Intervista all'avv. Gallinelli: lo scandalo Telecom e l'origine di Calciopoli

gallinelliRiportiamo con piacere un'intervista pubblicata il 05-08-2011 da Tuttosport, che su Calciopoli sta correttamente svolgendo il compito principale di un giornale: cercare la verità ed offrirla ai suoi lettori.

TORINO. L’avvocato Paolo Gallinelli è uno dei protagonisti del processo penale di Calciopoli. A Napoli difende Massimo De Santis, ma per chi segue le articolate vicende calciopolesche è diventato “l’uomo del modello 45”, un fa­scicolo archiviato dalla procura di Milano che è diventato una sorta di Graal di Calciopoli.

Avvocato Gallinelli, ci spieghi cos’è un modello 45.

«E’ la cosiddetta procedura di autoarchiviazione che un pm utilizza per etichettare “notizie di reato manifestamente infondate”. In questo modo il fascicolo non passa dal Gip e per consultarlo è necessaria l’autorizzazione del pm. Il modello 45 di Calciopoli è il famoso fascicolo aperto e archiviato dalla Boccassini nel 2004 e che finora nessuno è riuscito a vedere».

Perché è così importante?

«Perché potrebbe dirci qualcosa di più sulle origini di Calciopoli, potrebbero esserci degli ulteriori indizi sul fatto che gli obiettivi sono sempre stati solamente Moggi e la Juventus per colpire i quali si è sempre cercato di utilizzare De Santis. E che gli indizi che stanno alle base delle indagini illegali di Cipriani e Tavaroli sono stati poi - per così dire - “riciclati” nell’inchiesta napoletana».

Proviamo a ricostruire la storia del misterioso fascicolo.

«Molto si sa grazie alle indagini svolte per il processo Telecom. In quel contesto, Tavaroli, che era il responsabile della sicurezza della Telecom di Tronchetti Provera finito sul banco degli imputati, racconta che verso la fine del 2002 viene convocato dalla segreteria di Massimo Moratti per una riunione alla Saras (l’azienda dei Moratti). In quell’occasione incontra lo stesso Moratti e Facchetti che - così depone Tavaroli ai pm Piacente e Civardi - “parla di un sistema condizionamento delle partite facente capo a Moggi ed avente come perno essenziale l’arbitro De Santis”. Auricchio, Narducci e Beatrice sono di là da venire, eppure il teorema Moggi-De Santis è già nato.
Siamo nel 2002...».

Un teorema che ritroviamo, effettivamente, all’inizio delle indagini della procura di Napoli, svolte dai carabinieri di Roma, coordinati da Auricchio. . .

«Esatto. La famosa “ipotesi investigativa” della combriccola romana degli arbitri al servizio della Gea e di Moggi, ipotesi essenziale per ottenere l’autorizzazione a intercettare e per dimostrare che c’era un collegamento diretto fra Moggi e gli arbitri, quello che nessuno prima era riuscito a individuare, nonostante ripetuti tentativi da Tavaroli in poi. Per coinvolgere il cosiddetto “segmento arbitrale”, determinante per provare la frode sportiva, gli inquirenti di Roma si aggrappano alle dichiarazioni di Dal Cin sulla cosiddetta combriccola romana (formata in teoria da Gabriele, Palanca e De Santis) che favoriva le squadre con giocatori della Gea e Moggi. Sapete che fine fa tale teorema? Viene smontato proprio da Auricchio che in aula afferma: “era un’ipotesi investigativa che poi è stata abbandonata”. Però, intanto, l’inchiesta è partita insieme con le intercettazioni e De Santis è finito sotto processo, durante il quale le originarie accuse sembrano essere naufragate».

Torniamo al 2002 e all’appuntamento Tavaroli-Moratti-Facchetti. Che succede?

«Facchetti spiega a Tavaroli che c’è un arbitro, che scopriremo essere Nucini, che gli ha spiegato del sistema “Moggi-De Santis”. Tavaroli suggerisce due strade: Facchetti può diventare “fonte confidenziale” del maggiore Chittaro, oppure l’Inter poteva presentare un esposto alla Procura per far aprire un’indagine. Per quello che ne sappiamo in quel momento non fanno né l’una né l’altra cosa. Seguono altri incontri fra Tavaroli e Facchetti, durante i quali il dirigente nerazzurro (che nel frattempo ha registrato su un cd le sue conversazioni con Nucini) fornisce dei numeri di telefono a Tavaroli. Inizia un’indagine che viene affidata dallo stesso Tavaroli alla Polis d’Istinto di Cipriani. Ne esce il famoso “Dossier Ladroni” con un monitoraggio pazzesco su De Santis. Viene pedinato, vengono controllati i tabulati telefonici, i movimenti bancari suoi e dei suoi famigliari, viene scandagliata la sua vita alla ricerca della prova della corruzione».

La trovano?

«No. Tavaroli riferisce che non è emerso nulla di rilevante.. E a quel punto, entra in scena la procura di Milano. Perché nel febbraio del 2004 il pm Ilda Boccassini convoca l’arbitro Nucini. Secondo quanto afferma Tavaroli lo fa in seguito a un esposto dell’Inter. Moratti alla giustizia sportiva ha sempre negato di aver presentato l’esposto, anche perché si tratterebbe di una chiara violazione della clausola compromissoria. Tant’è, proprio Nucini viene convocato dalla Boccassini, ma a quanto pare non fornisce risposte esaurienti perché l’indagine non decolla. Anche se nel novembre del 2004 dalla Boccassini parte una richiesta di file di log, in pratica tabuilati telefonici, alla Telecom e lo fa con urgenza, vista la delicatezza delle indagini. Anche quei documenti potrebbero essere nel fascicolo che, tuttavia, viene archiviato dalla stessa evidentemente perché non erano emersi “fatti penalmente rilevanti"».

Nel frattempo, però, era partita l’indagine di Torino. . .

«Sì, il pm Maddalena intercetta Moggi, Giraudo e Agricola prendendo lo spunto dal cd. processo doping. Incappa in varie telefonate fra Moggi e Pairetto ed inizia un’indagine per frode sportiva e per corruzione. Viene anche ipotizzata l’associazione a delinquere, ma tutto viene archiviato perché mancano le prove, visto che non emerge alcun contatto con gli arbitri e la procura di Torino non riesce a dimostrare in alcun modo che i sorteggi arbitrali fossero stati alterati (cosa che neppure nell’aula di Napoli è riuscito ai pm, per altro). Significativo, poi, un passaggio dell’archiviazione: “la Procura di Torino non ritiene né di dover né di poter inseguire dei semplici “fumi”. Qualcun altro invece li inseguirà».

Napoli?

«Certo. E da cosa parte l’indagine di Napoli, quella che sfocerà in Calciopoli? Dal teorema De Santis-Moggi di cui aveva parlato Nucini a Facchetti nel 2002 e dal teorema delle “ammonizioni preventive”. E sapete chi tira fuori questo secondo teorema?».

Nucini?

«Esatto, lo rivela l’arbitro a Facchetti nel 2002 e Facchetti ne parla a Tavaroli. E’ possibile che anche la Boccassini abbia chiesto qualcosa in merito. Insomma, Calciopoli si basa su due teoremi, smontati in aula (le ammonizioni preventive non hanno trovato riscontri concreti durante il dibattimento), di cui Nucini parla a Facchetti e Moratti che fanno indagare Tavaroli. Viene da chiedersi chi ha innescato Calciopoli, che si rivela un’indagine indirizzata solo contro Moggi e la Juventus? E chi ha tratto maggior vantaggio da Calciopoli?».