ORRORI DI STAMPA: Favole rosa, parrucchini e contentini

orrori di stampaRiprende il processo di Napoli e riprende l'affannata attività della stampa farsopolara. In questa puntata analizzeremo la versione in salsa "nerassurra" della nuova intercettazione Bergamo-Rodomonti da parte di un campione di antijuventinità come Stefano Olivari, ma metteremo anche in risalto come una Juve prima in classifica(anche se molto diversamente dal passato) faccia venire l'orticaria a certi giornalisti. Non manca la solita Gazzetta dello Sport che ci spiega come anche un ex juventino come Claudio Ranieri sia stato "vittima" della cupola moggiana, mentre il granata Matteo Dotto, dall'alto della postazione moviolistica di Controcampo, ci illustra la demagogia nel 2011.


"Ranieri disse no a Moggi E per allenare andò all' estero" di Francesco Ceniti-Gazzetta dello Sport-23/09/2011.
Ritorna in pompa magna il piccolo giornale rosa a noi tanto caro. Dopo quattro anni di silenzio assoluto sulla vicenda Farsopoli, dopo aver tentato di stravolgere la realtà delle udienze chiave a Napoli ("Ecco come truccavano il sorteggio" dopo la deposizione di Martino), dopo che, man mano che usciva la verità dall'aula 216 del Tribunale di Napoli, il mitico duo Galdi-Piccioni si limitava a fredde cronachine di poche righe, ora l'ossessione Moggi torna utile anche per gli altri scopi. Infatti il giornale di proprietà del gruppo RCS (quelli che"noi nasciamo interisti"), in occasione dell'assunzione di Claudio Ranieri da parte della seconda squadra di Milano, non perde occasione di mettere in mezzo Moggi. E lo spiega bene anche: Ranieri potrebbe essere inviso ai tifosi nerazzurri per via del passato juventino e per le polemiche con Mourinho. E allora come si fa a farlo apparire più interista? Facile: Ceniti racconta che quando Ranieri allenava il Napoli venne esonerato all'inizio del secondo anno partenopeo poiché avrebbe rifiutato alcuni giocatori mandati da Lucianone (ormai andato al Toro). Non solo! Nel 1997, quando Ranieri era alla Fiorentina, secondo la Gazzetta ad un suo ex compagno del Catanzaro venne revocato da Innocenzo Mazzini il mandato di osservatore federale. E cosa c'entrerebbe Moggi? Ultimo indizio inequivocabile: Ranieri va al Valencia e per due anni in Italia nessuno lo chiama. Anche qui non si notano intromissioni da parte di Moggi. E per quanto riguarda l'episodio dei tempi del Napoli, a smentire sonoramente ci ha pensato personalmente Ferlaino (all'epoca presidente degli azzurri), così come fece qualche tempo fa in occasione della deposizione a Napoli di Zeman. E, come se non bastasse, anche lo stesso Moggi, facendo una deposizione spontanea nell'ultima importantissima udienza ha smentito tutto. Ci troviamo davanti all'ennesimo buco nell'acqua della rosea. Che volessero "orientare l'opinione pubblica" (come ebbe a dichiarare candidamente il direttore Monti) alla Gazzetta è cosa ormai acclarata; però, dopo che abbiamo scoperto che l'indignazione del "giornale sportivo più letto d'Italia" targata 2006 si fondava su cose false, quantomeno ci aspetteremmo delle pubbliche scuse nei confronti di tutti quei lettori fuorviati cinque anni fa, invece che articoli del genere. Basta con le gogne mediatiche, non ci casca più nessuno.


Blog COLPI DI TESTA di Sportmediaset - "La frenata di Conte, il Grande Demagogo" di Matteo Dotto- 25-09-2011.
Ogni tifoso il calcio lo vede a modo suo, giustamente. E altrettanto giustamente ogni tifoso ha le sue opinioni sul calcio e, se anche le espone su un suo blog personale, quando anche siano un po' estreme, va tutto bene. Non va più bene invece quando un giornalista, un noto moviolista di controcampo per esempio, esprime pareri da ultrà sul blog di Sportmediaset. Matteo Dotto parte subito in quarta, dando a Conte del demagogo già nel titolo e poco dopo, anche nell’articolo, parlando di "stereotipi sulla 'gloriosa maglia' e sulla 'spinta del meraviglioso pubblico' usati a mani basse dal Grande Demagogo di Lecce”. Che poi, detto da un tifoso di una squadra, il Torino, che ha fatto da sempre del "tremendismo" e del "vecchio cuore granata" due cavalli di battaglia, fa un certo effetto. E via così: "abbassare la cresta ai capelli trapiantati di Antonio Conte e ai suoi tanti adulatori". Dotto arriva tardi: già una volta nel 2002 Materazzi ironizzò sulla calvizie suggerendo al tecnico salentino di utilizzare il premio per lo scudetto del 5 maggio (quello della "banda dei truffatori" per intenderci…) per comprarsi un parrucchino. La risposta dell’allora capitano: "Forse non sa che ci sono tecniche nuove, tipo il trapianto di capelli. Per trapiantare il cervello a lui credo che non basterebbe tutto il premio". E sempre a proposito di trapianti, visto che la materia interessa tanto al signor Dotto, perché non ci regala un bel commento all’intercettazione in cui Meani promette a Rodomonti (nome molto caldo in questi giorni) di mandarlo in Svizzera a farsi fare il trapianto di capelli? Ma, se non fosse sufficiente, un buon indizio per riconoscere il tifoso mascherato da giornalista sono le descrizioni del gioco. "Nel per nulla clamoroso pareggio al Cibali il calcio insegna ancora una volta come Davide possa sempre abbattere Golia. Con il piccolo "Papu" Gomez che, dal basso del suo metro e 66, scherza sulla fascia il campione del mondo Grosso e con Bergessio che brucia un imbolsito Chiellini (il Golia della situazione) e infila l’altro campione del mondo Buffon. Azione molto più lineare di quella che nella ripresa porta al pareggio di Krasic, figlio di una sesquipedale cappella di Andujar". Ricco di dettagli il gol del Catania, ci mette pure i riferimenti biblici e il soprannome di Gomez. Una riga per il gol di Krasic. Che viene da una azione lineare, attenzione, che è una cosa gravissima, sia ben chiaro! La grande lezione di Davide a Golia, non si fa gol su azioni lineari… In conclusione: "La strada per lo Scudetto è lunga ancora 34 giornate, con meno proclami e più umiltà ci si può sempre provare". E qui ci togliamo il cappello: lo diciamo sempre anche noi juventini.


"L'intelligente Rodomonti" di Stefano Olivari dal blog "Guerin Sportivo" 27-09-2011.
Vi ricordate nel 2006 quanti giornalisti (e presunti tali) pontificavano sulla mafiosa e dannosa Cupola Moggiana che si giocava a tressette i campionati di Serie A? E quanti di questi novelli Savonarola sostengono ancora le loro strampalate tesi dopo tutto quello che è successo? Sicuramente molti di meno. Ma, ahinoi, qualche "duro e puro" rimane militante: è sicuramente il caso di Stefano Olivari. Vediamo come ci presenta la nuova intercettazione tra Bergamo e Rodomonti pre Inter-Juventus. Lo scopo è far passare una pressione del designatore pro-Inter come una conferma del "potere" della Juventus. E così, riportando "Mi aspetto che non sbagli niente" commenta: "Perché, di solito gli chiedeva di sbagliare?"; mentre riportando "C’è una differenza di 15 punti fra le due squadre, capito? Quindi anche psicologicamente preparatici bene... Se hai un dubbio, pensa a chi sta dietro" commenta: "Vista dall’interista: l’Inter in questo momento è fuori gioco, diamole un contentino in modo che creda che sia tutto pulito". Pensate, signori: si parla di una cupola (sappiamo già quanto sgangherata) che, pur di dare un contentino all'Inter, danneggiava la squadra del capocupola su pressione del numero 1 della Federcalcio (sodale, anzi no) con il tramite di un designatore (sodalissimo!), di fatto avvantaggiando una squadra molto poco potente, che non aveva televisioni e che si giocava il campionato con la Juve! Ha ragione Olivari, una cosa del genere può essere partorita solo da una mente particolare come quella interista. Continua il nostro eroe: "Sì, ma poi come andò a finire? Due a due, con rigore (netto, fallo di Toldo su Camoranesi) a favore della Juventus e rigore negato all’Inter per fallo su Adriano (trattenuta di Camoranesi ed entrata di Thuram)". Tralasciando che il fallo di Toldo fu su Zalayeta (netto come l'espulsione che avrebbe dovuto conseguirne, a norma di regolamento), ma un uccellino ci ricorda che ci sarebbe dovuta essere anche un'espulsione (non data) per secondo giallo a Stankovic poco prima. L'Inter perdeva 2 a 0: avrebbe pareggiato mai in nove? Proseguiamo: "Da incorniciare anche Bergamo che a fine partita parlando con Collina (ai tempi ‘solo’ arbitro e che con la partita in questione non c’entrava) si mostra più preoccupato per i commenti televisivi (quando la cricca controllava quasi tutte le trasmissioni! Anche quelle comiche…) che per quanto visto in campo". Quindi anche l'affidabilità tecnica di Collina è variabile: se serve per scagionare Facchetti quando chiede Collina a Mazzei stiamo parlando "del miglior arbitro del mondo", se invece serve per avere un'ulteriore conferma che Rodomonti ha dato un aiutone all'Inter contro la Juve si parla "solo" di un arbitro che non c'entrava con la partita. La seconda considerazione, quella sull'eco mediatico dell'episodio, è una di quelle "da incorniciare". Che trasmissioni controllava la "cricca"? Controcampo, ovvero il programma che con una ripresa Mediaset fece squalificare Ibra facendogli perdere il match scudetto con il Milan? O la "Domenica Sportiva" della Rai che ricacciò da non si sa dove il famoso "filmato di Cannavaro" costringendo la Triade a dichiarare il silenzio stampa? In realtà chi conosce le intercettazioni potrebbe collegare questa intercettazione a quella tra Moggi e Tosatti, nella quale il giornalista si meraviglia dell'accanimento di tutti i media contro la Juventus: riuscirebbe forse a capire quale fosse il trattamento mediatico riservato a quella Juve. Ma ammettendo per assurdo che così fosse: controllano le tv e non fanno risaltare l'episodio che li danneggia? D'altronde siamo finiti in B grazie ad una Farsa mediatica. "Conclusione? Forse questa ennesima bomba Moggi se l’è tirata ancora una volta addosso. Speriamo che la prossima bomba faccia capire perché ‘favorire’ l’Inter significasse darle un rigore contro e negargliene un altro, nonostante i 15 punti di differenza giustamente ricordati da Bergamo. A proposito di bombe, aspettiamo sempre quelle svizzere". Conclusione? Un'altra cannonata alla già rasa al suolo teoria accusatoria ma non dalle bombe svizzere, quelle sono miccette ben spiegate da Prioreschi nell'arringa. Se le bombe sono queste, che ne vengano a iosa. Noi siamo pacifisti, caro Olivari.