Calciomercato: un giretto alla fiera d'inverno

calciomercatoGennaio, tempo di mercato, la fiera dei sogni per i tifosi, un momento cruciale per i giornali. A causa della crisi del settore, la finestra di calciomercato invernale è una vera e propria manna dal cielo, e i giornali sbragano, dando il via ad un vero e proprio “torneo delle balle”, dove vince chi mette in campo più fantasia. L'importante è stuzzicare il tifoso che legge e sogna Cristiano Ronaldo, Lionel Messi o Didier Drogba.
Ju29ro.com non insegue spifferi, venticelli o folate più o meno forti, non ci piace questo modo di fare informazione in quanto non siamo per le notizie piene di “potrebbe”, “interesserebbe”, “si vocifera che”: preferiamo addentrarci negli aspetti concreti, e semmai raccontarvi delle caratteristiche dei giocatori più “sponsorizzati” del momento e di come potrebbero eventualmente inserirsi nello scacchiere bianconero.

MATTIONI
In questi giorni si è parlato di Felipe Mattioni Rohde, brasiliano di 20 anni, esterno destro normolineo del Gremio, ancora acerbo e con poche presenze da professionista. Un tipico giocatore di fascia brasiliano, impostato terzino destro ma che esprime il meglio di sé in fase offensiva; per intenderci l’ennesimo giocatore che sogna di ripercorrere la strada dei vari Cafù, Maicòn e Dani Alves. Il suo cartellino è nelle mani di Mino Raiola, procuratore che conosciamo bene come agente storico di Nedved e Ibrahimovic. In particolare, lo ricordiamo tra gli artefici del trasferimento dello svedese all’Inter.

PERCHE’ SI': Felipe ha vent’anni ed ha buone prospettive, un discreto dribbling e un altrettanto discreto cross. E se uno “squalo” come Raiola ne ha rilevato il 90% del cartellino (l’altro 10% è in mano al Gremio) per 2,5 milioni di euro, un motivo ci sarà.

PERCHE’ NO: L'ha preso il Milan.

GIUDIZIO: PASSIAMO OLTRE.


CASSANO
Da almeno una decina d’anni il nome di Antonio Cassano è stato a più riprese accostato a quello della Juve. Il barese non ha bisogno di presentazioni e nemmeno vogliamo cedere alla retorica del personaggio noto più per le “cassanate” che per i “numeri” sul campo. Classe ’82, ha un talento straordinario fin qui espresso a sprazzi ma il giocatore è assolutamente di primo livello.

PERCHE’ SI': A 27 anni il barese è all’ultima chiamata, o esplode in una grande o resta tra gli incompiuti e questo, uno con la sua sfrontatezza, non lo può accettare. Almeno non prima di averle provate tutte per sfondare. Sembra maturato e uno spogliatoio “serio” lo influenzerebbe di sicuro. Il talento non si discute, ha pochi riscontri. Particolare non trascurabile: non sarebbe un investimento proibitivo.

PERCHE’ NO: La continuità non è il suo forte, si esalta nelle grandi sfide e nei confronti con quelli che ritiene “degni” di stare al suo livello. Ma il difetto principale è che essendo una seconda punta, segna poco: solo una volta ha superato quota 10 gol in campionato (Roma 2003/04).

GIUDIZIO: DA JUVENTUS.


DIEGO
Diego Ribas da Cunha, semplicemente conosciuto come Diego, centrocampista brasiliano del Werder Brema, è il nome caldo che i quotidiani e le tv stanno insistentemente abbinando alla Juventus per il mercato di giugno. 24 anni da compiere fra poco più di un mese, è il “gemello” di Robinho. Cresciuto con l’attuale attaccante del Manchester City nelle giovanili del Santos, ha alle spalle una trafila comune a molti suoi connazionali, ovvero l’impatto “soft” col calcio europeo, favorito dal tradizionale (per i brasiliani) approdo nel campionato portoghese. Con il Porto vince subito la Coppa Intercontinentale ai rigori nel 2004 e il campionato nella seconda (e ultima) stagione, ma non entusiasma. Trasferitosi al Werder Brema nell’estate del 2006, in “Bundesliga” supera la doppia cifra in entrambe le stagioni e nel 2007 viene proclamato miglior giocatore del campionato tedesco. Destro naturale, grande tecnica, non molto alto, ma in grado di farsi rispettare sul piano fisico e soprattutto su quello caratteriale.

PERCHE’ SI': La tecnica è brasiliana doc, e il carattere è tutt’altro che timido. E’ micidiale sui calci piazzati e, se ispirato, è in grado di far girare la squadra. Ama partire da lontano, a noi ricorda un Deco più forte e, a proposito, se il dilemma è tattico, non riterremmo impossibile il suo schieramento in un 4-4-2, visto che già ora gioca con due punte (Pizarro-Rosenberg, oppure Hugo Almeida o il giovane Hunt) più Ozil, 20 enne esterno offensivo di grande talento, un mancino che alla Juve non sfigurerebbe…

PERCHE’ NO: se le cifre che girano sul suo conto (30 milioni per il cartellino) sono reali, siamo completamente fuori prezzo: Diego non vale tutti quei soldi. La continuità durante la partita è il suo difetto, alterna momenti in cui incide a pause di interi quarti d’ora. L’incognita più grossa resta però la sua adattabilità in una grande squadra (il Werder Brema non lo è) e la sua capacità di incidere ad alti livelli (in campo europeo due stagioni totalmente anonime senza acuti).

GIUDIZIO: BRAVO MA COSTOSO E DISCONTINUO.


DAVID SILVA
David Silva Jiménez è la novità di questi giorni, sparato alla modica cifra di 35 milioni di euro. Un'enormità e, soprattutto, fuori portata per qualsiasi squadra italiana, anche per quella a strisce nerazzurre. Il giocatore è giovane (23 anni compiuti l’8 gennaio), ma ha già un trascorso significativo. Mancino alto 1 metro e 70cm, agile e tecnico, è il classico esterno di fascia come ne rimangono pochi, ma che in Spagna, e in Andalusia in particolare, ogni tanto sfornano (vedi il suo compagno Vicente e il sivigliano Diego Capél).

Campione d’Europa con la nazionale, il pubblico italiano conobbe Silva ancora giovanissimo, quando realizzò il gol (un grandissimo gol) del pareggio contro l’Inter, quello del 2-2 definitivo che di fatto estromise i nerazzurri dalla Champions League, eliminazione formalizzata in seguito al successivo 0-0 del “Mestalla” in quella serata resa famosa dalla mega rissa finale.

PERCHE’ SI': Esterni così ce ne sono pochi, uomo da 4-4-2 perfetto, tecnico e rapido, grande personalità e capacità di iniziare e concludere l’azione con discrete doti realizzative. Sembra fragilino ma è solo un’impressione; viene dalle Canarie, gente “molle” da quelle parti non ce n’è.

PERCHE’ NO: Se il prezzo è quello non si tratta nemmeno. L’unica controindicazione risiede nella storica inadeguatezza dei giocatori spagnoli al calcio italiano, predisposizione al fallimento che ha risparmiato un paio di illustri eccezioni.

GIUDIZIO: SOGNO IMPOSSIBILE.