Andrea Pirlo: un campione in mezzo a tante incertezze

pirloDare il benvenuto ad Andrea Pirlo in questo momento storico e in una squadra come la Juventus attuale è questione controversa, perché si tratta del primo Campione (con le dovute proporzioni) sotto la Mole nel periodo post farsa. Sarebbe riduttivo, inoltre, fare un arido elenco di statistiche per un giocatore che potrà dire di aver vestito tutte e tre le maglie delle “big” italiane, di aver vinto tutto ciò che un calciatore può vincere, ma che anche, al di là del palmarès, è stato un vero e proprio simbolo dell’Italia calcistica degli ultimi 10 anni.
Cerchiamo dunque di ripercorrerne velocemente la carriera. Andrea Pirlo nasce a Brescia il 19 maggio del 1979 ed è con la maglia delle rondinelle che esordisce giovanissimo in Serie A durante un Reggiana-Brescia della stagione 1994-1995. Trequartista molto tecnico, grande visione di gioco e ottimo calciatore di punizioni, nella stagione 1997-98 colleziona 29 presenze in A mettendo a segno 4 gol, non riuscendo tuttavia con i suoi compagni a salvare il Brescia dalla retrocessione. Ma le sue prestazioni gli valgono la chiamata dell’Inter di Moratti, che ancora stava piangendo per il “rigore di Ronaldo”, ma in nerazzurro non riesce a trovare spazio. Effettivamente quando hai Cauet, Zé Elias e Winter che te ne fai di Pirlo? E così l’anno successivo va in prestito alla Reggina neopromossa in A e vi gioca un’ottima stagione con 28 presenze e 6 gol, regalando insieme ai suoi compagni (Baronio e Kallon su tutti) una salvezza, ad inizio stagione insperata, alla squadra calabra. In estate torna all’Inter, dove però colleziona solo 8 presenze fino a gennaio 2001. Stavolta erano arrivati Vampeta, Farinos e Brocchi. E la cosa incredibile è che ancora credono che non li facesse vincere Moggi. La seconda parte della stagione la passa in prestito al Brescia, dove colleziona 10 presenze per poi entrare nello scambio di giocatori più clamoroso (al pari solo di Cannavaro-Carini) che la storia del calcio milanese ricordi (a parte quelli di ragazzini di 16 anni valutati decine di milioni per “aggiustare” i bilanci sconquassati): Pirlo e Seedorf al Milan in cambio di Coco e Guglielminpietro ai diversamente “onesti”. Risate a crepapelle: era l’estate del 2001 e nello stesso momento la Juventus cedeva Zidane ed Inzaghi per prendere Buffon, Thuram e Pavel Nedved. Nostalgia canaglia… Il primo anno di Pirlo al Milan è abbastanza travagliato per via della posizione di trequartista, nella quale è chiuso da Rui Costa; ma nella stagione 2002-2003 Carletto Ancelotti lo reinventa regista basso davanti la difesa, sgravato dai compiti di copertura e in grado di impostare il gioco con i suoi piedi fatati. Questa mossa gli cambierà la carriera (e forse anche quella del suo allenatore). Di lì in poi solo successi: scudetto nel 2004, due Champions League (ahinoi!) nel 2003 e 2007, due Supercoppe Europee nel 2003 e nel 2007, un Mondiale per Club nel 2007, una Coppa Italia nel 2003 e una Supercoppa Italiana nel 2004. E tutti da protagonista, 40 presenze all’anno di media in 10 anni. Anche con la Nazionale è un predestinato: con l'Under 21 conquista un Europeo e un Bronzo Olimpico diventando recordman di presenze e secondo marcatore di sempre per gli Azzurrini. In Nazionale maggiore invece la mente non può che tornare al tacco impossibile di Dortmund con il quale “Andrea da Brescia” smarca Grosso che va a segnare il gol del vantaggio nella semifinale contro la Germania. Un Mondiale conquistato orchestrando magistralmente una Nazionale di grandi campioni nella quale c’erano 5 juventini, e che juventini. Il tutto mentre la Farsa si stava compiendo nell’estate più ignobile e vergognosa che il calcio italiano ricordi. E dalla quale noi non ci siamo ancora svegliati.
Andrea Pirlo è indiscutibilmente stato il più forte regista al mondo degli ultimi 10 anni: classe sopraffina, lanci al millimetro in ogni parte del campo e un tiro da fuori straordinario. Uno dei pochi giocatori che da solo ha fatto girare una squadra grazie ad un’abilità tecnica e ad una disciplina tattica fuori dal comune. Mi sembra scontato che un giocatore del genere sia per classe che per mentalità vincente sia un lusso per la Juventus attuale. E a chi gli contesta l’età, Andrea risponde che il riposo forzato dell’ultima stagione (causa infortunio) gli allungherà la carriera. Effettivamente, se si ripensa alle due annate di Alex Del Piero post Capello, gli si potrebbe dare ragione. Se il giocatore è integro, l’averlo portato in una squadra che necessita come il pane di giocatori tecnici, a parametro zero si può rivelare un gran colpo per Marotta. Ma quando parlavo di una questione controversa mi riferivo essenzialmente alle condizioni fisiche di Pirlo. Come mai il Milan, che storicamente i suoi campioni tende a tenerseli anche dopo i 35 anni se integri, lascia andare alla sua “ex” rivale storica in Italia uno dei più forti centrocampisti che abbia mai avuto, a soli 32 anni? Poi ci sono i dubbi legati al modulo di Conte, il quale finora ha sempre usato due centrocampisti di quantità in mezzo al campo per bilanciare lo spiccato atteggiamento offensivo delle ali esterne. Cosa c'entra un regista? Mi auguro che il Capitano sappia impostare la squadra in base ai giocatori che ha, non fossilizzandosi solo su un modulo, e vada verso l’idea di un centrocampo a tre (come sembra emergere dal mercato dei centrocampisti finora), anche per permettere a Pirlo di prendere in mano la squadra. C’è da aggiungere che 4 milioni all’anno per un 32nne non sono pochi.
Ovviamente, come tutti gli juventini, mi auguro che Pirlo possa esprimersi come sa; e soprattutto spero che Marotta riesca a costruirgli attorno una squadra all’altezza della sua classe, visto anche il fallimentare mercato della scorsa stagione, con tanti acquisti di quantità, ma pochissimi di qualità. Che sia solo il primo di pochi acquisti, ma da Juventus. Per il resto, caro Andrea, pensando a te quando eri rossonero, mi vengono in mente grandi battaglie con vittorie e sconfitte: su tutte Manchester 2003 e la sfida scudetto a Milano del 2005, un campionato truccato, secondo qualcuno abbastanza malinformato. Un grande avversario, uno dei pochi avrei voluto nella mia squadra, quella vera, quella distrutta ingiustamente da gente senza scrupoli. E, fidati, Andrea, è un gran complimento. Benvenuto alla Juventus.