Basta la parola

Alex Del PieroPer descrivere Alessandro Del Piero si sono ormai consumati interi dizionari, proposti e riproposti aggettivi e superlativi, ormai ogni termine è stato usato ed abusato.
Noi vogliamo allora rispolverare lo slogan di un vecchio carosello in auge anni or sono: "basta la parola". E meglio ancora se qualcuno associa ancora quello slogan al prodotto reclamizzato, una pastiglia lassativa, perchè, in effetti, il Capitano è ormai una sorta di purgante per i portieri avversari.
Paradossalmente era più difficile temere il Chievo che non il Real; innanzitutto nelle partite di cartello non occorre neppure trovare degli stimoli che sono innati nelle stesse sfide, poi poteva subentrare un certo appagamento, infine i clivensi erano reduci dal cambio di allenatore avvenuto in settimana. Tra parentesi il nuovo tecnico Di Carlo non è certamente uno di quelli che dalle proprie squadre vuol vedere prevalere l'aspetto tecnico su quello fisico, semmai invita a randellare come fabbri.
I bianconeri hanno invece interpretato al meglio la gara, ottenendo i tre punti con (quasi) il minimo sforzo, sfruttando al meglio due calci piazzati e facendo passare finalmente una domenica tranquilla all'agitato Manninger, in attesa che riacquisti quella sicurezza lasciata in quel di Siena.
In una sola partita Alex Del Piero ha festeggiato compleanno, la rete numero duecentocinquanta con la maglia juventina e la presenza 377, al pari del grande Scirea. La congiuntura astrale di portata davvero storica si è realizzata al 40' del primo tempo, allorchè alla (ex)Juventus viene accordata una trasformazione (ehm...pardon, una punizione) dai 35metri. Metà Bentegodi ammutolisce, l'altra metà, costituita dai supporters bianconeri, già pregusta l'esito finale. Ed infatti il pallone va infilarsi esattamente nell'angolino alto, nonostante tutta l'abnegazione di Sorrentino nel tentare vanamente di intercettare la sfera.
In quell'istante tutti gli astri e le divinità che governano e sovrintendono al gioco del calcio erano perfettamente allineati tra loro a rimirare l'ennesima prodezza balistica di Del Piero.
Una delle tante risposte date sul campo a chi accusava la squadra di vincere usando mezzi illeciti o sostanze proibite. Chi ancora scrive, come Francesco Caremani su "Il riformista" (ma de che?), che lo stile Juventus non è mai esistito, vada ad informarsi su quanto è successo negli utimi due anni ed in che modo i VERI campioni hanno risposto.
A chi voleva nascondere il proprio fallimento tecnico, Zdenek Zeman tanto per citare un nome, consigliamo di andare a leggersi la lista degli calciatori morti a causa della Sla e di quelli tuttora affetti da quella maledizione ed associ i loro nomi alle squadre in cui hanno militato e, nel caso sapesse leggere, scoprirà che nessuno di coloro ha mai militato nella Juventus.
Così pure consigliamo a tutti coloro che nella notte di Berlino sono scessi nelle strade a festeggiare un campionato del mondo vinto da quei calciatori che erano (e lo sono ancora) bollati come dopati e taroccatori, ma che in quel frangente indossavano una maglia non a strisce bianconere, di starsene a casa propria, aprire la pagine del dizionario della lingua italiana (semmai ne possedessero una copia) e leggere alla voce dignità.
E siccome lo stile Juventus è da sempre esistito ed ancora esiste, nei suoi tifosi e nei suoi campioni, ecco che nella ripresa il Capitano lascia calciare il penalty a Vincenzone Iaquinta, desideroso come non mai di riassaporare la gioia del goal. E proprio la voglia di segnare tradisce in prima battuta l'attaccante bianconero che comunque si sblocca sulla respinta di Sorrentino e scaraventa in rete il pallone della sicurezza.
Sì, avete letto bene: nella tempesta astrale che imperversava sopra il Bentegodi è stato assegnato un calcio di rigore a favore della (ex)Juventus!

Alberto Rossetto
da sempre e per sempre juventino, non rappresentato dall'attuale proprietà.