Un clima juventinovero alla FC Juventus?

andrea agnelliNegli ultimi mesi, pare che le dichiarazioni di casa Agnelli riguardanti la stessa Juventus e le vicende cui è interessata (da Calciopoli al calciomercato) si siano avvicinate molto alle opinioni ed ai desideri dei tifosi bianconeri. Anche se questi ultimi andrebbero distinti, pur rimanendo tutti sullo stesso piano (niente tifosi di serie A, B o C!): diverso, infatti, è il modo di pensare del tifo organizzato rispetto a quello dei semplici appassionati da bar sport, così come è altrettanto differente la visione dei piccoli azionisti, ad esempio. Ognuno, però, vuole una sola cosa dalla Juve: vincere. Lo sport è anche quello. Partecipare, ma per raggiungere il massimo obiettivo possibile. Ecco che, quindi, allestire una squadra competitiva per le stagioni a venire è fondamentale per tutti; pensare alla Juventus come ad una S.p.A. risulta altrettanto primario per la società stessa e per quei tifosi che possiedono le azioni di un progetto troppe volte cominciato e mai andato a buon fine; e con un po’ di raziocinio, considerando la direzione che sta prendendo il calcio, questo dovrebbe essere un aspetto che i tifosi bianconeri non potranno più sottovalutare; ma per moltissimi tifosi (sono sempre di più i “gobbi” ben informati, grazie al lavoro di testate come la nostra e a poche altre, sia chiaro) la difesa della storia e dell’onore del club più amato e vincente d’Italia è una prerogativa assoluta, e se ne dovrebbe fare carico la stessa Juve, non i legali dei suoi ex dirigenti!
Ed ecco che a dissipare alcune delle nubi, che dal 2006 aleggiano nelle menti di noi juventini, ci ha pensato la stessa dirigenza – e presidenza - bianconera, come si può verificare da una serie di episodi e di dichiarazioni che ci fanno ben sperare per il futuro.
Premettiamo: la fiducia nelle persone è condizionata, l’amore per i nostri colori, invece, sarà eterno. Quindi nessuno dimenticherà mai quello che è successo in questi ultimi anni, da qualsiasi parte si guardi la vicenda. I risultati, sul campo, non si sono visti, nonostante gli aumenti di capitale e gli interventi societari dal 2007 ad oggi; pertanto sia i tifosi “da stadio”, sia i piccoli azionisti hanno il timore che la programmazione sportiva ed economica possano fallire nuovamente: se è vero che i soldi contano parecchio, le strategie e la gestione dipendono da fattori umani, e, quindi, solo con le persone giuste si potrà portare a compimento il nuovo progetto. Speriamo che il nuovo stadio sia realmente un incentivo per tutti. Ma il punto fondamentale per la gran parte dei tifosi è anche la restituzione del maltolto ed il risarcimento dei danni subiti nel 2006: e sinora, checché se ne dica, non si è visto ancora nulla. Aspettiamo, fiduciosi, anche in virtù di quello che è emerso negli ultimi giorni.

Da gennaio, come già scritto qui, si cominciava ad avvertire prudenza, ma anche fermezza nelle dichiarazioni relative al mercato (invernale ed estivo): poi il tracollo della nostra squadra in campionato ha scoperto il fianco della nostra ancora acerba società e sono saltati un po’ i nervi.
Terminata la stagione, invece, è parsa subito chiara la linea societaria: cambiare guida tecnica, ridurre gli incarichi all’AD Blanc, ridimensionando di molto il suo ruolo, e, di fatto, chiudendo il suo fallimentare quinquennio, per lasciare spazio ad un nuovo e più competitivo progetto, si spera, più juventino e più vincente; aumento di capitale per poter sistemare il bilancio e per ripartire con questa nuova avventura; fornire risposte e muoversi nelle vie giuste per ristabilire la verità di Calciopoli. Questi i punti cardine che, effettivamente, lasciano pochi dubbi sulle prossime intenzioni, ma che ormai tutti i tifosi guardano con scetticismo, considerate le vicissitudini degli ultimi anni.

Parliamo innanzitutto dell’aumento di capitale, che senza dubbio darà slancio alle trattative di mercato: una cifra importante, quella di 70 milioni di euro, che comunque gli azionisti avranno la facoltà di integrare, magari proprio in considerazione dei movimenti di mercato del duo Marotta-Paratici e dell'effettiva volontà della nostra dirigenza, proprietà e presidente in testa, di perseguire realmente i risultati calcistici ed extracalcistici che tutti auspichiamo. Persino John Elkann, non avvezzo a certe affermazioni, si è esposto parlando di “piano ambizioso per costruire una squadra più forte e un grande futuro. Il piano richiede delle risorse per costruire una squadra più forte e si prefigge dei traguardi importanti, e noi ci sentiamo a tutti gli effetti pronti a sostenere questo percorso”.
Inoltre, nell’ormai celebre intervista ad Andrea Agnelli, rilasciata ad Andrea Monti per La Gazzetta dello Sport in data 24 giugno, anche il presidente Andrea Agnelli ha ribadito la felicità per l’aumento di capitale, andando oltre: ha accusato la Gazzetta stessa di aver creato, mediante la pubblicazione di intercettazioni, quel sentimento popolare che ha accompagnato la Juve fino alla sentenza, e ricordato che tale pratica costituisce reato. Inoltre, ha difeso a spada tratta l’operato dell’avvocato della Juve Vitiello al processo di Napoli (“L’avvocato Giuseppe Vitiello ha detto cose assolutamente chiare sia dal punto di vista giuridico che fattuale. In sintesi: le accuse sono infondate”), smentendo giornali ed opinionisti che affermavano il contrario; ha assicurato, infine, il vivo interesse per la grana Calciopoli ancora in sospeso, sollecitando gli organi federali competenti: “Dal ricorso ci attendiamo anzitutto risposte. E che la giustizia sia davvero uguale per tutti”. Insomma, uno juventinovero a tutti gli effetti!
Ma l’exploit più irriverente ed inatteso è stato forse quello del 28 giugno, quando, durante una domanda in merito alla diatriba tra grandi club e medio-piccole squadre sulla ripartizione dei diritti televisivi, il presidente Agnelli ha lasciato trasparire i suoi problemi con l’aritmetica, quando questa viene esasperata, per la serie “la matematica, a volte, è un’opinione (di Guido Rossi)”. Ecco le dichiarazioni: “Il problema riguarda sempre la ripartizione dei diritti in tv in base al bacino d'utenza. Per il post 2012, club come Palermo e Udinese chiedono che nei parametri rientri anche la meritocrazia? In assemblea di Lega si parlava di tifosi. Se vogliamo premiare la meritocrazia, io lo condivido anche. Però, se dobbiamo redistribuire le risorse in base alla meritocrazia, allora bisogna considerare anche la storia dei club. Noi abbiamo vinto 29 scudetti, il Milan 18 e l'Inter non so... Ci sarà un motivo se queste tre squadre mettono insieme il 70% dei tifosi. Abbiamo pianificato dei budget, non si possono cambiare le carte in tavola...". Il tutto da alleato di Moratti (e delle altre big), almeno per quanto la battaglia per i diritti TV.
Insomma, non avremo ancora assistito a sovvolgimenti risolutivi, ma a piacevoli pillole di juventinità sì. Tuttavia (non siamo mai contenti) i fatti dovranno prima o poi arrivare. Che le azioni giungano davvero, e di intensità proporzionata al danno che abbiamo subito. Il progetto sportivo e finanziario deve assolutamente accompagnarsi a una strategia concreta per la restituzione del maltolto. Non ci accontenteremo di dichiarazioni di facciata o di un esposto. Chi ragiona da ju29ro, agisce da ju29ro. Anche in piena zona recupero, anche dopo una partita sofferta: l’importante è lottare per la vittoria fino alla fine, e farlo con stile.