Il progetto "Continassa" cresce in silenzio

StadioPREMESSA
Nel dicembre del 2010 abbiamo pubblicato in questa sede un lungo reportage sull'Area "Continassa", che vi consigliamo vivamente di rileggere nel caso in cui la memoria non vi sia di sufficiente aiuto, per comprendere meglio le ultime novità che sono trapelate sull'evoluzione di questo progetto targato Juventus. Qualche altra piccola considerazione occasionale in libertà riguardante la Continassa è presente probabilmente anche in qualche altro articolo a tema "stadio" linkato al fondo della pagina di presentazione, cui si accede tramite il banner sulla destra della nostra home page.
Per aiutare la comprensione dell'articolo, vi riproponiamo nuovamente la mappa già pubblicata in passato:
- Mappa Area Stadio + Area Continassa

I FATTI
A quanto pare, la linea "filosofica" e "operativa" caldeggiata in quell'articolo di oltre un anno e mezzo fa, e per la verità anche diverse volte su qualche forum bianconero, è stata adottata quasi alla lettera.
Le ultime notizie, infatti, riportano una situazione decisamente diversa dal progetto iniziale e un'idea sul da farsi molto più ambiziosa da parte della Juventus. In buona sostanza, l'accordo iniziale tra il Club e il Comune è cambiato e il progetto è stato integrato in modo molto deciso. La Giunta del Comune di Torino ha dato la sua approvazione qualche settimana fa, ma la notizia è trapelata solo ultimamente.
Proviamo a fare il punto della situazione.
Come previsto proprio in quell'articolo linkato poco sopra, la situazione concreta ha subito forti variazioni, di cui due molto importanti.
Per cominciare la profonda crisi del settore eventi, spettacoli, concerti, ecc. che ha colpito il PalaTorino che, infatti, nel 2011 ha cessato la sua attività, sia per gli alti costi di gestione della struttura, sia per la forte concorrenza di settore formatasi negli ultimi anni in città...
Altro dato importante la difficoltà del Comune di Torino a trovare, attraverso una gara pubblica, un'azienda che volesse gestire l'Arena Rock. Le motivazioni sono grosso modo le stesse del PalaTorino.
Per completezza, a questo secondo dato ne va affiancato a supporto anche un altro: ossia il passaggio del testimone nella carica di Sindaco di Torino, da Sergio Chiamparino a Piero Fassino, avvenuta ufficialmente il 16-05-2011.
La motivazione ufficiale alla base del nuovo accordo sarebbe legata all'attuale congiuntura economica, che vedrebbe "difficoltà finanziarie" tali da non consentire di portare a termine il vecchio accordo. Diciamolo pure, ma a bassa voce mi raccomando, si tratta di una motivazione impregnata di "politichese" che vuol dire tutto e vuol dire niente. Ma, visto che chi vuol capire capisce, visto che siamo tutti uomini di mondo, e visto che il problema non ci riguarda, passiamo pure oltre con un balzo strategico senza soffermarci su questo punto leggermente controverso.
Il nuovo protocollo di intesa è stato approvato e nelle prossime settimane sarà ratificato. A quel punto comincerà la trafila burocratica dei provvedimenti urbanistici che il Consiglio Comunale dovrà adottar, per autorizzare le nuove costruzioni. Il nuovo accordo, quindi, amplia la base d'intervento complessiva, passando da 271 a 380 mila metri quadri circa.
Ora veniamo, appunto, al contenuto del piano e alle "costruzioni".
In virtù del cambiamento della situazione concreta (Arena Rock e PalaTorino), entrambi i due blocchi di questo grande quadrilatero sono diventati un problema per il quartiere, per il Comune, e indirettamente anche per la Juventus. Perché inutilizzo, nel lungo periodo significa degrado, e depauperamento economico, a cui vanno aggiunti fisiologici costi di gestione anche quando il regime di utilizzo di un immobile è quasi zero. La nuova situazione, quindi, ha costretto le parti a cercare una nuova idea complessiva, e mamma Juventus, come io speravo, suggerivo, e auspicavo, ha colto al volo questa nuova opportunità.
Da quel po' che è filtrato, si è capito che oltre alla ristrutturazione della grande e fascinosa cascina del Seicento da adibire a sede ufficiale, verranno costruiti anche diversi edifici a vario uso.
Vediamo nel dettaglio tutti i singoli segmenti previsti dalla somma dei due progetti.

- Un grande parcheggio da 800 posti auto circa, a supporto degli eventi dello Juventus Stadium (previsto già con l'accordo precedente, è stato già realizzato, ed è attivo fin dal giorno dell'inaugurazione)
- Ristrutturazione totale della Cascina del Seicento denominata "Continassa", futura sede della Società (prevista già con l'accordo precedente, lavori non ancora iniziati)
- Un Parco Pubblico (previsto già con l'accordo precedente, ma realizzato solo per la parte del quadrilatero che si affaccia sul Corso Grande Torino)
- Quattro nuove palazzine (previste con il nuovo progetto)
- Un cinema multisala (previsto con il nuovo progetto)
- Un albergo (previsto con il nuovo progetto)
- Un Centro Diagnostico per la Medicina dello Sport (previsto con il nuovo progetto)
- Un Circolo Sportivo (purtroppo non è ben chiaro questo punto; nel senso che è previsto con il nuovo accordo, ma con il vecchio accordo era già prevista la possibile costruzione di una Scuola Calcio sul lato ovest, con accesso da via Traves, e quindi oggi non si sa con precisione cosa potrebbe racchiudere complessivamente questo specifico segmento del progetto)

Ovviamente al momento non si sa moltissimo dei dettagli del progetto, che peraltro potrebbe subire ancora delle piccole variazioni, ma pare che il centro medico e il circolo sportivo saranno edificati nell'area che oggi è occupata dall'Arena Rock. E forse su quella superficie non ci saranno solo questi due segmenti, visto che l'area è molto grande, chissà... Va precisato che dal luglio 2011 la gestione dell'Arena Rock è stata affidata tramite concessione ad una azienda (Expo Rent) che all'interno vi ha realizzato un kartodromo. Il piano approvato però comprende anche quell'area ed è ancora una bozza, e dovrà passare il vaglio delle diverse procedure. Quella attività potrebbe essere ricollocata in altro loco, o potrebbe restare sulla stessa area ma essere posizionata diversamente, ecc. Il nodo verrà sciolto più avanti.
Da una prima e approssimativa lettura dei dati a disposizione, sembrerebbe molto probabile addirittura l'abbattimento di entrambe le strutture acquisite dal club. Per capirci, il Lato Nord (via Druento), grosso modo, sarebbe stato considerato strategicamente più adatto ad accogliere nuove strutture e nuovi edifici, tenendo conto anche della viabilità e dei collegamenti stradali e autostradali. Il Lato Sud del quadrilatero, invece, che si affaccia su Corso Ferrara, diventerebbe un parco pubblico, che si affaccerebbe anche in parte su Corso Grande Torino (che, ricordiamolo, a breve dovrebbe cambiare nome e diventerà Corso/Via Gaetano Scirea). L'attuale assessore all'Urbanistica Ilda Curti ha puntualizzato:
"È un'occasione importante per riqualificare l'intera zona, superando funzionalmente l'Arena Rock e il PalaTorino e dando un nuovo volto al quartiere".
Come molti ricorderanno, la Juventus con il vecchio accordo avrebbe versato al Comune di Torino un milione di euro per la concessione dell'area, mentre con quello appena approvato verserà ben 10,5 milioni di euro. Un investimento molto più oneroso, e anche idealmente molto più importante.
A questo punto, esaurite tutte le notizie pervenute in questi giorni, è bene provare ad analizzare e a commentare il tutto.

COMMENTO
Partiamo da alcuni presupposti mai abbastanza ricordati anche dagli osservatori più attenti.
La proprietà della Juventus, intesa come pacchetto azionario di controllo del club, in questo periodo vive al suo interno cambiamenti molto importanti. In tutto il gruppo torinese vi sono fortissime modifiche in corso, riguardanti tutti gli ambiti (pacchetti azionari, riassetti societari delle diverse controllanti e delle diverse controllate, apertura e chiusura di stabilimenti produttivi, sedi sociali, beni immobili privati dei soci più rappresentativi, ecc ecc). Come scrissi in passato in una serie di articoli dedicati all'avventura di Andrea Agnelli alla guida del club; per la verità è da tantissimi anni, e non solo dall'attuale contesto, che si è resa necessaria una riflessione attenta anche sulla società Juventus. Le diverse filosofie e le diverse anime presenti all'interno del gruppo (numerosi membri di varie storiche famiglie come Elkann, Agnelli, Rattazzi, Nasi, ecc, nonché degli storici e notissimi professionisti che tutti conoscono, ossia Gabetti, Grande Stevens, Marchionne, ecc) non possono non tenere conto del fatto che spendere enormi quantità di denaro per finanziare un club di calcio è sostanzialmente una follia. Il calcio infatti non è un'attività che genera profitti, e non è neanche un'attività che garantisce dei risultati certi anche solo proporzionali alla spese sostenute. Si tratta di un mercato/settore molto più incerto di qualunque altro, dove l'azionista che controlla un qualunque club, spesso e volentieri è una sorta di magnate filantropo.
Anche se, a volerla dire tutta tutta, in più di qualche caso, soprattutto in qualche piccolo club di provincia, ma non solo, il signorotto in questione non sempre vive il calcio in perfetta armonia con le leggi del paese, e non sempre ha il calcio come vero obiettivo del suo operare...
Ma anche in questo caso, visto che siamo tutti uomini di mondo, soprassediamo, facciamo pure finta di niente e lasciamo nel loro brodo i tanti, troppi, loschi presidentini funambolici d'Italy, di cui tutti ben conosciamo i nomi, perché per fortuna non è questo il caso della Juventus.
Il punto vero nel nostro caso è che Exor, con il dovuto rispetto, non controlla una frizzante squadra di provincia, ma controlla una squadra conosciuta in tutto il mondo, e con un passato da sempre glorioso.
La storia pesa e, o la si adotta, o si vende e si lascia l'incombenza ad altri, perché si tratta di una responsabilità importante, che prevede degli esborsi economici notevoli laddove si voglia continuare a tenere il Club sempre molto competitivo a livello nazionale e internazionale. Piaccia o non piaccia, la realtà è questa.
Da questo tipo di riflessioni, simili alle mie, è nata probabilmente nel gruppo torinese l'idea, diventata da tempo necessità, di rendere il Club sempre più forte ed autonomo economicamente, adagiando lo stesso su un progetto più ampio; non solo calcio, ma anche altre attività, per avere le spalle più larghe possibile, per così dire. Nonostante la prematura, frettolosa e molto discutibile (in particolare nei modi) cacciata di Moggi e Giraudo, i nodi "filosofici" a cui facevo riferimento poco sopra sono ugualmente venuti al pettine, e la gestione targata Andrea Agnelli non ha potuto far altro che riprendere la via che grosso modo aveva già idealmente abbozzato (anche se non ancora tracciato) l'ex amministratore delegato Giraudo.
Solo un aumento del fatturato e della forza economica complessiva del club nel lungo periodo può permettere una dignitosa, e a volte, si spera, brillante vita dello stesso, senza frequenti e corpose ricapitalizzazioni. Sia chiaro che, a dire il vero, non mancano esempi di gestione efficiente un po' diversi dal solito. Su tutti salta all'occhio quella dell'Udinese, per esempio. Ma, senza nasconderci dietro un dito, e senza usare mezzi termini, è difficile pensare alla sempre accattivante e fresca squadra di Udine con lo scudetto sul petto o in una finale di Champions League... Vi pare?
Ed è solo con questi presupposti ben chiari in testa che possiamo provare a ragionare sulle basi di questa nuova situazione della Continassa.
L'accordo precedente tra Juve e Comune era ottimo da molti i punti di vista, perché rileggeva un po' tutto il quartiere in una veste bianconera, perché prevedeva il grande parcheggio a supporto dello Stadium, perché incastonava nel quadrilatero anche la Sede della Società, e perché vedeva la nascita di una scuola calcio (anche se non direttamente incanalata nel filone delle giovanili bianconere).
C'era però un neo, ossia che non sembrava complessivamente un progetto che potesse portare dei buoni profitti economici reali, e magari costanti, nelle casse della Juventus.
La nuova tappa raggiunta in questi giorni, invece, apre a delle prospettive di lavoro/investimento molto più ampie. Lo scenario è cambiato radicalmente. Una vera e propria boccata d'ossigeno, mi permetto di dire. Non è ancora chiaro come voglia operare Juventus sia dal punto di vista degli investimenti economici, sia dal punto di vista aziendale, ed è probabile che ancora non ci sia un'idea definita e precisa su come muoversi.
Il fulcro della questione è che generalmente, per rendere molto redditizia un'attività, bisogna gestirla in proprio, o quasi, in modo da non dover dividere gli eventuali profitti con altri soggetti.
Ma la Juve per legge non può gestire liberamente e totalmente qualunque attività che non sia molto vicina al "core business". Nel senso che ci sono alcuni limiti di ordine legislativo, che legano un po' le mani a chi opera, soprattutto quando un progetto diventa complicato e ambizioso. Proprio recentemente peraltro, durante la presentazione ufficiale delle nuove maglie per la stagione 2012-2013, tenutasi allo Juventus Stadium l'11-07-2012, ancora una volta il Presidente Andrea Agnelli ha fatto un piccolo riferimento a questo tipo di tematiche. Segno che la questione è sotto osservazione da parte della dirigenza bianconera.
Sì, è vero, molte attività non strettamente legate al core business vengono già svolte, sia dalla Juventus che da altri club, ma si tratta quasi sempre solo del minimo indispensabile, perché avventurarsi troppo oltre può essere rischioso.
Sono molti i tifosi a cui piacerebbe, un po' come capita per alcuni club esteri, una Juventus che si occupasse di alberghi, di un canale televisivo, di iniziative commerciali di vario genere, ecc, ecc. Le idee non mancano tra i tifosi, e le proposte sono tantissime ogni volta che in qualunque sede si tocca questo tema. Ma non è facile per una società di calcio, con tante squadre al seguito (giovanili, che cominciano dai pochi anni di vita fino alla maturità), con uno stadio e le sue classiche tante attività collaterali sul groppone, fare di mestiere anche l'albergatore, l'organizzatore di viaggi, l'organizzatore di eventi, l'editore, il produttore, il ristoratore, l'intrattenitore, l'amministratore immobiliare, ecc, ecc. Generalmente si collabora con aziende esterne per realizzare certi tipi di progetti, non c'è scampo.
Perché, oltre alle legislazione (su cui l'attuale governo Monti proprio recentemente ha cominciato finalmente a fare qualche modifica, cominciando dalla legge sugli stadi), bisogna tenere conto del fatto che sarebbe necessario costruire interi nuovi rami di azienda dal nulla, per occuparsi degli eventuali nuovi segmenti. Un lavoro molto lungo, complesso, e spesso anche molto incerto negli esiti, dove servono le idee chiare e grande competenza di settore, se si vuole che tutto sia efficiente e altamente remunerativo. E bisogna ammettere che non è affatto semplice, e bisogna anche ammettere che non lo sarebbe quasi per nessuno in Italia, per tante ragioni. La prima è che il momento storico (finanziario-economico-politico-sociale) è quello che è...
E poi, tanto per non dare un giudizio da fedelissimo parrocchiano, non è ancora chiaro se qualcuno dalle parti di Torino ha le capacità per lavorare bene in questa prospettiva, fino alla massimizzazione più alta possibile, perché servono delle belle teste/menti. La storia della famiglia (intesa ovviamente, anche come storia di tutto il gruppo in generale) dimostra che la ricerca di uomini di talento per la costruzione di una nuova classe dirigente di altissimo livello è da tantissimi anni passata in secondo piano rispetto alla ricerca dei benefici finanziari e di bilancio. La crisi del mondo dell'auto è riconducibile, anche se solo in parte, anche a questo approccio imprenditoriale nato negli ultimi decenni, (che per la verità ha colpito anche buona parte del resto del mondo economico imprenditoriale del paese). Per questi motivi ritengo plausibile che sul concreto sviluppo del progetto, a Galfer32 stiano ancora lavorando molto per capire come è meglio procedere, sia aziendalmente, sia contabilmente, sia finanziariamente e sia legalmente.
E dai pochi dati a disposizione, ritengo altrettanto plausibile che siano orientati a lavorare su attività il più sicure possibile e più "integrabili" con un club di calcio, in modo che si possano sviluppare delle interessanti connessioni tra le varie attività. Scelta molto molto saggia direi.
E' meglio cercare di confrontarsi con cose che si conoscono, o dove ci si può far aiutare da persone/aziende che si conoscono, sia per la realizzazione e sia per la gestione e l'amministrazione. Insomma, risulta chiaro dal progetto approvato che la Juventus non si metterà ad organizzare concerti, o spettacoli teatrali, o follie di questo genere (uso questi esempi solo per via della vocazione musicale delle due strutture entrate nel nuovo accordo).
I piedi sono ben saldi a terra.
Albergo (che probabilmente non verrà gestito direttamente, perché sarebbe molto complicato, ma potrebbe integrarsi bene con l'idea delle partite e dei tifosi che arriveranno da molto lontano per vederle), immobili (sul cui utilizzo qualche soluzione interessante utile al Club si potrebbe decisamente trovare), il Cinema Multisala (che probabilmente non verrà gestito direttamente, perché sarebbe molto complicato, ma che se funzionasse a dovere forse qualche discreto frutto economico potrebbe portarlo), il Centro Medico, (che probabilmente non verrà gestito direttamente, ma che potrebbe tornare utilissimo, sia per i giocatori con qualche problema fisico, sia per le visite mediche dei nuovi acquisti, ecc, andando a sostituire il ruolo svolto oggi dalla Clinica Fornaca, che dopo il trasloco della Sede Sociale nella Cascina Continassa restaurata, diventerà troppo distante da raggiungere in tempi brevi), ecc.
In futuro, dunque, potrebbero affacciarsi sull'Area della Continassa degli investitori, ossia dei possibili partners di settore, pronti a coadiuvare lo sviluppo del progetto sia finanziariamente, sia con le proprie competenze e il proprio Know-how specifico. E' presto per fare previsioni, e le mie sono solo considerazioni in libertà, ma questa è una possibilità molto forte. Dipende tutto da casa Juve, e forse anche molto da casa Agnelli e casa Elkann, per capirci.
L'operazione complessiva sembra un bel colpo anche per il Comune di Torino, va detto a chiare lettere, perché spesso e volentieri, sui giornali e nelle emittenti radiofoniche e televisive antijuventine, si parla a sproposito di questi argomenti, come se la Juve avesse costruito tutto il progetto, dallo stadio nuovo in su, completamente gratis o con regalie di vario genere da parte delle istituzioni. Niente di più errato.
La Juventus ha pagato di tasca propria sia la costruzione del suo stadio (ben più di 100 milioni di euro), sia la concessione dell'area su cui è costruito (25 milioni di euro), sia le opere accessorie (piste ciclabili, svincolo della tangenziale nord, ecc, che peraltro sono a vantaggio di tutta la collettività).
Ora, per questa nuova parte del progetto, Juventus nel tempo pagherà altri 10,5 milioni di euro, realizzerà gratuitamente un Parco Pubblico per il Comune di Torino, riqualificherà gratuitamente tutta l'area per il Comune di Torino, pagherà l'eventuale abbattimento delle due opere esistenti, e pagherà tutto ciò che verrà costruito nei prossimi 10 anni su tutta l'area. Scusate se è poco!
Che lo sappiano tutti, in particolare gli interisti, i milanisti, ma anche e soprattutto i granata, e se lo schiaffino bene in testa, per non dimenticarselo.
Per concludere, tocchiamo molto brevemente ancora un paio di punti.
Primo punto. Con lo scopo di eliminare alcuni dubbi che spesso vengono sollevati da alcuni tifosi, bisogna precisare che lo Juventus Center di Vinovo non sembra affatto vicino ad eventuali traslochi, quindi, scordiamoci l'idea di una sua eventuale replica sull'area della Continassa, e di una futura vendita a terzi dell'attuale centro degli allenamenti. La Juve avrà/gestirà due aree: quella dello Stadio+Continassa, e quella di Vinovo.
E anche il progetto MONDOJUVE di Nichelino procede a tutta birra, quindi Juventus deve avere necessariamente una delle sue case anche nella periferia sud di Torino.
Questo è, ad oggi, il programma.
Secondo punto. E' certamente un peccato buttare giù le due "strutture musicali" esistenti. L'approvazione della Giunta, avvenuta per la verità un po' in sordina, evidenzia probabilmente anche la difficoltà di confrontarsi soprattutto con questo aspetto, perché si tratta di due strutture di costruzione recente. Bisogna però anche tenere conto che il loro riutilizzo, passando attraverso una riconversione ad altri usi, non è una cosa semplice. Probabilmente i costi per una ristrutturazione pesantissima sarebbero superiori a quelli dell'abbattimento e della costruzione di nuove strutture. Che poi, in uno dei due casi non sono neanche previste, perché al posto del PalaTorino ci sarebbe il Parco. Forse ci si potrebbe ancora lavorare su, valutare qualche altra idea, chissà...
Ma sinceramente sembra molto difficile che si possa davvero ottenere qualcosa di buono, sia sull'una che sull'altra. Anche perché l'attuale "progetto Juventus", portato avanti finora da Andrea Agnelli, purtroppo non sembra contemplare altri segmenti che necessiterebbero di ulteriori immobili, per di più riadattati e con costi gestionali altissimi (viste le dimensioni delle strutture).
Insomma, pare difficile pensare, per esempio, ad un PalaTorino adibito a Centro Medico, o a Sede del Club, o ad emittente televisiva autogestita (un Juve Channel fatto molto molto seriamente, con tanto di grossi archivi e studi televisivi di un certo tipo), o ad un albergo, o ad un Palazzetto acquatico con piscina olimpionica, o un Centro Congressi, o chissà cos'altro...
Elenco questo tipo di ipotesi perché alcune di queste in passato erano state avanzate da alcuni media e anche da qualche tifoso (segno che a Galfer32 si stava lavorando per capire in quale direzione andare).
E comunque sia, solo degli ingegneri edili possono essere le guide sicure da seguire sul da farsi. Dunque lasciamo lavorare chi sa.
Il percorso del progetto è ancora lunghissimo, le tappe da raggiungere sono ancora molte, e probabilmente non mancheranno altre variazioni o novità, ma l'indirizzo sembra essere davvero quello giusto.
Nessuno con un po' di sale in zucca può esimersi dal congratularsi con il dott. Agnelli per il lavoro svolto in questo specifico ambito da quando si è seduto sulla poltrona di Presidente. E bisogna ammettere che essendo questo un periodo di grande crisi italiana, europea e in parte anche mondiale, si potrebbe essere tentati di posticipare i programmi, congelare gli investimenti, insomma... tirare i remi in barca in attesa di tempi migliori. Invece, con molto coraggio, a Torino, precisamente in Corso Galileo Ferraris 32, si segue la direzione opposta. Si progetta, si ragiona, si prendono decisioni e impegni. Lodevole davvero.
Ora la palla è passata al Comune di Torino, che per cominciare deve ratificare l'accordo, poi deve emettere i provvedimenti urbanistici necessari, e poi deve sgomberare l'area dai clandestini, dai rom, e magari anche dalle prostitute. Noi, dal canto nostro, terremo gli occhi aperti.
Il progetto "Continassa" cresce, in silenzio, ma cresce... E cresce bene.