THE DAY AFTER: Disastro arbitrale e campionato alla milanese

nicchiLa prima giornata di ritorno vede arrancare quasi tutte le squadre di vertice ad eccezione della rivitalizzata Inter di Leonardo, l'unica a mostrare un gioco brillante e a meritare i tre punti. Pareggiano le prime due, vincono soffrendo, non senza qualche provvidenziale svista arbitrale, le altre tranne il Palermo che viene sconfitto nel derby isolano dal Cagliari.

Il leit motiv della giornata è però la generalizzata Caporetto delle ex "giacchette nere". In quasi tutti i campi se ne sono viste di tutti i colori, in particolar modo è sembrato che per una giornata fosse stata abolita la regola del fuorigioco. L'Inter, la Lazio, la Roma, l'Udinese, il Cagliari: tutte squadre che hanno avuto la ventura di vedersi accordati goal segnati in posizione di offside, a volte evidente altre meno. Chiaramente stiamo parlando di episodi che lasciano il tempo che trovano, dacché sappiamo bene che da 5 anni a questa parte esistono solo errori marchiati dalla buonafede a denominazione d'origine controllata, checché ne dica Zamparini. Strano personaggio quest'ultimo, pronto a giurare sul vento che è cambiato o a gridare che "è peggio di prima" a seconda dei risultati del suo Palermo.

E' un campionato che si conferma di livello davvero scadente, con un Napoli che, dopo lo sfavillante 3-0 servitogli sul tappeto rosso dalla pessima Juve di questi tempi, subito si inceppa di fronte ad una squadra appena un po' più accorta in difesa e che non lascia saltare tre volte indisturbato Cavani. Detto delle due romane che faticano e riescono a vincere di misura grazie a goal irregolari e del Palermo che perde con merito a Cagliari seppur con il primo goal sardo macchiato da fuorigioco, veniamo alle dolenti note: una Juve che prosegue nel suo pessimo 2011, ritornata inguardabile come lo era a inizio stagione. Sembra che il panettone e lo spumante abbiano avuto l'effetto di annullare in un batter d'occhio tutti gli incoraggianti progressi che si erano visti da ottobre in poi. Inconcludente in attacco, abulica e sconclusionata in mezzo, imbarazzante in difesa. Alla fine arriva la soffertissima vittoria contro l'ultima in classifica, ma così non si va da nessuna parte. Tre punti che valgono oro e su cui non si può certo sputare, ma questa squadra rabberciata e piena di lacune necessiterebbe di un intervento serio sul mercato di riparazione. Invece si va avanti raccattando gli scarti altrui: a volte ex campioni ormai bolliti e dall'infortunio facile, a volte quinte punte di squadre non certo di primo piano. E' una Juve che sta giocando col fuoco, perché in un campionato dal livello così basso la differenza tra arrivare terzi o settimi la faranno i dettagli. Un'altra stagione senza Champions League sarebbe una iattura da attribuire in larghissima parte al menefreghismo di una proprietà sorda di fronte alle esigenze tecniche di una squadra sempre più distante dal ruolo che il suo blasone le imporrebbe.

L'unica squadra a spiccare nella mediocrità generalizzata della ventesima giornata è la vecchia-nuova Inter targata Leonardo. Tre vittorie su tre, quattro su quattro considerando anche la Coppa Italia. Oltre al recupero di alcuni infortunati eccellenti e di un Eto'o rientrato sugli stessi livelli di prima della squalifica, il fattore in più sembra essere una ritrovata voglia da parte di tutti i giocatori. Probabilmente la breve gestione del sin troppo compassato Benitez aveva allentato troppo le corde di uno spogliatoio che ha bisogno di continui stimoli dopo la scorpacciata di titoli dello scorso anno. Questo sembra averlo capito Leonardo, e l'ostentazione del feeling con Mourinho, ancora amatissimo ad Appiano Gentile, non appare casuale. Ora, con due partite da recuperare che li proietterebbero potenzialmente a -3 dai cugini, i nerazzurri rischiano di essere l'unica credibile antagonista del Milan in un campionato "alla milanese" che confermerebbe alla lunga tutte le previsioni estive.
Un Milan che, tanto per cambiare, si era ritrovato la strada spianata grazie a una magia di Zlatan Ibrahimovic. Dopo un primo tempo di allineamento al grigiore di giornata lo svedese estraeva il coniglio dal cilindro con un numero di alta scuola, mettendo la firma su una di quelle classiche partite che vinci solo grazie alla giocata del fuoriclasse. Ma un Lecce mai domo riusciva ad ottenere un meritatissimo pareggio che apre le porte ad un probabile duello tricolore tutto meneghino.

Una nota la merita anche l'Udinese, che Guidolin è riuscito a risollevare con pazienza dopo una partenza col freno a mano tirato. E' pian piano salito in cattedra il solito Totò Di Natale, issatosi nuovamente in cima alla classifica marcatori con 14 goal. Dopo aver fatto paura al Milan, domenica scorsa i friulani ne fanno di nuovo quattro in casa del Genoa e si affacciano alle soglie della zona Europa League.


TOP DI GIORNATA

Gianluca Grava (Napoli). Solo per rimarcare una certa differenza con chi la scorsa settimana aveva manifestato la propria idiozia esibendo senza alcuna vergogna la sua goduria per il grave infortunio occorso al nostro Fabio Quagliarella, proprio alla vigilia del ritorno da ex nella sua città. In bocca al lupo al difensore del Napoli per una pronta guarigione dal brutto infortunio al ginocchio patito nel match di sabato contro la Fiorentina.

Leonardo (All. Inter). Meglio di un Gerovital per la derelitta Inter che tra infortuni e problemi di spogliatoio si stava avviando verso un campionato da comprimaria. Merito sicuramente suo, ma forse anche di qualche giocatore che ha improvvisamente riscoperto la voglia di correre e lottare.

Ruben Olivera (Lecce). Vogliamo rendere omaggio a un nostro ex giocatore. "El Pollo" ha castigato quest'anno entrambe le milanesi al Via del Mare, consentendo al suo Lecce di acciuffare degli insperati pareggi contro le due squadre più attrezzate del campionato.


FLOP DI GIORNATA

Arbitri e assistenti. Forse la giornata peggiore di tutto il campionato per la classe arbitrale. Errori praticamente su ogni campo, spesso decisivi ai fini del risultato. Fortuna che la cupola non c'è più, e nemmeno i cattivi pensieri di qualcuno. O no?

Eduardo (Genoa). Il portiere portoghese era arrivato sotto la lanterna sulla scorta dell'ottimo Mondiale disputato in Sudafrica. Ma se a Genova cercano di prendere Marchetti un motivo c'è: anche ieri ne ha azzeccate poche e almeno un paio di goal dell'Udinese (fuorigioco a parte) sono sulla sua coscienza.

Ranieri (All. Roma). Sembra un film già visto (alla Juve): al secondo anno di gestione del tecnico testaccino lo spogliatoio finisce per andare in frantumi. Litigi all'ordine del giorno, giocatori che si ribellano se entrano tardi (Totti domenica scorsa) o se vengono sostituiti (Vucinic ieri). A Trigoria l'aria appare ogni giorno più irrespirabile.