La nuova sede della Juventus: storia, progetto e foto

StadioPremessa
Nelle settimane di novembre 2012, ossia quando sono state rese note le varianti del progetto della Continassa, non sono mancate le solite sterili polemiche riguardanti gli aspetti economici dell'operazione. Ne avevamo già parlato qualche tempo fa (e a fondo pagina sono elencati i nostri pezzi sul tema). Secondo molti politici, giornalisti e tifosi granata disinformati, il valore dell'area sarebbe di molto superiore a quanto la Juventus dovrà sborsare per acquisirla. Sono le solite chiacchiere fatte a vanvera, senza che ci si renda conto della situazione reale, anche perché la rivalutazione delle cifre auspicata, a seguito della relazione dei tecnici del Politecnico di Torino, c'è stata, dunque la cifra non è più quella iniziale. Comunque parleremo meglio delle cifre e degli altri aspetti nei prossimi articoli a tema, nei quali faremo il punto della situazione. In questa occasione, invece, è utile dedicare alcune riflessioni solo ad un singolo aspetto del progetto: la Cascina Continassa, ossia la futura nuova sede della Juventus. Di questa specifica sezione del progetto nessuno dei media parla mai a sufficienza, ed è un atteggiamento informativo errato, perché le spese che il club dovrà sostenere per il restauro sono ingentissime. Per cominciare a ragionarci su e porre delle riflessioni, la prima cosa da fare è quella di cambiare terminologia. "Cascina" non è un termine che rende l'idea, perché in realtà si tratta di una struttura complessa ed enorme, su più piani, con più edifici, e con un parco privato cintato da muri. Il grande complesso è posizionato su una superficie enorme anch'essa e, essendo di valore storico, non può essere abbattuto; quindi nel progetto presentato dal Club, per forza di cose, non poteva essere ignorato. Si è scelto dunque di integrarlo nell'idea generale di un mondo Juve a 360° e di investirci sopra nei prossimi anni tantissime risorse economiche. I giornalisti e i tifosi granata si dimenticano sempre di tenere presente questo aspetto ma, dato che dalle prime stime, a bocce ferme, ancora prima di iniziare, si parla già di parecchi milioni di euro che il club dovrà scucire (siamo nell'ordine delle decine, forse addirittura tre, perché nel conteggio viene considerata anche la costruzione del Training Center della prima quadra), le polemiche sul valore dell'area sono assolutamente pretestuose e fuori luogo. Per la Juventus, dal punto di vista economico sarà un bagno di sangue, e il restauro costerà molto di più che costruire una sede nuova di zecca.

Cenni storici e descrizione
Primo dato da segnalare, utile anche a posizionarlo sia topograficamente che mentalmente, è che l'indirizzo attuale del complesso è via Druento n° 175, cap 10151, Torino, di fronte alla zona industriale a sud di Venaria Reale. Puntino rosso sulla mappa: Qui
Proviamo ora a raccontare brevemente la sua lunga storia.
La sua costruzione risale approssimativamente alla fine del '600/inizio del '700. E' un tipico e significativo esempio di cascina di pianura, inserita in area verde. E' nata come grande edificio civile e rurale, con annessa cappella piccola e semplice, ma di valore documentario e ambientale, situata subito fuori dal recinto. Sul cortile molto ampio si affaccia il porticato dell'edificio principale. Dalla strada (oggi via Druento) si accede ad un breve viale alberato, presente ancora oggi, che porta fino davanti alla cappella e all'ingresso ad arco del complesso. Nel passato i terreni annessi alla Cascina erano vastissimi, in sostanza erano tutti quelli attorno, di cui spesso abbiamo parlato in questa sede; quelli dell'Area Continassa, ovviamente, e quelli dove ora sorge lo Juventus Stadium. La Cascina Continassa appare già sulla cartografia dell'assedio del 1706. Alla fine del '700 è censita come un grande edificio civile e rurale con filatura di seta, di proprietà dei fratelli teologi Maggia, col nome di: "La Contina".
Non avendo dati catastali precisi a disposizione, possiamo presumere quindi che probabilmente nei primi due secoli sia sempre appartenuta a ricchi proprietari terrieri e che fosse una specie di piccola reggia privata di campagna. Non a caso da molti osservatori viene anche denominata "Villa Padronale della Continassa".
Essendo costituita da molti edifici, possiamo dire che vi erano aree destinate ad uso abitativo, con molti e comodi appartamenti, ed aree destinate invece ad uso strettamente agricolo e di lavorazione (filatura, depositi, scuderie, stalle, fienili, ecc).
Dunque, c'era una parte "padronale", all'interno della quale probabilmente vi erano fregi, stucchi, decorazioni, qualche scalinata (e forse anche qualche statua) e un grande parco/giardino privato cintato e inaccessibile dall'esterno.
E poi c'era anche un'altra parte, quella "rurale". I contadini ingaggiati per il lavoro probabilmente venivano ospitati temporaneamente e stagionalmente all'interno in apposite aree destinate, per potersi occupare della coltivazione, del raccolto, della lavorazione dello stesso, ecc.
Dal 1911 diventò proprietà della Città di Torino, il quale la adattò per un certo periodo a colonia per la prevenzione di malattie. Venne utilizzata ancora anche nei decenni successivi, ma solo occasionalmente. Durante la seconda guerra mondiale i fascisti la utilizzarono come carcere, e negli anni Sessanta venne utilizzata per ospitare i terremotati del Belice. Poi cominciò il lungo periodo di abbandono, che sostanzialmente è giunto fino ai giorni nostri. I terreni attorno sono stati in parte coltivati fino alla fine degli anni Ottanta, all'incirca, poi venne costruito lo Stadio Delle Alpi e tutta l'area cambiò radicalmente. Attualmente la Cascina è in rovina, e le parti ancora utilizzabili sono occupate illegalmente da immigrati, zingari e prostitute. Non mancano baracche costruite con mezzi di fortuna, sterpaglie e immondizia un po' ovunque.

Il restauro
Più che di restauro o ristrutturazione, si potrebbe più precisamente parlare di semi-ricostruzione. La cascina infatti, quantomeno nell'ultimo secolo, non risulta essere stata sottoposta ad alcun tipo di restauro, né totale o strutturale, né di tipo conservativo. Non esiste più intonaco, i tetti sono sfondati in molti punti, non ci sono impianti di nessun genere (né idraulici, né elettrici, ecc), non ci sono pavimenti, non ci sono serramenti. In buona sostanza ci sono solo i muri, e alcuni di questi hanno anche seri problemi di tenuta. Sarà necessaria una ricostruzione quasi integrale di molte parti, serviranno rilevanti rinforzi alla struttura portante, non si potrà fare a meno degli adeguamenti strutturali utili alla nuova destinazione, e chissà quanto altro ancora. Non tutti i lavori necessari potranno essere effettuati da semplici ditte edili, in molte fasi serviranno ditte specializzate, anche perché, essendo un edificio sotto la tutela dei beni culturali, probabilmente la Juventus dovrà confrontarsi con la Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici. Il Club ha commissionato perizie tecniche per capire quanto e come è recuperabile il complesso e, se ha deciso di prendersi questo impegno così oneroso, evidentemente ritiene che ne possa valere la pena.

Conclusioni
Come scrissi già nel primo reportage, guardando le cose in modo molto freddo e asettico, da ragionieri insomma, non varrebbe la pena prendersi questo impegno. Anche perché la struttura è stata alle intemperie per alcuni decenni e i costi di ripristino saranno altissimi. Potenzialmente potrebbero anche esserci molti strascichi a lavori ultimati (umidità, muffe, ecc). Non va anche sottovalutato il fatto che, quando saranno ultimati i lavori, i costi annui di gestione e manutenzione della struttura non saranno affatto esigui. La Juve è una squadra di calcio, in teoria, solo una squadra di calcio, e non dovrebbe occuparsi di progetti di questo genere.
Per dirla tutta tutta, è altamente probabile che sia l'ex sindaco Chiamparino prima, sia il sindaco Fassino dopo abbiano messo questo restauro come punto base di partenza della trattativa che è stata portata avanti con il Club, in modo da portare a casa un risultato che il Comune di Torino non avrebbe mai potuto raggiungere per i motivi economici ben noti. Se si restaura quel complesso, anche se verrà utilizzato da una società privata, la collettività ne trae indirettamente un grande beneficio, questo è palese. E credo che il principio portato avanti dall'amministrazione pubblica sia questo. A mio modesto avviso, valutando tutta l'Area e il progetto presentato della Juventus, non c'era alternativa, il restauro è inevitabile.
Ma se proviamo a ragionare in modo più elastico, e più caldo, la grande struttura ha un fascino micidiale. Un restauro ben fatto, con tutti i crismi del caso, farebbe diventare questo edificio un gioiello. La Contina, messa a nuovo, non avrebbe rivali. Nessuna società sportiva di mia conoscenza ha una sede sociale di queste dimensioni e di questo prestigio. Vi saranno benefici anche dal punto di vista dell'immagine e della pubblicità, non ho dubbi.
Visto che ormai la scelta è definitiva possiamo dire che una sede sociale del genere ha delle potenzialità notevoli da tantissimi punti di vista. Confrontandomi su qualche forum con altri tifosi, per gioco ma non troppo, auspicavo la conservazione del parco interno, un po' di verde sul lato strada, visto che c'è molto spazio tra l'ingresso della Cascina e via Druento. Un prato inglese magari. A ridosso strada invece una pavimentazione in pietra, con una bella cancellata che circonda il prato, e un cancello davanti simile al ferro battuto con una scritta inequivocabile: "Juventus". Dal cancello, c'è già un vialetto alberato che arriva all'ingresso ad arco; ripulito e risistemato a dovere farebbe la sua figura. Sarà una sede sociale sontuosa, soprattutto se si saprà alternare con gusto il cemento necessario al verde ornamentale, e se si saprà mantenere un certo equilibrio tra l'austerità del passato e la modernità del presente/futuro.

Le foto
Con lo scopo di essere il più esaustivi possibile su questo argomento, le foto a tema che proponiamo sono moltissime. Alcune sono state scattate da me tanto tempo fa e sono state già pubblicate, alcune sono state scattate da me di recente per potenziare visivamente questo articolo, altre sono state pubblicate sul web su altri siti.

Cominciamo da quelle vecchie, già pubblicate, sia nel vecchio Reportage del dicembre 2010 sia in altri articoli di ju29ro.com.
- Foto 1
- Foto 2
- Foto 3 - Arco
- Foto 4
- Foto 5
- Foto 6 - Muro di cinta attiguo al parcheggio già inaugurato
- Foto 7 - Veduta dal parcheggio già inaugurato
- Foto 8 - Veduta dei tetti più alti della Cascina dall'Arena Rock
- Foto 6 - Veduta dei tetti più alti della Cascina dall'Arena Rock
- Foto 9 - Veduta dei tetti più alti della Cascina dall'Arena Rock
- Foto 10 - Cascina Continassa e Pennone Nord visti dall'Arena Rock

Ora passiamo a quelle scattate di recente per ju29ro.com.
- Foto 11- Veduta e Arco d'ingresso
- Foto 12
- Foto 13 - Cappellina
- Foto 14 - Fabbricati bassi lato esterno (ovest)
- Foto 15 - Fabbricati bassi lato esterno (ovest)
- Foto 16 - Fabbricati bassi lato esterno (ovest)
- Foto 17 - Ingresso laterale (ovest)
- Foto 18 - Baracca zingari interno cortile
- Foto 19 - Edificio interno cortile
- Foto 20 - Capanna zingari esterno cortile
- Foto 21 - Immondizia davanti all'ingresso
- Foto 22 - Alberi del parco cintato
- Foto 23

Infine, le immagini più interessanti che, ci teniamo a precisare, non sono state scattate per ju29ro.com, ma sono state pubblicate su vari siti del web. Noi ci siamo limitati a raccoglierle e a riproporle qui in un'unica soluzione.
- Foto 24
- Foto 25
- Foto 26 - Particolare
- Foto 27 - Scalone interno
- Foto 28 - Veduta dall'alto, vista da Est
- Foto 29 - Veduta dall'alto, vista da Nord
- Foto 30 - Veduta dall'alto, vista da Ovest
- Foto 31 - Veduta dall'alto, vista da Sud
- Foto 32 - Storica - Ingresso e cortile
- Foto 33 - Storica - Edificio principale con porticato
- Foto 34 - Storica - Edificio principale con porticato
- Foto 35 - Storica - Edificio e cappella


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