Perché Marotta ha fallito

MarottaE’ finito il calciomercato, il quinto dell’era Marotta per la Juventus.
Già in passato avevo criticato il modo di operare del DG bianconero, la cui particolare predilezione per i giocatori di medio livello, dal rendimento consolidato e difficilmente migliorabile, stride parecchio con la tradizione del Club.
Non voglio usare neologismi stantii quali “top player” o “top professional”, ideati dallo stesso Marotta, uno che quando parla ti aspetteresti che prima o poi giunga al nocciolo del discorso, ma sul più bello finisce per incartarsi e confondere le idee a chi lo ascolta.
Sorge un dubbio: Marotta è bravo a confondere gli altri o si confonde da solo?
Tre indizi fanno una prova, si dice.
Qui siamo già a cinque, e le strategie (???) sviluppate negli anni passati ricalcano sostanzialmente quelle attuate in quest’ultima sessione di mercato.
Marotta, lo dicono i numeri, privilegia il mercato italiano, ancor meglio se ciò significa trattare con realtà medio-piccole, forse perché in soggezione con le altre grandi e ancora più probabilmente perché non conosce il mercato internazionale.
Da tre anni il direttore generale della Juventus annuncia il grande giocatore in attacco, ma mettiamoci pure il cuore in pace: non lo prenderà mai, non è nelle sue corde.
Non arriverà mai dall’estero (i numeri dicono che, affare Vidal a parte, Marotta fuori dall’Italia non esiste) e pure in Italia le cose non vanno tanto meglio (il caso Jovetic è a mio modo di vedere emblematico) .
Perché, come già detto, gli interlocutori prediletti sono quelli “amici” sin dai tempi doriani: approccio uguale, portafoglio diverso, per la felicità dei Pozzo, Lo Monaco, Preziosi, Cellino ecc.
Che sparano alto e strappano l’affare.
Urge qualcuno che ricordi al buon Beppe, nel caso non se ne rendesse conto, che da due anni lavora per la Juventus, dettaglio che dovrebbe avere il suo peso.
E' questione di mentalità, questione di attitudine a pensare in grande: purtroppo non basta arrivare alla Juve per diventare un fenomeno e, come i calciatori, anche i dirigenti quella maglia devono meritarsela.
Onestamente non vedo progressi, ogni anno è la solita storia: sogni la fidanzata di Cristiano Ronaldo, ma poi ti svegli tutto sudato. Ti giri, e nel letto ti ritrovi qualcosa di inguardabile a farti compagnia.
Ecco perché Marotta ha fallito.
Respingo l’obiezione “Marotta ha vinto lo scudetto al secondo tentativo, otto undicesimi della formazione-tipo campione d’Italia sono arrivati a Torino grazie a lui”, perché qui entra in gioco la variabile Conte.
Sappiamo benissimo quale peso abbia avuto Antonio Conte nel rigenerare un gruppo che nell’anno di Del Neri (imposto da Marotta, che ne caldeggiò la conferma nonostante l’annata disastrosa) era piombato in uno stato di depressione difficile da debellare.
Credo che lo scudetto targato Conte abbia “salvato” Marotta, e credo anche che da questo mercato il Mister si aspettasse per il reparto avanzato qualcosa di più di un Bendtner last minute ed extra low cost.
E invece Marotta, dopo essersi – come sempre - sbilanciato più volte sui nomi più gettonati (e quel che è più grave, dalle caratteristiche più disparate) ha dimostrato una volta di più di essere molto chiacchierone ma poco concreto.
Non va bene, non va bene partire e annunciare i pur bravissimi Isla e Asamoah (presi alla solita, carissima, bottega Pozzo), riscattare Giovinco (Leonardi ti spilla 11 milioni per un giocatore che era tuo), per proseguire con Lucio e Pogba (quest'ultimo in orbita Juve da mesi, comunque) prima di gettarsi alla caccia di ragazzini e ragazzotti di belle speranze rimanendo di fatto immobili per settimane (anzi, mesi) invece di affrontare l’unico, urgentissimo problema che la scorsa stagione aveva posto in bella evidenza.
Se un osservatore straniero dovesse valutare il mercato della Juve basandosi su dati (e date) oggettivi liquiderebbe la situazione così: dopo l’inizio folgorante Marotta deve essersi preso una lunga vacanza, prima di affidarsi all'improvvisazione tipica dell'ultima settimana
Così, dopo aver lanciato roboanti proclami per mesi, tralasciando i dettagli e i particolari sulle brutte figure rimediate dal DG juventino (la crisi economica giustifica solo in parte certi atteggiamenti) scopriamo che in realtà per mesi abbiamo parlato del nulla.
Che figata anche a livello di comunicazione. eh?
Voglio chiarire che non sono incazzato con Marotta perché non mi ha portato il giocatore che fa vendere magliette, sono incazzato perché un grande attaccante avrebbe, nell'ordine:
- creato un solco difficilmente colmabile nel medio periodo;
- quindi, di conseguenza, chiuso il discorso campionato al 26 agosto;
- aumentato di molto le chances di fare una grande Champions League.
E invece ci ritroveremo probabilmente con la squadra ancora costretta a dominare ogni partita rischiando di non vincerla, come capitava lo scorso anno, con evidente spreco di energie che mai come quest'anno dovranno essere opportunamente dosate.
E infine, sono incazzato perché a pelle ho questa impressione: appena una trattativa si fa complicata, o sull'obiettivo si intromette un concorrente, Marotta si ritira dal gioco rinunciando a lottare.
Non è roba da Juve, e spero che Agnelli rifletta su questo.

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