Il Procuratore Lepore e le domande che non sanno fare

leporeChi vince festeggia e chi perde riflette e spiega.
Tra quelli che hanno festeggiato sono ricomparsi tutti, ad iniziare da quelli che, dopo l'estate 2006 passata a pubblicare atti penali fatti fuggire, non si sono occupati con lo stesso interesse del processo "perché il penale ci nausea".
Li abbiamo ascoltati e letti tutti esprimere pareri con interlocutori assenti o deboli, o intervistati con domande ad hoc, non quelle che avremmo fatto noi per dare risposte alle domande che, piaccia o non piaccia, i clienti dei bar dello sport si pongono ancora, domande che i giornalisti di professione non sentono di dover fare. In tanti casi più che fare controinformazione, il ruolo che avevamo scelto, ci tocca e toccherà fare informazione per controbilanciare, in piccolo, la propaganda di chi raggiunge grandi masse. Davide contro Golia.

Tratteremo i casi ad uno ad uno e, per importanza e ruolo, non possiamo che partire dal Procuratore Capo di Napoli, Giandomenico Lepore.
Il dottor Lepore ha atteso la sentenza e poi si è concesso alla stampa. Ci sarebbe piaciuto avesse fatto lo stesso dopo il procedimento che ha visto la Casoria davanti al CSM, l'8 aprile di quest'anno, per chiarire se quanto abbiamo ascoltato dire alla Casoria rispondesse al vero oppure no, per fornire la sua versione.
Fossimo stati ospiti a Radio Radio, al posto di uno dei giornalisti presenti, oppure fossimo stati il giornalista Del Gaudio de 'Il Mattino', gli avremmo rivolto la domanda rimasta nel cassetto da quell'8 aprile:
Dottor Lepore, cosa può dirci oggi a proposito della dichiarazione del giudice Casoria davanti al CSM, quella che abbiamo ascoltato su Radio Radicale, a proposito di una Sua "presunta" richiesta "Vedi che devi fare per farla astenere", per la quale Alemi avrebbe chiesto alla Casoria una dichiarazione scritta di non astensione?

Ma perché nessun giornalista ha rivolto questa domanda al Dottor Lepore?
Ma il giornalista "vero" non deve essere curioso ed interessato a cercare e raccontare la verità, ed interessato a chiarire aspetti rimasti nell'ombra?
Forse abbiamo del giornalismo un'idea sbagliata, lo idealizziamo troppo, ma l'idea ce la siamo fatta non vedendo film americani che esaltano il compito del giornalista, ma leggendo la Carta dei Doveri del giornalista, scritta da loro, dai giornalisti stessi. L'hanno solo scritta e non consultano più quel "promemoria"? In moltissimi casi pare proprio di sì.

Ma veniamo a quanto ha dichiarato il Procuratore Lepore, a Radio Radio, e ripreso da Gazzetta.it, e a 'Il Mattino', senza che il giornalista che aveva di fronte sentisse la necessità di porre le controdomande più ovvie:

Lepore: "Non è vero che le indagini sono state svolte in una sola direzione. Gli elementi sono stati valutati ma non potevamo creare dei reati per fare contenta una o l'altra squadra."
La domanda mancante: Dottore, ma il ristretto elenco degli intercettati dice il contrario, oggi sappiamo che anche altri dirigenti chiamavano e facevano richieste ai designatori, eppure non sono stati direttamente intercettati. Pensiamo che, se lo stesso criterio fosse stato applicato agli intercettati, neppure su di loro sarebbero stati trovati dei reati. Come può escludere dei reati commessi da parte di altri soggetti se su questi non sono state svolte indagini neppure nei casi segnalati dal carabiniere all'ascolto con "baffi rossi" di rilevanza?

Lepore: "Uno dei classici sistemi difensivi per scagionarsi è accusare altre persone".
La domanda mancante: Scusi, Dottore, ma se i suoi pm avessero accusato uno di noi di avere dei rapporti "esclusivi", simili alla mafia è stato anche detto, come avremmo potuto difenderci da questa accusa senza provare che i rapporti non erano esclusivi, che tanti facevano richieste e che i designatori parlavano con tutti? Per onestà intellettuale dobbiamo farLe rilevare che le difese non hanno mai detto "Tutti colpevoli , nessun colpevole", questa è l'interpretazione che è stata data e propagandata dai media.

Lepore: "Tra noi ed i collegi ci sono state delle incomprensioni, tant'è vero che siamo stati costretti a due istanze di ricusazione per ristabilire la regolarità del processo".
La domanda mancante: Dottore, può aiutarci a capire meglio? Perché, prima della seconda ricusazione, il processo non era regolare? E cosa è cambiato dopo, rendendolo regolare?

E qui la domanda su quanto aveva detto la Casoria al CSM ci stava tutta e avrebbe dovuto sorgere spontanea anche nel pubblicista alle prime armi. Al bar dello sport se la fanno ancora questa domanda e, in mancanza di altra risposta, resta valida la versione della Casoria.

Lepore: "La sentenza è giunta nonostante le indagini siano state pregiudicate da fughe di notizie".
La domanda mancante: A tal proposito, come mai valenti pm ed investigatori non sono riusciti ad inviduare il colpevole della fuga? E può spiegarci, almeno Lei, perché dell'indagine non continuò ad occuparsi la polizia giudiziaria di Napoli che stava indagando su "scommessopoli", da cui nasce Calciopoli, e vi rivolgeste ad Auricchio a Roma?

Lepore risponde sulle telefonate dell'Inter: "Quando arrivavano critiche chiedevo sempre ai miei collaboratori: mi dicevano che le intercettazioni legate all’Inter non avevano alcun significato di carattere penale e non potevano essere prese in considerazione. Noi tutto il materiale lo demmo a Guido Rossi e a Borrelli consapevoli che potevano esserci cose non di rilevanza penale ma utili alla giustizia sportiva". Anche le famose telefonate dell’Inter? Lepore: "Non conosco i particolari".
La domanda mancante: Scusi, Procuratore, non ci consideri insolenti, ma la Procura veniva criticata per non aver dato alla FIGC le telefonate dell'Inter, che il magistrato sportivo Palazzi ha valutato gravi e da illecito sportivo, paragonabile alla frode sportiva nel penale, e Lei si è limitato a chiederne la rilevanza penale ai suoi PM e non già se fossero state date anche alla FIGC? Ci dice che non conosce i particolari, quindi non era desideroso di sapere se le accuse che venivano rivolte alla Sua Procura fossero fondate? Le critiche non riguardavano la rilevanza penale, ma la mancata segnalazione di quelle telefonate alla giustizia sportiva.

In un'intervista concessa a Il Mattino, il 9 novembre, Lepore ha espresso anche giudizi sul sistema calcio.
Lepore: "Al di là del successo giudiziario, il sistema calcio non si è pulito al suo interno, né ha colto l'occasione per sviluppare quegli anticorpi contro un altro sistema come quello organizzato da Moggi. All'epoca le premesse per ripulire il calcio anche dal suo interno c'erano tutte. Incontrammo colleghi del calibro di Rossi e Borrelli, però i risultati macinati dalla Federcalcio furono minori rispetto alle attese iniziali".
La domanda mancante: Non pensa che se nel 2006 aveste segnalato anche tutti i casi esaminati da Palazzi solo a prescrizione sopraggiunta, si sarebbe riusciti a fare una maggiore pulizia e a garantire un campionato 2006-07, che oggi appare macchiato dal mancato procedimento sportivo nei confronti dei "prescritti"?

Lepore: "Purtroppo anche la storia di Calciopoli ci insegna che quando si alza il tiro delle inchieste arrivano fughe di notizia ad orologeria e funzionali a proteggere il sistema. Ricordo la primavera del 2006, in pochi giorni furono date alle stampe le informative dei carabinieri. Invece di indagare sotto segreto istruttorio, siamo stati costretti a rincorrere soffiate ad arte. Se non fosse avvenuto tutto ciò, avremmo ottenuto molto di più, magari riuscendo a ripulire realmente un mondo che resta legato a regole o codici di omertà e chiusura interna".
La domanda mancante: A tal proposito, giusto perché non sono mai state rese note al pubblico tracce di attività, che indagini sono state fatte dal 2005 fino al momento della fuga del 2006?

Bollati da Bufi del Corriere della Sera come "megafoni" di Moggi, cosa non veritiera, replichiamo provocatoriamente che siamo disponibilissimi a fare da "megafono" al Procuratore Capo Lepore se vorrà rispondere alle domande che abbiamo riportato in questo articolo e che gli faremmo di persona se manifestasse disponibilità a concederci un'intervista.
Se altri giornalisti, dopo aver letto questo articolo, faranno a Lepore le nostre domande ed otterranno risposte esaustive, per intenderci non del tipo "Non conosco i particolari", il "megafono" ju29ro.com è a loro completa disposizione, basta scriverci a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Se non lo avete ancora capito, lo gridiamo forte e chiaro: ci interessa la verità e non la propaganda!
Ma se otterranno risposte alle domande che abbiamo elencato ju29ro.com sarebbe un megafono troppo piccolo per raggiungere lo stesso pubblico, di milioni di persone, che possono raggiungere con i mezzi a loro disposizione.