Moggi allo stadio?! Ibra: Quegli scudetti erano e restano nostri.

News, 5 marzo 2011.

Ventuno i convocati: permane il dubbio Aquilani. Ci sarà davvero Moggi allo stadio? Lo ha preannunciato al Chiambretti Night. Ibra: Nostri quegli scudetti, frutto di tanti sacrifici. Del Neri: Del futuro non mi preoccupo. Ho un contratto fino all'anno prossimo. Nucini dà buca a Palazzi, ma a Napoli il 15 dovrà esserci. Per Ferrajolo la Juve vinceva rubando. Briatore: Stiamo pagando l'orrenda gestione Blanc-Cobolli Gigli. Torna il pallone bianco. La Supercoppa italiana in Cina per tre anni. Una guardia del corpo salva Mourinho dall'accoltellamento.

I convocati: Aquilani c'è, ma potrebbe andare in tribuna - Nell'elenco dei convocati Alberto Aquilani c'è, ma ancora non lo si può dire disponibile, anche se il sito bianconero afferma che "ha recuperato dal fastidio muscolare accusato la scorsa settimana"; si deciderà solo oggi, ma il centrocampista romano ha ottime probabilità di vedere la partita dalla panchina, se non dalla tribuna: non pare il caso di rischiare una ricaduta, schierandolo in campo con troppa precipitazione. Tra i pali torna Buffon, che ha scontato la giornata di squalifica rimediata a Lecce. Per rimpolpare il centrocampo, vista l'emergenza, sono stati aggregati alla prima squadra i Primavera Buchel e Corticchia. Questo l'elenco dei 21 convocati: Buffon, Motta, Chiellini, Felipe Melo, Marchisio, Iaquinta, Del Piero, Manninger, Aquilani, Barzagli, Traoré, Bonucci, Toni, Grygera, Martinez, Krasic, Storari, Matri, Buchel, Sorensen, Corticchia.

Moggi allo stadio? - Sembra ufficiale, lo ha confermato Luciano Moggi in persona al 'Chiambretti Night': Torno allo stadio'. E' vero che con Moggi le sorprese sono sempre dietro l'angolo, e quindi solo stasera i nostri occhi potranno certificare la realtà ma, se Lucianone domani fosse allo stadio per i tifosi sarebbe l'anticamera del sogno, alla faccia di Abete e delle sue norme per una radiazione 'ad personam'. Quei tifosi che allo 0-2 del Bologna, settimana scorsa, avevano scandito ripetutamente il suo nome, con negli occhi due immagini di Moggi allo stadio, quella della malinconica Juve-Palermo del 7 maggio 2006 bagnata dalle lacrime di Bettega e quella della domenica successiva, il canto del cigno di Luciano, a Bari, per Reggina-Juve, quando ai bianconeri venne assegnato quel 29simo scudetto, quello dei 91 punti, quello che Guido Rossi avrebbe poi regalato alla sua amata Inter. Così ne ha parlato al 'Chiambretti Night' l'ex dg bianconero: "Torno allo stadio, è arrivato un presidente che di calcio capisce, Andrea Agnelli, però bisogna dargli il tempo di lavorare". Su Marotta: "Non bisogna farne un martire"; su Del Neri: "Non ha fatto una squadra adatta al suo gioco. Deve abituarsi a una grande squadra come la Juve"; sulla 'sua' Juve: "Tutti i giocatori mi sono rimasti fedeli". Ma il tema della puntata, cui ha partecipato anche Fassino, era 'la Juve malata'; e su questo tema Moggi, davanti alla foto di Blanc, esclama: "Lui è il primo responsabile".

Ibrahimovic: Quegli scudetti sono nostri, frutto di tanti sacrifici - Sembrava quasi che la sorte volesse impedire ad Ibra di scendere in campo per Juve-Milan, quasi una foto in negativo di quel Milan-Juve cui lo Zlatan in versione bianconera non poté prender parte causa prova televisiva fonte Mediaset (ma non è controllata dal Milan vero, tenente colonnello Auricchio); ma il fastidio alla schiena si è rivelato cosa da poco e Ibra ci sarà; un gustoso antipasto è arrivato dalla sua intervista a 'La Stampa', dove, tra i tanti temi toccati, non ha mancato di ribadire, già più volte l'ha fatto, l'assoluta legittimità di quella Juve quella in cui giocava lui, quella che "ai miei tempi la Juve si comportava come se dovesse vincere sempre, non so oggi come si ragioni nello spogliatoio". Era la Juve del 29simo scudetto,' che fu anche suo': "E che resta mio come quell'altro - ribatte prontamente Zlatan - Avevamo fatto tanti sacrifici in campo per vincerli e c'eravamo riusciti perché eravamo nettamente la squadra più forte, non solo in Italia. Quindi non si parli di restituzione perché si restituisce una cosa che si ha mentre io lo scudetto all'Inter non l'ho mai dato". Così spiega il suo addio alla Juve: "Prima del Mondiale, Alessio Secco mi disse che se avevo qualcosa per le mani la prendessi. Fino a quel momento lui era stato l'uomo che mi diceva l'orario dell'allenamento o quando partiva il pullman per le trasferte. Di tutto il resto io parlavo con Moggi. Faticavo un po' a vedere Secco nel nuovo ruolo. Comunque da prima del Mondiale mi sentii fuori dalla Juve". Perché non era già più la Juve, uccisa praticamente nell'istante in cui, il 7 maggio 2006, John Elkann pronunciò la fatidica frase: "Siamo vicini alla squadra e all'allenatore". Vicinanza letale.

Del Neri: Il mio futuro? Io qui ho un contratto anche per il prossimo anno - I media parlano di un Del Neri in bilico, di monitoraggio della dirigenza nei suoi confronti, di ultima spiaggia, ma lui, Gigi Del Neri, in bilico non ci si sente davvero, non solo per questa stagione, ma nemmeno per la prossima: "Io del futuro non mi preoccupo quasi mai. Io mi preoccupo di fare bene il mio lavoro, poi saranno i risultati probabilmente... Ma con la società, torno a ripetere, io ho un ottimo rapporto, per cui penso che andremo avanti, convinti che quello che facciamo è giusto, convinti che quello che possiamo proporre sul campo sia la maniera giusta. Anche perché siamo convinti che fare una casa non basti un giorno. Io ho un contratto fino all'anno prossimo, non devo chiedere se sarò io l'allenatore della Juve il prossimo anno, il contratto ce l'ho, per cui mi sembra che nessuno da questo punto di vista mi debba dire 'sei ancora l'allenatore della Juventus'.. Io devo fare il mio lavoro e basta, e il mio lavoro concerne anche di parlare del Milan". E allora parlando del Milan: "Penso che lo stimolo sicuramente ci sia - dice il tecnico di Aquileia - senza andare a trovare altre cose. Sappiamo di trovare una squadra molto competitiva, sta dimostrando di meritare il posto in classifica che occupa, ha giocatori tecnicamente di grande levatura, però noi abbiamo delle armi con le quali abbiamo dimostrato di poter competere con loro a Milano e saranno buttate sul campo". E così riepiloga il campionato della Juve: "Avevamo trovato la quadratura del cerchio. Da lì in poi, tante cose sono saltate. Abbiamo fatto quello che si poteva quest'anno, con gli altri e bassi che c'erano. E faremo ancora molto penso, perchè la squadra non è demotivata per niente, ha voglia di riscatto, ha voglia di far vedere che può giocarsi le partite con chiunque. Ma questo lo ha dimostrato, sia nel bene, sia nel male. Quindi noi combatteremo per avere sempre la meglio sull'avversario".

Nucini: assente - Ormai pare certo: all'appello di Palazzi si è presentato il solo Gennaro Mazzei, ex designatore degli assistenti, mentre Danilo Nucini ha sfruttato l'opportunità che gli viene dal non essere più tesserato per dare buca a Palazzi.  D'altronde scegliere tra le sue tante verità è cosa davvero impegnativa. Adesso per pensarci avrà davanti una decina di giorni: martedì 15 lo attende al tribunale di  Napoli il presidente Teresa Casoria, e lì sarà costretto a presentarsi, se ha impegni si disimpegni, dice la dott. Casoria.

Ferrajolo: La Juve vinceva rubando - "I tifosi della Juve che fanno i cori a favore di Moggi sono quelli che lo rivorrebbero perché al tempo si vinceva... anche rubando le partite ma comunque si vinceva": questa l'allucinante affermazione fatta a Radio Radio da Luigi Ferrajolo, firma del Corriere dello Sport e, quel che è più grave, presidente dell'Ussi (Unione Stampa Sportiva Italiana). A prescindere dal fatto che le partite rubate le vorremmo proprio veder citate (a memoria ricordo la piscina di Perugia, furto perpetrato ai danni della Juve però), se Ferrajolo è il presidente, si può capire benissimo la posizione, per esempio del duo Monti&Monti: il primo, Andrea, con la sua fisima di orientare l'opinione pubblica (e in che direzione si è visto), per il secondo, Fabio, parla la sua deposizione al processo di Napoli.

Briatore: questi sono i risultati dell'orrenda gestione Blanc-Cobolli - Flavio Briatore, tifoso bianconero, in collegamento telefonico col 'Chiambretti Night' che ha visto l'ospitata di Moggi, ha così sintetizzato l'attuale situazione della Juve: "La Juve del 2000 non la troveremo mai più. Dopo la morte di Umberto Agnelli è finito il ciclo Juventus. La Juve attuale è un disastro. Paghiamo l'orrenda gestione Blanc-Cobolli Gigli. Ora con Andrea Agnelli abbiamo la possibilità di risollevare la squadra, ma purtroppo sono stati buttati al vento 300 milioni di euro. Ora ci vogliono altri 200 milioni per riformare la squadra, eppoi 50-60 milioni ogni anno per poter competere con Inter e Milan". Il grosso guaio in realtà è che Blanc è ancora lì, nonostante l'orrida gestione che avrebbe provocato il licenziamento in tronco di qualsiasi altro manager, e la proprietà, quella che detiene i cordoni della borsa, è sempre la stessa, al di là di chi rivesta la carica di presidente; e lì la parola Juve è vissuta con fastidio, meglio, il cricket.

Torna il pallone bianco - A partire da Lecce-Roma, disputata ieri sera, è tornato in campo, nel ruolo di pallone ufficiale, Total 90 Tracer, che riprende il suo posto che aveva lasciato dopo Napoli-Milan del 25 ottobre 2010 in favore di Total 90 Tracer Hi-Vis, cioè il pallone giallo, più visibile nella stagione invernale. Il pallone giallo è stato utilizzato per 19 giornate, un intero girone, e infatti la sua ultima gara è stato l'incontro di ritorno tra rossoneri e azzurri.

Supercoppa italiana: in Cina per tre anni - Si giocherà in Cina, a Pechino, nello stadio 'Nido d'uccello', la Supercoppa italiana, il trofeo che vede la sfida tra le vincenti dello scudetto e della Coppa Italia. E sarà così per tre anni, in base all'accordo raggiunto oggi dalla Lega Calcio di serie A, rappresentata da Maurizio Beretta, e dalla Uvis (United Vansen Internationale Spors), Wang Hui. La data fissata per quest'anno è il 6 agosto.

Mourinho ha rischiato l'accoltellamento - 'Radio Cadena ser' ha raccontato come José Mourinho abbia rischiato di essere accoltellato per mano di un individuo armato di una lama appuntita mentre la scorsa settimana si trovava nella hall dell'aeroporto di La Coruña, dove molto tifosi attendevano l'arrivo del Real. E' stato salvato da una delle sue guardie del corpo che si è accorto di quanto stava accadendo e ha impedito che l'aggressore portasse a compimento il suo disegno, riportando una ferita di quattro centimetri sotto l'ascella. Il bodyguard avrebbe comunque mantenuto la necessaria freddezza per far allontanare Mou, senza che questi si accorgesse di alcunché. Solo dopo alcuni giorni il portoghese ne sarebbe venuto a conoscenza, mostrandosene assai turbato.


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