Tiago, Andrade, Almiron

Blanc e SeccoCome leggere le campagne acquisti della Nuova Triade Cobolli-Blanc-Secco senza cadere nella semplificazione del mantra del fallimento "Tiago-Andrade-Almiron"?

Si può provare a rispondere mandando 11 giocatori in campo:

Buffon, Zebina, Chiellini, Legrottaglie, De Ceglie, Camoranesi, Zanetti, Marchisio, Nedved, Trezeguet, Del Piero.

Che questa sia la migliore formazione tuttora schierabile, infortunio di Trezeguet a parte, può essere argomento di opinione ma che sia interamente frutto di scelte della vecchia Juventus non è una considerazione così banale. Può essere, però, una sintetica risposta alla domanda iniziale: dopo cinque sessioni di calciomercato e svariate decine di milioni impiegati possiamo ancora indicare una "Squadra di Moggi", composta da vecchia guardia ed innesti dal vivaio alimentato dagli osservatori di Ceravolo (allontanato anche lui) senza che questa sembri manifestamente inferiore alle formazioni mandate in campo in questa stagione, anzi.

Si può di certo preferire Sissoko a Marchisio, Grygera a Zebina, Amauri a Trezeguet, o pensare che Iaquinta meriti maggior spazio, ma non si può negare che alla formazione titolare sia stato aggiunto davvero poco per sopperire alle cessioni di grossi calibri come Ibrahimovic, Cannavaro, Thuram, Zambrotta, Emerson, Viera e Mutu.

In difesa del calciomercato bianconero post-Moggi si potrebbe obiettare che dietro alla formazione titolare ci fosse poca qualità e si sia dovuto investire molto per i cosiddetti ricambi. Niente di più falso, questa è l'ottima schiera di seconde linee ereditate dalla nuova dirigenza: Mirante, Balzaretti, Kovac, Gastaldello Criscito, Molinaro, Cassani, Marchionni, Blasi, Nocerino, Konko, Giannichedda, Giovinco, Gasbarroni, Zalayeta Miccoli, Paladino, Lanzafame e Paolucci. Quasi tutti giovani che si stanno ben distinguendo o buone riserve della Juve che vinceva.

Se a questa breve analisi aggiungiamo che l'arrivo del disgraziato trio Tiago-Andrade-Almiron (finanziato con i proventi di un aumento di capitale) si inserisce tra gli acquisti di Boumsong e quelli di Poulsen, Mellberg, Knezevic (altro mantra?) si intuisce facilmente come la sfiducia del popolo bianconero nei confronti di questa dirigenza vada ben al di là della rinuncia alla difesa nei processi sommari di calciopoli.
 
Blanc può ripetere sino alla noia che: "Il CDA ha convinto molti della bontà delle sue scelte", oppure "Siamo strutturati come una società di calcio organizzata bene". Può rispondere alle giuste critiche come ha fatto ieri, in risposta al ventilato ritorno di Bettega in società: "C'è un direttore generale, che sono io, e la mia prima responsabilità è curare l'aspetto sportivo con tutta la struttura sportiva. Vicino a me c'è Alessio Secco, il direttore sportivo che ha esperienza di questo ambiente e che, con la sua struttura, con il team manager Gianluca Pessotto e con gli uomini che non si vedono mai, ma che sono con noi tutta la giornata, tutta la settimana, prima e durante le partite, portano avanti questo progetto sportivo. Quindi, la struttura c'è, molto professionale, una struttura che va avanti e non c'è bisogno di qualcuno in più".
Sono parole vuote, che non convincono più, che non trovano riscontro nei fatti.
I dirigenti di questa "nuova Juve" hanno potuto mascherare la propria incompetenza tecnica grazie ai risultati colti da calciatori scelti dai loro predecessori. Ora che i "senatori" iniziano a mostrare i segni dell'età emerge, ed emergerà ancora di più, l'incompetenza e la difficoltà nel costruire un nuovo ciclo vincente, un "progetto" che viene continuamente sbandierato da Cobolli e Blanc ma che nessuno sa quale sia, che è solo nelle loro teste, almeno lo speriamo; un "progetto" che, in quanto non enunciato e portato a conoscenza dei tifosi, è sempre rimodellabile secondo esigenze e risultati.