Lettera aperta a Roberto Gotta.

Cari amici, ho appreso stamane che su un sito internet il signor Gotta ha commentato il mio editoriale "In difesa di Luciano Moggi" pubblicato su questo sito e sul sito www.papanews.it

Ecco la mia risposta, la mia lettera aperta:

Gentile signor GOTTA (spero di aver scritto bene il suo Cognome),
ho letto , con estrema attenzione, un suo pregiato articolo pubblicato sul sito www.lasettimanasportiva.it.
Ella, nel suddetto articolo, commenta un mio editoriale pubblicato su tre siti internet e precisamente su:
www.papanews.it; www.ju29ro.com; www.giulemanidallajuve.com.
Il titolo del mio editoriale è il seguente: “In difesa di Luciano Moggi”.
Tutti gli utenti, pertanto, potranno, qualora ne avessero voglia, leggere quanto da me riportato.
Mi sia consentito, orbene, di rispondere agli appunti che Lei muove verso il suddetto editoriale.
Partiamo, dunque, dal primo “capo d’accusa”: Io avrei sbagliato SEMPRE il nome del giornalista del Corriere della Sera.
Con sommo stupore devo rilevare che la S.V. usi l’avverbio SEMPRE in modo inappropriato per il semplice motivo che nel mio editoriale il nome del giornalista viene citato una sola volta.
Nella spiacevole ipotesi, pertanto, che vi possa essere stato errore nello scrivere il nome del giornalista (a tal proposito bene avrebbe fatto a riportare esattamente e correttamente il nome ed il cognome del giornalista) tale errore non è stato ripetuto in nessun altro passo dell’articolo, non avendo più scritto il nome del giornalista.
Tralascio, volutamente, gli epiteti volgari che la S.V rivolge al sottoscritto perché non rientra nei miei canoni rispondere. Lascio, orbene, agli eventuali lettori la possibilità di giudicare entrambi gli articoli mediante una sana operazione di raffronto, rilevando che il sottoscritto non ha usato nessun termine volgare nel suo editoriale.
Mi preme, invece, rispondere all’accusa di “familismo” che mi viene rivolta. Sul Grande Dizionario Italiano dell’Uso di Tullio De Mauro leggo: “familismo: concezione per cui il vincolo di solidarietà tra i membri di una stessa famiglia prevale sui vincoli sociali generali”.
Anche qui, mi consenta, Lei dimostra grande confusione in quanto reputa il mio dichiarare, apertamente e pubblicamente, l’appartenenza alla categoria dei tifosi juventini atto meramente familistico.
L’aver ribadito la mia appartenenza e la mia fede calcisitica, invece, rappresenta un atto di onestà intellettuale nei confronti di chi avesse avuto la voglia di leggere il mio scritto.
Non appartengo, infatti, alla categoria di persone che, per dare autorevolezza alle loro opinioni, si dichiarano gialli per sputare sui gialli. Ritengo che si assolva ad un dovere nei confronti di chi legge il dichiarare apertamente da quale parte si stia.
E reputo, ancora, più opportuno aver chiarito che esprimevo il mio parere per aver conosciuto personalmente il signor Luciano Moggi.

Chiarito questo primo aspetto vorrei porre alla sua attenzione alcuni passi del mio scritto.
Il sottoscritto, infatti, nel difendere la scelta del sito www.papanews.it di arruolare nei suoi collaboratori il signor MOGGI, si appella ai valori fondanti della Carta Costituzionale Italiana che, rappresentano il vincolo sociale generale per eccellenza.
La presunzione di innocenza e la tutela della Privacy sono emanazione diretta, infatti, del principio cardine su cui ruota l’intero sistema Costituzionale Italiano: La tutela dell’essere umano.
Ma vi è di più: altro principio sociale generale è contenuto nella disposizione normativa che prevede l’obbligo da parte dell’apparato statale di porre le condizioni per il reinserimento sociale di qualsiasi cittadino anche qualora vi sia stata una sentenza di condanna definitiva.
Pur mancando, in modo oggettivo, qualsiasi forma di condanna definitiva nei confronti del signor Moggi, reputo, comunque, di aver difeso lo stesso facendo appello ai valori generali della società italiana.

Bene avrebbe fatto la S.V. a contestare nel merito le mie affermazioni evitando di esprimere, esclusivamente, giudizi etici.
Invocare la morale, infatti, per chiedere ad altri cittadini di tacere è atto violento e non rispettoso dei valori generali della nostra società.
Chiudo, ricordandole che, a tutt’oggi , la S.V. non ha dichiarato per quale squadra faccia il tifo e grazie a quale principio morale e giuridico salga in cattedra per stabilire quali sono i siti da citare e quelli da oscurare.

Distinti Saluti.
Avv. Antonio Molentino


Questo è l'articolo del signor GOTTA:

Dittongo nella piaga.
di Roberto Gotta
17.01.2008
1. Il mondo è ingiusto, lo scopriamo tutti ogni giorno, per cui un evento luttuoso o una manifestazione di disonestà in più non possono fare altro che ribadire e rafforzare il concetto. Purtroppo. Quando poi si legge che un sito di news molto vicino al Papa concede a Luciano Moggi (foto) di scrivere articoli di presentazione e previsione sul campionato - e certamente sulle previsioni si è rivelato sempre esperto, molto esperto - allora davvero ci si chiede dove siano finiti il senso morale, il rispetto della verità, la decenza. Non nominiamo il sito perché non lo merita, ma vi abbiamo appena letto una patetica lettera di un avvocato - dalle caratteristiche fin troppo prevedibili, ma mi fermo qui - che difende Moggi e, naturalmente, cerca di smantellare tutte le accuse di Calciopoli, sbagliando oltretutto SEMPRE il nome del giornalista del Corriere della Sera che ha "osato" criticare la scelta del sito. E' la sublimazione del familismo che ha distrutto ormai l'Italia, il tenere sempre e comunque la parte dei "tuoi" (quell'avvocato è juventino, ovviamente) anche se commettono atti che prima ancora di essere illegali sono di cattivo gusto, prepotenza, tracotanza, disprezzo; è il definire bravo e onesto il giornalista che scrive bene della tua squadra e magari emerge dalle intercettazioni mentre tutti gli altri, ovviamente, sono disonesti e servi del potere, e viceversa. Quando anni fa Moggi disse che uno come Kakà non l'avrebbe mai preso per via del nome, molti giornali riportarono la frase, di gusto men che infimo, dandole un tono di battuta. Magari i giornali che contavano su certi appoggi...