Reportage "Continassa"

stadioPREMESSA.
E’ già noto da tempo che l’area denominata “Continassa” è stata assegnata alla Juventus F.C., la quale dovrà prendersene cura e riqualificarla. E’ stata una delle prime tappe raggiunte nel nuovo corso Juventino targato Andrea Agnelli. Il costo dell’operazione è di un milione di euro, ed è stato acquisito dal club solo il diritto di superficie, per 99 anni. Questo lungo reportage si pone l’obiettivo di descrivere al meglio tutto ciò che ruota attorno a questo progetto, comprese le diverse problematiche e gli eventuali dubbi su questa operazione. La chiave di lettura è semplice: si tratta di un’appendice complementare del progetto stadio, nato precedentemente.
Riteniamo che questo speciale di approfondimento possa essere utile anche, e soprattutto, ai tifosi bianconeri che vivono molto lontano da Torino e che non hanno modo di vivere questo interessante argomento da vicino.
Per aiutarci durante il percorso, al fondo di ogni paragrafo abbiamo inserito i link delle foto e una mappa con uno o più punti rossi che segnano il luogo che ci interessa.


DI COSA SI TRATTA
Il primo punto da chiarire è che il nome “Continassa” in realtà non è il nome dell’area, bensì il nome di una vecchia grande cascina sita proprio nell’area stessa, insieme ad altre strutture di vario genere; ma per comodità di identificazione topografica viene da tutti comunemente definita “della Continassa” tutta l’area.
Specifichiamo, semmai ce ne fosse bisogno, che questa grande area è adiacente a quella in cui attualmente si sta costruendo il nuovo stadio della Juventus, le cui foto pubblichiamo spesso nella nostra pagina delle news. Da qui la definizione descrittiva utilizzata poco sopra, ossia “appendice complementare del progetto stadio”.
L’area in questione è vastissima, circa 271 mila metri quadri, un grande quadrilatero delimitato a Nord da via Druento, a Ovest da via Traves, a Sud da corso Ferrara e a Est da corso Grande Torino.

Mappa Area Stadio + Area Continassa


IL DEGRADO
Come sempre dal dopoguerra in poi, le zone molto periferiche delle grandi città italiane, e non solo italiane, che spesso erano aree agricole, nel corso di molti anni sono state fagocitate dalle città stesse. Da cuscinetti territoriali che si interponevano tra la città e la prima cintura, sono poi spesso diventate, a seconda dei casi, zone industriali, zone con abitazioni ad edilizia convenzionata, zone con villette a schiera, zone con ipermercati e centri commerciali, ecc. In molti casi sono diventati l’unione urbanistica tra la periferia della grande città e le cittadine della prima cintura, al punto da non riuscire più a riconoscere dove finisca l’una e dove cominci l’altra.
Va ricordato che non solo la Continassa, ma anche l’area dove sorgerà il nuovo stadio, e dove sorgeva il vecchio Delle Alpi, è stata una zona agricola fino agli anni ’80. L’ex caserma dei Carabinieri che si trova su Strada Altessano, infatti, in passato era un’azienda agricola, e una volta, al posto dei parcheggi dello stadio di ieri, e le aree commerciali in costruzione oggi, vi erano campi coltivati, vialetti alberati e frutteti. In quella azienda spesso venivano invitate scolaresche, che passavano la giornata ad imparare qualcosa sull’agricoltura, sui microrganismi e sui vari modi utilizzabili per una buona conservazione dei cibi. Io stesso ne sono un testimone diretto, credo di aver passeggiato proprio dove i campioni della Juventus, molti anni dopo, e su un altro tipo di superficie, avrebbero segnato gol memorabili e vinto scudetti. Ora, tornando alle zone ex-agricole e periferiche in generale, va detto che in alcuni casi queste sono diventate luoghi di vero e proprio degrado, abbandonati a se stessi da tutori pubblici e privati che, evidentemente, avevano altre priorità. Delle “terre di mezzo” vere e proprie. L’area della Continassa, al contrario dell’area stadio, è proprio uno di questi casi. Nomadi, clandestini, prostituzione, sterpaglia, ratti e discariche abusive sono le principali caratteristiche riconoscibili. Le uniche eccezioni sono l’Acquedotto, il PalaTorino e l’Arena Rock. Il degrado ha portato, nel corso del tempo, ad una bassa appetibilità dal punto di vista imprenditoriale, in quanto è difficile e poco conveniente realizzare in quell’area qualcosa di nuovo, quando a pochi metri vi sono depositati, su quelli che dovrebbero essere prati, pneumatici usurati di trattori e di auto, vecchi wc e sanitari vari, vecchi televisori a tubo catodico, sacchetti della spazzatura, macerie e detriti di vario genere, ecc.
Giusto per dare una piccola idea della situazione, comunque molto migliorata proprio nelle scorse settimane, ecco alcune immagini rappresentative.
Le foto qui sotto, preme sottolinearlo, sono state scattate lungo il Corso Grande Torino, su entrambi i lati.

Degrado 1
Degrado 2
Degrado 3
Degrado 4
Degrado 5


IL PROGETTO DELLA JUVENTUS
Avendo ora un’idea della zona di cui stiamo trattando e delle sue diverse problematiche, è bene capire qual è il progetto della Juventus.
E’ costituito da diversi punti, ecco i principali:

1 - la ristrutturazione della Cascina Continassa, che dopo una lunga ristrutturazione diventerà la nuova sede sociale del club.
2 - la realizzazione di una grande area verde pubblica di circa 100 mila metri quadri.
3 - la costruzione e l’apertura di una Scuola Calcio.
4 - la costruzione delle strutture necessarie per le attività di allenamento, e la costruzione degli impianti necessari. Si tratta ovviamente di impianti calcistici, palestra e spogliatoi complementari alla Scuola stessa (per un totale di 29 mila metri quadri circa dedicati). E' bene precisare che gli impianti in questione, dunque, non riguarderanno gli allenamenti della Juventus, che continueranno a svolgersi negli impianti di Vinovo.
5 - anche se su questo punto pare esserci ancora qualche incertezza, la Juventus dovrà riattivare e valorizzare l’Arena Rock. Il Comune, attraverso l’utilizzo di un apposito bando, deve prima capire se ci sono altri soggetti interessati a rilevarne la gestione, ma sulla carta sembra un’ipotesi alquanto improbabile.
6 - la fisiologica realizzazione di tutte le altre attività accessorie, ossia attività di servizio a persone e imprese (per un totale di circa 15.000 metri quadri dedicati).

Grossomodo, dalla concessione di tutte le specifiche autorizzazioni, la realizzazione di tutti gli interventi avverrà in circa 10 anni.
La città di Torino, invece, dovrà consegnare alla Juventus l’intera area libera da ogni insediamento non utile al progetto.
Prima di passare alle tante altre e doverose considerazioni, dubbi e proposte comprese, è bene precisare che faremo tutti insieme un piccolo viaggio virtuale attorno all’area in senso orario.
Cari lettori, ho pensato che questo fosse il modo migliore con cui procedere, perché ritengo che sia il più semplice e chiaro. Sia dal punto di vista topografico, sia dal punto di vista fotografico, è più facile per chi legge ricostruire mentalmente il percorso e, se per caso non si conosce affatto la zona, sarà un pochino più semplice farsi un’idea.
Con un po’ di immaginazione, e con il supporto di qualche immagine, si possono fare tante cose…
Ora cominciamo la passeggiata insieme, ci fermeremo ad ogni tappa, perché in questo modo potremo affrontare e approfondire un tema per volta.


IL PARCHEGGIO
Per il nostro “giro” virtuale attorno a questa grande area, conviene utilizzare come punto di partenza il prato che si trova all’angolo di corso Grande Torino con via Druento.
La prima osservazione da fare, mentre ci incamminiamo con gli occhi puntati verso la nostra destra, è che il corso in questione sembra sia in procinto di cambiare nome. Verrà infatti assegnato questo nome ad un corso, o una via, che si trova dalle parti del vecchio stadio Filadelfia. Così parrebbe, ed in effetti questa scelta avrebbe un senso logico. Non è stato ancora deciso il nuovo nome del corso adiacente alla Continassa, e la scelta non sembra essere semplice. A Torino esiste già un “corso Agnelli” (non Gianni e non Umberto, si tratta infatti del nonno dei due fratelli), e sarebbe auspicabile che non si facesse l’errore di assegnare un nome che ricordi Gianni e/o Umberto, perché si creerebbe una fisiologica confusione tra i due corsi di Torino, che farebbe diventare matti sia i cittadini che i portalettere. La scelta del nome, dunque, dovrà essere molto attenta e ben ponderata. Anche se fino ad ora non ci sono state proposte concrete, sentito ciò che per ora su questo tema è filtrato dai piani alti di Corso Galileo Ferraris 32 (sede attuale del club), crediamo di poter affermare con una certa sicurezza che la ricerca del nuovo nome sarà orientata in qualche modo verso il glorioso passato della Juventus. Per ciò che, invece, riguarda il prato in questione, va detto che attualmente è stato interamente ripulito e recintato, e a breve cominceranno i lavori di costruzione del parcheggio. Sul marciapiede però, vi sono ancora prostitute, che per ora si sono spostate solo un po’ più avanti lungo lo stesso corso. Essendo cominciata l’opera di pulizia dell’area, vi sono molti operai che lavorano durante tutta la giornata ed è stata notevolmente ridotta la mole di boscaglia e di sterpaglie; molto presto l’attività di prostituzione su quel corso diventerà impraticabile, perché i clienti non si fermeranno più a causa della mancanza di una sufficiente intimità (troppe persone presenti in loco), e perché ad accoglierli non ci saranno più le alcove di fortuna ricavate tra i rovi. A lavori ultimati, invece, il problema potrebbe ripresentarsi, ma di questo parleremo più avanti. Il parcheggio attualmente in costruzione potrà ospitare circa 800 auto, che sembrano un po’ pochine in effetti, ma ricordiamo che ne verranno costruiti altri, praticamente attorno a tutto il complesso stadio, e che tutte le vie e i corsi circostanti offrono attualmente la disponibilità di altre diverse migliaia di posti.
Ricordiamo inoltre che sempre su questo lato della Continassa, Corso Grande Torino, vi sarà uno degli accessi all'area verde prevista nel progetto (vedi la foto del cartello).

Mappa
Panoramica del prato ove nascerà il parcheggio.
Cartello posto ai bordi della Continassa


LE LINEE TRANVIARIE E IL CORSO GRANDE TORINO
Anche se non riguarda strettamente l’argomento Continassa, può essere utile soffermarsi un attimo per riflettere su un punto importante. Non bisogna dimenticare che le due aree adiacenti, Stadio e Continassa, ora sono entrambe nelle mani della Juventus e ciò che le divide è solo una strada. Per quello riguarda l’attuale Corso Grande Torino che, per l’appunto, è la strada che le divide, non sembra che in futuro possa subire grossi cambiamenti dal punto di vista del percorso. Probabilmente, quando il cantiere dello stadio sarà alle battute finali, ci saranno alcune modifiche della viabilità per supportare meglio, dal punto di vista logistico, le attività del lato ovest, ma il restyling non potrà rivoluzionare interamente l’attuale “forma” del corso perché, come molti ricorderanno, proprio in quell’area c’è il capolinea delle linee tranviarie.
Durante il periodo di utilizzo del vecchio Delle Alpi, le linee tranviarie della città di Torino, 3 e 9, subivano un cambio di percorso durante i giorni delle partite e, imboccato Corso Molise, si infilavano nel tunnel, appositamente costruito nel 1990 a solo uso tranviario, che passa tuttora sotto corso Grosseto e sbuca proprio nell’area ovest dello stadio approdando al capolinea. Il tunnel, da quel poco che si è capito dal nuovo progetto della Juventus, non dovrebbe essere smantellato e con ogni probabilità verrà, anzi, riattivato.
Altro impedimento ad eventuali stravolgimenti di tipo topografico potrebbe essere l’Acquedotto sito sull’angolo con Corso Ferrara.
Per queste ragioni sembra improbabile che l’attuale Corso Grande Torino possa essere ridisegnato al punto da cambiarne l'attuale forma.
Va precisato però che, su tutto ciò che riguarda questa specifica tematica, non vengono diffuse sufficienti notizie dai media e dalla Società, e quanto affermato in questo paragrafo è frutto esclusivamente della mia buona conoscenza della zona, di un’attenta analisi topografica e di semplici deduzioni di tipo logico.
I tre puntini rossi nella mappa sottostante dovrebbero essere sufficienti per rendere l'idea.

Mappa
Capolinea Linee Tranviarie ripulite dai detriti
Tunnel Tranviario - Corso Molise
Tunnel Tranviario - Corso Grande Torino


IL PRATO DELL’ACQUEDOTTO
Risalendo su per il corso (ricordiamo infatti che si tratta di una strada che ha una leggera pendenza), arrivati alla fine, ossia all’angolo con Corso Ferrara, troviamo il prato cintato dell’Acquedotto. A quanto pare, questo è uno dei punti dell’Area Continassa dove non ci saranno cambiamenti.
Nella foto che vi proponiamo è già ben visibile sullo sfondo la prossima tappa del nostro percorso: il PalaTorino.

Mappa
Prato dell'Acquedotto


IL PALATORINO
La struttura è stata inaugurata nel 1994, allora il nome era PalaStampa, poi diventato MazdaPalace, ora, per l’appunto, PalaTorino.
Sito su corso Ferrara (non Ciro!), vive una fase complessa. Gestito dal Gruppo Togni, vede attualmente una notevole diminuzione del numero degli eventi che vi si svolgono. La concorrenza in città è forte. Il nuovo Palaolimpico di Torino (ex-Palaisozaki), costruito in occasione delle Olimpiadi invernali del 2006, e sito vicino allo stadio Olimpico (ex Comunale), è diventato la meta principale e più appetibile per tutti gli artisti, e per tutti gli eventi in generale che necessitino di un grande spazio al coperto, concorsi pubblici compresi. Persino il vecchio Palazzetto Dello Sport di Torino, quello di Parco Ruffini, è ancora attivo e vi si svolgono ancora oggi partite di basket, di volley, manifestazioni, ecc. Va precisato sul tema che il Gruppo Togni ha intrapreso una difficile causa civile contro il comune di Torino per tutti i mancati introiti che la costruzione del Palaolimpico gli ha procurato.
Comunque vada, a queste condizioni di fatto, il PalaTorino deve necessariamente trovare una nuova dimensione, ma non è affatto facile. Il fatto che si trovi in località periferica rispetto alle altre strutture concorrenti di sicuro non aiuta. Vi sono ancora molti eventi in programmazione, segno che c’è ancora un minimo di attività ma, secondo il mio modestissimo parere, la cosa migliore che si possa fare è ripensare interamente l’utilizzo di questo complesso prima che le cose peggiorino in modo irreparabile, perché gli eventi che vi si svolgono ormai sono quelli di minore importanza.
Se necessario, si potrebbe anche progettarne una riconversione ad altri usi. Io credo che la Juventus sia l’unico soggetto che, avendo in mano la riqualificazione di tutta l’area, possa trovare l’idea giusta per evitare una lenta e inutile agonia della struttura, che potrebbe durare anni (perché qualche evento, come già detto, vi si svolge ancora), e che si concluderebbe magari con la chiusura.
L’ipotesi della chiusura per ora sembra frutto di una mia personale visione catastrofica, siamo d’accordo, ma una certa sofferenza rispetto al passato non si può negare, e forse all’interno di un progetto molto più ampio è più facile incastonare un’idea nuova per rivitalizzare il complesso.
Questo potrebbe essere il momento ideale per la Juventus per tastare il terreno o, addirittura, costruire un tavolo di trattativa a cui far sedere il Gruppo Togni e il Comune di Torino.
Tutti e tre i soggetti hanno da guadagnare in questa fase.
Il Gruppo Togni potrebbe ricavare qualche soldo con cui potrebbe attenuare parzialmente i danni economici subiti, potrebbe disfarsi di una struttura diventata più difficile da gestire dal punto di vista degli introiti, difficilmente riconvertibile ad altri usi senza grandi esborsi economici, e magari potrebbe utilizzare il ricavato per investire in modo più remunerativo in attività simili in altre località. Il Comune potrebbe eliminare definitivamente il rischio di perdere una causa civile di risarcimento danni che avrebbe in teoria dei costi molto elevati, e contemporaneamente passerebbe la patata bollente del PalaTorino, ormai ridimensionato nelle ambizioni, ad altri.
Il club invece, dal canto suo, potrebbe dotarsi di un grosso edificio ad uso eventi, di costruzione relativamente recente, per realizzare specifiche attività. Non va dimenticato che il PalaTorino è uno spazio estremamente duttile, che è attrezzato tecnologicamente con infrastrutture adatte ad ogni tipo di impianto, e che è privo di barriere architettoniche. La capienza può variare a seconda delle esigenze da 2.000 a 10.000 posti netti. Dunque, le possibilità di riutilizzo o di riconversione ipotizzabili sono tantissime.
Comunque sia, la trattativa avrebbe un percorso molto lungo e difficile, e non sembra che attualmente ci sia la volontà della Juventus di occuparsi della questione. Teniamo conto anche di un aspetto molto importante: magari un giorno si potrebbe ottenere con un tozzo di pane ciò che oggi si può ottenere solo mettendo sul piatto del denaro. Da parte della Juventus, infatti, la convenienza dell’operazione, nel caso fosse messa in piedi, risiederebbe quasi solo esclusivamente nella possibilità di progettare meglio tutta l’area della Continassa, integrando anche il PalaTorino nel progetto stesso e, forse, per evitare che lo stesso, nel caso continuasse ad essere gestito da terzi, gradualmente fosse sempre meno utilizzato al punto che, nel lungo periodo, potrebbe diventare sostanzialmente il brutto neo di tutta la zona. Di certo però non sarebbe facile per la Juventus, che ha da svolgere altre attività di gran lunga prioritarie, far vivere una struttura di questo tipo. L'Arena Rock sarà già una sfida abbastanza difficile, forse aggiungerci anche il PalaTorino sarebbe davvero troppo.
Un'altra ipotesi di lavoro, eventualmente, potrebbe essere quella di instaurare con il Gruppo Togni una sorta di collaborazione, finalizzata a darsi una mano vicendevolmente, promuovendo iniziative in comune, utili a far fatturare entrambe le società.
Questo lungo discorso, ovviamente, va letto come una sorta di lista di suggerimenti senza nessun valore o autorevolezza, anche perché le trattative si devono sempre fare guardando le prospettive reali e, soprattutto, i bilanci delle Società.
In teoria potrebbe anche esserci la possibilità che il PalaTorino, seppur con ambizioni molto ridimensionate, possa vivere serenamente senza grosse difficoltà.
E allora, tralasciando le mie elucubrazioni, limitiamoci a confermare che questo specifico complesso non è parte del progetto della Juventus.

Mappa
PalaTorino


L’AREA VERDE
Accanto al PalaTorino e ai cortili annessi, c’è una piccola area che fino ad ora è stata utilizzata da nomadi, giostrai e artisti circensi. Si tratta di un parcheggio dove sono ospitati furgoni, auto, roulotte e camper di discrete dimensioni. Secondo quanto diffuso dagli organi di stampa, questa struttura verrà trasferita in altro loco e al suo posto verrà realizzata una grande area verde pubblica di circa 100.000 metri quadri. La parte che si affaccia su Corso Ferrara, come si vede dalle immagini, è asfaltata. Via l’asfalto e le recinzioni e si procederà verso l’interno del quadrilatero, in una sorta di isola verde. La speranza è che questo spicchio di verde, quando sarà terminato, non diventi nuovamente località prediletta da prostitute e simili.
Anche perché Corso Ferrara vede da quel lato attività quotidiane quasi nulle. In pratica c’è solo il PalaTorino, che però è aperto quasi solo di sera se c’è qualche evento o manifestazione. Per la maggior parte del tempo è chiuso, fatti salvi gli ingressi di alcuni sparuti addetti ai lavori. Sull’altro lato del corso vi sono case popolari, che però sono recintate, e infatti i marciapiedi sono sempre privi di passanti. Corso Ferrara è una strada i cui marciapiedi, da entrambi i lati, sono sostanzialmente inutilizzati.
Speriamo in bene, perché la periferia è periferia sempre, di notte e di giorno. La periferia è sempre difficile, persino quando tutto sommato funziona bene. Non bisognerebbe mai dimenticarlo.
Devo ammettere, infatti, che su questo punto del progetto, pur non conoscendone i dettagli, io ho qualche piccola perplessità. L’Area verde interna alla Continassa, dunque, probabilmente avrà uno degli accessi anche su Corso Ferrara.

Mappa
Parcheggio Camper 1
Parcheggio Camper 2


L'IMPIANTO ELETTRICO
Sull’angolo di Corso Ferrara e via Traves c’è un piccolo impianto elettrico. A quanto pare anche questo è uno dei punti dell’Area Continassa dove non ci saranno cambiamenti e tutto rimarrà esattamente com’è ora.

Mappa
Impianto Elettrico


LA SCUOLA CALCIO E IL CENTRO SPORTIVO
Proseguendo la nostra passeggiata virtuale sul corso, arrivati fino all’angolo, svoltiamo in via Traves e, superato l’impianto elettrico, ci troviamo di fronte ad una grande parte completamente abbandonata e verde. Non si tratta di un verde “costruito”, logicamente, ma di un verde fatto di alberi, erbacce e rovi che arriva sostanzialmente fino al lato opposto della Continassa, su Corso Grande Torino. Selvaggia prateria, terra di conquista, anche in questo caso, di clandestini e prostitute, le quali “esercitano” la professione sul marciapiede di via Traves. All’interno di questa parte verde, c’è anche qualche piccolo edificio in completo abbandono, coperto dai rovi e quasi invisibile dalla strada. Nell’immagine della mappa è decisamente più evidente. Non è ancora chiaro se saranno queste strutture ad essere restaurate ed ampliate per diventare il centro sportivo (palestra e spogliatoi complementari alla Scuola Calcio), o se invece verranno rase al suolo per costruire edifici nuovi.
Come si può facilmente immaginare, da via Traves non è visibile Corso Grande Torino, perché proprio in mezzo a tutta l’area Continassa c’è una piccola, e decisamente affascinante, collina che, se venisse integrata nell’Area Verde di cui sopra, non sarebbe affatto una brutta idea. Comunque sia, su questa parte di “verde selvaggio” che si affaccia su via Traves, verranno costruiti la Scuola Calcio e il Centro Sportivo.
Come si vede in una delle immagini, sulla sinistra di questa parte di Continassa, si vede il muro di cinta dell’Arena Rock, ossia la prossima tappa della nostra passeggiata virtuale.

Mappa
Area Scuola Calcio - Uno dei vialetti d'ingresso
Panoramica Area Scuola Calcio - Bassa definizione
Panoramica Area Scuola Calcio - Alta definizione


L'ARENA ROCK
Proprio come il PalaTorino, si tratta di una struttura nata con una vocazione prettamente musicale; del resto il nome è chiaro e inequivocabile. Si tratta di una grande area all’aperto, con muri di cinta e strutture annesse (biglietteria, camerini, servizi di pronto soccorso, bagni, ecc), costata circa quattro milioni di euro, e inaugurata nel 2008. E' sita sull'angolo tra via Traves e via Druento.
Sulla carta si tratta di una struttura molto interessante, perché ci sono accessi comodi per gli spettatori, anche per il deflusso, senza gradini, ostacoli o barriere architettoniche, e vi sono anche ampi spazi di manovra per i tir che trasportano palchi, luci e impianti musicali. C’è però anche qualche difetto. Manca una pavimentazione, in sostanza c’è solo terra e erba, e mancano le tribune. Infatti, l’utilizzo di questa risorsa è stato davvero esiguo (a parte il primo anno), anche grazie alla concorrenza di strutture simili, al difficile utilizzo nei mesi autunnali e invernali (freddo, pioggia, fango, neve, ecc) e alla localizzazione molto periferica. Questa parte dell’area, tocca ricordarlo, ha generato nei mesi scorsi anche alcune polemiche date dalle diverse correnti di pensiero degli organi amministrativi del Comune della Città di Torino (precisamente nella Giunta). Da un lato vi era chi non vedeva l’ora di togliersi la patata bollente dalle mani per passarla nelle mani della Juventus, da un altro vi era chi preferiva sondare tutte le soluzioni possibili prima di prendere delle decisioni. In tutto questo, si sono anche spesso diffuse voci incontrollate su possibili riutilizzi del complesso: campi da calcetto, acquapark, negozi sportivi, piste per go-kart, ecc. Ad oggi la situazione è in evoluzione e non c’è nessuna certezza, ma ci sono grosse probabilità che la poca appetibilità della struttura possa infine aiutare il destino a far cadere nelle manine di mamma Juventus la gestione dell’Arena Rock su cui, ricordiamolo, il club vanta un diritto di prelazione.
Aspettando l’esito della vicenda, mi limito a dire solo un paio di cose.
Il rifiuto di MTV di utilizzare l’Arena Rock per quella “tre giorni” (25, 26, 27 giugno 2010, se non erro), a favore della più rassicurante e affollata Piazza Castello, la dice lunga sull’impegno che serve per riattivare degnamente questo complesso. Non sarà affatto uno scherzo. Un conto è riuscire a proporre alcune sparute iniziative, un conto è, invece, riuscire a creare una sufficiente appetibilità utile a garantire un buon fatturato per una discreta parte dell’anno. E’ molto probabile che si debba investire economicamente sia sulla struttura stessa (tribune, o ciò che serve), sia sull’organizzazione necessaria al funzionamento e alla promozione degli eventi, di qualunque tipo essi siano. Servono molte buone idee, perché sarà una grande sfida, difficile almeno quanto vincere una Champions League.

Mappa
Arena Rock - Esterno
Arena Rock - Interno
Arena Rock - Muro di cinta attiguo alla cascina


LA CASCINA CONTINASSA, FUTURA SEDE DELLA JUVENTUS
Avendo voltato l'angolo, ed essendo ora su via Druento, proseguiamo la nostra passeggiata fino alla fine del grande muro di cemento armato che delimita l’Arena Rock, (una delle foto è stata scattata proprio in questo punto). Ed eccola lì, la bellissima e storica Cascina Continassa che, da quanto si è appreso dai media, diventerà la nuova sede sociale della Juventus. Con un grande prato davanti, un viale alberato, e un grande arco di ingresso.
La Cascina è costituita da più spazi e, dopo una ristrutturazione totale, la costruzione di un dignitoso muro di cinta, la perfetta cura della flora già molto presente e l’eventuale realizzazione di aiuole e giardini, sicuramente acquisirebbe un fascino davvero notevole. Non mancano però, anche in questo caso, le note dolenti.
Abbandonata da molto tempo, la Cascina Continassa attualmente è il luogo di ricovero privilegiato di molti rom e di molti clandestini, i quali raccolgono nei dintorni rifiuti da riutilizzare e li portano all’interno utilizzando carrelli della spesa presi nei supermercati circostanti (legno per scaldarsi, oggetti vari, ecc).
All’interno del cortile vi sono persino delle automobili; situazione solo transitoria, che si risolverà quando un giorno cominceranno i lavori di ristrutturazione. I veri problemi, infatti, non sono lo sgombero e la conseguente “bonifica”, bensì sono altri. Si tratta di una vecchia struttura priva di infissi da molti anni e con il tetto crollato in molte parti. Se volessi essere cattivo potrei definirla un “rudere”, ma il mio grande amore per le vecchie cascine in generale, anche diroccate, me lo impedisce: è un fatto di coscienza. Coscienza romantica, se vogliamo. Le intemperie cui per troppo tempo è stata sottoposta potrebbero averne compromesso per sempre la vivibilità. E’ molto probabile che, nonostante i lavori di ristrutturazione, le nuove tecnologie costruttive, i materiali edili innovativi presenti sul mercato, e utilizzabili anche in questo caso, l’umidità sia ormai la vera proprietaria della Cascina. Sarebbe auspicabile che, prima di affrontare una costosissima ristrutturazione, si valutassero molto bene i pro e i contro; sia per il totale del complesso architettonico, sia per le singole parti dell'edificio (che logicamente hanno degli stati di conservazione molto diversi tra loro). Nel caso poi venisse presa una decisione in senso negativo, sarebbe necessaria comunque una ristrutturazione, anche se di altro tenore, e bisognerebbe scegliere una riconversione della cascina ad altri usi.
Va precisato che, attualmente, la decisione riguardo alla nuova sede sociale del club pare essere sostanzialmente definitiva, ma forse sarebbe il caso di ritornarci sopra avvalendosi di parecchie consulenze tecniche, tanto per stare tranquilli. Così, ad occhio, nonostante il grande fascino della soluzione prospettata, la cascina non sembra affatto il posto adatto a realizzare uffici e sale riunioni, perché l’umidità busserebbe di continuo al portone della sede della Juventus e, al di là degli alti costi di manutenzione dovuti alla retribuzione degli imbianchini perennemente al lavoro e alla retribuzione di chi dovrà occuparsi della raccolta dei funghi e delle muffe, si rischierebbe di non essere mai pienamente soddisfatti della situazione complessiva.
I tecnici, comunque, non dimentichiamolo, ne sanno molto più dei semplici osservatori esterni, e la speranza è che la decisione sia stata presa tenendo in debito conto tutti gli aspetti rilevanti.

Mappa
Cascina Continassa 1
Cascina Continassa 2
Cascina Continassa 3 - Vialetto d'ingresso
Cascina Continassa 4
Cascina Continassa 5
Cascina Continassa 6 - Muro di cinta attiguo al parcheggio in costruzione
Cascina Continassa 7 - Veduta dal parcheggio in costruzione


CONCLUSIONI
Eccoci alla fine della nostra passeggiata, perché dopo la Cascina Continassa spunta il prato che diventerà presto il parcheggio di cui abbiamo parlato all’inizio del reportage.
A questo punto, proviamo a tirare qualche conclusione.
Non mancano le perplessità sul progetto complessivo (Stadio + Aree Commerciali + Area Continassa), perché chi conosce bene questa zona periferica sa che si tratta di un pezzo di città economicamente, demograficamente e topograficamente molto difficile. La prima speranza è che l’Area Stadio e l’Area Continassa, insieme, possano creare quel costante flusso di persone che durante tutto l’arco della settimana riescano a fornire l’utenza necessaria per far fatturare a sufficienza tutti i numerosi fornitori di beni e servizi che vedranno la luce in tutta l’area dalla metà del 2011 in poi. La seconda speranza è che questo costante flusso di persone, al di là del fatturato, tenga viva tutta l’area complessiva, in modo da evitare un possibile ritorno del degrado, anche solo in alcuni specifici punti dell’area stessa. In questa prospettiva, l’acquisizione dell’Area Continassa potrebbe essere davvero l’ago della bilancia in senso positivo per far respirare meglio tutto il progetto in generale. Io infatti, non per vantarmi, ma solo per certificare la mia buonafede in ciò che affermo, credo di essere stato il primo, nei forum bianconeri del web, a parlare di questa area e a suggerirne l’acquisizione da parte della Juventus.
Purtroppo restano dubbi, per esempio, sul Corso Grande Torino, dove nascerà l'ingresso alle tribune principali dello Stadio e, presumibilmente, alle aree dedicate al museo, ossia al lato dello stadio rivolto verso il futuro complesso che sorgerà alla Continassa e dedicato esclusivamente alle iniziative gestite e indissolubilmente legate alla Juventus.
I dubbi riguardano il fatto che sostanzialmente non ci saranno attività commerciali (le aree previste sono infatti solo sul lato est dello stadio, Strada Altessano), e questa scelta, fatti salvi i giorni delle partite, comporterà lo scarsissimo afflusso di persone in quella zona ovest: ci saranno solo grandi parcheggi deserti e una grande area verde completamente libera e incontrollata, dunque il rischio del proseguimento dell’attività di prostituzione è altissimo.
Restano molti dubbi sulle attività commerciali dello stadio, il cui progetto commerciale ovviamente è nato ad est per questioni di pedonabilità e di traffico, scelta logica, ma non sono presenti grandi esche che possano attirare a prescindere i consumatori (le grandi catene come Fnac, Mediaworld, Saturn, Unieuro, Ikea, ecc, a quanto pare sono completamente assenti), e le gallerie di negozi avranno come unica grande esca il punto vendita che sarà allestito da Nordiconad, il quale però avrà una concorrenza spietata.
Ricordiamo che in pochi km quadrati sono già attivi: Carrefour Torino, Carrefour Collegno, Auchan Venaria, Conad Venaria, Ld Venaria, Ekom Venaria, Eurospin Torino (corso Potenza), Eurospin Torino (Strada Lanzo), Ld Torino (corso Potenza), In's Torino (via Borgaro), In's Torino (corso Grosseto), Lidl Torino, Coop Torino, Carrefour Express Torino, Penny Market Torino, ecc
Va precisato, però, che per ora la situazione è ancora in evoluzione, e non tutte le aree commerciali sono state assegnate. Vedremo cosa succederà, in fondo i lavori sono appena cominciati, ci sono solo tante parole e tanti sogni, la cui realizzazione sarà molto lunga e difficile (in particolare per la Continassa, per la quale serviranno ancora molti anni).
Una volta tanto, nonostante i tanti dubbi espressi nel reportage, voglio essere ottimista, nel senso che mi sembra che si stia andando nella direzione giusta.
A fianco della realizzazione del progetto stadio, non ci sarà una grande area abbandonata utilizzata come discarica abusiva, patria di rovi e ratti.
A fianco della realizzazione del progetto stadio, non ci sarà una grande area abbandonata utilizzata come luogo di prostituzione.
A fianco della realizzazione del progetto stadio, non ci sarà una grande area abbandonata utilizzata come rifugio da nomadi e clandestini.
A fianco della realizzazione del progetto stadio, ci sarà una grande area completamente ripulita, rinnovata e, speriamo, rivitalizzata. Area che probabilmente renderà molto più vivibile l’intero quartiere e che coadiuverà il progetto stadio rendendolo ancora più grande e stabile.
Anche le attività economiche ne beneficeranno, ed è un fatto molto positivo, e se nel corso del tempo si vorranno effettuare delle correzioni (come avete intuito io, probabilmente sbagliando, le ritengo quasi indispensabili), sarà sempre possibile farle.
In questa prospettiva, sbagliano tutti i tifosi bianconeri che pensano alle aree commerciali cedute dalla Juventus a terzi come ad un qualcosa di cui non serve preoccuparsi. Il progetto complessivo, a causa delle difficoltà economiche dell’area, funzionerà probabilmente proprio grazie alla somma dei tanti pezzettini del puzzle che formeranno un insieme forte. Un progetto di questo tipo non può permettersi di perdere pezzi per strada, perché più i pezzi del puzzle diminuiscono, più la forza del progetto iniziale diminuisce. In questo senso la rivisitazione dell’Area Continassa sarà molto utile per dare la stabilità necessaria a tutto il quartiere. Altrimenti sarebbe bastato semplicemente ristrutturare il Delle Alpi: se invece è stata fatta un’altra scelta un motivo ci sarà...
Si tratta di un progetto molto innovativo per un paese come l’Italia. Un progetto che forse, se me lo consentite, il calcio italiano proprio non merita. Il club fondato nel 1897 da alcuni ragazzi, che si incontravano e si sedevano su una panchina, davanti ad un liceo di Torino, invece, questo progetto lo merita eccome. E nel tempo forse, all’occorrenza, si potrà anche migliorarlo, un po’ come si fa con il contenuto delle bacheche, quelle dei trofei. Se ci sarà tanta buona volontà da parte del club, sperare non ci costa niente.