Metodo Auricchio - La tutela mediatica del Processo di Biscardi

Aldo BiscardiCome possiamo leggere nell'informativa di aprile 2005, la sudditanza di alcuni arbitri nei confronti della Juve si suppone "comprata" non solo attraverso i fidi luogotenenti designatori, ma anche attraverso il controllo dei media (o meglio di uno di essi):
"[...] La tutela dei “fischietti fidi” - che conferma ancora ulteriormente la loro connivenza - viene poi assicurata anche attraverso l’assoluzione dal giudizio del “Processo di Biscardi”, quando sfacciati errori commessi nel corso delle direzioni di gara possono dare adito ad eccessivi sospetti suscettibili di minare il risultato raggiunto. […] Il vantaggio ricavato dagli arbitri per la loro contiguità risulta essere parimenti la garanzia di giungere ai massimi livelli di carriera e soprattutto di restare sempre in auge, il che consente loro di arbitrare gli incontri dei campionati della massima serie, di diventare arbitri internazionali con tutti i profitti derivanti sia in termini di visibilità che in quelli di guadagni economici. [...]"

Il discorso in questo caso è di una certa complessità: tenteremo perciò di semplificare al massimo. L'impianto accusatorio, in sostanza, si fonda sulla presunta attività di manipolazione dei media ad opera di Luciano Moggi, al fine di omettere gli errori a favore della Juve e amplificare quelli a favore di altri, offrendo di conseguenza protezione agli arbitri amici che, garantiti presso l'opinione pubblica, possono continuare ad arbitrare e ad arbitrare in favore della Juve, senza creare alcun imbarazzo ai designatori.
Basterebbero forse i dati raccolti nel capitolo precedente per smentire questo assunto: Racalbuto fu penalizzato dai designatori proprio perché ucciso dai media dopo la partita contro la Roma, in cui aveva sbagliato in entrambe le direzioni, ma dai media generalisti erano stati raccontati solo gli episodi favorevoli alla Juve. Paparesta, autore di errori altrettanto gravi ai soli danni della Juve, nel caso di Reggio, tornò "in squadra" invece immediatamente.
Sul piano del guadagno economico, abbiamo già riferito nel precedente capitolo.

E' curioso anzitutto notare come gli inquirenti riferiscano dell'attività di Moggi come esercitata attraverso una sola trasmissione televisiva, il Processo di Biscardi, programma certo molto noto e parte del costume, del folklore italiano, ma certo non il più seguito.
E' strano perché Moggi avrebbe avuto a disposizione, secondo logica, il più potente mezzo di comunicazione in ambito sportivo: la Gazzetta dello Sport. Il giornale rosa infatti ospitava settimanalmente una speciale moviola a cura dei due associati a delinquere Bergamo e Pairetto, rubrica nata, almeno così si desume da un'intercettazione tra i designatori, da un'idea del presidente Carraro e dell'allora direttore della rosea Calabrese, che nel suo passato da direttore de Il Messaggero non si può certo dire avesse mantenuto una linea editoriale tenera con la Juventus. Orbene: logica vuole che i designatori, punte di diamante dell'associazione a delinquere, "taroccassero" la rosea moviola, per servire allo scopo. Nemmeno un articolo di quella rubrica, al contrario, è depositato agli atti dell'accusa, come prova dell'attività manipolatrice dei media della Cupola. E sì che gli inquirenti erano lettori attenti del quotidiano rosa.
Gli inquirenti mancano anche di far notare, seppure trascrivano un'intercettazione che parla chiaro, che addirittura il giornale di famiglia "La Stampa" non era affatto al servizio della Juve, mostrandosi totalmente indipendente persino dalle richieste del mercato, essendo un giornale molto letto a Torino, e quindi dagli juventini. Moggi lamenta con Tosatti degli articoli, sempre molto duri verso la Juve, di Beccantini e Ansaldo (telefonata Moggi-Tosatti).

Gli inquirenti sembrano preoccuparsi dei pesci, infine, ma nulla sanno dell'acqua, o almeno così sembra.
Ignorano o mostrano di ignorare quale sia stata l'evoluzione del giornalismo sportivo italiano, impoverito dalla netta e schiacciante affermazione della figura del cronista dichiaratamente partigiano che difende la propria squadra e attacca le altre, ben al di là del pudore imposto dall'evidenza. Ignorano, o mostrano di ignorare, come le grandi squadre - Milan, Inter, Roma, ma non la Juve - abbiano alle proprie dipendenze giornalisti che, oltre ad occuparsi della programmazione dei loro canali tematici, affollano le trasmissioni sportive locali e nazionali. Sono questi professionisti direttamente stipendiati dalle società summenzionate, che popolano trasmissioni come per l'appunto Il Processo di Biscardi, dove la figura del giornalista super partes quasi scompare, per lasciar spazio appunto ai commentatori di parte che si scontrano aspramente, ognuno con la sua verità, espressione di questa o quell'altra squadra.
E' in questo contesto che Moggi, con metodi certo non sempre ortodossi, si inserisce, non potendo contare come altri su un diretto dipendente. Le sue pressioni sono perciò rivolte al conduttore Aldo Biscardi e al moviolista Baldas, invero piuttosto condiscendente ma cui, strano caso, non viene contestato alcun reato. Secondo Auricchio sono strumenti essenziali dell'associazione, ma non vengono nemmeno interrogati.
Strano? Lo chiede l’avvocato Prioreschi ad Auricchio il 23 marzo 2010:

Avv. Prioreschi: Un ultimo argomento di questo capitolo, diciamo… ‘Metodi e aspetti…’, come lo ha chiamato Lei… devo dire bei capitoli… ‘Strumenti e metodi dell’associazione’… è Baldas-Biscardi. Il Processo del lunedì… Allora, Lei con riferimento a Baldas… già nella dichiarazione di Scardina abbiamo appreso qual è l’importanza poi di questa trasmissione… comunque, Lei a pagina 23, sostanzialmente, sostiene che Baldas e Biscardi erano necessari al fine che si prefiggeva l’associazione. Mi sa dire perché non sono indagati? Non sono imputati…
Auricchio: Beh, io credo di averli messi in rubrica. Se Lei vede l’informativa del 19 Aprile… li ho rubricati.

Prima di tornare al Processo di Biscardi, e alle deposizioni in aula che riguardano la trasmissione, continuiamo ancora un attimo a valutare l'acqua in cui nuotano i nostri pesci. Le società competitrici non solo vantano canali tematici, redazioni e giornalisti a busta paga da spedire qua e là, ma spesso condividono anche il proprietario con alcune reti televisive di primaria importanza: è il caso dell'Inter, il cui azionista Tronchetti Provera era al tempo anche azionista di Telecom, proprietaria di La7, ed è anche naturalmente il caso del Milan e Mediaset, come tutti sappiamo. Tutti, tranne Auricchio, che il 23 Marzo in aula se ne mostra sinceramente stupito:

Avv. Prioreschi: Sa qual era lo share… si chiama così… del Processo del Lunedì, di Biscardi?
Auricchio: L’abbiamo verificato. Lo share era intorno al milione… tra i 700.000 e 1.200.000 di contatti. E comunque in una serata del lunedì sera, in una televisione minore…
Avv. Prioreschi: All’epoca La7 aveva una copertura nazionale?
Auricchio: Beh, credo di sì.
Avv. Prioreschi: Io a casa mia non la prendo…
Auricchio: La7 è una emittente nazionale. Anche la RAI a casa di qualcuno non si prende, quindi voglio dire insomma…
Avv. Prioreschi: …lo sa meglio di me… non aveva copertura nazionale…
Auricchio: No, è una emittente nazionale.
Avv. Prioreschi: Le risulta che altre società di calcio avessero, per così dire, a disposizione altre televisioni, trasmissioni, canali televisivi…
Auricchio: Su tv private, sicuramente sì. Credo. Tv private, insomma…
Avv. Prioreschi: E ci dica quali sono…
Auricchio: Mah, credo di sì… non ricordo…
PM Narducci: Ma questo è un dato che stiamo chiedendo come investigatore o come cittadino, mi scusi avvocato… almeno per…
Avv. Prioreschi: Sempre come investigatore…
PM Narducci: Non lo so, perché la domanda, sa, è un po’…
Avv. Prioreschi: Ma scusi, uno… quando scrive…
Presidente Casoria: Vabbè, avendo fatto indagine sul calcio lui…
Avv. Prioreschi: Presidente, scusi, uno quando scrive Processo di Biscardi è investigatore, quando io gli domando…
PM Narducci: No, lì ci sono le intercettazioni, le abbiamo sentite, no?
Auricchio: Ci sono le intercettazioni telefoniche, non è che…
PM Narducci: Non è che si dilettava Auricchio alla… al tema calcio in televisione…
Avv. Prioreschi: Io gli ho fatto una domanda… e penso che Lei è tanto intelligente da aver capito benissimo il senso della domanda…
PM Narducci: Sì, ma sta sollecitando la risposta come cittadino…
Presidente Casoria: No, vabbè…
PM Narducci: …non come investigatore, no?
Avv. Prioreschi: Questo lo dice Lei…
Presidente Casoria: Perché come cittadino? Sentiamo…
Avv. Prioreschi: Perché voglio sapere se lui… allora, vogliamo dire, se Lei ha accertato, Le risulta per la sua esperienza professionale, per le sue conoscenze oniriche, per quello che vuole… se ci sono società di calcio che hanno a disposizione televisioni, trasmissioni
Auricchio: Questo sicuramente non mi risulta. Mi risulta, evidentemente, che ci sono delle tv locali… ma questo lo posso dire… soltanto qui a Napoli, per esempio, che fanno dei programmi sportivi serali che sono vicini all’atteggiamento dei tifosi. Non che società di calcio controllino…
Avv. Prioreschi: No, no, no…
Auricchio: Eh no, questa era la Sua osservazione… Le risulta che società di calcio hanno a disposizione trasmissioni televisive? Lei ha detto…
Presidente Casoria: Vabbè, non gli risultano, basta avvocato. Inutile insistere.
Avv. Prioreschi: Lei ha mai sentito parlare di Mediaset, del Milan, di chi è il padrone del Milan…
Presidente Casoria:
Vabbè, vabbè…
Auricchio: Certamente, però non mi risulta che la società di calcio controlli questo.
Avv. Prioreschi: Le risulta che Tronchetti Provera sia socio in alcune emittenti…
Auricchio: Non mi risulta, insomma.
Avv. Prioreschi: Non c’è problema.

La Juve insomma si difendeva con grinta nella piccola arena del Processo, non certo prona ai suoi voleri, mentre altrove non c'era trippa per gatti. I risultati? Alterni.
E' noto ad esempio anche che la Juventus emette un comunicato a firma Giraudo sul suo sito ufficiale, il 14 febbraio 2006 dopo la partita con l’Inter, nel quale scrive a proposito degli attacchi ricevuti dal "Processo": "... Invita quindi i suoi tifosi a seguire trasmissioni più obiettive".

Lo stesso giorno Mario Sconcerti scrive: "La Juve decideva di rifiutarsi al Processo di Biscardi invitando anzi il suo popolo a boicottare la trasmissione. […] Che cosa ha portato la Juventus a una reazione tanto seria? Non c'è dubbio che il Processo sugli arbitri e la Juve fosse la volta scorsa arrivato molto lontano. Ma nel suo solito modo, tutt'altro che scientifico e sempre molto caciarone. E comunque sempre di Biscardi stiamo parlando. Fu lui stesso a difendersi in tribunale pochi anni fa sostenendo che la sua trasmissione non aveva caratteri di verità, ma rappresentava l'innocenza che bisogna dare alle vertigini di parole che si usano in un bar sport. Perché allora, improvvisamente, questa reazione? […] Secondo punto, la sindrome storica dell'assedio che pervade la Juventus e la sua gente. Quella juventina è una colossale, straordinaria minoranza. […] Questo porta a vedere il male dovunque (successe già l'anno scorso quando Ibrahimovic fu squalificato per tre turni con la prova televisiva).

Analizziamo ora, caso per caso, i diversi momenti in cui Moggi si mosse nei confronti di Biscardi e Baldas. L'accusa sostiene che la trasmissione sia essenziale alla difesa degli arbitri della Cupola, mentre la difesa sostiene che Moggi cercasse solamente di difendere la Juventus, ogni volta.
Un caso celebre è quello di Roma-Juve. Di seguito la telefonata oggetto di inchiesta:

Biscardi Aldo: … inc… io faccio un attacco a tutto spiano agli arbitri! Ce metto: RAGALBUTO, l’arbitro del Milan, BERTINI, che BERTINI ha regalato la vittoria al Milan, poi ci metto DONDARINI che ha fatto ripetere un rigore, tanto per far chiare le cose,…. e poi ci metto l’arbitro che ha dato, che ha negato un goal alla Lazio… inc… che la palla era entrata di 48 centimetri!
Moggi Luciano: … l’arbitro ha negato?
Biscardi Aldo: … un goal alla Lazio!
Moggi Luciano: … oggi?
Biscardi Aldo: … oggi! Regolarissimo! La palla era entrata di 70-80 centimetri, …
Moggi Luciano: … ah, si?
Biscardi Aldo: Si!
Moggi Luciano: Con chi giocava la Lazio?
Biscardi Aldo: … a Lazio giocava... a... a Messina!
Moggi Luciano: … comunque, guarda, io ti dico una cosa, tenete presente anche l’ambiente di Roma dove non si può ne giocà, ne arbitrà, non si può fà niente!
Biscardi Aldo: Ma io sai come faccio,… sai come faccio?
Moggi Luciano: ... perché… perché... RACALBUTO è il meno colpevole, quello è un ambiente di matti, eh?

Il capocupola dovrebbe lavorare perché siano "sempre tutelati gli arbitri che favorivano la Juve", come scrivono i pm nella richiesta di rinvio a giudizio, ma nel caso non batte ciglio e non dà nessuna disposizione di salvare e tutelare l' arbitro "affiliato" Bertini che Biscardi vuole attaccare perché, caso strano, avrebbe aiutato il Milan!
Moggi giustifica il solo Racalbuto, arbitro della Juve, e nemmeno con molta veemenza. Piccolo particolare: il capocupola non sa neppure con chi giocava il Messina, squadra amica ed aiutata dal "sodalizio criminale", e che l'arbitro della partita era Paparesta.

Pieri per Bologna-Juventus.

Auricchio: Ancora il progressivo 1235, utenza 335XXX629 sempre in uso a Leonardo Meani, dirigente milanista, il colloquio telefonico è tra Meani e Contini, assistente della C.A.N. La data è il 17 Marzo, ore 9.01. Queste due conversazioni sono state da noi utilizzate per il dato… per la valutazione investigativa della vicinanza dell’arbitro Pieri, del gradimento dell’arbitro Pieri rispetto a Moggi. La partita Fiorentina… scusate… la partita Bologna-Juventus è una partita che, diciamo, fa… è una partita con polemiche, con strascichi successivi per l’arbitraggio appunto dell’arbitro Pieri. […] Sono conversazioni che sono state individuate per evidenziare l’attività, sostanzialmente, di aiuto, di non accanirsi, dal punto di vista mediatico, nel “Processo del Lunedì” contro l’arbitro Pieri. Ancora su questo argomento, aggiungo infine il progressivo 7150 del 14 Dicembre ore 13.01, la conversazione è tra Franza Pietro, Presidente del Messina, e Luciano Moggi, Franza telefona a Moggi. Anche in questa conversazione, il contenuto verte sostanzialmente sulla… sulla assoluzione, diciamo, dò il testuale di Franza che dice ‘Cazzo hai fatto assolvere Pieri, se ti assume Berlusconi per i suoi processi, pure Previti, li fai passare tutti’ è una battuta che fa il Presidente… il dato è sempre, come accennavo prima, al trattamento di favore che Pieri avrebbe ricevuto nella serata mediatica del “Processo del Lunedì”.

Auricchio dimentica che Moggi al telefono con Franza non si bea affatto del complimento del presidente messinese, ma sostiene che l'arbitro non meritasse un tale accanimento contro, soprattutto in relazione alle poche polemiche scaturite da episodi contrari alla Juventus, e più in particolare al caso di Reggio. Prova che Moggi stava difendendo la posizione della Juventus.

Moggi, sostiene Auricchio, difende Racalbuto anche dopo Cagliari-Juventus grazie al "Processo di Biscardi". Vero che c'è la frase che l'arbitro deve essere "assolto alla grande", ma è legata al fatto che, come è evidente e come condivide anche Baldas, la colpa di quel fuorigioco non segnalato è dell'assistente. Moggi difende anche Consolo, che non è un "affiliato", chiedendo a Baldas di dimezzare i centimetri del fuorigioco di Trezeguet. Perché lo fa? E' evidente che l'interesse principale di Moggi è che non si puntino i riflettori della polemica sulla Juve per quel goal in fuorigioco.

Auricchio: 17 gennaio, quindi il giorno dopo rispetto alla partita. Moggi è al colloquio con Innocenzo Mazzini, mette in attesa Innocenzo Mazzini e parla con Fabio Baldas. Il motivo è che non è riuscito a contattare Biscardi e quindi parla direttamente con Baldas per l’organizzazione del solito “Processo del lunedì” serale. Il testuale di Moggi è: ‘Ma digli che non rompesse i coxxioni con la partita di ieri’; Baldas replica: ‘Ma guarda che c’è il fuorigioco di Trezeguet sul gol’, appunto che era un po’ il caso che aveva determinato anche le, diciamo, le rimostranze, e in particolare del Presidente del Cagliari, Cellino. Moggi, riferito quindi a Baldas a seguito della sostanziale conferma del gol in fuorigioco, dice di non parlare dell’episodio. Risponde Baldas: ‘Sì, sì, sì, no, tutto quello che vuoi, però voglio dire, siccome sai, siccome è in virtuale, si vede che c’è, ci sono 50 centimetri di fuorigioco, adesso, voglio dire, io poi’; e Moggi ribatte dicendo: ‘E bisogna che l’accorci’, sulla risata di Baldas. Moggi, ritiene, testuale, sempre ‘Perché poi la responsabilità non ce l’ha l’arbitro’, e il Baldas, diciamo, poi replica: ‘No, no, questo è sicuro, tu mi devi dire se l’arbitro… ‘, e Moggi interrompe dicendo: ‘L’arbitro dev’essere assolto alla grande, anzi…’; Baldas di nuovo riprende la parola: ‘No, no, io su Salvatore…’ evidentemente riferito a Salvatore Racalbuto, appunto l’arbitro ‘…non c’è problema, lascia che me la gestisco io, volevo sapere se posso scaricare un po’ su Consolo’, Moggi lo interrompe… Consolo sarebbe invece l’assistente asseritamente individuato come responsabile della mancata segnalazione di fuorigioco… Moggi lo interrompe e, diciamo, testualmente riferisce a Baldas: ‘Ma poco però, eh, non tanto, sì ma poco, insomma’ riferito appunto al concetto poco prima espresso da Baldas ‘Volevo sapere se posso scaricare un po’ su Consolo’. Baldas, infine, riferisce sempre al Moggi, sempre testuale: ‘Nel senso che sì, è difficile, anche perché non si sa se la tocca lui, forse è stato tratto in inganno, c’è un rimpallo, però voglio dire a Racalbuto lo tiro fuori di sicuro, e volevo sapere appunto come la devo mettere, no, qualcosa bisogna che…’, e interviene il Moggi ‘Ma leggermente, leggermente, ma assolvi quasi anche il guardalinee perché o è stata rimbalzata la palla su… poi 50 cm li accorci, devono diventà 20’. Quindi Baldas poi chiede a Moggi di segnalare anche… di riferirlo anche a Biscardi e Moggi nel chiudere la conversazione ribadisce: ‘Poi senza punti di penalizzazione a nessuno, anzi, anzi, devi dire che Racalbuto ha tenuto la partita molto bene in pugno come in effetti è, in effetti è vero.’. E Baldas conferma questa circostanza.

Auricchio sposta l'attenzione quindi sul numero, snocciolando il lungo elenco di telefonate tra Moggi, Biscardi e Baldas, anche quelle "non rilevanti", come sottolinea il giudice Casoria :

Presidente Casoria: Pubblico Ministero, ma queste partite non sono nel capo di imputazione Livorno-Milan, è così?
PM Narducci: Sì, sì, no, ma non era in relazione… forse ha citato Livorno-Milan, non era…
Auricchio: No, ho citato Livorno-Milan semplicemente per due circostanze che ho poi ricordato, cioè…
Presidente Casoria: No, ma io dico… perché è inutile ripetere su questo fatto che interloquiva… interloquiva in tutte le partite, l’abbiamo più o meno… quindi concentriamoci sui capi di imputazione e sull’associazione. Cioè, ogni partita commentava il Moggi, l’abbiamo capito, faceva telefonate, aveva un po’ questo vizio di telefonare…
Auricchio: No, il dato investigativo che volevo sostenere, diciamo…
Avv. Trofino: Se avessero intercettato gli altri, telefonavano tutti…
Presidente Casoria: Va bene, è capitato a lui, va bene…
Auricchio: … è semplicemente il discorso che questa interlocuzione telefonica a cui ho fatto prima riferimento ce l’ha con Baldas che poi organizza la moviola. Quindi non è il…
Presidente Casoria: Ho capito, ma siccome è un concetto ripetitivo, dicevo io, siccome l’abbiamo già detto prima e non è una partita specificamente che rientra nei capi di imputazione… forse sorvolare…
Auricchio: Si, no, infatti volevo precisare questa circostanza, cioè era semplicemente… da evidenziare la… il fatto di abbandonare al suo destino il Copelli. Copelli ho ricordato era…
Moggi in sottofondo ricorda che Copelli era il guardalinee della Supercoppa Italiana che ha annullato il gol valido a Trezeguet.
PM Narducci (alzando la voce): Possiamo andare avanti, per cortesia?
Presidente Casoria: No, vabbè, Pubblico Ministero, però quello poi l’imputato pure si può difendere…

Copelli abbandonato al suo destino, come un naufrago. E tutto questo grazie alla complicità del "Processo". Tanto danneggiato Copelli che andrà ai Mondiali e verrà punito dalla giustizia sportiva con tre mesi di sospensione solo dopo il Mondiale, e solo per le telefonate con Meani. Non va ai Mondiali, invece, Marco Ivaldi, perché la FIGC ritira la sua designazione appena i documenti d'indagine vengono passati ai media, perché Auricchio riporta il suo nome nell'informativa come componente della terna di Roma-Juventus. Su Ivaldi non c'è una prova nelle informative, tanto che i pm non ne chiedono il rinvio a giudizio. Ivaldi entra nell'indagine perché, per sua sfortuna, ha sbandierato in una partita della Juve, esce pulitissimo dall'indagine, ma danneggiato dalla FIGC. Anche questo è un risultato del criterio di indagine adottato.

Infine, più in generale, gli inquirenti si soffermano sulla grande rilevanza della "patente a punti" introdotta da Biscardi, uno strumento che parrebbe rivestire il ruolo di "governo-ombra" nei confronti dei designatori arbitrali, un mezzo di pressione importantissimo.

9 febbraio 2010.
L’udienza è caratterizzata dalle forti e ripetute opposizioni dei difensori, che contestano il fatto che Auricchio commenti troppo gli stralci delle intercettazioni che legge, quando il tribunale dovrà valutare le trascrizioni dei periti. L’avvocato De Vita chiede che Auricchio riferisca, come dovrebbe fare un investigatore, sui fatti accertati. La risposta del pm Narducci la dice lunga sui fatti accertati, davvero pochi, e sull’impianto accusatorio basato esclusivamente sulle intercettazioni.
PM Narducci: Più fatti delle intercettazioni, insomma, non c’è, eh!
[…]
Avv. De Vita: Presidente, mi scusi, ma… sempre l’Avvocato De Vita. Ma questa è un’anticipazione della requisitoria del Pubblico Ministero? Io non… sinceramente è una rilettura di tutte…
Presidente Casoria: Vabbè, ma siccome le intercettazioni… parliamoci chiaro… queste sono l’u… l’elemento cardine della accusa… Ha sentito, Pubblico Ministero? Cerchi di indirizzare il suo esame in questi binari.
PM Narducci: Presidente, riferire il contenuto del colloquio… è imprescindibile, altrimenti la testimonianza del Colonnello Auricchio potrebbe non avvenire.
Auricchio riprende la deposizione seguendo il susseguirsi delle giornate di campionato, arrivando al 10 novembre 2004, ma Narducci lo fa ritornare indietro perché vuole che parli del Processo di Biscardi, uno strumento dell’associazione a delinquere:
Auricchio: Il 10 Novembre c’è una partita serale, infrasettimanale, Juventus-Fiorentina.
PM Narducci: No, Colonnello, no, no. Restiamo un attimo ancora… non abbiamo esaurito… restiamo un attimo ancora alla giornata del 7… alla giornata successiva. Lei ha fatto riferimento a una sola telefonata, quella… il progressivo è 157… telefonata Moggi-Giraudo, d’accordo. Mi deve dire se registrano altre, più o meno significative, telefonate o qualcuna degna di interesse, insomma. Prima di arrivare al 10.
Auricchio: Degno di interesse c’è un profilo che andiamo ad aprire, cioè il rapporto, il contatto, diciamo, tra Luciano Moggi e tale Baldas che in quel momento svolge l’incarico, gestisce la moviola nell’ambito del programma televisivo “Il processo del lunedì”. Anche questo è un dato che entra prepotentemente, diciamo, in questo momento nell’ambito delle investigazioni però, diciamo, sarà poi un leit-motiv importante. Vorrei fare solo una piccolissima introduzione. Il programma è un programma gestito da Biscardi, programma storico “Il processo del lunedì”, etc. etc. Nell’ambito di questo programma, un ex designatore arbitrale, quindi il dato non è proprio neutro, svolge e cura la moviola, tradizionale momento per, diciamo, tutti gli sportivi italiani per confrontarsi poi, dopo i risultati, dopo le partite. Il programma, il processo di Biscardi, ha una funzione strumentale, diciamo, importante per quanto ci riguarda. Nel senso che avendo… il programma va in onda il lunedì in serale… e dati, diciamo, Auditel raccolti a quel tempo davano delle cifre consistenti dal punto di vista… peraltro in una fascia serale… rappresentava sostanzialmente, diciamo… è possibile comunque verificarlo, il dato… comunque una grossa fetta delle persone, dello share di quella fascia serale guardava il programma di Biscardi. Considerato che quella, diciamo, a quell’ora normalmente, diciamo… il pubblico sportivo ha una sua consistenza… l’incidenza in termini, ovviamente, di opinione pubblica sportiva del programma era, diciamo, sicuramente interessante e rilevante. Da questo punto di vista, la, diciamo… da un punto di vista investigativo, voglio dire, il contatto Moggi-Baldas, che è un contatto che si ripeterà per tutto l’andamento del campionato, ha una sua consistenza perché… e lo vediamo dalle intercettazioni successive che vado a indicare… in particolare faccio riferimento al progressivo 170, utenza 335XXX344 in uso a Luciano Moggi…
Avv. Prioreschi: La data?
Auricchio: La data è del 7/11/2004, l’orario è delle 14.22, quindi l’argomento verte in relazione al palinsesto da programmare per la serata del “Processo del lunedì”. E Moggi… la chiamata è Moggi in direzione di Aldo Biscardi. Aggiungo, nell’ambito del programma la gestione della moviola, in quell’anno, comportò, diciamo, una novità : c’era una sorta di attribuzione di patente per gli arbitri, nel senso… il giochino era ti dò i punti o ti levo i punti a secondo del rendimento arbitrale giudicato nella trasmissione. Allegato a questo, c’era anche una sorta di sondaggio, diciamo, più o meno, diciamo, organizzato a margine appunto di quella stessa trasmissione. Sondaggio con le telefonate dei telespettatori. Quindi, Moggi chiama Aldo Biscardi e dice, testualmente, ‘Senti un po’ domani a Paparesta bisogna dargli… togliergli la patente completamente e gli esami entro 15 giorni, altrimenti deve essere affiliato alla Legione Straniera’, quindi sempre con l’acredine, diciamo, dimostrato, c’è questa esigenza di togliergli la patente completamente, ‘Domani, domani al Processo dovete dire ritiro della patente completa per quello che ha fatto… adesso tu devi fa un raffronto tra la partita che è stata regalata alla Reggina… Milan-Reggina che è stata regalata al Milan’. Biscardi lo informa anche degli altri ospiti che ha chiamato, ospiti di fede juventina come Calabrò e Sposini. Moggi ribadisce: ‘Domani lo dobbiamo stroncare’. Ancora Moggi a Biscardi: ‘Adesso intanto io voglio che fermino Paparesta per 4 o 5 turni… gliel’ho bello e detto… e poi gli assistenti tutti quanti perché sono stati tutti una chiavica in questa partita e siccome le chiaviche vanno punite, adesso le facciamo punire… ora tu parli con… dai i particolari a coso, a Calabrò, che ho chiamato, e a Sposini’. Poi Moggi riferisce sempre a Biscardi che contatterà Baldas direttamente: ‘Ci parlo io con Lamberto’, riferito a Sposini: ‘Non ti preoccupare… ahò io parlo con Baldas’. Successivamente infatti, 17.04 progressivo 186 utenza 335XXX344 in uso a Luciano Moggi, Baldas chiama Moggi, il quale lo informa di aver già parlato con Biscardi, per quello che appunto dicevamo: ‘Domani bisogna proporre il ritiro della patente direttamente a Paparesta con esami entro 15 giorni altrimenti non gli viene più restituita… quindi la proposta tua deve essere ritiro immediato della patente esame urgente entro 15 giorni per la riabilitazione… dopodiché devi massacrare, come si chiamano, gli assistenti… gli assistenti che, in pratica, ne hanno combinate più dell’arbitro’. La conversazione continua però essenzialmente, diciamo, dal punto di vista investigativo il leit-motiv, che troveremo anche successivamente, è: situazione sfavorevole - utilizzo strumentale della trasmissione il processo di Biscardi - gestione diretta del palinsesto - chiamata a Biscardi - chiamata a Baldas che è colui, Baldas, che gestisce la moviola, tecnicamente. Attraverso questo strumento, diciamo, si dà uno sfogo, diciamo, a questo tipo di risentimento nei confronti in particolare del Paparesta e dei due assistenti. Ancora, sempre in relazione alla questione Reggina-Juventus, ovviamente, ci sono dei contatti, diciamo, con… ci sono dei tentativi di contatto con Bergamo, e in particolare 143 utenza 335XXX164 di Bergamo Paolo…
Nota: Il tenente Auricchio ricorda anche una telefonata che un giornalista, teste d’accusa che ha lamentato l’ostracismo verso la sua trasmissione, fa a Moggi: “Ancora segnalo 151, 12.17 sempre della domenica successiva, il giornalista di RaiSport Enrico Varriale chiama Moggi, commenta l’arbitraggio, Moggi lo interrompe dice: ‘No, no, lo faccio dividere in due, altro che fa polemiche, lo faccio fare agli altri’.

Alla patente assegnata agli arbitri inventata da Biscardi Auricchio dà una importanza eccessiva, quando è solo una trovata del rosso presentatore per animare il suo bar dello sport televisivo e senza alcun riflesso a livello AIA, come evidenzia l'avvocato Prioreschi il 23 marzo 2010.

Avv. Prioreschi: Lei ha accertato se a Paparesta… ammesso, e non concesso, che si possa ritirare la patente come quella di guida ad un arbitro… non so… Lei ha accertato poi se a Paparesta, tra virgolette, era stata ritirata la patente, o se quella di Moggi era solo una battuta che diceva al telefono?
Auricchio: Sì, hanno applicato… nella classifica che fa Baldas, diciamo… questa è la domanda… nella classifica che fa nel programma…
Avv. Prioreschi: In sostanza, se la FIGC gli ha applicato…
Auricchio: No, ma ritirare la patente era in relazione a Baldas.