Finalmente Amauri

AmauriAmauri Carvalho De Oliveira, noto come Amauri (Carapicuíba, 3 giugno 1980), è a tutti gli effetti, da venerdi scorso, un giocatore della Juventus.

Una trattativa laboriosa, un inseguimento durato mesi, alla luce del sole e per questo irto di rischi ma finalmente portato a termine con successo.
Un giocatore inseguito da più squadre, Milan in primis, ma che alla fine ha scelto la Juve.
Inutile ipotizzare il finale della storia se i rossoneri avessero conquistato l’accesso ai preliminari di Champions League: non è accaduto e l’ambiguità del brasiliano (naturalizzabile a breve) rimane nel campo delle ipotesi.
Il giocatore si è presentato alla firma con entusiasmo, lanciando proclami del tipo: "Voglio tutto: scudetto, Champions League e Nazionale". Speriamo bene…
L'investimento compiuto dalla Juventus è di quelli importanti: si parla di 12,5 milioni di euro più il cartellino di Nocerino e la comproprietà di Lanzafame ma i dati saranno da verificare quando Lanzafame potrà essere effettivamente trasferito. L'attaccante brasiliano ha firmato un contratto che lo legherà alla Juve per i prossimi 4 anni a 3,5 milioni di euro a stagione, più 250mila euro annuali di premi e bonus.

Il giocatore arriva in una "grande" in condizioni fisiche integre, senza aver avuto una carriera logora. Viene spesso paragonato a Luca Toni, in termini di esplosione tardiva, anche se i due sono giocatori decisamente diversi: il centravanti ora in forza al Bayern è molto più portato alla finalizzazione.
Amauri arriva in Europa nel 2000, in Svizzera, al Bellinzona dove viene notato subito dal Parma che se lo assicura girandolo immediatamente al Napoli. A Napoli esordisce in Serie A ma a fine stagione i partenopei retrocedono.
Viene girato al Piacenza ma non convince. L'estate successiva è ad Empoli ma da settembre scende di categoria e va a Messina dove non rende secondo le previsioni.
Ma arriva l’occasione-Chievo, dove resta tre stagioni e mostra di poter essere un giocatore di Serie A.
Addirittura esordisce in Champions League (manifestazione alla quale il Chievo viene ammesso dopo i fatti di Calciopoli) e trova il modo di segnare due reti nella sfortunata partita dei preliminari contro il Levski Sofia, prima di trasferirsi in Sicilia.
Zamparini lo acquista a fine mercato 2006. Amauri inizia forte nel 2006/07 e trascina il Palermo ai vertici della classifica fino all’infortunio che lo terrà fuori per diversi mesi, compromettendo il campionato dei rosanero. La consacrazione dell'attaccante avviene nella stagione appena conclusa, nella quale realizza 15 gol dando l’impressione di meritare il grande palcoscenico.
E ora la Juventus, la sfida della carriera, per uno che non ha mai vinto nulla e che fino ad oggi ha segnato 41 gol in 155 partite, considerando la sola serie A.

Tatticamente parlando è il giocatore ideale per la Juventus.
Un attaccante di peso, di quelli che fan reparto da soli e che possono offrire tante soluzioni all’allenatore.
Può giocare prima punta, ne ha il fisico e la capacità, da attccante-boa come ha giocato spesso a Palermo, fungendo da riferimento per i vari Simplicio, Brienza (finchè è rimasto), Cavani, Miccoli e Bresciano.
La dote migliore è sicuramente la potenza unita alla capacità di difendere la palla, cosa favorita da una buonissima tecnica di base che gli consente di effettuare colpi ad effetto abbastanza insoliti per giocatori di quella stazza.
Abile di testa, veloce nel breve quanto sulla media distanza, viene da una stagione dove ha realizzato gol bellissimi ma, soprattutto, ha inciso molto sul gioco offensivo della squadra.
Senza voler essere blasfemi diciamo che dopo due anni la Juve torna ad avere un giocatore che ha caratteristiche simili a quelle di Ibrahimovic, a livello fisico e tecnico.
Meno appariscente, spettacolare e meno coinvolto nella manovra rispetto allo svedese, ma più attaccante, concreto e ”affamato”.

Le sue caratteristiche lo rendono compatibile, almeno sulla carta, con gli altri tre attaccanti attualmente in rosa alla Juventus.
Con Del Piero aprirebbe spazi e fornirebbe assist "dall’alto" sui quali Ale andrebbe a nozze. A sua volta, si gioverebbe molto degli assist del capitano.
Con Trezeguet potrebbe agire da seconda punta: svaria per abitudine e ha i mezzi tecnici per farlo, anche se il meglio di sé lo offre nei 16 metri. Con il suo gioco attirerebbe su di sè avversari agevolando molto il francese.
Con Iaquinta, che non è una prima punta, formerebbe una coppia fisicamente devastante che non offre punti di riferimento agli avversari.
Le uniche perplessità riguardano la tenuta mentale a certi livelli, per uno che a 28 anni si affaccia in un grande club, e quanto potrà incidere il dover giocare in una squadra che non è abituata ad agire di rimessa, caratteristica che in passato ha favorito molto la sua devastante progressione.