Caro Moggi, li conosciamo bene!

Il 30 novembre, dalle colonne di Libero, Luciano Moggi lancia un allarme al popolo juventino che riportiamo:

“Ahi ahi cari tifosi juventini, a questo punto starei attento e farei tutti gli scongiuri del caso. Confesso: sono in allarme dopo aver letto il "Fatemi Capire" che si profonde in lodi per la nuova Juve di Ranieri "sorpren dente, spettacolare, guerriera". Sembra di essere tornati alle lodi di un anno fa, quando il Candido scrisse dell'aria nuova che si respirava, con le squadre siciliane splendide protagoniste del calcio italiano: Palermo, Messina e Catania che, dopo appena tre giornate, si trovavano nelle posizioni più alte della classifica. Lodi finite "alla malora" (e perciò giusti gli scongiuri) con una squadra finita ultima, una che si è salvata all'ultima giornata e il Palermo che a stento ha salvato la qualificazione in Coppa Uefa. Per questo è meglio che sia scattato l'allarme. Cannavò in questo campo non ne indovina una, sebbene sia sempre pronto a saltare sul carro dei tessitori di lodi. E dunque, come cantava Dalla, "Attenti al lupo"... Fuor di metafora tutto questo tessere encomi da parte di Cannavò non mi convince affatto e ancor meno convince i tifosi juventini. Vi dico la mia. Da tempo Cannavò e qualche altro editorialista della Gazzetta sono impegnati in un tentativo di recuperare il rapporto con la tifoseria juventina. E' qui che mi spiego la messe di elogi fatta piovere sulla Juve, il saccheggiamento di tutti i possibili aggettivi per esaltarne il buon momento e, in particolare, la considerazione che più stimola i cuori juventini: "Ma cos'ha questa Juve meno delle altre?". Un percorso abilmente costruito e atto a coccolare i tifosi bianconeri, maltrattati per troppo tempo. Dubito che il tentativo avrà successo, perché il popolo juventino ha memoria lunga e non dimentica, non può dimenticare l'atteggiamento che ha avuto la Gazzetta nella vicenda "Calciopoli", l'accanimento pari solo alla superficialità delle accuse con cui il quotidiano di Milano ha almeno tentato di orientare la decisione di retrocedere la Juve in serie B, scippandole due scudetti e decapitandone la classe dirigente. Rimando Cannavò (e non solo lui) ai siti dei tifosi juventini.”

Caro Moggi stia tranquillo che come lei ha notato, navigando sul web, i tifosi juventini non sono facilmente addomesticabili. Se non abbiamo dimenticato Collina, primo arbitro con il telefonino a prendere disposizioni, a Perugia, si figuri se potremo mai dimenticare l’attacco continuo della Gazzetta, i suoi titoli a tutta pagina come “Processateli”, “Stangatina” o le sentenze anticipate. Il tentativo di “recupero” che i giornalisti in rosa stanno tentando resterà senza risultati, con gli juventini “veri”. Possono attecchire con qualche VIP che prima si faceva invitare ad allenarsi con la Juve ed oggi vi rinnega, con qualche personaggio della politica o dello spettacolo che pensa più al consenso che a difendere l’orgoglio di essere juventino. I tentativi smaccati della Pravda rosa, al massimo, possono accalappiare qualche cobollitano scalzo, osservante della dottrina dell’espiazione continua, gente pronta a chiedere scusa al calcio per i danni “subiti”.

Vigna, ex procuratore antimafia, in un dibattito sul tema legalità e giustizia ha affermato: "Come si può dire che il processo dei media, specie quello televisivo, non influenzi quello reale? E chi lo sa se nel segreto della camera di consiglio i giudici, soprattutto i giudici popolari, non vengano influenzati dalla giustizia mediatica? Io ho un'opinione negativa dei processi mediatici perchè spesso sono una falsa rappresentazione della realtà e poi mancano del contraddittorio che fa' parte del processo. Capita che ci sia una discrepanza enorme fra i concetti formati nell'opinione pubblica e il processo reale, che poi arriva anni dopo".
Noi non avevamo bisogno delle conferme giunte da Vigna. Noi abbiamo vissuto sulla pelle la gogna mediatica che ha visto la Pravda rosa nel ruolo del capopopolo.
Verdelli ha dichiarato ad Hurrà Juventus di luglio: “Lo scandalo del calcio è stato un avvenimento emozionalmente fortissimo, che ha riguardato tutti gli appassionati. Per il più grande giornale popolare ha avuto un effetto equivalente alle elezioni politiche o a un nuovo Papa. Si, è stata una fortuna. Che però ci siamo anche, in piccola parte, guadagnati: non fosse stato per noi, il rischio di insabbiamento sarebbe stato fortissimo. È stato grazie alla Gazzetta dello Sport che abbiamo potuto sapere cosa stava bollendo nei corridoi del CONI e delle Procure.
A noi basta questa dichiarazione. Dalle parole di Verdelli si può dedurre che il suo giornale ha “pompato” il caso, alimentandolo anche con intercettazioni “non probanti”, per ottenere un effetto equivalente alle elezioni o alla nomina di un Papa. Verdelli rivendica i meriti di “Una fortuna che ci siamo guadagnati”. “Non fosse stato per noi, il rischio di insabbiamento sarebbe stato fortissimo” dice Verdelli, ergendo il suo giornale a paladino UNICO contro una massa di possibili insabbiatori che, si è indotti a pensare, potevano andare dal CONI alle Procure. Senza la Gazzetta, dice Verdelli, non avremmo saputo cosa bolliva nei corridoi del CONI e delle Procure. Verdelli, con orgoglio, rivendica i meriti dei “segugi” sguinzagliati nei corridoi.

Peccato che anche la Gazzetta abbia voluto indagare e salvarci dal male in una sola direzione.
Forse non aveva più uomini da mandare nei corridoi della procura di Milano, non lontano dalla sua Redazione?
O li ha mandati e quella Procura non ha offerto gli spifferi che invece hanno potuto cogliere nei corridoi della Procura di Napoli?
E nulla, tanto validi “indagatori” e scongiuratori di insabbiamenti, hanno fiutato a proposito di uno scandalo di portata nazionale come quello che ha investito la Telecom? Anche quella poteva essere una “fortuna” da cavalcare…ma i cavalli, forse, erano stanchi ed i cavallerizzi svogliati, senza interesse.
Forse poteva andare meglio a Napoli, città che già aveva aperto le porte alla “fortuna”, e stimolato il fiuto da “indagatori”. Era uscito allo scoperto il filone delle pratiche illegali e la confessione, a detta di Repubblica, della segretaria di Adamo Bove che spiegava come per la Pratica COMO fossero state spiate la FIGC e la Juventus. Nomi grossi, che "tirano", un bel bocconcino per chi è in cerca di “fortuna” nei corridoi delle procure. Ma questo spiffero non sono riusciti a captarlo, questo bocconcino prelibato, evidentemente, non era gradito oppure i “segugi” si erano saziati a sufficienza.
Ci ha provato Palombo con un articoletto isolato sullo scandalo dei dossier illegali. Poi il giorno dopo, come manna caduta dal cielo, è arrivata la lettera con minaccia di querele da parte di Buora (nda: CDA Telecom ed Inter) e la spada di fuoco dei paladini della moralità e del “nuovo calcio pulito” è stata prontamente rinfoderata.
Nessun uomo neppure nei corridoi della Procura di Milano per anticiparci lo scandalo del falso in bilancio del Milan ma, soprattutto, dell’Inter?
Eppure anche quello poteva essere una fortuna se cavalcato per tempo: articolo 7, pena da chiedere a gran voce uguale a quella della Juve. C’era da campare alla grande un’altra estate. Niente! In questi casi la “fortuna” non l'hanno cercata.
Per essere “il più grande giornale popolare” hanno “bucato” alla grande. Eppure Verdelli la sera della sentenza su Farsopoli, su RAI 1, rispondendo a Vocalelli, direttore del Corriere dello Sport, si vantò di aver anticipato le sentenze perché aveva una valida fonte che gli aveva riferito gli orientamenti dei giudici. Evidentemente la fortuna con "le fonti", alla Gazzetta, è tanta in alcuni casi e nulla in altri.
Lasciamo perdere i casi facili da commentare, senza neppure la necessità di stare nei corridoi delle Procure, come la nomina di Collina a designatore. Anche in questo caso la voce dei moralizzatori, di chi ha combattuto contro “il rischio di insabbiamento fortissimo” è rimasta insabbiata.

Tranquillo Signor Moggi: il tifoso juventino è incavolato nero, anche se non ha gettato motorini, bruciato cassonetti o assaltato caserme della Polizia. Il popolo bianconero ha subito con dignità e compostezza… ma ha la memoria lunga e non è popolo bue come qualcuno pensava o sperava. Se ne accorgeranno in tanti. A nulla serve regalare 20.000 copie di un giornale (copie conteggiate come vendite?) allo stadio, a nulla serviranno le promesse di chi chiederà qualcosa in cambio.
Il tifoso juventino è ferito. Ci hanno cloroformizzato la gioia di seguire il calcio con la passione di prima ma continuano a “puntare” al nostro portafoglio. Siamo almeno un 20%, facciamo gola. Ma abbiamo imparato sulla nostra pelle a distinguere tra gli amici ed i nemici, tra chi ha una morale e chi si spaccia per moralista.