Annullamento, non revoca... sveglia!

scudetto cartoneIn effetti, che dalle parti del Consiglio Federale regnasse l'incompetenza l'avevamo intuito. Non credevamo fino a questo punto.
Fino al punto di autodenunciarsi, fino al punto di essere autolesionisti. Fino al punto di esporsi al rischio di un commissariamento (quanto mai opportuno, date le circostanze) da parte del Coni, data la dichiarazione di sostanziale inutilità. Gli esponenti del Consiglio Federale sembrano orientati a certificare la propria inidoneità ad assumersi le responsabilità connesse alle cariche svolte, e a dichiarare la propria incapacità a motivare la conferma o l'annullamento di un titolo, peraltro mai assegnato, neppure a tavolino.
In Figc forse non hanno notato che l'esposto della Juventus, datato 10 maggio 2010, è indirizzato anche al presidente del Coni. E' evidente che la società Juventus chiederà l'intervento diretto del Coni stesso nella vicenda: se non è competente il Consiglio Federale della Figc, inevitabilmente lo sarà l'Alta Corte del Coni.
E partirà una lunga serie di ricorsi, fomentando ulteriormente l'accesa rivalità tra le parti in causa.
In realtà, a volerne tener conto, la soluzione la si troverebbe proprio nella dichiarazione resa ieri a Radio 24 dal Consigliere federale Carlo Tavecchio, vicepresidente vicario della Figc: "Il Consiglio della Figc è un organo amministrativo e non può attribuire o revocare scudetti. La linea del Consiglio non cambia: non possiamo revocare un titolo rispetto al quale non esiste neppure una delibera di assegnazione, ma che è stato attribuito prendendo atto della classifica dopo Calciopoli".
Se non esiste una delibera di assegnazione, la decisione di Guido Rossi era un provvedimento amministrativo. E uno dei principi generali del diritto amministrativo prevede che qualunque provvedimento amministrativo possa essere revocato (o possa essere svuotato di efficacia) quando si accerti che i presupposti di quel provvedimento erano erronei o metodologicamente non corretti. Come in questo caso.
Come si fa? Con l'emissione di un atto amministrativo di segno contrario, che annulla il precedente.
Non c'è nulla da revocare, e niente da attribuire: non c'è da adottare alcun provvedimento non previsto dalle intangibili e sacre competenze (quali sono, tra l'altro?) del Consiglio Federale. L'annullamento dell'errore commesso è un provvedimento amministrativo e non disciplinare, nel pieno delle competenze e delle prerogative del Consiglio Federale, che va a rimediare ad un'assegnazione (o non assegnazione, fa lo stesso) mai ufficializzata.
Non si punisce nessuno: la non assegnazione di quel titolo si incastrerebbe bene (e si autogiustificherebbe) con il fatto che, come dichiarato, quel titolo non è mai stato assegnato in maniera ufficiale. E' una decisione squisitamente amministrativa, senza alcuna implicazione di carattere disciplinare per l'Inter. Avrebbe quindi anche il pregio di disinnescare sul nascere eventuali ricorsi.
Ne ha parlato alcuni giorni fa l'avvocato Salvatore Scarfone, esperto di diritto sportivo, ex legale dell'Aic: "Con l'annullamento la Figc si muoverebbe in ambito amministrativo, per una questione di autotutela a livello 'politico', e non in ambito giurisdizionale, come nel caso della revoca, che prevede un iter giudiziale con relativo processo. Con l'annullamento, invece, il Consiglio Federale potrebbe cancellare la decisione del 2006 di assegnare il titolo di campione d'Italia, grazie ad un potere che le compete da statuto".
Ai componenti del Consiglio Federale della Figc rimangono meno di tre giorni di tempo (fino a lunedì 18) per evitare una tra le peggiori figuracce della loro storia, e per scongiurare il rischio di farsi bollare come incompetenti.