L'esonero di Ranieri: troppi rimpianti e qualche caduta dal pero

stampaAdesso è tutto un coro che la Juve, questa Juve, non ha più stile; è tutto un coro che non si licenzia così un allenatore. E' il coro di quelli (praticamente tutti) che hanno sempre apprezzato la signorilità di Ranieri perchè ai commentatori della Tv e dei giornali Ranieri piaceva e piaceva tanto, perchè accettava sbattendo gli occhi il pareggio col Chievo e, da vero gentleman, accettava qualunque decisione arbitrale anche dopo le moviole con i sorrisetti ironici di Pistocchi e Tombolini inclusi nel servizio; accettava tutto, Ranieri, e diceva (l'ha fatto anche dopo il pareggio col Chievo) che lui stava sopra la tabella che gli avevano dato in società.

E' il coro di quelli che elogiavano la bellezza della Nuova Juve simpatica e perdente, puntualmente ritornata maleducata, arrogante e sgradevole appena da Corso Galfer ci si è (timidamente) rimessi a far qualcosa di juventino.
E' il coro che sbugiarda definitivamente la tendenza ad essere simpatici e trasversali, speriamo serva a far capire a certa gente (proprietà, dirigenza), che se lavori per la Juve DEVI ESSERE ANTIPATICO e, sportivamente (anche se episodi del passato e qualcuno del presente ci insegnano non solo sportivamente, purtroppo), ODIATO.
I cori e gli insulti che la Nuova Juve riceveva al cospetto di platee ululanti il più classico degli insulti ("Ladri! Solo rubare, sapete solo rubare!") al quale i dirigenti porgevano l'altra guancia.
Piaceva tanto una Juve modesta, garbata, della quale tutti parlavano bene perchè faceva comodo averla come comparsa: una specie di sigillo di garanzia sui successi. Altrui.
Ecco perchè piaceva Ranieri, proprio perchè s'impegnava di brutto a rispettare quella famosa tabella di cui sopra, faceva di tutto (e forse ha fatto qualcosa in più) per essere all'altezza di un progetto che fissava le future vittorie della Juve a dopo il piano quinquennale varato nel 2006, verosimilmente verso il 2015.
Adesso, tra commentatori e opinionisti c'è un po' di sconcerto: siamo passati da un Ranieri che stava sopra la tabella, a un Ferrara che vuole chiedere ai giocatori di fare sette punti nelle prossime due partite. E sembrano proprio figlie dello sconcerto le tre perle che ora vi segnaliamo dalla rassegna stampa di stamattina.

La prima dalla Gazzetta, dove Umberto Zapelloni inizia il pistolotto con queste precise parole "Prima dei giocatori gli ha giocato contro il tempo. Claudio Ranieri non ne ha avuto abbastanza per completare il progetto concordato con la società"; appunto, il progetto, quello che rinviava i futuri successi al 2015.

Per la Gazzetta, come abbiamo già segnalato, quel progetto è di importanza vitale perchè c'è di mezzo un contratto plurimilionario con l'Inter di Moratti: la Gazzetta ha l'esclusiva delle celebrazioni mediatiche dei successi dell'Inter fino al 2011 (oggi, tanto per dire vengono lanciati un libro, 3 dvd e una maglietta per lo scudetto numero 17 con riserva di lanciare un gioco-quiz su dvd); su quel contratto la Gazzetta ha scommesso molto e Moratti qualche milionata di euro se l'è già spesa a prescindere.
E' un contratto del 2006 che corre in parallelo col progetto quinquennale varato dalla dirigenza della Juve; quel contratto deve per forza ipotizzare di fare cinquina, come nessuno è riuscito a fare nel dopo-guerra; sembra fantacalcio ma non lo è, anche perchè c'è di mezzo l'ing. Elkann che non solo è proprietario della Juve ma è anche comproprietario della Gazzetta.
Se il rimpianto della Gazzetta sa di iena e di coccodrillo (il pistolotto ha titolo: " Un giallo bianconero") quello di Repubblica scorre dalla penna di Maurizio Crosetti e compiange la Juve ridotta ormai a "Un club come tanti". E' tale e tanto il rimpianto di Crosetti che gli scappa di voler rispondere alla domanda "Che avrebbe detto l'Avvocato?".
Questa, cari giornalisti della carta stampata, è una domanda da juventini veri e non da professionisti alla Ibrahimovic che vendono i loro congiuntivi a chi li paga meglio, è una domanda alla quale sul nostro sito in tanti abbiamo risposto fin dalla sua nascita e la risposta è stata una sola: con l'Avvocato in vita nessuna banda, neppure più attrezzata e smaliziata di quella dello scandalo Telecom-Pirelli, avrebbe avuto il coraggio di spiare la Juve, calciopoli sarebbe abortita nella mente malata di quanti l'hanno progettata.
E anche dopo la morte dell'Avvocato, cari fintoni che rimpiangete a pagamento lo stile Juve, sarebbe bastata la guida e l'intelligenza di Umberto Agnelli per far rimanere Guido Rossi a Milano a fare le sue consulenze milionarie (forse non l'avrebbero più chiamato per quella di Torino), la Federazione di Carraro avrebbe dato dei punti di penalità alla Juve per le "battute da osteria" di Moggi e la Juventus di Giraudo (e Moggi e Bettega) avrebbe continuato a vincere in Italia e a battersela con le migliori in Europa; con arroganza certo, ma anche con grande scorno di quelli che si vendono i congiuntivi al miglior offerente.

Ed a proposito di sconcerto non poteva mancare l'altro pistolotto, la terza perla, artefice Mario Sconcerti sul Corsera, che vede nel licenziamento di Ranieri "Cose mai viste", cioè quelle di una società "abituata ad uno stile e una memoria" che arriva ad esonerare a dieci giorni dalla fine del campionato. Quella di Sconcerti sembra proprio una perla rara perchè, quasi cadesse dal pero, arriva a scrivere: "Credo per inciso che sia un successo di Internet".

Forse bisognerebbe approfondire se e come si tratti di un successo di Internet, ma l'argomento è troppo importante e non mancheranno le occasioni per approfondirlo; per il momento volevamo solo osservare che non tanto tempo fa il direttore di un quotidiano sportivo dal piccolo formato aveva definito i piu' temerari tra noi navigatori come degli squadristi. A quanto pare di scudetti sotto i ponti ne son passati abbastanza, oggi Sconcerti scrive che il popolo juventino era talmente sterminato che era ovunque ma non aveva un centro d'aggregazione, mentre oggi questo centro sembra essere proprio il ritrovarsi sui forum e sui siti di contro-informazione col rischio di poter essere sobillato, come se "qualcuno lo spingesse da dietro".

Preso nota con piacere della scoperta di Sconcerti e tranquillizzati tutti che, per quanto ci riguarda, non abbiamo il puparo che ci spinge da dietro (semmai spingono in tanti perchè vogliono entrare), vorremmo aggiungere che sono lontani i tempi in cui l'Avvocato di prima mattina leggeva Arpino e Brera e poi magari "sollevava" il dirigente e/o calciatore bianconero di turno dal letto con una delle sue proverbiali telefonate; oggi il suo successore, riguardo alla Juve, non telefona a nessuno e si limita ai progetti e ai piani pluriennali di un asset come tanti; e allora non ci meravigliamo di certo se in sede, per capire che aria tira, qualcuno prova a leggere cosa scrivono i tifosi sui forum e i navigatori ex-squadristi sui siti.
Anche perchè, se si osserva quello che accade all'estero, ci si accorgerà che tutto questo scandalo filo-ranieriano montato ad arte è, come parecchie cose dello Stivale, un finto problema. Risulta infatti, da autorevoli testate sportive online, quanto dai quattro angoli del globo i pareri siano sostanzialmente concordi con il provvedimeento attuato dalla Juventus.
E il grado di approvazione sulla scelta, si aggira intorno al 90% di coloro i quali hanno espresso un'opinione, in misura superiore rispetto a quanto emerso dai sondaggi istituiti ieri dai principali programmi sportivi nazionali, nei quali la percentuale dei "SI', RANIERI MERITA L'ESONERO" si assestava intorno al 70%, nonostante gli opinionisti in studio si infervorassero per esprimere solidarietà al "povero" Ranieri.
Tutti tranne uno; "Replay", il programma condotto da "Valeriana" Civoli, forte del consueto "parterre" antijuventino, nel quale il conduttore si rammaricava per non poter dedicare adeguato spazio al trionfo nerazzurro, costretto dall'attualità a trattare l'argomento Ranieri. E, in controtendenza con il resto delle trasmissioni tv, esprimeva un parere del pubblico "pro-Ranieri all'80% ".
Che strano, forse che a votare quel sondaggio non fossero tifosi della Juve, bensì di qualche concorrente, preoccupati per l'eventuale "ribellione" al "contratto" menzionato qualche paragrafo sopra?
Resta singolare l'impegno che questi signori hanno profuso nell'infangare e condannare la decisione della società bianconera, quasi fosse un contravvenire a patti secondo i quali la Juve deve far parte del gioco (senza di lei, il gioco vale zero), ma deve altrettanto subirlo nel nome di interessi che col calcio hanno poco a che fare. In tutto questo, la cosa da sottolineare (non è difficile, è talmente lampante) è l'assoluta mancanza di rispetto nei confronti dei tifosi juventini (la maggioranza, ricordiamolo, dei fruitori dello spettacolo calcio in Italia) da parte di questi personaggi che spopolano su radio, tv e carta stampata.
I tifosi nei pistolotti di questi presunti esperti commentatori quasi non ci sono; gli sconcerti e i crosetti si parlano tra loro, tutti a parlare di stile, parlano di stile anche i protagonisti di processi da avanspettacolo mentre fanno finta di azzuffarsi, parlano di una Juventus che loro di sicuro non hanno amato e che oggi non sanno più cos'è. Forse, anzi senza forse, della vera Juventus ne sappiamo molto di più noi che intanto mettiamo in guardia contro i rimpianti interessati e le cadute (vere o finte) dal pero, contro iene e coccodrilli.