Una magia di Trezegol per espugnare il Friuli

trezeguetIl 9 marzo del 2003 la Juve di Lippi tornava ad Udine per la prima volta dopo quel bellissimo 5 maggio 2002: incredibile quanto inaspettato il 26esimo scudetto conquistato qualche mese prima sul campo del Friuli, entrato di diritto nel cuore dei milioni di tifosi bianconeri come il trionfo che più di tanti altri ne ha scaldato gli animi.
Meno decisiva rispetto all’anno precedente, la trasferta in terra friulana presentava però per gli uomini di Lippi molte più insidie: la squadra di Spalletti infatti era la vera rivelazione del campionato con il sesto posto in classifica, in piena “ zona Uefa” ed ancora imbattuta tra le mura amiche. I bianconeri, dal canto loro, si presentavano a Udine dopo la roboante vittoria per 3-0 ottenuta al Delle Alpi contro l’Inter nella settimana precedente, mettendo in mostra una superiorità fisica, tecnica e tattica imbarazzante, da capolista solitaria virtuale (la squadra di Cuper aveva espugnato Bologna nel match del sabato ed era momentaneamente appaiata a Madama) ed in piena salute. Quattro successi di fila, 8 vittorie nelle 9 precedenti giornate avevano permesso alla Juve di collezionare ben 7 punti in più rispetto ai nerazzurri, rivali diretti nella corsa scudetto. Il campionato però non era l’unico obiettivo di Del Piero e compagni e il calendario, il mercoledì successivo alla sfida del Friuli, proponeva uno Juventus-Deportivo da “dentro o fuori” (partita che sarebbe poi passata alla storia per il 3-2 di Tudor al 93’ che consentì alla Juve di approdare ai quarti di finale); ciò costrinse Lippi a schierare una formazione che tenesse conto della delicata sfida europea imminente. Fuori così Ferrara, Montero, Tudor, Del Piero (per un precedente infortunio), Nedved (per una botta all’osso sacro dopo uno scontro di gioco ai limiti della correttezza con il “solito” Materazzi, come si può vedere nel video al minuto 1:07 circa) e Trezeguet.
E così le assenze condizionarono non poco lo spettacolo, visto che la Juve fu costretta ad affidarsi alla forza fisica di Zalayeta e alla velocità di Di Vaio piuttosto che alle giocate di Nedved e Del Piero. Ne venne fuori una partita grigia come il cielo sopra lo stadio, con una Juve solida ma senza spunti degni di nota, e con l’Udinese attenta più alla fase difensiva che alla possibilità di colpire in attacco, eccezion fatta per un tiro di Jankulovski, che trovò però Buffon pronto ad allontanare il pericolo. Ci provò Zalayeta due volte per la Juve, sempre di testa: la prima zuccata finì fuori di poco, la seconda venne respinta egregiamente da De Sanctis; il primo tempo terminò così nei binari della mediocrità. Nella ripresa, al 54’ fu il turno di Di Vaio ad impegnare De Sanctis, poi al 60’ arrivò l’espulsione di Pinzi. La manovra friulana, nonostante l’inferiorità numerica, sembrava migliore, più avvolgente, ma la Juve seppe resistere, aspettare e sferrare la zampata finale con un colpo da maestro di Trezeguet, entrato al posto di Zalayeta; il francese sfruttò alla perfezione un assist di Zambrotta dalla sinistra e insaccò con una volée di destro straordinaria, il terzo pallone toccato fino a quel momento in tutto l’incontro, ennesima testimonianza dell’infallibilità del numero 17 bianconero sottoporta. Per Trezegol fu un gol importantissimo, che gli permise di terminare un digiuno che in campionato durava da quasi due mesi su azione (per la precisione dal 19 gennaio, in occasione della tripletta rifilata al Chievo). Era l’84’, ma il match offrì alla Juve anche l’opportunità del 2-0 su un contropiede non sfruttato a dovere da Di Vaio, fermato da Sensini; l’argentino allo scadere provò di testa a firmare il pareggio, ma trovò un grandissimo Buffon che permise alla Juventus di uscire dal Friuli con i tre punti in tasca. Arrivò così la nona vittoria in dieci gare, la quinta consecutiva, la nona in trasferta in tutto il torneo, e Trezeguet fu l’ottavo giocatore in tutto il campionato bianconero a segnare dopo essere sceso in campo dalla panchina: numeri che testimoniavano una superiorità netta della Juve rispetto alla concorrenza.
Curiose a fine gara le proteste del portiere De Sanctis: "Fino all'84', appena la palla usciva rientrava subito. Ma quando siamo passati in svantaggio, invece, non mi arrivava più. Ma io dico: proprio un raccattapalle tifoso della Juventus, dovevano mettermi? Scusate, ma mi sono proprio innervosito: ci sta che si ricorra a questi trucchetti, la stessa cosa mi era capitata la domenica prima a Reggio Calabria. Però qui eravamo in casa nostra, accidenti”. Il ragazzino raccattapalle si era anche segnalato per un’esultanza non molto contenuta al gol di Trezeguet, ma con 14 milioni di tifosi è proprio difficile per la Vecchia Signora giocare in trasferta.