che possono assistere!

La nota dal sito ufficiale:

Dove nascono i campioni
Il centro sportivo ha aperto i battenti nell’agosto 2006.
Situato a Vinovo, sorge su una superficie di 140.000 mq, di cui 6.000 coperti e ospita l’attività della prima squadra e delle formazioni giovanili.
Lo Juventus Center ha 9 campi da calcio, di cui due in erba sintetica, uno dei quali coperto.
Un’attrezzata palestra e un reparto fisioterapia all’avanguardia, dotato di una piscina che permette il nuoto controcorrente, sono situati nella palazzina dove sorgono gli spogliatoi e le sale riunioni dedicate allo staff tecnico.
Una seconda palazzina è adibita a Media and Sponsor Center ed è attrezzata con sale dedicate ai meeting con i partner commerciali, la sala stampa per le conferenze e la redazione di Juventus Channel.
Lo Juventus Center di trova in via Stupinigi 182. Per chi arriva da Torino, a due passi dalla palazzina di caccia di Stupinigi, per chi arriva dalla tangenziale, pochi chilometri dopo l’uscita Debouché.
Attualmente, gli allenamenti non sono aperti al pubblico.


In conclusione, analizzando i risultati tecnici, per la prima volta dal 2000 nessuna squadra giovanile è entrata nella fase finale dei tornei nazionali.
Inoltre, i nuovi dirigenti avevano promesso di aprire i cancelli per permettere ai tifosi di guardare gli allenamenti, ma dopo due anni l’ingresso è ancora vietato.
Dalle pagine di Tuttosport, del 28 giugno 2008, le prime avvisaglie di "ridimensionamento": “Intanto, non sarà facile mettere insieme una marea di giovani interessanti come capitato con le stagioni di Palladino, De Ceglie, Marchisio, Giovinco, Lanzafame, Nocerino, Paolucci, Volpato e degli stessi Maniero, Luci, Volpe, Zammuto, e ancora Cuneaz, Dicuonzo, Bentivoglio, Cavagna eccetera. La concorrenza, infatti, è diventata serrata: ci sono formazioni come Sampdoria, Fiorentina e Udinese, senza contare le solite Inter ed Atalanta, che svolgono una selezione capillare, che comprano tanti stranieri.” e viene precisato che “Il lavoro del settore giovanile, ovviamente, non si giudica solo con i risultati finali”.
Fanno eco le dichiarazioni di Ciro Ferrara, ancora responsabile del settore giovanile affiancato da qualche giorno da Rampulla, che sempre dalle pagine di Tuttosport del 10 giugno 2008 dice: “Difficile competere contro chi spende...»

I tifosi vivono questa situazione come un senso di abbondono, Moggi dalla sua, nell’articolo pubblicato su “Libero” del 6 luglio 2008, parla di “demolizione” del settore giovanile. Cobolli, Blanc ed Elkann, parlano del famoso "progetto" che include, tra le altre cose, anche il tanto atteso nuovo stadio, non riuscendo, nel frattempo, a mettere a posto ed a norma un nuovo e recente centro sportivo.
Una proprietà che non vuole aprire ogni anno i cordoni della borsa, per restituire la squadra alla storica grandezza, e che non voglia passare attraverso la vendita dei "pezzi pregiati", ha come strada praticabile la creazione di un forte, organizzato e ben strutturato settore giovanile da cui attingere i nuovi campioni da inserire nella rosa, o da vendere perchè interessanti per altre squadre.
Le recenti cessioni dei Mirante, Gastaldello, Paro, Nocerino, per esempio, hanno ripagato ampiamente la società degli investimenti fatti e portato nelle casse societarie i soldi per "fare mercato".
Il modello Arsenal intriga molto i tifosi ma deve essere realizzato con i fatti e non solo a parole, deve contare su strutture idonee, complete, e su personale davvero "in gamba", in tutti i settori. Quelli che abbiamo registrato non sono segnali che vanno nella giusta direzione.