Lo Juventus Museum arriva in libreria

StadioChi non ha ancora avuto la possibilità di far visita al museo della Juventus può consolarsi con il libro edito da Priuli & Verlucca. Si tratta di un’edizione di rara eleganza che, con immagini e parole ad effetto, scandisce il percorso di oltre un secolo di storia bianconera che si può assaporare visitando il J-Museum. Un particolare non di poco conto è che la pubblicazione è bilingue. Di fianco al testo italiano c’è anche la versione inglese, tanto per strizzare un occhio al marketing e per dare al libro la possibilità di approdare in quei mercati esteri in cui solitamente si possono trovare solo libri sulle società della Premier League.
Ma entriamo nel museo sfogliando le pagine del libro che lasciano intravedere allestimenti, storie e scenografie che lasciano ai visitatori la sensazione di vivere un viaggio dentro un’emozione unica. Il tempio dei trofei, per esempio, è qualcosa di avvolgente e di multimediale che lascia l’impressione di abbracciarle tutte, quelle coppe. Il libro ha il merito di riuscire a catturare quell’emozione giocando con la suggestione di immagini su particolari poco noti affiancate a quelle delle vittorie e dei campioni che della Juventus hanno fatto la storia. Per esempio c’è un primo piano di un orologio d’oro appartenuto a Gianni Agnelli: per chi mastica un po’ di storia bianconera è facile associare quell’immagine alle scommesse che l’Avvocato, da presidente della società a cavallo degli anni Cinquanta, lanciava ai suoi giocatori. A Giampiero Boniperti, prima di Juventus-Roma, promise un orologio d’oro nel caso avesse fatto gol nel primo quarto d’ora. Boniperti il gol lo segnò dopo 9 minuti dall’inizio della partita e, puntualmente, Gianni Agnelli entrò negli spogliatoi a fine partita e si sfilò il prezioso orologio dal suo polso per metterlo a quello del giocatore.
La scansione cronologica degli eventi regala questi tuffi in un passato glorioso e in quello dei pionieri cui si deve la fondazione della società. Il campione assunto a simbolo della Juventus nel periodo 1923-1935 è Carlo Bigatto, che ha vestito la maglia juventina dal 1913 al 1927, un centrocampista indomito capace di fumare fino a centoquarantasette sigarette al giorno, ma che, nonostante l'attaccamento al fumo, in campo viene descritto come un moto perpetuo. Bigatto è passato alla storia anche perché, in un’epoca in cui iniziavano a girare i primi soldi veri intorno al calcio italiano, lui preferiva giocare senza percepire alcun compenso perché i soldi gli davano l’idea di poter sporcare la sua innata passione per quella maglia bianconera abbinata al più bel gioco del mondo.
La Juventus del quinquennio di scudetti consecutivi (1930-35) fu un forte veicolo di juventinità lungo l’italico stivale. Nel dopoguerra c’erano dei ragazzini che portavano all’occhiello il distintivo della Juventus, sognando magari un giorno di indossare anche solo per una partita la già celebre maglia a strisce bianconere. E’ qualcosa che è successo anche a Giampiero Boniperti, che di partite, in campionato, con quella maglia ne ha disputate 444. Nell’estate del 1957 arrivarono John Charles e Omar Sivori a formare con Boniperti il trio magico. La maglia autografata di Charles rimanda a quegli anni in cui “il gigante buono” era talmente inarrestabile da venire paragonato al Gulliver legato con la fune da improvvisati difensori travestiti da lillipuziani.
Il pallone d’oro vinto nel 1961 da Omar Sivori, cui viene dedicato un primo piano, è il primo vinto da un giocatore juventino. Non tutti sanno che la Juventus è la società ad avere più giocatori che hanno vinto il prestigioso riconoscimento internazionale assegnato annualmente al giocatore ritenuto più meritevole da un'apposita giuria. A Sivori sono succeduti Paolo Rossi, Michel Platini, Zinedine Zidane, Pavel Nedved e Fabio Cannavaro, in una sorta di trait d’union che lega l’ultimo mezzo secolo bianconero e si apre alle vittorie future. “Tutto il meglio del calcio è passato dalla Juve” amava ricordare Umberto Agnelli, il Dottore.
Ora il testimone è passato ad Andrea perché arricchisca il museo di nuovi trofei e perché il sogno bianconero continui sul solco tracciato dagli Agnelli che si sono succeduti da quel 24 luglio 1923 in cui Edoardo, nonno di Andrea, assunse la presidenza della società bianconera. Un legame indissolubile quello fra gli Agnelli e la Juventus, fra la FIAT e una Juventus capace di attraversare un secolo di storia e di guardare al futuro.

Juventus Museum, a cura dell’Area Comunicazione Juventus, testi di Darwin Pastorin, Photoediting Lorenzo Vallinotto, Edizioni Priuli & Verlucca, 96 pagine a colori, 2012.