ADP, A Day in Perth

Del PieroL’avevo lasciato quando il live streaming lo mostrava sullo schermo del mio computer mentre faceva il giro di campo allo Juventus Stadium nel giorno del trentesimo scudetto della Juve e l’ho ritrovato live (senza streaming) al Nib Stadium di Perth, ancora intento a celebrare se stesso in un giro di campo, questa volta non completo solo perché una gradinata è ancora in costruzione.
In una giornata caldissima, Alessandro Del Piero ha giocato una partita discreta per gli standard della mediocre A-League, ha dimostrato di tenere ancora al risultato, ha incitato e rimproverato i compagni, ha protestato con l’arbitro e ha messo lo zampino in entrambi i goal del suo Sydney, contribuendo in maniera determinante al rocambolesco pareggio per 2-2 contro i padroni di casa del Perth Glory.
Una squadra, il Perth Glory, che mio padre, tifoso della Lucchese e fine conoscitore della serie C, ha visto giocare diverse volte ormai e definisce da “quarta serie”. A beneficio dei lettori che non conoscessero la A-League e avessero una considerazione troppo elevata del calcio australiano in virtù delle difficoltà incontrate dalla Nazionale futura campione del mondo nel 2006, è bene ricordare che i padroni di casa, che indossano una casacca viola, furono finalisti della scorsa edizione della A-League; in finale furono poi sconfitti dagli arancioni del Brisbane Roars grazie a un rigore per fallo molto dubbio sull’albanese Berisha: penalty assegnato, a tempo scaduto, da un arbitro la cui fidanzata era dipendente dei Brisbane Roars (episodio stigmatizzato qui a Perth più per la caduta dell’attaccante paragonata a quella di Grosso del 2006 che per le parentele del direttore di gara...).
Contro il Perth Glory, Alessandro Del Piero, con pochi gesti tecnici, ha dimostrato, come tutti si aspettavano, di essere tre categorie superiore ai volenterosi ragazzotti australiani, ma allo stesso tempo è apparso evidente che la notevole differenza tecnica non gli è più sufficiente per superare i limiti atletici dovuti all'età e al logoramento. Del Piero ha sbagliato almeno un paio di passaggi assai semplici, probabilmente per mancanza di lucidità, vanificando buone opportunità offensive della sua squadra. L’allenatore del Sydney, Frank Farina, in conferenza stampa si è detto comunque soddisfatto della prestazione del suo numero 10.
Il match contro il Perth Glory ha rafforzato la mia convinzione che, se non ci fosse stata Farsopoli, Del Piero, già riserva di Ibrahimovic e Trezeguet nel 2006, avrebbe probabilmente finito la sua carriera come Baggio. Un paio d’anni in squadre di prima fascia e poi un po’ di gloria in squadre di serie A di seconda-terza fascia (Bologna e Brescia), ancora lontane dal livello della A-League, ma anche da quello di una Juventus vincente.
La politica della A-League, che insieme ad Alessandro Del Piero ha reclutato l’ex Liverpool Emile Heskey e prima di loro altri due ex-reds, Robbie Fowler e Harry Kewell, non sembra quella giusta per far decollare definitivamente il calcio in Australia. Se i due milioni all’anno dell’ingaggio di Del Piero venissero spesi per reclutare giovani allenatori europei che si portassero dietro qualche ragazzo dalle squadre Primavera, credo che il movimento pallonaro australiano ne trarrebbe maggiore beneficio. Meno pesci e più lezioni di pesca.
Ju29ro era presente al Nib stadium con il sottoscritto in tribuna stampa e l’amico Peppe Consoli fotografo a bordo campo. Non sono mai stato tenero con Alessandro Del Piero negli anni post Calciopoli; all’ex capitano imputo essenzialmente due cose:
- la sua posizione pilatesca da fidanzatino d'Italia preoccupato di piacere a tutti, con la conseguenza di non aver mai preso una posizione netta e decisa a difesa della storia della Juventus e del suo management pre-Farsopoli, fino a prestarsi a recitare in un celebre spot televisivo rinnegando gli scudetti rubati;
- il suo apparente egoismo, l'impressione di pensare a se stesso prima che alla squadra, il che può essere riassunto nell’immagine della moglie Sonia più volte ripresa festante in tribuna intenta nell’agitare le palette col numero 10 per un goal del marito, negli anni più bui della storia della Juventus quando le redini della società erano state lasciate in mano ai Cobolli e ai Blanc.
Avevo preparato qualche domandina leggermente più scomoda di quelle di coloro che lo hanno intervistato in Australia prima di me; avrei voluto dargli la possibilità di riscattarsi di fronte al popolo ju29ro chiedendogli di raccontare la sua verità su Farsopoli, da una posizione che dovrebbe ormai porlo al riparo da ritorsioni della FIGC.
Peppe Consoli, approfittando della sua posizione privilegiata di fotografo a bordo campo, ha avvicinato più volte Del Piero, chiedendogli se avrebbe acconsentito a rilasciare una breve intervista a Ju29ro e ottenendo un netto diniego. Il nostro Peppe si è poi accontentato di catturare immagini del moltissimo "Black and white" presente sugli spalti, a dimostrazione che la Juventus ha un buon appeal anche downunder, e a fine partita ha provato a chiedere all’ex capitano almeno un saluto per Ju29ro. Il capitano, troppo intento nel suo giro di campo a firmare autografi, utilissimi per alimentare il suo mito e il suo brand, ha risposto cosí...

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A Day in Perth, un’occasione perduta per provare a riconquistare i rancorosi juventiniveri.
Il Sydney tornerà a Perth l’anno prossimo. Io e Peppe torneremo al Nib Stadium, Another Day in Perth, per ADP un’altra occasione.