Ulteriori dubbi sulla genesi di Calciopoli

Giuliano TavaroliIl fascicolo del processo Telecom sembra essere un pozzo senza fondo: a scavare tra le carte si trovano infatti sempre nuovi indizi che sembrano confermare come la genesi di Calciopoli sia da individuare a Milano. E l'ultima scoperta fatta dall'avvocato Gallinelli e da lui raccontata a Vaciago di Tuttosport riguarda una richiesta fatta dal PM Boccassini al CNAG (Centro Nazionale Autorità Giudiziaria) di Milano ed in particolare indirizzata a Ghioni.
L'avvocato Gallinelli, rispondendo a Vaciago, precisa:
“Analizzando fra gli atti del Processo Telecom è emerso un documento nel quale la PM Ilda Boccassini richiede dei file di logs. Si tratta di una richiesta che, ritualmente, viene effettuata dalla Polizia Postale della Lombardia verso Telecom, all’ufficio per l’acquisizione del traffico telefonico. Il fax è indirizzato a Fabio Ghioni, uno dei personaggi chiave del processo Telecom, un membro del famoso Tiger Team. Quello che in sede di udienza preliminare, durante l’incidente probatorio, ha detto al GUP Panasiti che attraverso il sistema Radar si potevano alterare i tabulati, creando un contatto tra due utenze telefoniche mai avvenuto”.

Che cos’è un file di log?
“In pratica è un tabulato telefonico con le chiamate effettuate e ricevute, i numeri telefonici, i nominativi delle utenze, la durata delle chiamate, gli eventuali sms e anche gli spostamenti fisici della scheda, tracciando le celle a cui si aggancia la scheda: è una radiografia molto più approfondita di un semplice tabulato”.
L'aspetto interessante di questa nuova scoperta è che di questa richiesta, e del relativo file di log, vi saranno molto probabilmente tracce in quel famoso fascicolo archiviato con modello 45 (che si usa per dichiarazioni di nessuna rilevanza penale) presso il Tribunale di Milano. Fascicolo che si riferisce all'indagine aperta dal PM Boccassini dopo aver sentito come teste l'ex arbitro amico di Facchetti, Danilo Nucini. La vicenda è ormai nota e più volte ne abbiamo parlato. In particolare ci è utile riassumere i fatti, riportando quanto da noi scritto lo scorso 4 novembre 2011.

Le dichiarazioni dell'ex fischietto bergamasco sono state archiviate in un modello 45 impenetrabile e protetto dall'assalto delle richieste degli avvocati Morescanti e Gallinelli che ne hanno, a più riprese, chiesto copia. Di quell'incontro ha riferito lo stesso Moratti a Borrelli, all'epoca capo ufficio indagini della FIGC, quando è stato sentito il 3 ottobre 2006. Moratti ha dichiarato: "In tale epoca il compianto Giacinto Facchetti mi riferì di una serie di colloqui da lui avuti con l'arbitro Nucini il quale, a dire del Facchetti, gli manifestava l'esistenza di un clima arbitrale non particolarmente favorevole all'Inter. [...] Ricordo inoltre che il Facchetti mi disse che Nucini gli aveva raccontato di essere stato una volta accompagnato al cospetto di Moggi a Torino dove quest'ultimo gli aveva offerto la disponibilità di una utenza telefonica cellulare. [...] Ritenni opportuno fare delle verifiche in merito e a tal fine mi rivolsi a Tavaroli... [...] Colloco i fatti di cui ho detto verso la fine dell'anno 2002. Verso la metà del 2003 il Facchetti mi rappresentò l'intenzione di denunciare i fatti riferitigli dal Nucini alla Procura della Repubblica. Mi opposi ad una tale soluzione..." (pagine da 11 a 13 del ricorso di De Santis contro l'Inter).
Peccato che quattro anni dopo Moratti sia stato smentito dall'amico e socio Tronchetti Provera che, nella sua deposizione del 9 marzo 2010, nell'ambito del processo Telecom condotto dal GUP Mariolina Panasiti, ha ammesso di aver creato "il canale" con Tavaroli e dichiarato: "Moratti aveva richiesto immediatamente un aiuto alla Procura della Repubblica, perché c’era un arbitro che raccontava di strane storie a Facchetti, però questo arbitro cambiò idea, non raccontò più nulla e quindi cadde il tutto... La prima cosa che fece Massimo Moratti fu di andare dalla dottoressa Boccassini a raccontare questa vicenda. La dottoressa Boccassini gli suggerì di far venire questo giovane arbitro a denunciare la cosa".

Nucini a Napoli, durante la sua seconda testimonianza, ha dichiarato di essere andato dalla Boccassini a fare due chiacchiere e a parlare di calcio, e di aver portato con sé un articolo di Antonello Capone, che era stato pubblicato il 13 febbraio 2004 su La Gazzetta dello Sport, nel quale si commentavano alcune dichiarazioni rese da Casarin a Telelombardia il 10 febbraio.
Dalle parole di Nucini avevamo dedotto che quell'incontro fosse avvenuto sicuramente dopo il 13 febbraio 2004. Tuttavia Tronchetti Provera ha dichiarato in tribunale che, dopo le confidenze di Nucini a Facchetti, Moratti chiese “immediatamente un aiuto” alla dott.ssa Boccassini. Quindi questo incontro Moratti-Boccassini dovrebbe essere avvenuto ad inizio 2003, visto che a fine 2002 presso gli uffici Saras c'era stato l'altro fatidico incontro, quello in cui la Boccassini avrebbe consigliato a Moratti di far andare Nucini in tribunale per denunciare la cosa. Ma fra il colloquio tra Moratti e la Boccassini e quello della stessa Boccassini con Nucini sarebbero intercorsi molti mesi, se diamo credito al racconto fatto da Nucini a Napoli. Come mai tutto questo tempo tra i due eventi? Forse Moratti non si recò immediatamente dalla Boccassini dopo aver saputo da Facchetti del racconto di Nucini? O più semplicemente Nucini non ha mai raccontato nulla a Facchetti prima della metà del 2003 come dice Moratti? E allora, in quest'ultimo caso, Moratti va dalla Boccassini nella seconda metà del 2003?

Tutta questa vicenda sembra un rompicapo con pochi punti fermi, uno su tutti: l'indagine illegale del Tiger Team venne realizzata a partire dal gennaio 2003, quando Nucini non avrebbe ancora incontrato né Fabiani (incontro che Nucini descrive come il primo abboccamento della cupola e che colloca dopo Cosenza-Triestina del 16/03/2003 ) né tanto meno Moggi, visto che Nucini colloca il 25 settembre 2003 il colloquio al Concord. Ricordiamo, ad onor del vero, che il racconto di Nucini non è stato ritenuto affidabile da parte del tribunale di Napoli. La ricostruzione più logica in base alle prove ed alle dichiarazioni raccolte potrebbe essere la seguente:
Fine 2002: in casa Inter decidono di indagare sulle voci ed illazioni a carico di Moggi e degli arbitri, senza che Nucini avesse fatto alcuna dichiarazione. L'indagine illegale parte ad inizio 2003 e finisce dopo pochi mesi, senza scoprire niente di quanto sospettato (pagamenti di Moggi agli arbitri).
Metà 2003: Nucini, amico di Facchetti, racconta la sua insoddisfazione per come vanno le cose all'AIA. Facchetti lo incarica di indagare per suo conto e di riferire su De Santis e gli altri della combriccola romana.
Fine 2003: Moratti si reca dalla Boccassini che gli dice di far andare in Procura Nucini.
Inizio 2004 (dopo il 13 febbraio): Nucini viene sentito dalla Boccassini che apre il fascicolo d'indagine.

Adesso, con quest'ultimo documento scoperto nel fascicolo Telecom, sappiamo che il decreto di acquisizione del file di log è del novembre 2004, mentre il fax indirizzato a Ghioni è del maggio 2005. Sembra quindi che quando la dottoressa Boccassini stava ancora indagando sulle dichiarazioni di Nucini (che a Napoli dichiarò che con la dottoressa Boccassini parlarono amabilmente di calcio in genere) l'indagine di Napoli su Calciopoli fosse già partita. Il mistero si fa ancora più fitto e la “secretazione” del modello 45 sulle dichiarazioni di Nucini non fa altro che alimentare i sospetti di un collegamento tra le indagini milanesi e quelle napoletane-romane di Auricchio, Narducci e Beatrice.

Ma l'analisi di Gallinelli ha restituito un altro importante indizio che potrebbe minare alle fondamenta l'indagine di Calciopoli. La questione riguarda le famigerate schede svizzere e il metodo utilizzato dagli inquirenti per effettuare gli abbinamenti tra le singole SIM e gli imputati. Di Laroni dichiarò di aver effettuato tale lavoro totalmente a mano, con i fogli Excel, usando il famoso "olio di gomito". Tuttavia dall'analisi dei risultati, con particolare riferimento alla veste grafica con cui i risultati furono allegati alle informative, è forte il sospetto che per tale lavoro possa essere stato usato un software, in particolare il famoso "Analyst" che, come dichiarato dallo stesso Di Laroni a Napoli, era solitamente usato da alcuni consulenti della Polizia Giudiziaria, in particolare da Gioacchino Genchi. La grafica e le iconcine infatti sono molto simili a quelle contenute nelle consulenze allegate all'inchiesta "Why Not", condotta da De Magistris (amico intimo di Auricchio), il quale si avvaleva proprio della collaborazione del superconsulente Genchi. E' ipotizzabile dunque che qualche consulente abbia collaborato con gli uomini di Auricchio per la lavorazione dei tabulati? E se, come sembra, questa circostanza potrebbe essere confermata, perché non hanno firmato personalmente le perizie, evitando di farsi interrogare a Napoli e lasciando tutto sulle spalle di Di Laroni? Dalle analisi di Gallinelli emerge forte il sospetto che i tabulati possano essere stati reperiti attraverso canali non ufficiali. Se così fosse, è possibile che i consulenti possano aver rifiutato di apporre la loro "firma" in calce a quel lavoro di analisi che, come i lettori ricorderanno, conteneva più di una contraddizione.

Continueremo ovviamente a seguire la vicenda e a segnalare i lettori eventuali novità.