Un solo nome: Antonio Conte

conteMi iscrivo allo stucchevole gioco del toto allenatore per la panchina bianconera puntando deciso su un unico nome. Certo provvedo prima a scremare la lista di tutti quei tecnici, più o meno grandi, legati ad altre società da contratti di difficile risoluzione. Il ritorno di Capello quindi sembra poco più di un sogno, i Mancini e gli Spalletti rimangono dove sono, così la suggestione Villas Boas, ma anche Mazzarri che porta il Napoli in Champions non ha un legame da sciogliere a cuor leggero e senza strascichi. Comunque sia, fra tante ipotesi, più o meno plausibili, puntare oggi su qualcuno è un po’ come puntare il numero secco alla roulette. E allora, se si deve giocare , io punto tutta la mia posta sull’”8 nero”. E’ un numero che mi fa tornare alla mente sempre e solo Antonio Conte e la maglia indossata in quell’indimenticabile 5 maggio 2002 vissuto a Udine. Il capitano di tante Juventus è sempre rimasto nel cuore di tutta la tifoseria bianconera tanto da essere invocato una partita sì e l’altra pure dalla tifoseria. Certo non si tratta di una condizione sufficiente per poter essere l’allenatore della Juventus, ma si tratta di una buona premessa.

E’ un tecnico emergente Antonio Conte, capace di portare alla promozione in serie A Bari e Siena a distanza di un paio di anni, con l’intermezzo poco fortunato di Bergamo. Un’esperienza, quella alla guida dell’Atalanta, che è sembrata finire per una questione più caratteriale che tecnica perché, è bene ribadirlo, Conte non è uomo da compromessi. L’ex capitano bianconero sembra quasi rimasto quello che si vedeva in campo. Tanto carattere, tanto agonismo, uno che anche dalla panchina fa sentire il suo carisma, mai domo anche nelle situazioni più intricate e quanto ci sia bisogno di una svolta caratteriale alla guida della Juventus è sotto gli occhi di tutti. Per contro, l’ex bandiera bianconera non ha accumulato quella esperienza in panchina che lo possa accostare a un allenatore affermato su certi livelli. Ma, come per un giocatore si va in cerca del giovane talento, anche per l’allenatore può valere lo stesso discorso, specie quando certe caratteristiche si sono già intraviste in questo scampolo di carriera da mister. Del resto, quando Boniperti scelse Trapattoni e quando Moggi puntò le sue fiches su Lippi, più o meno andò così. Un punto a favore di Conte è poi il modulo di gioco adottato da Del Neri alla guida della Juventus quest’anno. Quel 4-4-2 prettamente offensivo su cui punterebbe il neoallenatore per una scelta che significherebbe non buttare via un’altra stagione, quella attuale, dovendo ripartire davvero daccapo, con nuovi schemi di gioco oltre che un nuovo tecnico.

E allora ecco che quella di Antonio Conte diventa una scelta che sembra fatta apposta per questa Juventus. Forse quattro innesti “pesanti” ci vorrebbero per rincorrere quegli obiettivi quest’anno preclusi da una campagna acquisti ricca di nomi, ma povera di qualità. Cos’altro pensare di un 4-4-2 che per sua stessa natura dovrebbe esprimere la sua forza sulle fasce, quando invece proprio sulle corsie esterne la squadra ha manifestato il deficit più vistoso? Ma prima di ogni mossa definitiva di calciomercato c’è da chiamarlo al telefono, sedersi intorno a un tavolo e gettare le basi per dare l’avvio a un nuovo ciclo nel segno del suo calcio con interpreti “da Juventus”. Forse il fatto di apparire “a portata di mano” e di smaniare in modo palese al solo pensiero di sedersi sulla panchina della Juventus gli fa perdere qualche punto nei confronti della concorrenza, ma sembra scritto nel destino di Antonio Conte il fatto che, prima o poi, allenerà la Juventus. Mai come in questo caso mi viene da dire, meglio presto che tardi!