Il miglior allenatore d'Europa

Zeman(Zdenek Zeman nell'aula di tribunale il giorno 20/11/2009, processo Calciopoli)

È una storia di parole, di lettere, di iniziali. L'ultima è e resterà quella del suo cognome: ultima per ordine, ultima per intervento, ultima per risultato.
Di Bohémien il Boemo ha nulla. Zeman è agli antipodi dell'artista frugale e alcoolizzato (viva Dio, contando le sigarette), però c'entra e non poco con la Marginalizzazione. Involontaria, s'intende, altro che bohémien! Volontario il resto: le scelte di vita e di calcio, le denunce sociali, la moralità personale e l'ostracismo altrui.
È una storia di parole Esagerate, di lettere Confuse e di iniziali Contraddittorie. Caos calmo come l'esposizione, dialettico e funesto come l'effetto della stessa. Simpaticamente schietto quando Gene Gnocchi chiede se può allenare la suocera per un po': non reggerebbe i gradoni.
Fa tenerezza sapere che il “Migliore” non abbia avuto il permesso di lavorare nei Migliori club. Faceva ridere noi, ha fatto ridere Teresa Casoria. È una delle questioni linguistiche: lo scarto di dignità tra Emarginazione ed Esonero, l'auto Convinzione dell'una e la Ridondanza dell'altro.
Ringrazio la tecnologia che mi consente di guardare quel che non vidi, Foggialandia. Imparo le vittorie nei campionati minori e l'undicesimo posto in quello maggiore.
Lo vivo nella mia città: mi diverte Lazio-Fiorentina 8-2, meno Juve-Lazio 0-3 (il tifo...). Tra secondo/terzo posto e quarti di Uefa pare cominci a far sul serio. L'esonero precede il potenziale top, può capitare a tutti.
Ama la città e vi resta cambiando colori. Porta la Roma, vicina alla B l'anno precedente, al quarto e quinto posto. Non viene confermato, per ostracismo dice. Non confermato perché non gradito a buona parte della formazione, questo è.
Passa la sua versione e l'emarginato trova riparo in Turchia. Non gli garba e affronta il rischio di tornare nella penisola nemica. A Napoli non garba a Corbelli, grazie e arrivederci dopo sei partite e due punti. Prendeva 2,5 miliardi l'anno, “pochi per la bravura mia”.
L'ostracismo è labile, ora in B può allenare come vuole. In Campania insegna calcio a Salerno (un sesto posto e un esonero) e Avellino (retrocessione in C e dimissioni).
È un uomo libero, tanto che balza in serie A grazie al Lecce. Secondo miglior attacco dopo la Juve prima, peggior difesa; non gli rinnovano il contratto, boh. Dopo aver fatto peggio di Maran a Brescia, di nuovo in Salento con dieci sconfitte a Natale e il regalo dell'esonero.
Il secondo esilio è una replica del primo: a Belgrado, con la Stella Rossa imbattuta e al secondo posto poco prima, finisce come al solito.
C'è commozione quando nasce il Foggia 2.0. Casillo, Pavone, Zeman, la C: manca la vittoria, arriva sesto, si vergogna e lascia.
L'anno passato fa conoscere Verratti agli sceicchi, oltre a vincere nella solita categoria. In estate l'inedito contrattuale del biennale: in fin dei conti la solita esagerazione contraddittoria, tra sicumera di farne uno in più e inconscio nel tenere sempre la porta aperta.
L'aprioristico dogma che anabolizzante è uguale ad abuso di farmaco, che esonero è epurazione, che campionato regolare è comprare gli arbitri, che firmare “Odio la Juve” è “avversari sì, nemici mai”.
Buon campionato, ZZ(z).