O la Juve o niente

marchio juveSul campo di battaglia cala il silenzio. Un'altra notte è passata, ancora sangue, ancora umiliazioni.
Abituati all'ineluttabilità della sconfitta, proprio come l'anno scorso. Didier Deschamps allenava la Juventus in serie B e un giorno disse: "Alla Juve ho imparato che bisogna avere schifo per la sconfitta, bisogna detestarla, odiarla con tutto te stesso". Ti accorgi che non c'è più la Juve quando vedi la sconfitta non come un nemico da annientare ma come il fatale epilogo di ogni tua azione.
La quinta stagione del dopoguerra è ufficialmente finita, ma il suo destino ce l'aveva segnato sull'etichetta che gli avevano appiccicato addosso sette mesi fa. C'era sopra una patina argentata da grattare, come quei giochini d'azzardo legalizzato. Gratta e perdi, sai già che perderai ma gratti lo stesso perché hai visto mai. Abbiamo grattato ed è andata male. Beh dai, lo sapevamo. L'ineluttabilità della sconfitta, gratti e perdi ma tanto lo sapevi.

Finita, fallimento. Annunciato anzichenò, tanto cosa cambia: sempre fallimento è.
Che facciamo ora? Tre mesi sono tanti, undici partite sono poche. Finiranno anche quelle, per fortuna.
Tre mesi per trovare dei colpevoli? Beh dai, per quelli basta molto meno. Tre mesi per pagare il conto. Ecco, già questo sarebbe più interessante.
Sì, ma chi paga? Beh, qualcuno. Di solito funziona che paga chi rompe. L'allenatore? Eh sì, troppo facile. Sì, pure lui, ma mica penserete di cavarvela così? Ci proveranno, ne sono certo. Da che calcio è calcio, è la soluzione più semplice, la più comoda. Deschamps, Corradini, Ranieri, Ferrara, Zaccheroni, Del Neri, vattelapesca... Avanti il prossimo, la prossima testa per il prossimo ceppo.

Signori, non fate gli gnorri. "Abbiamo iniziato un lavoro sette mesi fa e lo completeremo l'estate prossima", disse il (piccolo) grande capo tempo fa. Ma state scherzando? E chi lo deve completare? Questi qua? Ma fate i seri, dai. Lasciate perdere, non completate nulla. Che se tanto mi dà tanto, non voglio nemmeno immaginare cosa ne potrà uscire. Un Martinez, un Motta, un Bonucci, un Traoré, un Rinaudo mi sono bastati. Me li faccio bastare anche per l'anno prossimo. Finiamola qui, dai. Aborro l'accanimento terapeutico, figuriamoci se poi è sbagliata la terapia.
Che vogliamo fare? La Juve vi interessa o no? Sapete di cosa si tratta? E' quella roba che vinceva. Eccellenza italiana, avete presente? Come la moda, come la pastasciutta. E' inutile che vi inventate strade alternative, progetti che non si capisce niente. Il progetto della Juve prevede dirigenti capaci che assumono un allenatore vincente e comprano giocatori forti. Questi vanno in campo senza scuse, non conoscono obiettivi intermedi che non siano la vittoria. Detestano la sconfitta, e quando arriva non vanno lo stesso sotto la curva. Anzi, non ci vanno nemmeno quando vincono. Beh sì, alla fine. Dopo la premiazione, sì. Giro di campo con la coppa in mano. E il giorno dopo guai a voi se vi ricordate del giorno prima. C'è da vincere di nuovo, quello che hai vinto ieri non conta più niente.

Avete capito? Ve l'ho spiegata semplice, che poi non dite che vi è sfuggito qualcosa. Questo è, non si scappa. Ne siete capaci? Ditelo subito, non c'è tempo da perdere. Almeno uno si mette l'anima in pace. O la Juve o niente. Basta coi surrogati, quelli vanno bene per un po', io mi ero già stufato dopo un paio d'anni e qui siamo già a cinque. Allora, che facciamo l'anno prossimo? Capello o Gasperini? Moggi o Marotta? Giraudo o Blanc? Zidane o Krasic? Furino o Melo? Gentile o Sorensen? Charles o Iaquinta? Fatemi sapere, che mi devo organizzare.